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Autore: instamartys    27/03/2012    6 recensioni
Una profonda amicizia lega Martina, Max, Tom, Jay, Siva e Nathan da sempre.
Ma in tutto questo lei è innamorata profondamente di uno dei cinque ragazzi.
Cosa succederà? Riuscirà a dichiarare i suoi sentimenti o l'amicizia prevarrà sull'amore?
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Max George, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ero in camera mia, quella mattina Londra era più cupa del solito, e quindi decisi di restare a casa nel mio bel lettino caldo. La mia testa mi dava il tormento, il mio pensiero andava sempre e solo in una direzione, il mio pensiero andava sempre e  solo a lui. Decisi quindi di alzarmi e di fare qualcosa per distrarmi e non pensare. Pensare mi faceva male, pensare era vietato. Decisi di farmi una bella doccia calda per rilassarmi, ma era del tutto inutile, il pensiero verso di lui era fisso. Ma cosa cavolo dovevo fare per non pensarlo? In mente non facevo altro che ripetermi “Martina non pensare a lui, Martina non pensare a lui, Martina non pensare a lui”, ma niente. Feci colazione con una tazza di latte e cereali, anche se non avevo fame, ed accesi la televisione.
Hanno scalato le classifiche europee, ed adesso sono in cima, i The Wanted prendono il volo!” disse la giornalista, e sullo schermo apparve una loro immagine, sorrisi. Ebbene si, avevo cinque amici famosi, ed uno di loro, era il mio amore segreto da circa quattro anni. Ed ecco una foto con Jay, Max, Nathan, Siva e Tom. Ed ecco una foto del mio amore segreto, Max. Me lo ritrovavo ovunque oltre che nei miei pensieri. Spensi immediatamente la televisione, guardare il suo viso mi faceva male, troppo male. Quel suo viso bellissimo con tratti ispanici, quegli occhi verdi che mi toglievano il fiato e quelle bellissime labbra piene da baciare. All’improvviso sentii il mio telefono vibrare, era un messaggio di Tom :
“Siamo arrivati !!!”  diceva. Erano appena arrivati dal tour negli Stati Uniti, mi erano mancati tutti. E soprattutto mi mancava Max. Praticamente ci conoscevamo da quando eravamo piccoli. Conobbi Nathan all’asilo, poi alle elementari Max e Tom e alle medie Jay e Siva. Eravamo cresciuti insieme, ci volevamo un bene dell’anima, ed adesso che erano diventati famosi, facevano tour in continuazione, e nei periodi della loro assenza ero perennemente triste. Ma adesso erano arrivati e dovevo assolutamente vederli.
“Finalmente!!”risposi a mia volta al messaggio di Tom.
“Noi siamo già a casa, dai vieni!!” mi rispose al messaggio. Erano già a casa, meglio ancora, adesso potevo immediatamente mettermi in macchina ed andare dai miei piccoli angeli.
“Arrivo subito!!”risposi. Stavo già per indossare il cappotto però mi resi conto che indossavo ancora la tuta, e non potevo di certo presentarmi con la tuta, anche se loro in tutti questi anni mi avevano vista in tutti i modi possibili ed immaginabili: con la tuta, senza trucco, con il pigiama, ecc. Indossai un jeans stretto con sopra una maglia grigia con la stampa di una rockstar, sciarpa e cappotto. Mi truccai leggermente con matita, mascara e burro-cacao, e misi il profumo che tanto piaceva a Max. Si sarebbe mai accorto dei sentimenti che provavo nei suoi confronti? Ormai me lo chiedevo da una vita intera. Questo segreto lo sapeva solo Tom, e gli feci giurare che non avrebbe dovuto dire niente a nessuno, tantomeno a Max. Mi misi in macchina e guidai fino a Main Street, dove c’era una piccola villetta dove abitavano tutti insieme. Feci due bei respiri e scesi dalla macchina. Bussai al citofono e vennero a rispondere
“Chi è?” disse sicuramente Jay
“Jay, sono Marti, apri!” Dissi
“Mm. . .non ci credo!” Mi disse dall’altra parte del telefono
“Jay, non fare il cretino ed aprimi!” Dissi quasi urlando
“Provami che sei Martina. . .” Mi disse lui
“Ok, il primo giorno della prima media hai pianto perché Tom ti prendeva in giro!” Confessai una cosa che solo noi sapevamo
“Ok, allora sei davvero tu!” Mi disse e aprì il cancelletto.
