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Autore: TooLateForU    28/03/2012    26 recensioni
'Quando ti vedo mi viene voglia di gettarmi dalla finestra.'
'Non frenare le tue voglie, Malik.'
Il talebano pronto a farci saltare tutti in aria – meglio conosciuto come Zayn Malik - era il capitano di pallanuoto più stronzo che la Lincoln High School di Londra avesse mai conosciuto. Oltre questo era anche fastidioso, insulso, patetico e più stupido di un Lama.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aloha ragazze! Allora, prima di iniziare mi faccio un po’ di pubblicità *roll eyes*
Se volete, qui c’è il link della mia nuova, fresca, dissetante (?) storia
Pictures of you . Se il link non funzionasse, la trovate comunque nel mio profilo *genio*
Maa, passando a QUESTA storiella..Ho notato che molte di voi (grazie per le minacce di morte ragazze AHAH) sono leggermente preoccupate per la situazione Liz-Harry-Zayn, ed io vi dico..FATE BENE AD ESSERE PREOCCUPATE, AHAHA *risata malvagia*
Susu, non disperate! Tutto avrà un senso *yeeep*
Detto questo, vi ringrazio sempre per le splendide recensioni e spero che vi piaccia questo capppppitolo. Bye!

 
 p.s. avrei anche un disperato bisogno di un banner per la nuova storia, se qualche buona anima pia si offrisse. *balle di fieno* AHAH

 
 
“Pronto?”
“Salve signora Smith, c’è Jude in casa?” chiesi, appoggiando il telefono sulla mia spalla mentre ficcavo una maglietta nell’armadio.
“Sì, è in camera sua. Aspetta che vedo se dorme..” la sentii posare il telefono e allontanarsi a passi svelti.
Jude che dormiva alle…tre e quaranta di pomeriggio? Ma da quando?
Sentii un fruscio dall’altra parte della cornetta “E’ sveglia, te la passo.” Mi informò Mrs. Smith.
Ancora un silenzio snervante, prima che un colpo di tosse annunciasse Jude.
“Dao Liz.” Mi salutò, con la voce di qualcuno che si sta tappando il naso.
“Jude? Ti sei di nuovo messa una molletta sul naso per farlo diventare all’insù?”
“Do scema..” si interruppe, e riuscii a sentire una sorta di uragano dall’altro lato del telefono.
Si stava soffiando il naso.
“Do male, ho l’influenza e il raffreddore.” Continuò, con una voce deliziosamente nasale.
“Mi stai dicendo..Che domani non verrai a scuola?”
“E neanche dopodomani, credddo.”
Ero io o qualcuno stava suonando la musica de Lo squalo?
“No Jude, non puoi farmi questo! Senza di te a scuola sono persa, letteralmente! Chi mi dirà qual è la classe di spagnolo, o quella di francese?” mi lamentai, disperata.
“Dai Liz, non fare la melo..la melodr..ETCHU!”
Allontanai il telefono dall’orecchio, come se avessi paura che i suoi germi potessero contagiarmi.
“Okay Jude, ci sentiamo domani eh?”
“Si, si..Dao.” disse, e mi attaccò elegantemente in faccia.
O quasi.
Era un quasi attacco in faccia. Quanta maleducazione a questo mondo.
La vibrazione del mio cellulare, posato sulla scrivania, mi distolse dai miei pensieri. Lo afferrai, e vidi lampeggiare sul display il disegno di una busta che segnava l’arrivo di un messaggio.
 
Perché mi ha chiamata un tizio di nome Will chiedendomi di uscire? Gli ho detto di sì comunque.’
 
