Remember that time

“San ma ti ricordi..?”

“Mhmh” fece Santana continuando a lasciare leggeri morsi sulla clavicola della bionda che, dal canto suo, fissava il vuoto davanti a sé con sguardo imperturbabile e un mezzo sorriso ad adornarle il viso.

“Non sai neanche di cosa stia parlando, vero?” domandò con un sopracciglio sollevato.

“Mhmh” ripetè l'altra.

“Sono stata a letto con Puck, l'altro giorno”

“Mh-Cosa?”
“Ma ciao” pigolò la bionda con un sorriso mellifluo, allungandosi a lasciare un bacio sul naso di Santana.

“Ti odio”

“Nah, non è vero.”

“Sì che è vero! Sono almeno tre ore che lavoro, qui e tu non me l'hai ancora d- ahia! Mi hai morso!”

“Se tu non fossi così volgare e mi ascoltassi non dovrei ricorrere alle maniere forti” espose con fare ragionevole la biondina.

“Va bene, ti ascolto” sospirò esasperata la mora.

“Nulla, mi è solo venuto in mente l'ultimo anno di liceo”

“Beeeello”

“...Smettila di guardarmi le tette.”

“Se tu avessi la decenza di coprirti non sarei costretta a guardarle” si giustificò. Uno scappellotto, preciso e inesorabile, impattò contro la sua nuca, facendola guaire senza troppa dignità.

“Ok, ok! Una ragazza non può neanche più fissare le tette della propria fidanzata, ora. Dove andremo a finire, dico io?” sbuffò.

“Tu a dormire sul divano, se non la finisci ora.”

“Non oseresti mai” ribattè spavalda.

“Lo farei. E, Santana, non sfidarmi perchè sai che sarei capace di fare peggio” affermò sorniona Quinn.

La mora rabbrividì al ricordo di quando la sua fidanzata le aveva proibito di avvicinarsi a lei e a qualsiasi parte del suo corpo per due interi giorni.

“Brava ragazza” sorrise compiaciuta Quinn, accarezzando la testa di Santana.

“Dicevo, ti ricordi il nostro ultimo anno al liceo?”

“Di quando avevi i capelli rosa o di quando me l'hai-ahia!”

***

La mascella di Santana sfiorò quasi il suolo quando Quinn fece il suo ingresso a scuola.

“Cosa caz-” si interruppe quando la suddetta ragazza le passò di fianco ignorandola completamente. Serrò la mascella e assottigliò lo sguardo sconvolta. Nessuno ignorava Santana Lopez, pensò. Nemmeno una Quinn Fabray con i capelli rosa, il piercing al naso e quella maglietta che lasciava scoperta la pancia piatta. Nemmeno una Quinn Fabray così sexy poteva ignorarla.

***

“Fabray” snocciolò Santana avvicinandosi alla ragazza, che se ne stava sotto gli spalti del campo da football insieme ad altre tre ragazze sulle quali quei vestiti non avevano lo stesso effetto che avevano su Quinn.

“Ferma dove sei. Qui non sono ammesse cheerleader fighette e profumate” intervenne una ragazza alta, mora e fin troppo truccata per i gusti di Santana, che di ragazze se ne intendeva. E sì, anche di trucco.

“Io non so chi tu sia, Miss Armadio-a-quattro-ante, ma se non ti levi prima di subito giuro che quella sigaretta te la infilo-”

“Mack, lasciala stare. Ciao Lopez” la salutò portandosi una sigaretta alle labbra per mascherare il mezzo sorriso che le aveva piegato gli angoli della bocca.

Santana alzò un sopracciglio, si avvicinò rapidamente a Quinn e le sfilò l'oggetto dalle labbra per poi buttarlo a terra e calpestarlo.

L'altra strinse i denti e provò a prendere un'altra sigaretta dal pacchetto quando Santana parlò.

“Se vuoi che andiamo avanti fa pure, ma io non te lo consiglierei”

“Cosa vuoi?”

“Una mano”

“Santana, ti ho già detto che non sono interessata fino a tal punto”

“Certo che non lo sei, per questo fraintendi ogni mia frase, vero Fabgay?”

“Eh?”

“Ho bisogno che mi aiuti con una cosa che mi ha chiesto la Sylvester”

“Perchè dovrei farlo? Quella è una stronza” mormorò contrariata.

“Lo sono anche io, ma ciò non ti impedisce di amarmi. Ed è proprio per questo che mi darai una mano. Poi magari trovo anche un modo per ricompensarti.” concluse guardandola suggestivamente.

***

Quando Quinn sentì bussare alla porta si infilò velocemente una maglietta ed un paio di pantaloncini e corse ad aprire, con i capelli ancora bagnati.

Piegò la testa di lato quando vide una Santana Lopez sostare con la sua proverbiale aria scocciata davanti alla sua porta.

“A cosa devo l'onore?” domandò guardando la mora sorpassarla per entrare, come fosse a casa sua.

“Grazie. Per aver dato fuoco al piano, dico. Certo, già che c'eri avresti potuto fare uno sforzo e incendiare anche le sopracciglia del Piccione. Se devi fare un lavoro, fallo bene o non farlo per niente, dice sempre mio padre. Comunque, tieni” disse porgendole una saponetta e un flacone di acqua ossigenata.

“Quindi..?”

“Quindi cosa?”

“Che dovrei farci?”

“E' la tua ricompensa, no?”

“Meraviglioso. Ma io pensavo più a qualcosa tipo questo..” disse mentre con un sorriso sinistro schiacciò l'amica contro la parete alle sue spalle e la baciò.

Santana non si fece cogliere impreparata e rispose subito mordendole un labbro, cosa che fece gemere Quinn un po' per il dolore, un po' per l'impazienza.

“Sai, cosa Fabray? Il rosa ti dona” mormorò a voce bassa, staccandosi dall'amica e umettandosi le labbra maliziosamente.
L'altra l'ignorò e continuò a baciarla. La latina si staccò nuovamente e la guardò, con un sorriso trionfante.

“Credevo non fossi interessata fino a questo punto”

“Sta' zitta e baciami, Santana”

***

“Mentivo. Quei capelli erano orrendi, volevo solo infilarmi nelle tue mutande”

“Stronza”

“Sarà, ma nelle tue mutande poi ci sono entrata. E non ne sono ancora uscita, direi”

“Sta' zitta e baciami, Santana.”

Note:

LOL sì, lo so. Comunque in qualche parte del mondo è ancora giorno, quindi non fossilizziamoci su questi dettagli e tenetevi la shot giornaliera!

Ci tenevo a precisare una cosa, però. In questo universo, Britt e San non sono state e non stanno insieme, per il semplice fatto che mi sentirei troppo in colpa se Santana dovesse “tradire” Brittany. E' da malati? Avete ragione. u_ù

Eeeee niente, cieo!