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Autore: Glirel    27/03/2012    0 recensioni
L’innata malinconia degli angeli non lasciava spazio ai ricordi felici della vita mortale.
Sto scrivendo "sotto ispirazione", perché è da un po' di tempo che penso alla trama di notte... Questa è la mia prima storia, siate clementi!
Genere: Fantasy, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Uno, due, tre, LIBERA! »
Lo staff stava ancora tentando di rianimare la giovane donna che giaceva inerme e immobile da più di un minuto. Le infermiere si scambiarono sguardi desolati: non c’era più nulla da fare per la ragazza che avevano avuto modo di conoscere nei mesi trascorsi a prendersi cura del suo corpo indebolito dalla malattia. Il tumore aveva vinto, l’aveva divorata. Aveva distrutto anche quella giovane vita.
 
«Che diavolo sta succedendo? » Urlò Evanna entrando nella sala d’attesa e quasi scontrandosi con l’infermiere che tentava di rassicurare Sean e Nate. Neanche si rese conto di trovarsi di fronte allo stesso ragazzo che aveva portato a casa la sera prima, non le importava. Sapeva solo che Uriel aveva avuto una crisi qualche minuto prima, e che i medici stavano tentando di rianimarla, per poi attuare un tentativo d’intervento provvisorio, volto a migliorare, seppur di poco, la situazione. Certo, solo se la ragazza fosse rimasta in vita. Al sol pensiero, Evanna nascose il viso tra le mani, accasciandosi su una sedia senza neanche chiedere ulteriori spiegazioni a Nate, che l’aveva chiamata comunicandole nervoso, in fretta e furia, dell’amica. Continuò a respirare a fatica, mentre un’infermiera entrava nella sala passandosi una mano sul viso, desolata. Per un attimo le mancò il fiato. La donna si avvicinò a Sean. Non le era mai parso tanto vulnerabile quanto in quel momento. Sembrava che il mondo stesse per crollare addosso ai tre della sala d’attesa, quando un urlo squarciò l’aria.
«Ma cosa diavolo… ? » Insieme, i cinque occupanti della saletta si mossero verso la stanza di Uriel.
Trovarono infermieri e medici riversi a terra accanto alle pareti, come travolti da un’onda d’urto.
Ma ciò che li lasciò ancora più sconfortati fu quello che videro accadere sul letto. Il corpo della ragazza era straziato da spasmi e convulsioni, come se stesse patendo un dolore incredibile. Nate corse a tenerle una mano, come se lei lo potesse sentire. Evanna rimase ad osservare la scena, incapace di muoversi o fare qualsiasi cosa che non fosse reggere Sean. Era certa che anche l’uomo avvertisse la strana energia che permeava quella stanza, emanata da una persona sola: Uriel. Uriel che urlava, Uriel che si agitava. Uriel che si bloccava all’improvviso, di nuovo inerte.

Bip.

Uriel che gettava la testa all’indietro, aprendo gli occhi di scatto e prendendo aria a pieni polmoni, come un affogato che ritrova finalmente la superficie, che riscopre la bellezza di immagazzinare aria nei polmoni.

Bip.

Uriel che respirava affannosamente, Uriel che si guardava intorno spaesata e si accasciava poi, nuovamente, sul letto, svenuta.
  
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