Fanfic su artisti musicali > MultiBand/Crossover
Segui la storia  |       
Autore: Blackie_    30/03/2012    1 recensioni
Bill Kaulitz è il famoso cantante dell'altrettanto famosa band tedesca Tokio Hotel... Ma nessuno sa che il ragazzo vive una doppia vita: un lavoro in un locale notturno berlinese, uno sporco gioco di piacere, peccato e lussuria.
L'incontro con Ville, affascinante finlandese dai magnetici occhi verdi, finirà per segnarlo nel profondo. Perchè non puoi giocare con ciò che non riesci a dominare.
"-Adesso facciamo un bel gioco, e ti assicuro che giocherò pesante angelo mio- Bill sentì quelle parole tatuarsi a fondo nella propria mente, esattamente nel tono in cui le aveva appena pronunciate l'uomo
-Ma a te piace giocare, non è vero?-"
Genere: Angst, Erotico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: HIM, Tokio Hotel
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ne posto due di seguito, poichè dopodomani parto XD in questo c'è mooooolta più "azione" che nel precedente u.u buona lettura a chi c'è^^
______________________________________________

Chapter 5: All'Inferno, la mia fetta di Paradiso


Bill entrò all'Eros giovedì sera. Stranamente in ansia.
Tale ansia, lo sapeva, era dovuta ad un paio di occhi verdi che lo aspettavano laggiù in basso, fra tutti gli altri sguardi, che parevano insignificanti paragonati a quello di Ville.
Mandò giù la vodka liscia tutta di un fiato, di solito non beveva molto prima di esibirsi, dato che rischiava di compromettere il suo equilibrio, già precario sui tacchi. Nonostante ciò, quella sera aveva bisogno di rilassarsi, altrimenti avrebbe finito per bloccarsi.
Ogni tanto gli succedeva, succedeva che, mentre ballava sul palco, si rendesse conto di essere ancora l'altro Bill, quello del giorno per intenderci, e non riusciva più a lasciarsi andare; una volta era addirittura scappato bruscamente dietro le quinte…
Quella sera però, beveva soprattutto per scacciare Ville dalla propria mente. Almeno per un po', visto che già sapeva che quell'uomo non l'avrebbe lasciato andare via senza aver ottenuto ciò che voleva. La stessa cosa che desiderava ardentemente anche Bill, da ben tre giorni.
Gettò un occhiata vanitosa allo specchio che rifletteva la sua immagine alta e longilinea, fasciata interamente di pelle e da cerone bianco sul viso, interrotto dagli occhi, truccati come un Cigno Nero.
Si leccò le labbra, assaggiando il sapore di un altro drink, era già abbastanza brillo per potersi lasciare andare del tutto e dare il meglio di sé.

Entrò in scena con una camminata felina e si lasciò ammirare per un po', prima di cominciare ad aggrapparsi al suo palo.
Gli fu inevitabile cercare gli occhi verdi di Ville tra la folla, stupendosi di non trovarli. Scosse la testa e continuò, sorridendo con le labbra macchiate di un nero lucido.
Si mise a carponi sul palco, dando le spalle al pubblico e inarcando la schiena.
Le sentì in fretta, pacche, palpate e commenti poco decenti che lo fecero ridere.
Si voltò e gattonò fino al limite della pedana, sguardo assassino. Si leccò le labbra fissando un tizio in prima fila, ciuffo castano e occhi chiari, molto carino.
Posò la sua mano sotto al suo mento e gli regalò le proprie labbra in un bacio appena accennato, sorridendo nell'udire i fischi provenire da gran parte della platea.
Quella sera si sentiva proprio in gran forma, e l'alcool lo aiutava a dare il meglio di sé.