“Deficiente!” Gridai e gli corsi incontro per abbracciarlo mentre lui mi aspettava sulla soglia a braccia aperte. Quasi cadde quando mi buttai addosso. Jay era un ragazzo bellissimo. Capelli ricci biondo cenere, con occhi blu mare. Dava l’impressione di un nerd, ma non lo era affatto.
“Ah, mi sei mancata poppetta!” Mi disse. Poppetta era il mio soprannome da quando praticamente ero piccolissima, mi chiamava sempre così il mio papà e quindi presero l’abitudine anche loro.
“Mi sei mancato tantissimo Jay!” E lo strinsi ancora più forte.
“Dai, entra!” Mi disse. Entrai e sentii subito un piacevole calore, fuori praticamente si gelava. Appena entrai Siva mi corse in contro e mi prese in braccio facendomi fare un giro e poi mi rimise a terra. Siva era bello come il sole. Di origini indiane, con la carnagione scura, occhi neri e delle belle labbra.
“Mi sei mancata, poppi!” Mi disse. Poppi era il diminutivo di poppetta, e a volte abbreviavano e mi chiamavano così.
“Mi sei mancato anche tu, Seev!” Dissi e lo abbracciai forte. Dietro di lui c’era Nathan. “ Ehi, Nate!” Dissi e lo abbracciai. Nate era molto piccolo e minuto, con occhi grigi, e capelli castani cono un incredibile ciuffo alla Justin Bieber. Odiava quando glielo dicevo.
“Ah, bella sei! Mi sei mancata tanto Martì!” Mi disse carezzandomi sui capelli
“Anche tu, tanto!” Gli dissi affettuosamente. Poi dalla vetrata della cucina vidi Tom che era furi al balcone che fumava e indossava una canotta leggerissima, era completamente pazzo. Anche lui meravigliosamente bello, molto magro ma con dei bei muscoli.
“Tom!” Gridai e gli corsi incontro
“Ah, tesoro mio! Mi sei mancata da impazzire!” Mi disse e mi strinse forte. Io e Tom eravamo legatissimi, parlavamo sempre, non solo di stronzate ma anche di cose serie. Eravamo complici, e ci legava un segreto da ormai anni. Mi guardavo attorno e non lo vedevo. Lui se ne accorse.
“Non preoccuparti c’è. E’ in bagno a fare la doccia. . .” Mi disse a bassa voce. Lo ringraziai con un sorriso. Adesso eravamo tutti spaparanzati sul grande divano, mi stavano parlando di tutte le cose che avevano fatto, soprattutto le stronzate. Erano così, ovunque andassero si facevano riconoscere. Mentre raccontavano c’era Jay che stava caricando il loro video su youtube.
“Ma perché conto una testa in più?” Andai per girarmi e vidi lui, Max. Mi alzai velocemente dal divano e gli corsi contro per abbracciarlo. Ci abbracciammo forte entrambi, e non dicevamo niente. Tom mi guardava sorridendo, sicuramente perché nel vedere Max avevo fatto una faccia stravolta, ed ero diventata sicuramente tutta rossa, perché adesso stavo morendo dal caldo.
“Mi sei mancata, poppetta!” Mi disse mentre ancora stavamo abbracciati
“Mi sei mancato anche tu!” Dissi e trovai il coraggio di dargli un bacio sulla guancia. Mi staccai dalla sua stretta e lo guardai : era praticamente nudo. Indossava solo un asciugamano che gli copriva la parte di sotto poi era a petto nudo. Non me ne ero completamente accorta, perché quando lo vidi notai solo quel suo splendido viso.
“Ma ti pare il modo di uscire in presenza di un ospite?” Lo rimproverai scherzando
“Ma tu non sei un ospite, sei Martina!” Mi disse e mi diede un pizzicotto sulla guancia.
