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Autore: cheekbones    30/03/2012    8 recensioni
[Sequel di NCIS - High School Version]
"Ziva?" sibilò Tony, nel buio.
"Che c'è?"
"Ti amo"
Si voltò verso di lui. "Ti sembra il momento?"
"Beh, si, mi sembra proprio il momento, in effetti"
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, Lime | Avvertimenti: nessuno
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NCIS

[Spoiler]

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9x13



Ziva pensò che McGee era cambiato. Certo, chiunque cambia, in tre anni; lei però lo vedeva cambiato in tutto e per tutto. Il ragazzino del liceo era violentemente sparito - chissà quando, chissà perchè. Le rughe ovviamente non c'erano, ma lei poteva vedere le rughe interiori, quelle che rimangono nascoste, ma ce ne si può accorgere, se solo si osserva bene. O meglio, se l'osservatore ti conosce bene.
Era ambiguo. Erano passati tre anni, ma Ziva sentiva quell'alchimia, quell'amicizia, che la legava a Timothy fortemente presente, come se non si fossero mai lasciati. Non aveva mai nascosto il debole che aveva per quel ragazzino mingherlino. Era stato il primo a fare breccia nel suo cuore, anche prima di Tony; era stato suo amico, suo confidente, il suo primo vero rapporto d'amicizia, forse.
Nessuno, con lei, aveva usato la delicatezza di McGee. Nessuno, d'altronde, l'avrebbe più fatto. Sentiva di poter discutere anche del pranzo, con lui. Come se davvero tra loro non ci fossero tre anni e tanto dolore.
Lei sapeva che nella mente di Timothy c'erano gli stessi identici pensieri, riusciva a vedere ogni singola smorfia del suo volto a rallentatore.
"Ho una gran voglia di abbracciarti, Zee" le disse, come se non fossero circondati da trenta persone.
Il Mossad le aveva insegnato a trattenere le emozioni e lo fece anche quella volta. "Fallo" sussurrò, semplicemente. Con McGee non erano mai servite molte parole, perchè si capivano subito.
"Vieni qui" McGee sorrise lievemente e si alzò, prendendola per una mano. Si abbracciarono: "Mi sei mancata"
"Anche tu mi sei mancato..." solo in quel momento si potè permettere un groppo nostalgico alla gola e costrinse le lacrime a fare marcia indietro. "Molto più di quanto immagini, Tim"