A numero finito, dietro le quinte, cominciò a cambiarsi. Indossò gli anfibi, una canottiera nera attillata con uno scaldamuscoli lungo mezzo braccio, posizionato strategicamente sul suo tatuaggio e i pantaloni in pelle di Dsquared.
Cominciò seriamente a domandarsi perché Ville non fosse ancora arrivato, insomma, era stato lui a chiedergli di rivedersi giusto?
Sbuffò pesantemente. In fondo se lo sarebbe dovuto aspettare, probabilmente il finlandese si era già dimenticato di lui, non era stata altro che un'avventura di una notte… Eppure Bill si sentiva tremendamente frustrato, amareggiato quasi… Senza sapersi spiegare il motivo di quella sensazione.
Si stava violentando mentalmente per quei pensieri inutili, quando Tatiana, la transessuale originaria del Venezuela entrò a passo spedito, dirigendosi verso di lui con uno dei suoi soliti sorrisoni
-Oh Bill, tesoro, c'è un tipino qua fuori che chiede della principessa in nero… Mi sa che parli di te!-
E rise, intanto il cuore di Bill perse un battito. Ville!
Scattò verso la porta delle quinte con fin troppo entusiasmo, che si attenuò un poco quando constatò che non era Ville ad aspettarlo, bensì il ragazzo con il quale aveva flirtato prima sul palco.
-Buonasera principessina - Disse semplicemente questi, ammiccando.
Bill gli sorrise avvicinandosi. Certo che lasciava il segno.
-Sera-
-Ti spiace se ti porto via con me… ho pure un amico da presentarti-
Gli strizzò l'occhio, Bill notò con piacere che il tipo ci sapeva fare e annuì seguendolo.
Beh, di sicuro non sarebbe di certo rimasto con le mani in mano per tutta la serata.
L'amico in questione aveva i capelli biondo chiarissimo e sorseggiava un drink seduto sul divanetto di pelle
-Jurgen!! Ho portato un amichetto!-
Bill vide lo sguardo del biondo percorrerlo dall'alto al basso
-Ma bene, dimmi dolcezza, ti va di ballare un po'?-
Bill sorrise senza lasciarsi pregare, e in poco tempo si strusciavano tutti e tre l'uno sull'altro.
Bill si trovava in mezzo e non staccava le labbra dalla bocca del ragazzo bruno, Max, mentre Jurgen gli stava dietro e lo stringeva avidamente per i fianchi.
Il biondo gli leccò il collo fino a salire accanto all'orecchio, Bill rabbrividì al contatto della lingua contro la sua pelle sensibile e si staccò dalle labbra di Max solo per mandare giù il suo mojito d'un fiato.
Il bruno gli sollevò la canottiera fino a sotto le ascelle, infilando le mani e cominciando a toccarlo freneticamente. Bill chiuse gli occhi per qualche secondo, preso dal piacere, per poi riaprirli ed incrociare lo sguardo verde di Ville

Ville varcò la soglia del locale che era già mezzanotte passata. Probabilmente il suo Silberschein si era già esibito, sarebbe stato difficile trovarlo fra la folla.
Ma appena ebbe finito di formulare quel pensiero, vide una sagoma affusolata spiccare fra le altre.
Il ragazzo biondo si trovava in mezzo ad altri due ragazzi, più giovani di Ville, ma probabilmente più vecchi di lui.
Si lasciava baciare, si lasciava toccare e sembrava godere… anche tanto.
Era da mozzare il fiato, gli occhi chiusi, pesantemente truccati, le labbra semidischiuse in un sorriso beato e un drink stretto nella mano guantata e laccata di nero. Ville si sentì subito più accaldato, ma non diede a vedere nulla.
Il biondo aprì finalmente gli occhi magnetici e lo fissò sorpreso, per poi sciogliersi in un sorriso
-Ville! Finalmente eh? Ti unisci a noi??-
Dalla voce si poteva intuire che fosse palesemente ubriaco. In una qualche altra occasione non avrebbe esitato a buttarsi nel gruppo.
Ma Lui, Silberschein, era tutta un'altra cosa. Era suo e doveva rimanere tale, almeno nei loro momenti…
Camminò a passo spedito fino a loro e afferrò il biondo per le braccia. Preso alla sprovvista Bill lasciò andare il bicchiere che si infranse a terra in tante schegge di vetro e ghiaccio, ma nessuno sembrò curarsene.

