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Autore: Dreaming Alone    29/03/2012    2 recensioni
Un lungo viaggio dal deserto alla steppa, un cuore di ghiaccio diviso a metà e un piccolo mostro dal cuore d'oro. Tre giorni per decidere della vita o della morte di una belva dal cuore di donna.
Rating arancione per via del linguaggio un po scurrile e di alcune descrizioni cruente, fatemi notare se è troppo volgare che lo passo a rating rosso
Genere: Generale, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Sergei Dragunov
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il caldo... Sentiva solo il dannato caldo torrido del deserto Iraniano. Avrebbe venduto pure sua madre per un pò d'acqua fresca. Il soldato di picchetto sudava sette camicie maledicendo qualunque cosa gli venisse in mente. Non capiva perchè diavolo doveva stare di picchetto davanti alla porta di una galera-bunker, chiusa a chiave e con l'unico prigioniero legato come un salame e stordito dalle torture. Sbuffando si mise a sedere... Poco dopo un calcio all'altezza delle reni lo fece alzare al volo, spedendolo diversi metri avanti. Con la faccia sporca di polvere ed i vestiti pieni di sabbia si voltò di scatto imbracciando il federe Ak 47, impallidì, balbettò una scusa e si mise sull'attenti.

 

L'ufficiale in comando Dragunov Seirgei lo fissava con i suoi occhi glaciali.

 

" Stavi forse dormendo soldato?"

 

"Signor no signore! "

 

Seirgei si voltò, pulì dalla polvere il tastierino numerico a fianco del portellone del bunker. Digitò rapido la sequenza di 10 numeri e scomparve nel buio corridoio d'ingresso.

 

Ancheggiando in modo quasi osceno la giovane infermiera del plotone gli si avvicinò, porgendogli con un sorriso malizioso la cartella del prigioniero 5673-k. Con la sua solita freddezza il Dio bianco della morte prese la cartella dalle mani dell'avvenente infermiera, degnandola a malapena di uno sguardo, peraltro stizzito per il modo di fare poco professionale. Indicò col dito guantato di nero la cartella e apostrofò in malo modo l'operatrice.

 

" Manca la foto stupida! Vedi? Va qui! Qui nel riquadro apposito stupidissima donna! "

 

"Mi scusi!" Mormorò intimorita quella.

 

Le lanciò la cartellina e si avviò con passo marziale alla cella 7-c settore 2... Erano celle di massimo contenimento.

 Chissà quale pericoloso terrorista o politico o assassino vi si trovava... Questo pensava lo spetsnaz imboccando i corridoi senza fine del bunker sovietico.

 

Ciò che vide aprendo lo sportellino della cella lo lasciò di stucco. Riprese dopo pochi secondi la sua tipica freddezza militare, si fece aprire la cella e con fare deciso si piazzò davanti al motivo del suo stupore.

 

Una ragazza, sembrava una normalissima ragazza europea, tratti caucasici tipicamente mediterranei... pelle chiara, occhi verdi, lunghi capelli castani leggermente mossi...e una coda. E orecchie da felino. E zanne. Bianchissime zanne che baluginarono nella penombra della cella non appena i loro occhi si incrociarono.

 

" Prigioniero 5673-k, per ordine della Santa Madre Russia vieni trasferita con effetto immediato nel reparto di contenimento "Vostochnaya Sibir Otdel analiza biologicheskogo oruzhiya" ( siberia orientale, centro analisi armi biologiche )

 

Lei sorrise, un sorriso incerto e che sapeva già di sconfitta. " In altre parole, signore, significa la condanna alla pena capitale dopo che mi avrete vivisezionata come si fa con i ratti da laboratorio "

 

Non era una domanda. Era un'affermazione. Lui lo sapeva, lei lo sapeva. Da quel centro usciva vivo chi ci lavorava.

 

Sospirò e si alzò, porse i polsi al soldato dagli occhi di ghiaccio aspettando le manette. Manette che non tardarono ad arrivare e che si strinsero dolorosamente in un abbraccio metallico.