Mi schiaffai una mano sulla fronte, borbottando a mezza bocca un ‘merda’. Mi ero dimenticata di avvertire Carol!
Composi il suo numero velocemente, e aspettai che rispondesse.
“Oui?”
“Carol, che cazzo hai fatto?” la aggredii, prendendo a camminare avanti e indietro per la mia stanza.
“Oh oh, calma i tuoi bollenti spiriti, patata!” esclamò, divertita.
“La patata sta venendo a prenderti a sberle!”
“E comunque sono io che dovrei chiederti cosa tu hai fatto, dato che ho ricevuto la chiamata di uno sconosciuto convito di star parlando con te.” Precisò.
Ruotai gli occhi al cielo “Può essere che abbia dato il numero sbagliato ad un ragazzo..”
“Ah, quindi è un cesso a cui hai dato il mio numero per non farti chiamare?”
“Veramente è un tipo che assomiglia a Jude Law.”
“Mmmm…” la sentii borbottare, dall’altro capo del telefono “Ad ogni modo, ho finto con molta nonchalance di essere te. Avete un appuntamento da Jerry’s alle cinque.” Concluse, tranquillamente.
“E non ti è passato per la testa di dovermi chiedere qualcosa? Del tipo se mi andasse di uscirci?” domandai, ovvia.
“Eh, ora pretendi troppo! Io ti organizzo gli appuntamenti con i fighi, e tu neanche ringrazi?”
“Fottiti Carol!” mugugnai, prima di attaccarle il telefono in faccia, bruscamente.
Forse ero stata troppo dura, ma tanto lei non se la sarebbe presa. Non era come mia nonna, cioè Jude.
Mi gettai a peso morto sul letto, con uno sbuffo.
Ora mi sarebbe toccato uscire con il Jude Law dei poveri.
 
