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Autore: Lost Tsukiko    30/03/2012    4 recensioni
"Lui non era morto per malattia, incidente, suicidio o omicidio. Soprattutto non era morto per omicidio.
Un uomo che toglie la vita ad un altro essere umano, nulla sarebbe stato più lontano dalla realtà.
Da quel dannato giorno, da quando aveva stipulato il contratto, non un solo uomo aveva potuto seriamente alzare le mani su di Lui, figuriamoci togliergli la vita."
Dimenticatevi dell'anime, di angeli assessuati, demoni che ballano il tip tap e di ragazzini sociopatici.
Questa fic si svolge dopo 10 anni dall'incontro tra Sebastian e Ciel e narra ciò che potrebbe succedere alla fine del contratto.
La traccia base è stata scritta inizialmente dalla mia amica Hitomi, io l'ho messa nero su bianco.
Ho reputato di mettere l'avvertimento OOC per scrupolo. Faccio di tutto per restare IC, ma certe situazioni diventerebbero ingestibili... quindi qualcosa di OOC c'è.
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciel era rimasto senza parole.
Alexio se ne era andato lasciandolo lì.
Certo aveva immaginato una reazione.

Si era preparato ad un attacco di collera.
Si era preparato al dolore del sigillo.
Si era preparato al peggio.
Perfino alla violenza.

Ma non era accaduto nulla di tutto ciò.
Non si aspettava assolutamente una cosa del genere.
Il demone se ne era andato semplicemente.

Si era alterato quello era vero, anzi era furioso nell’immediato.
Ma quando lui lo aveva schernito ricordandogli il suo secondo nome qualcosa era successo.

I loro sguardi dopo quella battuta si erano incrociati solo per pochi secondi.
Aleixo aveva immediatamente voltato il viso.

Tuttavia l’ex conte aveva visto il cambiamento dello sguardo del demone.
Tutta l’ira che traboccava da quegli occhi carmini era svanita.
Il suo posto era stato preso da… malinconia, dolore, delusione?
Il ragazzo non avrebbe saputo dirlo.

Ripensando a quell’espressione Ciel si sentiva strano.
Sentiva dentro di se di aver “spezzato” qualcosa.
Che lo avesse ferito?
Impossibile.

Lo aveva chiamato per nome… e lo aveva fatto irritare.
Già il suo nome, Aleixo Agapios.
“Difensore dell’Amore Divino”.
Nome non molto adatto ad un essere demoniaco.
Che Sebastian non fosse chi diceva di essere?
O meglio, che in precedenza fosse stato qualcos’altro come lui era stato umano?
Agapios era un dei demoni più potenti che vivevano sulla terra.
Antico più della stessa civiltà occidentale.

Poi lo aveva chiamato con il suo soprannome o nuovo nome… Cantet Animarum .
Sui libri demoniaci era dipinto come un essere superiore persino tra i demoni.
Il suo nome era leggenda per i suoi simili.
Antico e potente, Aleixo era stato ribattezzato.
Animarum  era un “titolo” dato solo ed esclusivamente ai Demoni Superiori.

Un Demone Superiore era un essere che si era cibato di migliaia di anime.
Non anime qualsiasi, ma speciali, potenti… prelibate.
Questo significava che aveva subìto una trasformazione.
I loro poteri erano  quasi al pari di uno Shinigami o forse di poco inferiori.

Come avrebbe mai potuto ferire un simile essere?
Se poi avesse mai potuto essere ferito nell’animo.
Magari nemmeno la possedeva un’anima.

Ora stava vaneggiando.
Decisamente.

Ciel si massaggiò le tempie.
Probabilmente era l’unico demone che soffriva di mal di testa.
Respirò profondamente.
Si schiarì la mente.

Riaffiorò prepotente il ricordo di “quella” meravigliosa scarica di piacere.
Quella scarica di piacere avuta nel prendersi gioco di quel demone.

Finalmente dentro di sé aveva “ricordato” chi era.
Ciel Phantomhive, non si sarebbe più fatto mettere i piedi in testa da nessuno.
Gli occhi gli si illuminarono.
Un ghigno era comparso sul suo volto.

Che Sebastian, Aleixo o come diamine voleva farsi chiamare cucinasse nel suo brodo.

Si era divertito a provocarlo?
Ora ne avrebbe dovuto sopportare le conseguenze.
Mai stuzzicare il "cane" che dorme.

I giorni passarono e del demone maggiore nessuna traccia.
Ormai erano due mesi che era sparito nel nulla.
Non che al ragazzo gliene importasse molto, ma lui era un Vassallo e aveva degli obblighi.
Nel caso il suo padrone fosse stato in pericolo avrebbe dovuto accorrere.
Certo non avrebbe fatto chissà cosa per salvarlo, ma non voleva mancare ai suoi doveri.

