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Autore: VeroJonasLover    27/03/2012    17 recensioni
Tanto da 'sano' non se ne sarebbe mai ricordato.
'Sai Joseph, ti amo anche io'.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera carissime lettrici! :)
Purtroppo questo 'viaggio' è arrivato alla fine, infatti questo è l'ultimo capitolo della FF.  Devo dire la verità: scriverlo è stato difficile, MOLTO difficile, ma vi ho accontentate, quindi ringraziatemi AHAHAH 
Anzi, sono io che devo ringraziare voi. Grazie per avermi supportata, recensita, letta. Grazie per avermi fatta sentire apprezzata. Siete meravigliose. ♥
Vi lascio il capitolo, come al solito fatemi sapere che ne pensate! baci. 

p.s. rating 'leggermente' rosso
 Joє'ѕ мυffιи

Dopo aver messo in moto la macchina, partiamo. Appena svoltato a destra, becchiamo un semaforo rosso: Joe si ferma e si gira verso di me.
Con la mano destra mi afferra la coscia, stringendola.


- Joe, è scattato il verde. - dico, grattandomi la caviglia.
- Ah già, il semaforo. - bofonchia, e con entrambe le mani impugna il volante e con il piede sinistro preme l'acceleratore. Sembra di star percorrendo un circuito di rally. Il tragitto sembra infinito, ma dopo aver attraversato altri due o tre isolati, e aver beccato svariati semafori, arriviamo sotto casa. Parcheggiamo e scendiamo dalla macchina, Joe la chiude e mi passa le chiavi. Mentre attraversiamo nell'atrio e Joe chiama l'ascensore, le metto in borsa e cerco quelle di casa. Presto mi cinge la vita con le braccia e inizia a baciarmi i capelli e la nuca, e non si ferma neanche quando l'ascensore arriva. Entriamo, pigio il tasto '3' -che indica il piano del mio appartamento-, e gli intimo di fermarsi, ma lui non ha alcuna intenzione di ascoltarmi. 
Con un 'tlin' l'ascensore di apre, raggiungo la porta di casa con Joe alle calcagna, a fatica sorpassiamo l'entrata e ci chiudiamo dentro. 
Abbozzo un sorriso, ammetto che ho paura. Tanta.
Lui invece sembra così sicuro, pronto..come se non avesse timore di nulla.
Percorriamo il corridoio baciandoci e trascinandoci verso la mia camera, e una volta raggiunta, lui mi adagia sul letto e cautamente mi si stende sopra. 
Sfregando le caviglie une sulle altre, ci togliamo le scarpe, e io lo fisso per un istante, inerme.
Fino a due giorni fa, queste immagini risiedevano solo nella mia immaginazione, e mai e poi mai mi sarei sognata di vivere una situazione del genere, pur volendola ardentemente. Magari è sbagliato, siamo solo all'inizio, ma sento che ciò che Joseph mi ha detto stasera è vero. E anche se non è così, Fa sì che io mi fidi ciecamente di lui. 
E ora, con una calma che sa dell'innaturale, ci sfiliamo le maglie scambiandoci dei dolci sguardi d'intesa. Fugacemente abbasso lo sguardo, che ricade sul suo petto: non è certamente quello di un palestrato che passa la sua intera vita ad allenarsi, ma ha indubbiamente il suo fascino. 
Mi soffermo sulle sue larghe spalle e riesco ad intravedere il principio della sua schiena. 'Quanti pensieri poco casti mi son fatta in tutti questi anni pensando a quella schiena..Joseph non ne hai idea', penso, e con un sorriso compiaciuto mi ricordo per l'ennesima volta che quello che avevo innumerevoli volte sognato nella mia mente bakata, presto sarebbe diventato realtà.
Joe mi bacia sulle labbra, poi il collo, fino a raggiungere l'orecchio; aggressivo morde il lobo sinistro, e con le mani dietro la mia schiena, percorre interamente la mia colonna vertebrale, provocandomi solletico. 
Cerca l'allacciatura del reggiseno, la trova, e me lo leva di dosso, buttandolo chissà dove nella stanza. Si fionda sul mio petto, baciandolo e marchiandone ogni sua parte. Io sospiro, scompigliandogli i capelli corvini. 
Sembra abbia in mente un preciso programma delle azioni da compiere, ma io, decisa e determinata ad ottenere ciò che voglio, lo colgo di sorpresa, e velocemente, inverto le posizioni. 
- Sapevo l'avresti fatto. - dice, leccandosi il labbro inferiore.
- Stai forse insinuando che sono troppo prevedibile? - ribatto, mordendo lo stesso e sedendomi all'altezza del suo ventre.
- No, per niente. - risponde ansimando e sorridendo sornione.
Mimo la camminata di un gatto, e poggiando le mani sui suoi pettorali, mi chino su di lui e lo bacio appassionata per una manciata di secondi. 
Ritorno alla posizione iniziale e affondo il mio viso sulla sua pancia, accarezzo l'ombelico, fino a scendere sempre più verso il basso. So che sta impazzendo, lo vedo fremere ad ogni mio tocco in quelle zone così sensibili, ma questa è una specie di mia rivincita, e un po' di 'gentil e piacevole sofferenza' non gli farà poi così tanto male. 
Slaccio i suoi jeans, fino a sfilarglieli completamente. Gioco con i suoi boxer, pronta ad abbassarglieli del tutto, ma con un balzo mi ritrovo buttata con la forza vicino allo schienale del letto.
- Ti sei divertita abbastanza, tesoro. Ora tocca a me. - afferma deciso, e continua da dove si era interrotto precedentemente. 
Comincio a sentire caldo. Sudo, sensazione che si amplifica enormemente quando Joe mi sfila la gonna e dopo avermi baciato con dolcezza il basso ventre, addenta l'elastico del mio slip e lo trascina verso il basso, fino a farlo cadere per terra. 
Sicuramente sa come far andare fuori di testa una donna, e beh, devo dire che ci è riuscito a pieno.

Ed ecco che sale, scendo, si avventa sul centro del mio corpo, mi prende, mi bacia, mi morde, mi scopre, mi esplora. 
Ed io faccio lo stesso, rapita da quel vortice di emozioni che mi stanno mandando il confusione il cervello, gli organi sensoriali, tutto.
Attraversa quella piccola barriera e diventiamo una cosa sola. 
Mi chiede se mi sta facendo male, io scuoto energicamente il capo, ma a tradimento, una lacrima mi solca il viso; la sento scendere, calda e salata sulla mia guancia, ma la lingua fresca di Joseph, presto la spazza via. 
Abbiamo fame, continuiamo a cibarci l'uno dell'altro, appagati, desiderosi, folli.
Si accascia sul fianco, mi guarda negli occhi. 
Sussurra il mio nome milioni di volte, la sua voce rimbomba nei miei timpani, incessante.
Sembra che ogni volta lo dica con maggiore fermezza, sicurezza. Come per sottolineare il legame ormai indelebile che ci unisce.
Quel legame nato dall'ignoto, nel passato. Quel legame scoperto da poco, o forse ritrovato. Legame voluto, sperato, ma alla fine ottenuto.

E' una dipendenza quella che nutro nei tuoi confronti, Joseph.
You're like an addiction

   
 
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