Feci schioccare la lingua sul palato, mentre mi rigiravo nervosamente il cellulare tra le mani, che segnava le cinque e venti.
Era in ritardo. La brutta copia di Jude Law era in ritardo. Ci rendiamo conto? Non solo io gli facevo il piacere di portare il mio culo sulla stupida sedia di questo stupido bar, ma lui non si degnava di presentarsi neanche in orario.
Sbuffai, mentre la cameriera mi lanciava l’ennesimo sguardo scocciato. Occupavo un tavolo e non avevo ordinato nulla, e la cosa pareva infastidirla.
Problemi suoi.
Spostai lo sguardo sulla strada, e vidi un pick up rosso frenare bruscamente a qualche metro dal bar. La portiera si aprì, e ne uscì un trafelato…
O cribbio, qual era il suo nome? Tim, Jim, Liam..
Cazzo.
Mi cercò con lo sguardo, e quando mi vide si aprì in un gran sorriso. Camminò velocemente fino al mio tavolo, prima di sedersi.
Mmm, però aveva davvero un sorriso carino. E gli occhi azzurri risaltavano sul viso chiaro.
“Scusa per il ritardo, l’allenatore mi ha trattenuto più del solito..” si giustificò, passandosi una mano tra i capelli.
Io scrollai le spalle “No, figurati, non è un problema.” Ribattei tranquilla.
Dovevo ricordarmi il suo nome, dovevo ricordarmi il suo nome, dovevo ricordarmi il suo nome..
L’innominato si soffermò a guardarmi, con un sorrisetto malizioso “Sei uno schianto oggi.”
Ah perché, ieri ero un cesso?
“Ma smettila!” gli dissi, alzando gli occhi al cielo. In quel momento arrivò la cameriera, che annoiata masticava una gomma.
“Volete ordinare?” ci chiese, con voce strascicata.
No, siamo qui perché vogliamo far prendere aria ai nostri vestiti.
“Io prendo un Mohito.” Disse tranquillamente l’innominato, senza neanche guardare il menù.
Un mohito? Alle cinque e mezza del pomeriggio? Perfetto, uscivo con un alcolista.
A questo punto ero più al sicuro con il pakistano pronto a farci esplodere.
“Mi serve un documento..” continuò la cameriera. Colui-che-non-poteva-essere-nominato frugò nelle sue tasche, alla ricerca della carta d’identità che mostrava che era un sexy e diciottenne senior. La cameriera gli lanciò un’occhiata, e annuì.
“Tu che prendi?”
Feci una smorfia, scorrendo con gli occhi il menù “Mmm..Una coca cola?”
La cameriera fece un sorrisetto stronzo ed inopportuno, appuntandolo.
“Vuoi anche la cannuccia?” mi prese in giro, ed io le lanciai un’occhiataccia.
“Perché, sai con quante enne si scrive cannuccia?” Risposi a tono, e lei smise subito di ridere. Sentii l’innominato soffocare una risata con una mano, mentre la cameriera se ne andava sbattendo i piedi.
“Sei stata grande!” si complimentò, ed io feci spallucce. “Non ho fatto niente..” minimizzai.
“Quindi non hai diciotto anni?”
“Evidentemente no.”
L’innominato fece un sorriso divertito, passandosi di nuovo una mano tra i capelli “Sei sempre così sarcastica con tutti?” domandò.
“Diciamo di sì..” risposi, facendo la vaga. E non avevo ancora ricordato il suo stupido nome, dannazione.
Puntò i suoi occhi nei miei, e cominciai ad avvertire un vago senso di disagio. Perché mi fissava così? Non sono l’ultimo pezzo di una torta, dannazione.
“Quando sei andata a letto con Zayn?” chiese, a bruciapelo.
Se quella cameriera di merda si fosse sbrigata e mi avesse portato la mia coca cola l’avrei sputata tutta sulla sua faccia.
“Sei impazzito?” gli dissi in risposta, stridula.
“Guarda che io e lui siamo molto amici, non devi farti problemi..”
“Senti…ehm, senti tu, io non sono andata a letto con Malik, va bene?” misi subito in chiaro, innervosita.
L’innominato sbattè le palpebre, sorpreso “Dici sul serio? Ma sul serio?” insistette, come se non mi credesse.
Alzai gli occhi al cielo “A meno che non sia andata a letto con lui nel sonno sì, sono sicura!”
Sulle sulle labbra si distese un sorriso, e potei vedere le sue spalle rilassarsi mentre si appoggiava allo schienale della sedia.
“Bhè, sono contento. Voglio bene a Zayn, ma è un po’ stronzo con le ragazze..”
“Perché, tu sei diverso?” lo provocai. Lui fece schioccare le labbra, prima di poggiare i gomiti sul tavolo, ed avvicinarsi di più al mio viso.
“Sono completamente diverso da lui, Elizabeth..”
“Liz.” Lo corressi.
“Okay, Liz.” Rettificò “E comunque, io non tratto male le ragazze che mi interessano.” Concluse, fiero.
Ah, quindi ti senti autorizzato a trattare di merda quelle che non ti interessano?
Stavo per ribattere, quando qualcuno molto educatamente sbattè sul tavolo il mio bicchiere di coca cola, facendo traballare il contenuto, e il mohito dell’uomo senza nome.
“Senti..Non credo che tra me e te potrebbe funzionare.” Dissi, finalmente.
Lui, che stava bevendo la sua bevanda, si fermò immediatamente. Posò il bicchiere sul tavolo, senza distogliere gli occhi dai miei.
“E perché?”
“Perché..Perchè non sei il mio tipo, ecco.” Buttai lì la scusa più vecchia del mondo, mentre prendevo un lunghissimo sorso di coca cola.