“Voi due siete pazzi!” Dissi indicando Max e Tom “Prima o poi vi prenderete un malanno se girate in canotta o addirittura senza canotta, fuori fa un freddo che si gela!” Dissi
“Ma no, io non sento freddo, anzi fa un caldo!” Disse
“Già, neanche io. Noi abbiamo il sangue caliente!” Disse ridendo Tom. Risi a mia volta sentendo quella meravigliosa risata. Guardandomi attorno vidi che la casa era di un disordine stratosferico, ma come facevano a vivere in un tale caos?
“Certo che voi ci sguazzate nel disordine, eh?” Domandai retoricamente
“Ma cosa vorresti aspettarti da cinque ragazzi!?” Mi disse Nate
“Voi ragazzi non avete per niente senso dell’ordine e della pulizia!” Dissi rimproverandoli “Vi ci vorrebbe una ragazza delle pulizie ogni giorno. Perché non ne chiamate una?” Domandai
“Idea!” Disse Max improvvisamente nel silenzio
“Quale idea?” Domandò Siva
“Se per esempio con noi vivesse una ragazza, noi ragazzi saremmo disposti a cercare di essere puliti ed ordinati per fare bella figura con quella ragazza, no?” Disse Max
“Si, è normale. Ma questo cosa centra?” Domandò Tom
“Vieni e vivere con noi!” Mi disse rivolgendosi a me
“Cosa?” Domandai a dir poco sbalordita
“Ti sto chiedendo di venire a vivere qua!” Disse entusiasta. Lo guardai davvero allibita. “Se tu vieni a vivere qui con noi, noi terremmo ordinato e pulito e poi a me farebbe piacere averti intorno più spesso!” Mi disse. Io sinceramente focalizzai solo la sua ultima frase.
“Certo ogni genitore desidera che la propria figlia vada a vivere da sola in una casa con ben cinque ragazzi!” Dissi sarcastica
“Ma noi siamo innocui!” Mi disse. Lo guardai torva. “Nate è fidanzato, Siva è fidanzato, Jay è innamorato, e a Tom piace Allyson!”
“No, non è vero!” Negò Tom
“Si che è vero!” Affermò Max e gli puntò il dito contro.
“E tu?” Domandai curiosa
“Beh. . .io non farò niente che. . .tu non voglia.” Mi disse semplicemente. Oh mio Dio! Ma lo aveva detto seriamente? Non potevo credere che avesse detto una cosa del genere. Lo aveva detto anche con espressione seria. Lo guardai ancora torva per capire qual era l’inganno.
“Lo prometto!” Disse infine scherzando.
“Beh. . .se allora le cose stanno così penso che prima di trasferirmi del tutto qui, dobbiamo fare delle grandi pulizie generali!” Dissi guardando tutti uno per uno.
“Questo è un si?” Domandò Jay sorridente
“Si questo è un si!” Urlai quasi
“E vai !” Gridarono all’unisono, si alzarono tutti e mi vennero ad abbracciare. Da allora in poi la mia vita sarebbe stata sicuramente meravigliosa.
“Mentre qualcuno mi accompagna a fare le valigie, l’altro va a comprare candeggina, disinfettante ed acido muriatico!” Dissi guardandoli uno per uno
“Non ti sembra di esagerare con l’acido muriatico?” Mi domandò Nate
“Penso proprio di no!” Dissi indicando sul lavello un’incrostazione. Nate mi guardò con aria di rassegnazione. “Allora chi mi accompagna?” Chiesi
“Vengo io!” Si propose Tom
Ci mettemmo in macchina e subito accendemmo i riscaldamenti.
“Hai ragione fa davvero freddo oggi.” Mi disse Tom
“Io ho sempre ragione!” Dissi con aria di superiorità. Ridemmo entrambi. Stranamente eravamo in silenzio c’era solo il sottofondo della radio.