"Come mai sei tornata?" McGee prese un sorso della sua coca-cola e, subito dopo, addentò una patatina. Ziva lo guardò attentamente mangiare, prima di rispondere: gli mancava il vecchio McGee, il ragazzetto che sbrodolava dappertutto.
"Per lavoro" scrollò le spalle.
"Lavoro? Uh, lavori già?"
"Si" guardò altrove, cercando di non far leggere altro nei suoi occhi. Era Tony, di solito, quello che riusciva a scannerizzarla, ma non si poteva mai sapere. McGee le aveva fatto una ramanzina di venti minuti abbondanti, ma l'abbraccio di poco prima le aveva fatto dimenticare tutto. C'era voluto un pò per farlo riprendere dallo shock, in effetti, ma aveva reagito meglio di come si aspettava.
"Mi fai così stupido?" alzò un sopracciglio. "Che ci facevi in camera di Scott?"
Ah, già. Lo speaker. "Problemi di biblioteca" scherzò. "Piuttosto... tu come lo conosci?"
"Al corso di ingegneria meccanica. E poi, gli avevamo chiesto di salutare Tony prima della sua partenza, sai... quando ti ho beccata nella sua stanza, ero venuto a prenderlo, Abby aveva invitato anche lui. Lo sai com'è fatta, fa le cose in grande!"
"Ricordo vagamente" sorrise sorniona. "Quindi lo conosci bene. Che tipo è?" inclinò la testa, fingendo di interessarsi alla sua pizza.
"Stai scherzando?!" ringhiò Tim. "Non ci vediamo da tre anni, dopo che sei scappata, dopo che è successo tutto quello che è successo!, e mi domandi di Scott?! Lo Scott sfigato quasi quanto me al liceo, lo stesso Scott che lavora alla radio?!" prese un respiro. "C'è qualcosa sotto"
Ziva scosse la testa, divertita. "Era per parlare. Va bene, dimmi un pò: come ti vanno le cose?" chiese, questa volta con serietà.
McGee sorrise. "Cosa vuoi sapere?"
"Ti vedo... cambiato. Più... vecchio" si morse le labbra.
"Vorrai dire maturo, spero" ridacchiò. "In effetti si. Ti sei persa parecchie cose quando te ne sei andata"
"Ovvero?"
"Non ho vinto la borsa di studio per il MIT" mormorò. "Mi è passato davanti il figlio di un chirurgo, solo perchè suo padre aveva certe conoscenza, sai com'è. I miei genitori non potevano permettersi di mandarmi nel Massachusetts, pagarmi affitto, retta e libri. Così ho fatto domanda qui e mi hanno preso" alzò lo sguardo liquido su di lei. "Non che me ne penta! Qui c'era Tony, che mi ha offerto di dividere casa con lui ad un buon prezzo. Per un certo periodo c'è stata Abby, ma come ti ho detto mi ha lasciato per andarsene in Europa"
"Come mai?"
"Non voglio farti sentire in colpa" la guardò di sottecchi. "Ma la tua partenza ha sconvolto parecchio gli animi. Per un periodo sembrava che Abby fosse... una tua sostituta. Parlava come te, vestiva come te. Ha - abbiamo provato persino a cercarti, ma sapevamo che con tuo padre al Mossad sarebbe stato praticamente impossibile. Aggiungi il fatto che ero stato rifiutato al MIT, Tony non sapeva dove sbattere la testa se non all'Università, nelle feste delle confraternite, e Abby... ha... scoperto di essere stata adottata" annuì allo sguardo atterrito di Ziva. "Già. Io e Tony le siamo stati accanto come potevamo ma... avevo l'impressione che non bastasse. Così è partita"
Ziva si passò una mano sul viso. "Non pensavo... non credevo che..."
"Oh, tranquilla. Abby è sempre la stessa, si è ripresa abbastanza in fretta. Ha cercato per un sacco di tempo i suoi genitori biologici, ma è riuscita a trovare solo un fratello, Kyle" McGee rivolse lo sguardo in un punto lontano. "E' stato strano. Tremendo, come se tu fossi andata via una seconda volta" si riscosse. "Ma ci siamo rimessi insieme, alla fine"
"Vedo" mormorò. "L'ho sempre saputo che eravate fatti per stare insieme"
"Forse. O forse no" poggiò la guancia sulla mano. "Per ora so di amarla. Ma Abby è una mina vagante, potrebbe lasciarmi anche ora"
"E... " Ziva divenne rossa e si schiarì la voce. "di lui, che mi dici?"
McGee sorrise. "Tony?" Ziva annuì. "Oh, beh. Dire che è stato male, è semplicemente riduttivo. Lo vedevo solo bere e bere e bere, oltre che lamentarsi. Improvvisamente, non so come, ma si è ripreso. Penso sia stato merito dell'Università e del fatto che aveva già deciso di tentare la carriera in polizia - detto fra me e te, non pensavo l'avrebbero preso" fece una smorfia vittoriosa. "Siamo tutti fieri di lui. Anche se non credo ti abbia completamente dimenticata" mormorò. "Ora sta con una ragazza: Wendy"
La ragazza finse che la notizia non le facesse effetto. "Mi fa piacere"
"... ma non la ama. Si vede. E' completamente diverso da come era con te" diede un morso alla pizza, oramai fredda.
"Mi stupirei del contrario! Eravamo al liceo, ora si hanno relazioni adulte, McGee" Disse, con la solita aria da donna matura che utilizzava con lui al liceo.
"Mh... certe cose, come dire, sono semplicemente destinate ad essere"



