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Autore: elixais    29/03/2012    0 recensioni
Non si è mai certi di ciò che si è in realtà, fino a quando non ci si scontra con la verità.
Alex di questo ne era consapevole. Sapeva di non essere completamente un vampiro, ma non poteva immaginare di essere un ibrido. Sarà allora che scoprirà nuovi poteri, nemici che faranno di tutto per impossessarsi di lei e amici che faranno di tutto per proteggerla. Niente è mai semplice come sembra. Alex questo non lo aveva capito.
Genere: Dark, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Perdonate la mia assenza, ma ho avuto alcuni problemi e non sono mai riuscita a postare. Cercherò di fare meglio con i prossimi capitoli.
Un grazie a GillarL, a LilythN e a Yuri_Auditore che mi hanno messo tra le seguito. E un grazie anche alle lettrici silenziose, che anche senza volerlo mi sostengono.
Un bacio
Elixais


 V°capitolo.

 
Rumori, voci.
Voltò la testa dall’altra parte e con un grugnito appoggiò l’orecchio al cuscino e sperò che il silenzio tornasse a calare.
Un suono secco, una sedia che si muoveva e qualcuno che tossiva. Imbarazzato? Perché Mina avrebbe dovuto tossicchiare? E poi era un suono più maschile che femminile.
Qualcosa non quadrava. Tante cose non quadravano. Perché si trovava in un divano, invece che nel suo letto? E poi, era una sua impressione, o in quella stanza c’era un odore diverso dal solito?
Spalancò gli occhi e fu quando cercò di alzarsi di scatto che ricordò tutto.
Una fitta lancinante le percorse il fianco e le mozzò il respiro, tanto che tornò a sdraiarsi con una smorfia.
La sua mente era una giostra di immagini della sera prima. Non riusciva a credere a quello che aveva fatto. Dove aveva trovato tutta quella freddezza? Incredibile.
Si spinse le mani a pugno sugli occhi e soffocò un gemito di frustrazione. Cosa aveva fatto? Proprio contro gli Evolet si era messa contro?
Cominciò a salirle una paura cupa, ma venne accantonata, quando si rese conto che i rumori e le voci che l’avevano svegliata, provenivano dal cucinotto in cui si trovavano Mina e Matt.
Stavano parlando di qualcosa, così drizzò le orecchie al massimo e cercò di ascoltare quella che si dicevano.
- Allora…- cominciò lui – qualcuno sa perché Alex è diversa? –
Ci fu del silenzio e Alex immaginò Mina corrugare la fronte e stringere le labbra, nella sua classica posa di quando stava pensando a qualcosa di importante.
- Credo che sia figlia di un essere umano e di un vampiro, per questo è così particolare – mormorò la mora.
Un fruscio, Matt doveva aver cambiato posizione sulla sedia.
- Ma lei cosa pensa? –
Altro silenzio e Alex sghignazzò fra i baffi. Mina gli stava rivolgendo sicuramente uno dei suoi sguardi terrificanti.
- Non sta a me dirti certe cose, se vorrà lo farà lei – e con questo chiuse quella parte di discorso.
Nessun tipo di risposta o reazione, Matt doveva aver incassato senza battere ciglio. Era bravo a tenere a bada la curiosità. Lei non ne era mai stata capace.
- E quei tizi di ieri sera?-
Mina sospirò e dal rumore di tessuto che fece, appoggiò i gomiti al tavolo.
- La cosa è più seria del previsto – iniziò con voce velata di preoccupazione.
- Tra i vampiri esistono delle regole, delle casate. Minori e maggiori. Di minori, ne esistono a bizzeffe, mentre di maggiori solamente due. Il casato dei Craiti – una pausa, faceva sempre un certo effetto pensare a quel nome – E quello degli Evolet –
Calò il silenzio. Sicuramente Mina voleva che le sue parole venissero assorbite interamente e quel silenzio, così pieno di significato colpì anche Alex che trattenne il respiro, rendendosi, per la prima volta, pienamente conto di quello che sarebbe successo.
Il terrore aveva diverse forme e ognuno lo percepisce a modo suo. A lei le si intorpidivano le membra e faceva fatica a pensare in modo coerente, mentre nella sua mente si susseguivano una serie di immagini mostruose.
