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Autore: sberio    27/03/2012    3 recensioni
Una Bella fisioterapista ed un Edward suo paziente alle prese con un problema di amnesia. Riuscira' lui a ricordare la loro breve ma intensa storia d'amore?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Non avevo piu’ avuto il coraggio di riprovare ad incontrare Edward dopo averlo mio malgrado spiato nella sua camera.
Il batticuore che avevo avuto quel giorno era stato tale che avevo deciso di non commettere piu’ certe azioni avventate.
Ripresi la mia normale attivita’ lavorativa, cercando di ignorare la porta della sua camera, peraltro sempre chiusa, ogni qualvolta mi ci trovavo a passare davanti. Non avevo rinunciato a rivederlo, volevo solo trovare il momento giusto, senza paura di combinare nuovi guai.
Forse fu proprio questo mio esitare a portarmi sulla giusta strada.
Un pomeriggio infatti ero appena arrivata in clinica e mi stavo cambiando quando il mio supervisore mi avvicino’.
“Isabella” mi disse “oggi dovresti occuparti di un paziente di Eric” Eric era un mio collega.
“Sfortunatamente ha chiesto un giorno di malattia ma proprio oggi era prevista la prima seduta per un nuovo paziente.Trattandosi di un ospite di un certo rigurdo, preferiamo non farlo aspettare, pertanto dovrai occupartene tu fino al rientro di Eric”
“Per me va bene. Di chi si tratta?”
“Del sig. Masen” rispose lui
Per poco le gambe non mi cedettero al sentire quel nome. Finalmente l’occasione che aspettavo era arrivata...e non avrei dovuto trovare pretesti o scuse questa volta, stavo semplicemente svolgendo il mio lavoro.
“Mi raccomando Isabella” mi ripete’ il mio supervisore “come ho gia’ detto, il sig. Masen e’ un ospite di riguardo.Proprio ieri gli hanno rimosso il gesso alla gamba e adesso e’ necessario inizaire subito la terapia di riabilitazione”
“OK, non si preoccupi. Indosso il camice e mi reco subito da lui” risposi io.
Cercando di mascherare il piu’ possibibile la mia emozione, mi diressi verso il reparto di ortopedia.
Arrivata di fronte alla sua camera bussai e attesi risposta.
“Avanti” fece una voce all’interno di essa.
Feci un respiro profondo e apri’ la porta. “Buongiorno” dissi appena entrata.
Edward era seduto sul letto con una rivista tra le mani. Appena udi’ il suono della voce si volto’ nella mia direzione con un aria stupita.
“Ciao” ripetei io sorridendogli “come va?”
“Ciao...ma cosa ci fai tu qui?” chiese lui sempre con aria interdetta
“Be’ se non altro vedo che ti ricordi di me. Sono la tua nuova fisioterapista”
“Certo che mi ricordo di te...Bella. Ma tu lavori qui?”
“Si, da circa un mese. Ricordi che l’altra volta ero venuta a trovare un’amica vero?”
“Certo, la tua amica che aveva appena partorito”
“Si, beh lei e’ un infermiera e lavora in questa clinica. Mi ha fatto avere un incarico di circa sei mesi come sostituzione di una collega in maternita’. Quindi eccomi qui”
“Allora sei una fisioterapista?” mi chiese interessato
“Si, di mattina lavoro in ospedale, e il pomeriggio invece sono qui. Allora, direi che adesso e’ venuto il momento di cominciare i nostri esercizi.” e cosi’ dicendo mi avvicinai al suo letto.
“Deve essere interessante” disse lui gurdandomi con interesse
“Cosa?” chiesi io
“La tua vita....”
“Beh diciamo piuttosto impegnativa, faticosa...senza mai un minuto libero....ma faccio un lavoro che mi piace molto” gli sorrisi “adesso Edward mi devi fare il piacere di stenderti, devo farti un piccolo massaggio alla gamba prima di cominciare”.
Lui ubbidiente si stese. Io mi sedetti sul letto dalla parte dei piedi e iniziai a tastare la gamba.
“Bene...vedo che il callo osseo e’ ben formato” continuai a massaggiare. Lui rilasso’ completamente i tratti del viso e chiuse gli occhi.
“Se ti faccio male dimmelo pure” gli dissi
“E’ cosi’ picevole...” disse lui ad occhi chiusi
“Allora rilassati pure” gli sussurrai io continuando a massaggiargli la gamba. Andai avanti per cinque minuti, cercando per tutto il tempo di non pensare al fatto che avevo visto ben altro del suo corpo oltre alla gamba.
“Adesso dovresti tirarti un po’ su e metterti a sedere” gli dissi
“Cosi’?” chiese lui alzandosi
“OK..si va bene. Dobbiamo fare alcuni piegamenti.”mi misi in ginocchio su letto, portai il suo piede all’altezza della mia spalla e cominciai a spingere verso di lui per piegarli la gamba fino a portare il suo ginocchio all’altezza del suo torace, per poi ridistenderla completamente.
Mentre eseguivo queste manovre non seppi resistere e gli chiesi “posso chiederti come te la sei rotta?”
“Sono caduto da cavallo..o almeno cosi’ mi hanno detto” rispose lui con tono piuttosto pacato
“WOW, sai andare a cavallo? Deve essere divertente”
“A quanto pare non sono tanto bravo se sono caduto in questo modo” rispose lui sorridendomi
“Sei un principiante allora?”