jkhjk

- Look at me and Tim. It was meant to be

Abby, to Tony, 9x04



"Sei un idiota!" Abby colpì il suo ragazzo con un forte pugno sulla spalla. Tim si lamentò eccessivamente, carezzandosi la parte lesa.
"Che ho fatto?"
"Che hai fatto?!" strillò. Timothy fu tentato di chiuderle la porta in faccia, ma l'amava troppo e temeva troppo la sua furia. Una furia che, in quell'istante, vedeva crescere di minuto in minuto. "Tony è partito e tu, razza di migliore amico ingrato, non c'eri!" gli tirò un altro pugno ed entrò, spingendolo via. McGee alzò gli occhi al cielo, divertito più che spaventato.
"Lo so, hai ragione, ma il professore mi ha beccato all'uscita dell'ultima lezione e..."
"Per due ore?" lo guardò in cagnesco, battendo ritmicamente il piede sul pavimento.
"Sss.. no! Poi ho provato a venire, ma sono rimasto imbottigliato nel traffico" alzò le spalle. Abby lo fissò intesamente per qualche secondo. Quando decise che poteva credergli, si lasciò andare tra le sue braccia. "Tim, quest'appartamento non è più lo stesso senza Tony" miagolò.
McGee si guardò in giro: effettivamente, l'appartamento si era praticamente svuotato. Anche a lui mancava Tony - gli mancava terribilmente, come quando un fratello maggiore parte per il college. Non l'avrebbe mai ammesso davanti a lui, naturalmente.
"Vado a preparare qualcosa da mangiare. L'aspetto positivo della partenza di Tony è che posso rimanere qui quanto mi pare..." gli sorrise sorniona. "E non dobbiamo chiudere le porte" ammiccò e si diresse in cucina, lasciando un McGee color porpora in mezzo al corridoio.
Tossicchiò leggermente e decise di distrarsi, inviando un messaggio al suo amico, sull'aereo per Baltimora.

Ehi, DiNozzo! Mi spiace non essere venuto all'aereporto, ho avuto un mezzo impegno al campus. Appena arrivi, chiama, a qualsiasi ora.
Buona fortuna!
 P.s.: Se decidi di scappare, lascio un letto libero.

Chiuse il menù dei messaggi e raggiunse Abby in cucina. Ziva gli aveva chiesto di non dire niente, perchè, fosse stato per lui, l'avrebbe portata di peso all'aereoporto, per beccarsi la scenata della sua ragazza e il successivo mancamento di Tony.
Anche se la sua vecchia amica aveva provato a sviare le domande, aveva compreso che non si trovava negli USA per motivi di semplice lavoro: poteva vagamente intuire di che lavoro si trattasse; insomma, suo padre era pur sempre il Direttore del Mossad. Sperò, in cuor suo, che Ziva non si fosse arruolata, poichè sarebbe stato molto più difficile per lui farla ritornare a casa.
Si, perchè Timothy McGee aveva un piano. Un piano assurdo, che non poteva funzionare, ma lui c'avrebbe provato lo stesso: far tornare tutto, ma proprio tutto, come era prima.
"A che pensi?" gli domandò Abby.
"A cose belle. Solo cose belle" le cinse la vita con un braccio e le baciò la guancia.

E' un modo carino per dirmi che ti manco, McSMS? Io sono appena arrivato, è tardi, ho preferito non chiamarti.
Grazie, per quel letto. So che c'è, anche se non me l'avessi detto.
A domani!
P.s.: Evitate le zozzonerie nel MIO letto.




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Ziva: In the Mossad, part of the training is to be open to things you cannot see, or even understand. 
McGee: You mean the supernatural.

5x06

"Facciamolo!"
"Scordatelo, Tony"
"Dai, Zee! Che ti costa?"
"Ti dico di nnnoomh..." la sua replica venne prepotentemente soffocata dalle labbra di Tony DiNozzo che, pian piano, la stava portando alla macchina, parcheggiata di fronte al liceo Woodrow. "Tonyy..." mugugnò Ziva, senza una reale replica.
"Tanto lo so che vuoi saltare la scuola quanto me" le sorrise accattivante. "Non mi va di fare due ore con Gibbs. Lo sai quant'è pesante di Lunedì mattina! E spiegherà sicuramente l'argomento nuovo, quindi niente interrogazioni, ergo..."
"Nessun sonnellino sul banco" completò per lui Ziva. "Ma non possiamo saltare la scuola, Tony. Seriamente" sbuffò.
"Seriamente..." ripetè il ragazzo, giocando con una sua ciocca di capelli. "... non voglio vedere nessuno stamattina. Non mi va. Mi sono svegliato male e l'unica cosa che potrebbe migliorare questa giornata è passare cinque ore con te, in un posto isolato dal resto del mondo" poggiò la fronte sulla sua.
"Sei... sei..." Ziva digrignò i denti. "Tanto non mi convinci!"
"Ti prego. Ti prego. Ti prego" sussurrò, alternando un bacio a stampo ad ogni preghiera. "Giuro che tengo le mani a posto"
Ziva lo guardò, indecisa. "E va bene" si arrese e sorrise, vedendolo esultare. "Ma ti proibisco di tenere le mani a posto"
"... la mia piccola ninja ninfomane!"