“Cosa hai fatto in queste settimane?” Mi chiese
“Solite cose: ho studiato, sono uscita con qualche amica. . .” Dissi brevemente
“Hai saltato una cosa importante!” Mi disse
“Cosa?” Domandai curiosa, non avevo capito a cosa si stesse riferendo
“Hai pensato a Max. . .” Mi disse, guardandomi fisso negli occhi
“Guarda avanti, non vorrei che proprio adesso facessimo un incidente!” Gridai
“Stai deviando la mia domanda, non cambiare discorso.”
“Non stavo cambiando discorso. E poi no, non ho pensato a Max, almeno non come le altre volte. .” Gli dissi una bugia. Lui era il mio pensiero costante di tutte le giornate.
“Stai mentendo! Ho visto la tua faccia appena lo hai visto prima. Avevi l’aria di una persona che vedesse il sole per la prima volta in tutta la sua vita!” Mi disse
“Ed è così. . .lui è il mio sole. Senza lui non riuscirei a sopravvivere.” Ammisi. Mi guardò sorridendomi e mi carezzò la gamba in segno di incoraggiamento. Sorrisi a mia volta. Salimmo su a casa. La mia coinquilina, Elena, era anche la mia migliore amica e proprietaria della casa, sarebbe stata felice di sentire che me ne andavo, almeno quando c’era il suo ragazzo in mia presenza non si sarebbero imbarazzati. Quella mattina era uscita presto, quando mi ero svegliata non l’avevo trovata. Aprii la porta con la mia chiave e la trovai che stava in cucina preparandosi una tazza di tè.
“Ehi Elena, sono io!” Dissi appena entrai per non farle venire un colpo.
“Ehi Marti, ma dove sei andata?” Mi chiese
“Sono andata a trovare i ragazzi. . .” Dissi indicando Tom, che era salito con me per darmi una mano. Si salutarono. “Ah, ehm. . .Elena io vado a stare da loro. Ti ringrazio per la tua ospitalità, mi sei stata di grande aiuto!” Dissi
“Oh, a me va bene se per te va bene!” Mi disse con un po’ di dispiacere
“Ti ho creato fin troppo fastidio, e ti ringrazio veramente per tutto!” Dissi e l’abbracciai
“Ma tu non devi ringraziarmi di nulla! A me ha fatto piacere averti per casa. Mi mancheranno tanto i tuoi discorsi da psicologa pazza!” mi disse ridendo. Le sorrisi. Andai nella camera degli ospiti dove mi ero appoggiata e iniziai a riempire le valige. Tom mi diede una mano molto gentilmente. Alla fine mi trovai con due valigie grandi per i vestiti ed un piccolo trolley con tutte le mie cose ed i miei libri.
“Sei sicura che vuoi diventare psicologa?” Mi chiese Tom
“Si, perché?” Domandai ridendo della strana domanda
“Perché secondo me dopo esserti laureata ti ci vorrà per te uno psicologo per riprenderti da questi libri!” Dissi indicando i libri di testo con disprezzo.
“E’ un mio sogno da quando ero adolescente, e vorrei realizzare almeno questo!” Gli dissi
“Perché quale altro sarebbe un tuo sogno da adolescente?” Mi chiese girandosi il libro di psicologia infantile tra le mani.
“Penso che tu lo sappia un altro mio desiderio adolescenziale. . . “ Gli dissi levandogli il libro di mano
“Oh. . .Max. . .” Mi disse
“Già. . .proprio quello. . .” Dissi piena di tristezza
“Senti io non voglio farti cambiare idea, anche perché sono sicuro che non ci riuscirei. Ma tu hai notato come è Max con le ragazze in generale?” Mi chiese
“Certo che l’ho notato. . .” Dissi amareggiata. Max era un vero e proprio dongiovanni. Ci provava con tutte, e quando iniziava una relazione già finiva in un battito di ciglio, e talvolta lasciava le ragazze con una banale sms di scuse. E a me ragazzi così non piacevano per niente, anzi odiavo ogni ragazzo facesse una cosa simile. Ma non riuscivo ad odiare lui per niente al mondo. Forse questa era la prima volta che mi innamoravo di un ragazzo seriamente. Però lui con me era diverso, non mi avrebbe mai lasciata da sola. Ma forse solo perché eravamo cresciuti insieme, e lui mi trattava come una sorella.