Il Phantomhive si affacciò alla finestra.
Dalla sua camera poteva godersi appieno il tramonto rosso sangue.

Finito quello spettacolo magnifico Ciel si preparò per la notte.
Era davanti al suo armadio a specchio come sempre.
Tolse la casacca di pregiata fattura.
Sbottonò la bianca camicia di seta.

Quello che vide lo scioccò.
Il sigillo era cambiato.
Si scoprì il petto per esaminare meglio il simbolo.

Passò le sue dita sottili su quei segni che deturpavano la sua pelle.

Il sigillo era come sbiadito.
Per meglio dire era il pentacolo ad essersi schiarito.
Mentre un altro simbolo si era sovrapposto ad esso.
Tre linee semicircolari si intrecciavano per dare vita ad una nuova immagine.

Ciel Symbol

Cosa significava tutto ciò?
Quella dannata sensazione di aver “rotto” qualcosa tra lui e Agapios ritornò.
Non si era mai sentito così.

Dannato Sebastian, perché lo aveva trasformato, perché?
La sua vita umana era stata rovinata da dei bastardi.
Aveva accarezzato l’idea di godersi la pace nella morte cadendo nell’oblio assoluto.
Ma no, sua signoria il “Corvo delle Anime” aveva avuto la brillante idea di rovinargli anche quella.

Infine, dopo averlo fatto rinascere, averlo schernito e ferito dicendogli che non era niente senza la sua vendetta… sparisce!
Dopo che lui, Ciel Phantomhive, aveva dimostrato che poteva “tenergli testa” lui fa il bambino e scappa!

Ora era stufo, ne aveva piene le tasche.
Lo avrebbe trovato anche in capo al mondo.
Niente più sotterfugi, mezze frasi, prese in giro.
Voleva la verità.

Doveva trovarlo.
Già ma come?

Il sigillo che aveva sul petto funzionava esattamente come il contratto.
Lui poteva essere trovato e seguito a distanza dal suo padrone.
E, purtroppo, come il contratto non era valido il contrario.
Il Vassallo non poteva rintracciare a distanza il suo padrone.
Poteva percepirne la presenza, ma non sapere dove fosse esattamente.

Inoltre, quel dannato segno stava svanendo.
Come se il controllo di Aleixo su di lui fosse diminuito.

Nei giorni trascorsi ad aspettare il suo rientro Ciel non si era accorto di nulla.
Sì perché lo stava aspettando.

Per i primi giorni si era comportato come sempre.
Non aveva dato peso all’assenza del “coinquilino”.
Anzi si sentiva quasi liberato da un peso.

Giorno dopo giorno, però, la sua irritazione era cresciuta.
Ma non era cresciuta solo quella.
Uno strana sensazione di “mancanza” era nata dentro di lui.
Tuttavia, non l’avrebbe mai ammesso, nemmeno con se stesso.
Era più semplice pensare di volere solo delle spiegazioni.

Per prima cosa si rivestì.
Corse in biblioteca, non sapeva da dove altro iniziare.
Ricordava di aver letto qualcosa a proposito di un modo per rintracciare i demoni.

Quello che doveva trovare però era un Demone Superiore.
Che seccatura.
Sarebbe stato più complicato, se lo sentiva.
Ma in quale occasione lui aveva avuto la vita facile?
Semplice.
Mai.

Trovò il rotolo che gli interessava.
Era notte fonda.
In questo caso fu un bene che non fosse un umano.
Almeno non necessitava di dormire per riprendere le forze.

Le parole scorrevano sotto i suoi occhi.
Man mano che la lettura procedeva l’espressione di Ciel non mutò.
Finché non arrivò a quella frase.

“Condizione necessaria per far sì che si possa rintracciare il demone: il rituale deve essere eseguito da un essere di pari potenza o superiore.”

Sul suo viso prima comparve stupore, poi incredulità e infine ira.

Strinse i pugni fino a far sbiancare le nocche.
Le unghie affilate penetrarono nella carne.
Gocce vermiglie caddero sul pavimento.

Chiuse le palpebre e respirò profondamente.
Si doveva calmare.

Un lampo gli attraversò la mente.
Ricordò la definizione di Demone Superiore.
Ricordò, che quando si veniva definiti tali, la potenza raggiungeva quasi o era pari a quella di uno Shinigami.

Forse era ora di tornare a Londra e attirare l’attenzione di un essere rosso di sua conoscenza.

   
 
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