Bill si ritrovò spalle al muro, gli occhi di Ville accesi e penetranti nei suoi.
-Hey, non conosci le buone maniere? Ci stavamo divertendo…-
Sbuffò infantile il biondino, Ville ridacchiò
-Aspetto da tre giorni… puoi concedermi la precedenza- E fece aderire il proprio corpo ai fianchi magri di Bill
-Sei arrivato tardi- Sbuffò il biondo con la mente annebbiata -Avevo già trovato compagnia…-
Stava giocando Bill, lo provocava, ma l'alcool gli impediva di avere la lucidità necessaria per capire che con il finlandese era meglio non scherzare.
Una scintilla furente attraversò lo smeraldo dei suoi occhi e ben presto Bill si ritrovò la testa schiacciata contro il muro, con una mano di Ville che gli bloccava la mascella e terminava con il pollice sulle sue labbra .
-Vuoi proprio farmi arrabbiare tu?!- Ringhiò, sempre mantenendo quel suo sorriso unico, cattivo e misterioso.
Bill dischiuse piano le labbra e con la lingua leccò il dito che Ville aveva posato sulla sua bocca, senza smettere di guardarlo negli occhi, sornione.
L'uomo scoppiò a ridere e lo baciò sulle labbra
-Mi farai impazzire prima o poi stronzetto!- Anche Bill rise
-è esattamente ciò che voglio…- Riprese poi il contatto con le labbra del finlandese, il quale lo trascinò sopra di sé, stendendosi su un divanetto soffice e rosso. Rosso come la passione.
Bill sorrise, sedendosi su di lui e accarezzando il petto muscoloso di Ville che lasciava intravedere i pettorali anche da sopra la maglietta. Il ragazzo sapeva che questa sua dominanza era soltanto momentanea, tempo pochi minuti e Ville l'avrebbe trascinato via e posseduto di nuovo. In fondo era questo che voleva giusto?
-Andiamocene via di qui…- Sussurrò roco il ragazzo all'orecchio del finlandese, dalla sua mente erano già spariti i due ragazzi di prima. Ora tutto girava attorno a Ville e ai suoi occhi verdi.
-Non aspettavo altro- Fu la risposta dell'uomo. Bill si lasciò portare via ancora, ancora in quella sinfonia di dolore e piacere. Ancora si rese schiavo per Ville.