“Io adesso non posso farci niente, sono innamorata di lui. Però penso anche a queste cose e se magari dovessimo stare insieme non vorrei soffrire come ho sempre sofferto per amore. E poi se magari le cose non andassero bene, che fine farebbe la nostra amicizia?” Domandai retoricamente. Sentivo che le lacrime stavano per scendere non volevo piangere, perché non volevo farmi vedere debole, ma purtroppo incominciarono a scendere. Tom mi guardava con aria ansiosa e senza dire niente mi venne vicino e mi abbracciò forte.
“Andrà tutto bene, non preoccuparti!” Mi disse dandomi un bacio sulla testa. “Non pensare sempre negativo, pensa che magari un giorno voi potrete stare insieme felici e contenti, pensa a questo!” Mi disse. Adoravo Tom. Lo adoravo perché riusciva a consolarmi sempre in ogni circostanza, lui c’era per me, c’era sempre stato.
“Ti voglio un bene immenso, Tom!” Dissi asciugandomi le lacrime
“Anche io te ne voglio!” Mi disse e mi abbracciò di nuovo. Era piacevole abbracciare Tom, era sempre così caldo ed accogliente. Salutai con un lungo abbraccio Elena, e gli promisi che non era l’ultima volta che si saremmo viste. Di sicuro ci saremmo incontrate per un caffè e saremmo andate all’università insieme. Tom mi aiutò a portare le valigie da vero uomo, ci mettemmo in macchina e in un quarto d’ora di canzoni della band cantate da noi arrivammo alla villetta. Feci un bel respiro e scesi dalla macchina e bussai al citofono.
“Chi è?” Chiese. Era di nuovo Jay.
“Sono Martina, Jay!” Dissi
“Mm. . .non ci credo!” Disse
“Jay se non apri immediatamente questo benedetto cancello giuro che appena entro ti spacco la faccia!” Dissi arrabbiata, il freddo mi faceva sempre essere nervosa, odiavo troppo il freddo.
“Ok!” Mi rispose e subito aprì
“Sei davvero una tosta!” Mi disse Tom ridendo
 “Non lo puoi nemmeno immaginare!” Gli dissi ridendo
Appena entrammo fortunatamente di nuovo calore.
“No, ti prego, non picchiarmi!” Disse Jay facendo finta di avere paura
“Sei sempre il solito deficiente, non cambierai mai!” Dissi e gli diedi un pugno sulla spalla.
“Ho comprato tutto quello che mi hai chiesto. Candeggina, disinfettante ed acido muriatico!” Mi disse Siva. Battemmo il cinque.
“Beh che aspettiamo allora diamoci da fare!” Dissi allegra. Ma tutti quanti mi guardarono come se fossi una pazza appena uscita dal manicomio. “Se non lo facciamo oggi, lo faremo sicuramente domani! Quindi muoviamoci!” Dissi guardando cinque ragazzi dall’aria annoiata.
“Bene coordino io le mansioni!” Disse Tom avanzando verso di me. “Kaneswaran e Sykes, ordineranno i bagni. Io e cadetto McGuinnes ci occuperemo delle camere da letto. George e Gilbert vi occuperete del salotto e della cucina!” Disse Tom personificandosi in un soldato.
“Sissignore!” Gridammo insieme tutti.
E se la matematica non mi mentiva che 2+2 fa 4. Questo voleva dire che tutti i ragazzi stavano al piano di sopra occupandosi dei bagni e delle camere da letto, e che io e Max saremmo stati da soli al piano di giù. Guardai Tom con tono d’accusa. Come poteva farmi una cosa del genere? Lasciarmi sola con Max! Ma nel mio inconscio lo ringraziai per aver fatto un gesto così bello per me.
“Allora da cosa cominciamo?” Mi chiese lui
“Dalla cosa più sporca, ovviamente. La cucina.” Dissi ridendo, rise anche lui.
“E andiamo va’!” Mi disse e mi mise un braccio intorno alle spalle conducendomi in cucina. Ogni tanto mentre pulivamo ci guardavamo in modo furtivo e quando incrociavamo gli sguardi li abbassavamo. Lui improvvisamente iniziò a cantare una delle mie canzoni preferite, “Lightning”.