“No, stando a quello che mi hanno raccontato sono anni che cavalco. Pare che l’animale si sia imbizzarrito per qualcosa e mi abbia disarcionato”
“Oh, caspita mi dispiace”risposi io “mi auguro che questo incidente non ti abbia fatto passare la voglia di riprovarci”
“Non lo so...non ci ho ancora pensato. Ma non credo debba essere un problema, considerando il fatto che non mi ricordo niente”
Sapevo benissimo a cosa alludesse, ma non volevo fargli capire che conoscevo le sue reali condizioni, non volevo pensasse fossi un’impicciona.
“Forse e’ meglio che tu non ricordi nulla dell’incidente. Potrai superarlo prima” dissi
“Il problema non e’ non ricorare l’incidente. Il problema e’ che non ricordo piu’ niente di niente”
“Mi stai dicendo che hai perso la memoria nella caduta?”
“Si, a quanto pare”
“Mi spiace...ma cosa dicono i medici?”
“Il dott. Cullen dice che c’e’ poco da fare adesso. La perdita di memoria e’ stata causata dalla botta in testa ma pare che potrebbe tornarmi improvvisamente da un momento all’altro...e’ come se qualcuno avvesse spento un interruttore nella mia testa lasciandomi al buio...ma in qualunque momento potrebbe riaccendersi. Solo che non hanno idea quando e come cio’ possa avvenire” fece una pausa e poi riprese “non sai quanto sia frustrante non ricordare niente di se’....continuare ad ascoltare i racconti di altre persone che cercano di descriverti sotto ogni aspetto...e tu stai li’ ad ascoltare e hai la continua sensazione che stiano parlando di un estraneo, invece parlano di te”
Aveva un’ espressione molto turbata mentre diceva queste parole. Immaginai che la persona a cui alludesse fosse quell’ uomo distinto che intravidi una volta uscire  dalla sua stanza.
Posai la gamba distesa sul letto. Mi voltai a guardarlo e dissi
“Edward, senti, io non posso neanche lontanamente immaginare cosa si provi a non ricordare piu’ niente di se stessi....ma prova a guardare le cose sotto un altro punto di vista. Sei caduto e hai perso la memoria ma almeno ti sei rotto solo una gamba e tra poco ritornerai a camminare come prima.
Sai quante volte mi e’ capitato di vedere ragazzi che per una stupida caduta, a cavallo o in moto, sono rimasti paralizzati dalla vita in giu’ per sempre? E non potranno piu’ tornare a camminare?
Come ti ha detto il dott. Cullen la memoria prima o poi ritornera’...si tratta solo di avere un po’ di pazienza.  Se ti da fastidio sentire gli altri raccontarti di com’eri, prova invece a cercare di riscoprire te stesso da solo”
“E come faccio se non ricordo nulla?”
“Non ricordi niente del tuo passato, ma i tuoi gusti, le tue inclinazioni, il tuo modo di essere e’ sempre lo stesso. Cerca di scoprirlo attraverso le piccole cose che ti circondano! Ad esempio...”e cosi’ dicendo balzai giu’ dal letto e mi diressi verso la scrivania “questi sono i cioccolatini che ti ho regalato la prima volta che ci siamo visti vero?” chiesi
“Si” disse lui
“Posso?” gli feci cenno di voler aprire la scatola, anche se sapevo benissimo cosa vi avrei trovato
“Certo” rispose lui
Aprii la scatola e i cioccolatini erano sempre allineati al loro posto
“Non ne hai mangiato neanche uno....ne possiamo dedurre che la cioccolata non ti piace” gli dissi
“Veramente....non li ho toccati perche’....avevo come l’impressione di sciupare il tuo regalo” disse lui
Rimasi colpita da questa risposta. “Beh ti ringrazio...sei molto gentile. Ma i cioccolatini sono fatti per essere mangiati. Forza, prendine uno” e glieli porsi
Lui mi guardo’ per un attimo, mi sorrise ne prese uno e lo mangio’.
“Allora?” chiesi
“Buonissimo...veramente !” mi rispose
“OK, vedi hai scoperto che ti piace la cioccolata”
“posso averne un altro?” mi chiese
“mmhh a quanto pare sei anche goloso!” e lui rise assieme a me mentre gli porgevo nuovamente la scatola.
“Senti Edward, ti faccio una proposta” dissi ad un tratto
“Dimmi!” rispose interessato
“Che ne dici se da domani continuiamo le nostre sedute fuori da questa stanza?”
“E dove?”
“Spesso porto gli altri pazienti fuori nel parco durante le sedute di fisioterapia. Sarebbe una buona occasione per uscire un po’ da questa stanza...hai l’aria di uno che se ne sta sempre chiuso qui dentro”
“Si in effetti sono sempre qui dentro...esco molto di rado”
“E allora forza...domai vieni fuori con me. E’ la volta buona che cominci a scoprire qualcos’altro su te stesso...che ne dici?”
“Ok...mi hai convinto”mi rispose
“Bene. Allora a domani Edward” gli dissi prima di andare via
“A domani e....Bella?”
“Si?”
“Grazie....di tutto”
“Figurati,e’ un piacere per me”

  
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