Novità...
Ciel era rimasto senza
parole.
Alexio se ne era andato lasciandolo lì.
Certo aveva immaginato una reazione.
Si era preparato al dolore del sigillo.
Si era preparato al peggio.
Perfino alla violenza.
Ma non era accaduto nulla
di tutto ciò.
Non si aspettava assolutamente una cosa del genere.
Il demone se ne era andato semplicemente.
Ma quando lui lo aveva schernito ricordandogli il suo secondo
nome qualcosa era successo.
Aleixo aveva immediatamente voltato il viso.
Tutta l’ira che traboccava da quegli occhi carmini era
svanita.
Il suo posto era stato preso da… malinconia, dolore,
delusione?
Il ragazzo non avrebbe saputo dirlo.
Sentiva dentro di se di aver “spezzato” qualcosa.
Che lo avesse ferito?
Impossibile.
Già il suo nome, Aleixo Agapios.
“Difensore dell’Amore Divino”.
Nome non molto adatto ad un essere demoniaco.
Che Sebastian non fosse chi diceva di essere?
O meglio, che in precedenza fosse stato qualcos’altro come
lui era stato umano?
Agapios era un dei demoni più potenti che vivevano sulla
terra.
Antico più della stessa civiltà occidentale.
Sui libri demoniaci era dipinto come un essere superiore
persino tra i demoni.
Il suo nome era leggenda per i suoi simili.
Antico e potente, Aleixo era stato ribattezzato.
Animarum
era un “titolo” dato solo ed
esclusivamente
ai Demoni Superiori.
Non anime qualsiasi, ma speciali, potenti… prelibate.
Questo significava che aveva subìto una trasformazione.
I loro poteri erano quasi
al pari di uno Shinigami o forse di poco
inferiori.
Se poi avesse mai potuto essere ferito nell’animo.
Magari nemmeno la possedeva un’anima.
Decisamente.
Probabilmente era l’unico demone che soffriva di mal di
testa.
Respirò profondamente.
Si schiarì la mente.
Quella scarica di piacere avuta nel prendersi gioco di quel
demone.
Ciel Phantomhive, non si sarebbe più fatto mettere i piedi
in testa da nessuno.
Gli occhi gli si illuminarono.
Un ghigno era comparso sul suo volto.
Ora ne avrebbe dovuto sopportare le conseguenze.
Mai stuzzicare il "cane" che dorme.
I giorni passarono e del
demone maggiore nessuna traccia.
Ormai erano due mesi che era sparito nel nulla.
Non che al ragazzo gliene importasse molto, ma lui era un
Vassallo e aveva degli obblighi.
Nel caso il suo padrone fosse stato in pericolo avrebbe dovuto
accorrere.
Certo non avrebbe fatto chissà cosa per salvarlo, ma non
voleva mancare ai suoi doveri.
Dalla sua camera poteva godersi appieno il tramonto rosso
sangue.
Era davanti al suo armadio a specchio come sempre.
Tolse la casacca di pregiata fattura.
Sbottonò la bianca camicia di seta.
Il sigillo era cambiato.
Si scoprì il petto per esaminare meglio il simbolo.
Per meglio dire era il pentacolo ad essersi schiarito.
Mentre un altro simbolo si era sovrapposto ad esso.
Tre linee semicircolari si intrecciavano per dare vita ad
una nuova immagine.
Non si era mai sentito così.
La sua vita umana era stata rovinata da dei bastardi.
Aveva accarezzato l’idea di godersi la pace nella morte
cadendo nell’oblio assoluto.
Ma no, sua signoria il “Corvo delle Anime” aveva
avuto la
brillante idea di rovinargli anche quella.
Dopo che lui, Ciel Phantomhive, aveva dimostrato che poteva
“tenergli testa” lui fa il bambino e scappa!
Lo avrebbe trovato anche in capo al mondo.
Niente più sotterfugi, mezze frasi, prese in giro.
Voleva la verità.
Già ma come?
Lui poteva essere trovato e seguito a distanza dal suo
padrone.
E, purtroppo, come il contratto non era valido il contrario.
Il Vassallo non poteva rintracciare a distanza il suo
padrone.
Poteva percepirne la presenza, ma non sapere dove fosse
esattamente.
Come se il controllo di Aleixo su di lui fosse diminuito.
Sì perché lo stava aspettando.
Non aveva dato peso all’assenza del
“coinquilino”.
Anzi si sentiva quasi liberato da un peso.
Ma non era cresciuta solo quella.
Uno strana sensazione di “mancanza” era nata dentro
di lui.
Tuttavia, non l’avrebbe mai ammesso, nemmeno con se stesso.
Era più semplice pensare di volere solo delle spiegazioni.
Corse in biblioteca, non sapeva da dove altro iniziare.
Ricordava di aver letto qualcosa a proposito di un modo per
rintracciare i demoni.
Che seccatura.
Sarebbe stato più complicato, se lo sentiva.
Ma in quale occasione lui aveva avuto la vita facile?
Semplice.
Mai.
Era notte fonda.
In questo caso fu un bene che non fosse un umano.
Almeno non necessitava di dormire per riprendere le forze.
Man mano che la lettura procedeva l’espressione di Ciel non
mutò.
Finché non arrivò a quella frase.
“Condizione
necessaria per far sì che si possa rintracciare
il demone: il rituale deve essere eseguito da un essere di pari potenza
o
superiore.”
Strinse i pugni fino a far
sbiancare le nocche.
Le unghie affilate penetrarono nella carne.
Gocce vermiglie caddero sul pavimento.
Si doveva calmare.
Ricordò la definizione di Demone Superiore.
Ricordò, che quando si veniva definiti tali, la potenza
raggiungeva quasi o era pari a quella di uno Shinigami.