L’innominato alzò un sopracciglio “Ci siamo parlati solo due volte, come fai a saperlo?” domandò.
“Se una persona non ti piace lo sai subito.” Aggiunsi, velocemente, e lui scoppiò in un’inspiegabile risata.
“Quindi io non ti piacerei?” domandò, sempre ridendo.
Togli il condizionale, amico. Tu non mi piaci.
Frugai nella tasca dei miei jeans, e ne tirai fuori una banconota da cinque sterline che poggiai velocemente sul tavolo.
“Magari ci vediamo a scuola, eh? Grazie per l’invito, comunque.” Dissi con un sorriso tirato, alzandomi.
“Ehi ehi, non c’è bisogno che te ne vada! Resta qui, dai, parliamo d’altro..” tentò di convincermi, allargando le braccia.
“Davvero, devo andare. Ci vediamo..” lasciai in sospeso la frase, dato che ancora non ricordavo il nome, e mi limitai a fargli un cenno con la mano prima di camminare via, velocemente.
Santo cielo, avevo visto polipi meno invasivi di quel tizio! ‘Resta qui, resta là, cosa fai, cosa ordini, mi piaci, ti piaccio?..’ Che angoscia. E comunque non mi piaceva, non c’era attrazione tra me e lui..Se mi avessero messo davanti un palo della luce spento sarebbe stata la stessa cosa.
Mi sistemai una ciocca di capelli dietro le orecchie, mentre un tuono annunciava l’imminente pioggia. Presi a camminare più velocemente, dato che non avevo con me l’ombrello e volevo evitare di diventare un calzino bagnato.
Ad un tratto sentii due mani posarsi sulle mie spalle e sobbalzai dalla sorpresa, voltai la testa di scatto, pronta a prendere a ginocchiate l’eventuale aggressore, ed incontrai due familiari occhi cioccolato fuso.
Alzai gli occhi al cielo, sbuffando “Dannazione Malik, mi è preso un infarto!” mi lamentai, spingendolo via.
Lui rise, sistemandosi al mio fianco “Perché sono troppo bello e ti lascio senza fiato?” chiese, convinto.
“Perché le persone normali non saltano addosso ad altre persone che camminano tranquille.” Precisai, lanciandogli un’occhiataccia. Malik però sembrava particolarmente allegro, e non sembrava intenzionato a smettere di sorridere.
“Come mai così allegro? C’è la Peters da qualche parte?”
Zayn scrollò le spalle, puntando i suoi occhi nei miei “L’ho scaricata qualche ora fa..Era davvero angosciante. Per lo meno brava a letto.” Rispose sincero, ficcando le mani nelle tasche dei jeans.
Strabuzzai gli occhi, sorpresa “L’hai mollata? Oh signore, finirete sul giornalino della scuola! Anzi, che dico, su Newsweek, su People..” lo presi in giro. Lui ruotò gli occhi al cielo, con una smorfia.
“E tu che ci fai in giro?”
“Sono uscita.” Risposi solo, vaga.
“Grazie, questo l’avevo notato.” Ribattè, sarcastico “Avrai fatto qualcosa no? O sei solita uscire a camminare sola come un cane per Londra?”
“Questo improvviso interesse verso di me a cosa è dovuto?” giravo attorno alla domanda, perché non mi andava di dirgli con chi ero uscita.
Anche perché non lo sapevo neanche io.
Sbuffò, infastidito “E che palle, era solo per fare conversazione Liz!” esclamò.
Io feci una smorfia, calciando un sassolino a terra “Sono uscita con un tipo.” Dissi.
“Ah, e che tipo?”
“Non mi ricordo il suo nome, a dir il vero..”
“Mi prendi in giro?” continuò Zayn, lanciandomi un’occhiata stupita.
“No, non me lo ricordo sul serio! Tu lo conosci, è nella squadra di pallanuoto..”
“Wright?” mi interruppe subito, brusco. Io schioccai le dita, soddisfatta.
“Ecco, Wright, era questo il suo nome!” esclamai. Bhè,ora però non mi serviva più a niente.
Malik alzò un sopracciglio, guardandomi incerto “Sei uscita con quel coglione?”
“Non era tuo amico?”
Zayn alzò gli occhi al cielo “Amico è una parola grossa..Lo conosco da una vita, ma non siamo amici.” Precisò.
“Bhè sì, credo proprio sia lui. Alto, occhioni azzurri, assomiglia un po’ a Jude Law..”
“Sì, ho capito.” Mi interruppe di nuovo, infastidito.
Un sorriso si allargò sul mio volto, mentre gli facevo il gomito “Sei geloso, Malik?”
Mi lanciò un’occhiata scioccata, prima di fare una risata nervosa “Geloso di Wright? Ma figurati. Non è niente in confronto a me, e lo sappiamo entrambi.” Aggiunse, con un espressione eloquente.
“Non esserne così certo. Le possibilità che tu vinca la scommessa stanno andando giù giù giù giù giù..”
“Liz, non ci sono possibilità. C’è una certezza, ovvero quella che sarò io a vincere la scommessa.” Disse, sicuro.
“Non mi sembra che tu ti stia impegnando molto..” gli feci notare. Lui dipinse un sorriso soddisfatto sulle sue labbra.
“E questo mi conferma che sto vincendo.” Mi rispose, misterioso, ed io alzai gli occhi al cielo.
D’un tratto mi prese per un polso, e cominciò a trascinarmi per il senso opposto a dove stavamo camminando.
“Che cavolo stai..”
“Ti porto a vedere un posto, che ti piacerà di sicuro.”
E da lì cominciai a preoccuparmi.
   
 
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