- Gli Evolet sono spietati – la voce grave di Mina la riscosse dai suoi pensieri angosciosi – non avevo mai incontrato prima qualcuno proveniente da quella famiglia, ma la loro fama è mondiale. Quando decidono, niente li distoglierà dal loro obiettivo e chiunque pensi di sbarragli il passo…-
Lasciò in sospeso il finale, ma non poteva essere più chiaro di così.
Una pacca. Il fruscio di una mano che si passava fra i capelli seguita da un sospiro pieno di sconforto.
- Dovevo stare in casa – mormorò affranto il giovane.
- Lascia perdere, è del tutto inutile farsi dei sensi di colpa. Ormai quello che è fatto è fatto. Dobbiamo solo pensare a come uscire da questa situazione – ribattè dolce, ma decisa la mora.
Senza volerlo si ritrovò a sorridere. L’amica riusciva sempre a farti tornare il buon umore e a farti credere in te stesso, però quello che disse le lasciò uno strano turbamento.
Nella sua frase non era incluso solo il destino di loro due, ma anche quello di Matt. Questo significava che le loro strade si sarebbero unite e non si sarebbero sciolte per molto tempo, forse addirittura mai più.
Non sapeva se esserne felice. Non riusciva a capire più niente. Il suo stupido cuore era diviso in due.
Una parte era piena di calore e gioia, l’altra gelida e fredda come il ghiaccio per paura di non farcela.
Scrollo le spalle e decise di lasciar perdere per il momento, per i suoi giri mentali ci sarebbe stato tempo.
Fu proprio Mina a farla tornare al presente.
- Vado a vedere come sta Alex –
Cercò di alzarsi a sedere come poteva, ma le fitte al fianco le permisero solo una posizione semi-sdraiata. Le zittì con una smorfia e cercò di mostrare un’espressione convincente.
Vedendo spuntare l’amica dalla soglia sulle sue labbra si disegnò un sorriso spontaneo, che Mina ricambiò con gioia, vedendola sveglia.
- Allora?- chiese dandole un bacio sulla guancia – Sei vispa? Tralasciando il taglio ovviamente -
Alex scoppiò a ridere. Incredibile. Quella disgraziata riusciva sempre nel suo intento. Senza volerlo aveva riportato la sua mente al presente lontana da cattivi pensieri, ma proiettata solo sul bel momento che stavano vivendo. Il piccolo attimo per così dire.
Fu solo dopo alcuni secondi che si accorse che Matt aspettava appoggiato sulla soglia a braccia conserte. La guardava con uno sguardo pieno di rammarico e dispiacere, ma anche con un certo sollievo.
- Non c’è bisogno che te ne stai lì in un angolo, c’è spazio per tutti qui –
Ecco, quando era di buon umore la sua lingua andava a briglia sciolta. Non voleva dire quelle parole, ma evidentemente la sua bocca non andava di pari passo con il suo cervello. Ottimo davvero.
Sentì le orecchie e le guancie colorarsi di rosso e cercò di calmarsi e gli rivolse un’occhiata di sbieco per vedere la sua reazione.
Era rimasto per un attimo spiazzato, ma sorridendo appena si mosse verso di loro.
Si sedette accanto a Mina e la guardò imbarazzato.
- Scusa-
Stavolta fu lei a guardarlo senza capire. Si scusava. Per cosa? Per quello che le aveva detto prima di essere attaccati? Per il fatto di essersi fatto accalappiare da un vampiro? Per averla costretta ad una vita di fuga?
Nonostante la parte razionale di sé sapeva che il giovane qualcosa per scusarsi ce l’aveva, la parte non razionale non capiva.
Le sembrava il corso naturale delle cose. Gli aveva dato una mano, lo aveva aiutato. Quello che era venuto dopo non c’entrava nulla con lui. Era solo una conseguenza di ciò che lei aveva deciso. Aiutare un essere umano che nemmeno conosceva, ma con cui sentiva di avere un legame, probabilmente ancor prima di sentirlo davvero.
Si guardarono per un attimo negli occhi, poi Alex scosse il capo e sorrise.
- Lasciamo stare, facciamo finta di niente, che dici?-
Il giovane appoggiò la schiena sul divano e le rivolse un sorrisetto furbo.
Spostando lo sguardo, rivolse la sua attenzione su Mina che aveva un’espressione maliziosa stampata in faccia.
Fantastico. Le rivolse un’occhiataccia e mise il broncio.