 

Uno strattone poco gentile e fu fuori dalla cella. L'avvenente infermiera pose un cappello in testa della ragazza e le legò una felpa in vita nascondendo alla vista le bizzarrie di cui mamma natura la aveva fornita. " Adesso basta che stai zitta e non sembrerai un deforme mostriciattolo" le disse con voce così mielosa che ti ci potevi cariare i denti con tutta quella dolcezza.

 

La ragazza sorrise e nel farlo con un rapido movimento affondò le zanne nella tenera carne del viso dell'infermiera, cavandole un occhio e lacerandole l'intera parte destra del volto. "UPS!" mormorò soddisfatta. Dragunov le assestò una gomitata nel plesso solare e la schiacciò a terra.

 

"DAI UN'ALTRA VOLTA SPETTACOLO, DONNA, E NON ARRIVI VIVA IN SIBERIA" le urlò. L'accento russo si notava tantissimo ora che era alterato .

 

" Niobe, mi chiamo Niobe, non donna."

 

Dragunov la fissò stranito... Lui le urlava contro e lei si preoccupava di essere chiamata col suo nome?

 

Guardò con disprezzo l'infermiera quando lei implorandolo gli chiese aiuto. La scansò schifato, se fosse stata intelligente, non si sarebbe tenuta così vicina dopo averla offesa. Era si una specie di mostro, ma probabilmente era cresciuta in una famiglia come lui...

 

Percorsero in silenzio i lunghi cunicoli e poco prima di uscire la fece fermare. Le indicò una fontanella " Sciacquati la faccia, sei sporca di sangue"

 

" Ha hahaha, già devi portare il mostro allo zoo, non vogliamo sembri anche feroce vero? " lo disse in tono ironico e i verdi occhi brillavano un po di più... Era la classica bestiola feroce che non avrebbero addomesticato a meno che lei non lo volesse.

 

Dragunov restò impassibile alla battuta " Niobe si lavi la faccia e si muova. Le garantisco che di normale non parlo. Agisco e basta"

 

" E di grazia, come mai tanti riguardi nei miei confronti? Teme un trattamento come quello che ho riservato alla signorina di sotto? " Altro sorrisetto sarcastico.

 

La mano guantata la afferrò giusto alla base del collo, solo con una leggera pressione di due dita le spezzò il fiato, poi avvicinò la faccia a quella di lei.

 

" No, non temo affatto una cosa simile, come vede ci hanno già pensato a ricamarmi la faccia e no, non mi pongo problemi con i prigionieri di solito, ma con le donne ho qualche remora in più... Non mi costringa a trattarla come un'animale come molti qui han già fatto"

 

La lasciò tenendo sempre il volto vicino a lei, quegli occhi di gelo e morte fissi nei verdi e felini occhi di Niobe.

 

" Vorrei davvero, davvero tanto, ammazzarti qui e ora, così come vorrei ammazzare ogni singolo Russo di merda che mi ha toccata in questi ultimi tre fottuti anni..." Mormorò serafica e con una sincerità disarmante " Ma so che non risolverei nulla e che se non sarete voi, sarà qualcun'altro come gli Americani o i Giapponesi a farmi fare la fine del sorcio... Però soldato, se non vuoi che aggiunga un paio di ricami alla tua faccia... Non azzardarti a rimettermi una mano addosso come hai fatto prima ed ora..."

 

Dragunov per tutta risposta la riprese per il collo

 

" Provaci e ti assicuro che quello che hai passato qui, ti sembrerà il paradiso a confronto di quello che IO ti farò... Ora fai la brava bambina e fai tutto quello che ti dico e ti assicuro che finché  sarai con me, non ti succederà nulla."

 

Lo sguardo di lei si addolcì e un sorriso increspò le sue labbra. " Grazie "

 

"Grazie?" Dragunov era sempre più spiazzato, e mentre una parte di lui voleva torcerle il collo, dall'altra le faceva una pena infinita per la sorte che sapeva avrebbe avuto.

 

Lei annuì " Grazie per trattarmi come una persona e non come una bestia "

 

 

Lo seguì docilmente fino alla camionetta militare e si fece issare a bordo senza un fiato. Con gli occhi colmi di quieta rassegnazione si mise a sedere, poggiando il capo al telone della camionetta e osservando la scia di polvere che si lasciavano dietro, mentre il sole tingeva tutto di sangue scendendo oltre la linea dell'orizzonte.

  
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