“When your lips touch mine, it’s the kiss of life!” Mentre canto queste parole mi guardò in un modo strano.
“Si, hai ragione, hai una voce davvero stupenda ma. . .non penso che questo ti autorizzi a vantarti in questo modo!” Gli dissi facendo finta che la sua splendida voce mi fosse indifferente e gli spruzzai un po’ di acqua addosso.
“Sei solo invidiosa della mia voce meravigliosa!” Mi disse facendo finta di essere offeso e mi spruzzò un po’ d’acqua anche lui.
“Ahahah! No, per niente!” Gli dissi e lo spruzzai
“Non ti permettere di spruzzarmi un altro po’ che poi finisce male!” Mi disse serio
“Ah, si? E che mi fai?” Domandai retoricamente e lo spruzzai di nuovo.
Lui fece una breve corsa venendo contro di me mi prese in braccio e stava salendo sopra!
“Max, mettimi giù!” Gli dissi urlando
“Ah-ah, niente da fare!” Mi disse dispettoso
“Maximilian Alberto George, ho detto di mettermi immediatamente giù! “ Dissi urlando più forte
“Martina Caroline Gilbert, ho detto che non ti metterò giù!” Mi disse ancora, imitando me, chiamandomi con il mio intero nome.
Entrò in un bagno e mi stava mettendo nella vasca io prontamente gli diedi un morso sull’orecchio e lui quindi lasciò stare la vasca e mi poggiò sul marmo dove c’era il lavandino e iniziò a farmi il solletico.
“Tu per caso mi hai dato un morso?!” Chiese retoricamente e facendomi il solletico
“Si, non lo faccio più, lo prometto!” Dissi ridendo. Poi finalmente smise di farmi il solletico. I nostri visi si ritrovarono a pochi centimetri l’uno dall’altro, non smettevamo di sorriderci, poi improvvisamente ci facemmo più seri, i nostri visi continuavano ad avvicinarsi, tra noi si era creata un’aria elettrica piena di passione. Si, stavamo per baciarci.
“Cosa sta succedendo qui dentro?” Chiese Nate affacciandosi sulla soglia del bagno
“Niente!” Disse Max allontanandosi immediatamente dal mio viso
“Assolutamente niente!” Dissi facendo eco a Max
In quel momento non odiavo nessun’altro più di Nathan Sykes. Incredibile, stavamo per baciarci. Lui mentre ci stavamo avvicinando mi guardava le labbra ed io sentii il suo alito fresco che odorava di menta. Il mio cuore stava per impazzire e tutt’ad un tratto stava per smettere di battere. Non mi ero mai sentita così in tutta la mia vita, mi sentivo volare nello stomaco mille farfalle impazzite. Non riuscivo ancora a crederci, stavamo per baciarci. Tutti quanti raggiunsero Nathan.
“Cosa stavate facendo?” Chiese Tom con aria stravolta
“Chiedilo al tuo amico, stava per farmi il bagno!” Gli dissi stizzosa
“Sei stata tu che mi hai provocata, altrimenti io non l’avrei mai fatto!” Si giustificò
“Ti perdono solo perché poi non ci sei più riuscito grazie al mio morso!” Dissi ridendo
“Si, già, il tuo morso che mi fa ancora male!” Mi disse sorridendomi e io come una bambina di cinque anni tirai fuori la lingua.
“Te la mordo quella lì! “ Disse ed io immediatamente la tirai dentro.
“Vabbè ritorniamo a pulire va’!” Disse Jay
“Già, altrimenti qua non finiamo nemmeno per Natale!” Disse Siva
Io e Max tornammo giù a pulire. Tra di noi si era creata una specie di barriera, lui mi guardava di sottecchi ed io altrettanto. Non ne potevo più di quella situazione di imbarazzo quindi decisi di aprire un discorso.