- Invece di guardarmi così, perché non fai qualcosa di più utile, tipo raccontarmi quello che è successo dopo ?- sbottò la bionda.
Mina alzò gli occhi al cielo.
- Cosa vuoi che sia successo? Come al solito ho risolto la situazione e ti ho portato via di lì –
Nonostante il tono scherzoso sapevano entrambe che non sarebbe stato così semplice, così scese un silenzio teso.
- Cosa facciamo Mina? –
A quella domanda così esplicita gli sguardi dei due giovani si rivolsero sulla mora, che si passò una mano fra i capelli, tradendo così la sua preoccupazione.
- Sai benissimo che noi, solo noi non possiamo fare niente –
- Siamo soli ricordalo – mormorò Alex appoggiandosi un braccio sugli occhi in un gesto sconsolato.
- Probabilmente hai ragione – disse l’amica sedendosi accanto a lei – ma possiamo sempre chiedere aiuto –
Matt, che ovviamente non capiva appieno la situazione, incrociò le braccia e sospirò, affranto dalla sua poca utilità.
Liberando un occhio Alex gli rivolse un’occhiata incoraggiante, che lui ricambiò con un flebile sorriso.
Mina le spostò il braccio.
- Gli Evolet sono potenti, ma non sono gli unici ad esserlo – esclamò con uno sguardo penetrante e pieno di significato.
Strizzando le palpebre la giovane la guardò attentamente. Sul serio pensava davvero una cosa del genere?
Secondo lei una famiglia come i Craiti si sarebbe unita a loro per combattere contro gli Evolet? Era forse impazzita? Eppure era lei che stava male, e non viceversa. O per lo meno era quello che credeva fino a quel momento.
Mina le diede uno sberletto sulla fronte.
- Piantala di guardarmi in quel modo! Sai bene che i Craiti non sono in buoni rapporti con gli Evolet e soprattutto non sono così crudeli e sanguinari –
- Cosa ti fa pensare che ci aiuteranno ?- borbottò pensierosa Alex.
La mora strinse le labbra e il suo sguardo si perse per un attimo nei suoi pensieri.
- Non lo so – ammise controvoglia – probabilmente non ci ascolteranno nemmeno –
Di nuovo silenzio, stavolta ancora più teso di prima.
Con uno schiocco di lingua Mina saltò in piedi.
- D’accordo, allora ho un’altra idea. Conosco un vampiro, una brava persona, fa parte di una casata minore ci aiuterà senz’altro. E’ un mio buon amico davvero – si voltò verso Alex e scrollò le spalle – credo che provvisoriamente sia l’idea migliore –
Alex la guardò di sbieco, poi guardò Matt, che le rivolse un’occhiata curiosa.
- Credi che lui sarebbe in pericolo? –
Mina scosse la testa con decisione.
- No, mi fido di lui –
Si guardarono intensamente negli occhi. La fiducia che le legava andava oltre a tutto ciò che si poteva immaginare. A volte, anzi quasi sempre, non avevano nemmeno bisogno di parlare. Erano sincronizzate perfettamente.
Ogni volta che ci pensava, non riusciva a immaginare come sarebbe stata la sua vita senza Mina. Sicuramente sarebbe diventata qualcosa di orribile, oppure sarebbe morta in fretta dopo quella notte…quella notte…
Chiuse gli occhi e rivide perfettamente la scena, come se fosse appena successo.
Vagava fra i resti di quella che era stata la sua casa, che allora le sembrava enorme. Quanto poteva essere piccola lei all’epoca? Aveva la vista appannata, ma vide ugualmente una figura avvicinarsi verso di lei. Non aveva nemmeno provato a scappare, tanto cosa aveva da perdere ormai? Ma questa figura non l’aveva attaccata, anzi. L’aveva presa in braccio e se l’era portata via con sé.
Tornando al presente la guardò con un sorriso sicuro. Era sempre così, come allora. Lei arrivava e la salvava portandola via con sé, al sicuro.
- Mi fido di te Mina, faremo come dici tu –
La mora le accarezzò una guancia poi si voltò verso il cucinotto.
-Ottimo, allora vedi di rimetterti al più presto possibile, perché non abbiamo tempo da perdere –
Guardò Matt che si era alzato in piedi e la guardava serio.
- Dobbiamo partire - 
  
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