"Ehi!" una mano la riscosse dal sonno. "Ehi! Stai occupando un tavolo, dobbiamo chiudere, qui" la avvisò la cameriera di poco prima.
Ziva si stropicciò gli occhi e si guardò in giro: era alla caffetteria dell'Università, ed erano quasi le undici. Stava aspettando Michael da un'ora, dopo che era tornata da quella cena improvvisata con McGee. Che fine aveva fatto? Preferì non andarlo a cercare, per evitare di essere riconosciuta da qualcun altro. Certo, Tony era partito per Baltimora ed Abby sicuramente era tornata a casa.
Ma meglio evitare incidenti. Si voltò verso la cameriera: "Devo aspettare il mio fidanzato, è un assistente. Posso stare altri cinque minuti?" il suo viso stravolto dovette fare breccia nel cuore della giovane, perchè sospirò e la lasciò stare.
Da quando era arrivata negli Stati Uniti dormiva poco: passava l'intera nottata a sognare Tony, quello che aveva fatto con Tony, talvolta le uscite con Abby, le chiacchierate con McGee al telefono, di notte, il ballo scolastico, il terrore per le interrogazioni di Gibbs. E, tutte le volte, non poteva impedire a quel fastidioso senso di vuoto farsi strada tra i suoi organi interni.
Chi te l'ha fatto fare, di tornare qui? Era la domanda ricorrente, a cui non riusciva a dare ancora una risposta.
Neanche il caso, era riuscita a risolvere! Non si era affatto dimenticata del buco nell'acqua di quel pomeriggio, alla radio. Doveva trovare qualche altra cosa e scoprire il segreto di quelle voci strane.
Poggiò la guancia sul palmo della mano e, in testa, ripetè mentalmente tutte le parole della registrazione. Sapeva che le stava sfuggendo qualcosa, ma non sapeva ancora dove andare a cercare il lampo di genio.
"Cos'è che mi aveva colpita, la prima volta?" mormorò, tra sè e sè. La pronuncia troppo perfetta, la totale assenza di un accento, suoni metallici come se le voci fossero... "Finte!" esultò, battendo il palmo sul tavolino. La cameriera la guardò come se fosse pazza.
Ziva si diede mentalmente della stupida, per non averci pensato prima: già le sembrava strano che degli studentelli arabi organizzassero un attentato terroristico, ancora più strano che frequentassero l'Università negli Stati Uniti. Ma se erano americani e, di certo, non studenti, allora tutto combaciava. Potevano utilizzare le Università come copertura - e quindi sono falsi anche i quattro nomi che abbiamo.
Il prossimo passo era scoprire, prima di tutto, dove avevano creato le voci finte e, soprattutto, se erano davvero americani. In ogni caso, il Mossad aveva preso una vera cantonata.






















































Maia says:



Oh là là! Allora, cominciamo: questi terroristi sono davvero quello che il Mossad credeva? Acciderbolina, i perfettissimi servizi segreti degli Israeliani, per una volta, si sono sbagliati! Ziva è appena una recluta, ma ha già fatto, in un giorno, quello che Michael non è riuscivo a fare in poche settimane. E' una grande, lo so *-*
Mi sono accorta che, con la story-line, sto un sacco indietro xD Dicevo l'altro giorno ad una cara lettrice che mi verrà un sacco di capitoli, a meno che non decido di tagliare qualcosa :/ Se continuo così, il grande incontro Tiva non lo vedremo mai xD Intanto, vi inserirò qualche flashback qua e là - a fine storia, la MIA Ziva avrà una psicosi, probabilmente.

VOGLIO FARE UNA DEDICA *-* Me lo permettete?

Al mio prof. preferito,
che ha deciso di interrogare dopo Pasqua. jhgjg
TI ADORO, PROFFO! <3



(uhuhuhuhuhuhuhuhuhuhuh)

Vedo che siete tutti abbastanza d'accordo con le frasi spoiler :D In ogni caso, metterò un avvertimento piccolo piccolo, tanto per evitare guai con chi magari non recensisce, ma legge x'D Siete tutti avanti, con le puntate, eeeh?! Pure io! :D (nda a questo proposito, dopo aver letto gli spoiler sulla 9x20 -> fgdfg. Passo e chiudo!)


Al prossimo capitolo, squadra!


Amalia.




  
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