“A quando un altro tour?” Domandai
“Per adesso ci riposiamo un po’, però penso che già dovremmo organizzarne un altro tra due mesi. Credo che sarà europeo, cercheremo di toccare più capitali possibili!” Mi disse
“Wow, fantastico!” Esclamai
“Già, davvero bello!” Disse
In un intera giornata finimmo di pulire un’intera casa. Ovviamente tra uno scherzo e l’altro, due chiacchiere e qualche canzone live. Parlando, parlando la barriera che si era formata tra me e Max si ruppe e tutto tornò alla normalità. Parlammo tutta la giornata dei vecchi tempi, di quando eravamo tutti e sei tutti i giorni insieme, eravamo inseparabili. La sera uscivamo insieme, studiavamo insieme, facevamo praticamente tutto insieme. Poi ad un certo punto mi chiese
“Come mai tu non hai mai avuto delle amiche femmine?” Mi chiese
“Io c’è le ho le amiche femmine.” Risposi strana
“Si, ovvio che le hai. Però non ci stavi insieme in continuazione come quando stavi con noi. . .” Mi spiegò meglio cosa voleva dire
“Ah. . .Beh io penso perché tutte le ragazze sono pettegole. Non fanno altro che parlare di abbigliamento, make-up, uscite con i ragazzi, eccetera eccetera. Mi trovo bene con voi ragazzi, perché con voi riesco sia a ridere e a scherzare sia a fare discorsi seri. E poi è raro che voi ragazzi vi mettiate a spettegolare e giudicare gli altri ragazzi. E’ questo quello che mi da fastidio, le ragazze in generale, hanno molti pregiudizi, anche se non conoscono una ragazza, si mettono a giudicarla, e a me non sta per niente bene. L’unica migliore amica che ho avuta è Elena. Lei è come me, è diversa da tutte le altre per questo l’adoro.” Gli raccontai.
“Beh. . .su questo hai ragione. Le ragazze sono delle grandi pettegole!” Disse, ed io per scherzare lo guardai con sguardo offeso
“Non sto parlando di te, cretina, sto parlando delle ragazze in generale. Per esempio, ogni volta che bacio qualche ragazza, lei non vede l’ora di dirlo all’amica, e con lei analizza ogni mio comportamento, ogni mia singola parola. Ed io odio questo perché se una ragazza mi ama, ed è interessata a me, deve avere fiducia in me, e non deve farsi i complessi perché ho detto una cosa e non un’altra. E’ per questo che i miei rapporti finiscono subito. . .” Mi disse scherzando
“Ecco perché! Ed io che pensavo. . .” Maledizione a me e alla mia boccaccia, stavo per dire una grandissima stronzata.
“Cosa pensavi?” Mi chiese curioso
“No, niente non pensarci. . .” Dissi
“Ah, capisco. Pensavi che io fossi un ragazzaccio che usa le ragazze come oggetti, vero?” Mi domandò
“Mi vergogno di aver pensato una cosa del genere adesso. . .” Dissi arrossendo
“Oh, non preoccuparti. Ti perdono!” Mi disse. Mi venne vicino e mi abbracciò forte forte e mi diede baci sulla guancia. Adesso si che stavo per morire. Tutto quel contatto non mi faceva per niente bene, non mi aiutava a stare del tutto lucida. Ogni quando mi toccava, le farfalle del mio stomaco svolazzavano più del solito. La sera eravamo stremati.
“Allora cosa cuciniamo? Ho una fame!” Disse Jay
“Ehm. . .diciamo che ho appena finito di pulire la cucina e non ho voglia di risporcarla!” Dissi e Max mi diede il cinque.
“Ordiniamo una pizza, allora. Vi va’?” Chiese Siva
“Si, certo che ci va!” Disse Nate
Chiamarono la pizzeria più vicina e ordinammo. Eravamo sul grande divano tutti in silenzio, poverini li avevo fatti stancare molto. E poi all’improvviso suonò il citofono. Guardai i ragazzi, ma nessuno di loro si mosse per andare ad aprire.
“D’accordo, vado io” Dissi e mi alzai con grande fatica dal divano
Aprendo la porta non mi sarei mai aspettata di incontrare il ragazzo che qualche settimana prima mi aveva tradita con un’altra.
 
  
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