Erano in camera di Ville, sudati ed accaldati, Bill che ansimava sotto al finlandese, le gambe allacciate dietro alla sua vita. Le braccia legate sopra la testa. Non l'aveva imbavagliato quella volta, voleva baciarlo, gli aveva detto, e infatti la sua lingua continuava ad esplorare avidamente il palato del biondo, e soffocava le urla e i gemiti dolorosi di quest'ultimo.
Rallentò un attimo il ritmo delle spinte e gli scostò un ciuffo di capelli dorati dalla fronte. Bill aveva le guance arrossate e gli occhi socchiusi, la mascella stretta forte per evitare di urlare ad un volume troppo alto.
-Sei stato davvero stronzo stasera sai…- Gli sussurrò scherzosamente -Non dovresti prenderti la libertà di scherzare con me.-
Un colpo di frustino contro il costato accompagnò una spinta più forte, e Bill non riuscì a trattenere l'urlo che fece disegnare un sorriso divertito sul volto di Ville
-Hai ragione…- Mormorò il biondo sulle sue labbra. La sua voce era suadente e bassa, paragonabile al miagolio di un gatto.
-Sono stato proprio un bimbo cattivo…- Sorrise, e posò la guancia contro all'orecchio dell'uomo
-Puniscimi!- Disse in un soffio.
Ville sgranò gli occhi, sarebbe potuto venire soltanto per quell'ultima parola. Invece raccolse il frustino e lo colpì, sull'addome, sulle gambe, accompagnando ogni colpo ad un spinta forte.
Bill inarcò la schiena e l'uomo posò entrambe le mani sopra le sue spalle, attirandolo di più verso di sé e lasciando profondi e rossi segni delle proprie unghie.
Era come se non gli interessasse più l'eventualità che qualcuno avesse potuto sentirli. Ascoltava le urla di dolore del biondo come una dolce melodia, una sensazione di potenza e supremazia che lo pervadeva. Gli sembrava di essere riuscito a piegare un angelo, perché un angelo sembrava Silberschein, a prima vista almeno…
Le sue urla e i suoi gemiti di piacere si sovrapponevano nella sua voce, così suadente, così magica.
Udì Bill urlare ancora , urlare il suo nome, piantando le sue stesse unghie nel palmo delle proprie mani, preso dalle sensazioni contrastanti del momento.
L'uomo socchiuse gli occhi e si lasciò andare dentro di lui, accompagnando poi anche l'orgasmo del ragazzo con le proprie mani.
Rimasero immobili per un po', prima che Ville si decidesse a liberare il ragazzo.
Bill si sentiva malissimo, tutta la pelle bruciava tremendamente, ma cercò di mantenere ugualmente il contegno. Con Ville non poteva fingere però, anche se ancora non riusciva a capirlo.
-Ho esagerato?- Gli domandò. Bill non commentò, rimase steso supino a fissare il soffitto, soltanto quando Ville gli fermò la mano, si accorse di stare tremando. Fu istintivo mettersi a guardarlo, i capelli scuri e ondulati che gli ricadevano lungo il viso, bagnati dal sudore; il corpo allenato e coperto in più punti da tatuaggi… E gli occhi, quegli occhi indecifrabili che continuavano a fissarlo. Freddi. Come il primo momento in cui li aveva incrociati.
-Sei bellissimo- Gli scappò dalle labbra, Ville si limitò ad un mezzo sorriso, prima di accendersi una sigaretta e, senza dire una parola, offrirne una anche a Bill, il quale la accettò di buon grado.
La nicotina ebbe il potere di rilassarlo piacevolmente, nonostante Bill non riuscisse ancora a guardare negli occhi Ville. Si limitava a fissare il grande specchio dell'armadio, in cui vedeva sé stesso e l'uomo accanto a lui.
Vide Ville dallo specchio prima ancora di percepirlo sulla pelle. La sua mano, quella che non reggeva la sigaretta, si mosse piano lungo i suoi fianchi, salendo lungo l'addome e fermandosi poi sulle sue scapole, dove il ragazzo ebbe un fremito di dolore a causa dei graffi ancora pulsanti.
Ville li massaggiò piano, e nonostante il bruciore, Bill non poté fare a meno di trovarlo anche rilassante. Socchiuse gli occhi
-Va un po' meglio?- Gli domandò Ville, senza smettere di accarezzarlo. Bill sorrise, ed ebbe come l'impressione che tutto il dolore valesse la pena per poi ricevere un trattamento così dolce. Scosse la testa e tornò a guardare le loro immagini davanti allo specchio
-è meglio che vada…- Sussurrò appena. Ville si bloccò
-E perché?- Domandò appoggiando la sigaretta ancora accesa nel posacenere.
-Non credere che io abbia finito con te…- gli disse roco nell'orecchio. Solo un istante era durata la tenerezza. Ora tornava il Ville Valo vero.
Bill deglutì a vuoto, fissando la loro immagine nello specchio, vedeva e sentiva le mani di Ville scorrergli lungo la pancia piatta, sugli addominali appena accennati, fermandosi a sfiorare i suoi capezzoli, mentre le labbra seguivano un percorso lungo il suo collo e le spalle.
Soltanto guardare quella scena davanti allo specchio lo fece eccitare ancora, Ville se ne accorse e sorrise, mentre le guance di Bill assumevano un colorito porpora. Fortuna che c'era ancora abbastanza cerone per non farlo notare.
Ville passò la punta della sua lingua dietro l'orecchio di Bill, scendendo lungo il bel collo che Bill sollevò appena per lasciargli una porzione di pelle più ampia da baciare e leccare.
Il biondo si morse le labbra, senza distogliere per un solo istante lo sguardo dalla scena allo specchio, la stessa che stava vivendo.
Sospirò pesantemente prima di voltarsi e fissare Ville con i suoi occhi da cerbiatto. Tirò una boccata di fumo e, avvicinandosi alle labbra aperte di Ville, glielo soffiò in bocca, in gola, in un gesto incredibilmente sensuale.
Ville sorrise e raccolse anche lui la sigaretta, tirando un ultima volta prima di spegnerla sulla pelle di Bill, sulla parte sinistra del petto.
Il suo urlo di dolore fu soffocato dalle labbra possessive di Ville, e le sue mani bloccate dalla sua stretta poderosa.
Ancora una volta si lasciava trascinare all'Inferno… Unico modo per poter sfiorare la sua fetta di Paradiso.
 
  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > MultiBand/Crossover / Vai alla pagina dell'autore: Blackie_