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Autore: ErinKirihara    30/03/2012    1 recensioni
Questa storia l'ho inventata di sana pianta, spero vi piaccia. Non anticipo niente, se volete sapere leggete. Penso upperò anche dei disegni per illustrare alcuni dei capitoli.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Tutte le stupide battute e l’allegria contagiosa di Yoh mi avevano distolta dai pensieri. Ero davvero sorpresa del suo cambiamento. Tornando a casa, lo salutai, e lo guardai andarsene saltellando. Lo osservai, ripensando al passato. Era un bambino cosi chiuso, anni fa. La causa, probabilmente, era il suo bell’ aspetto. Aveva un viso e dei modi tanto delicati, da sembrare in tutto e per tutto una ragazzina. E la cosa probabilmente lo imbarazzava molto. La prima volta che io e Kenta ci avvicinammo a lui, non parlò per una giornata intera.
“Ehi, smettila di fare l’antipatico, stiamo cercando di diventare tuoi amici!”
Kenta, gli disse qualcosa del genere. E il piccolo Yoh di allora, scoppiò a piangere.
Non sembrava un pianto triste però, il suo.
Non sapendo come comportarci, gli rimanemmo accanto, in silenzio. Fino a che, una bella signora dagli occhi grigi e lunghi capelli chiari, probabilmente una straniera, lo prese per mano. Sua madre. Lo capimmo subito, i loro occhi erano dello stesso, bellissimo colore.
Sorrise verso noi due, dolcemente. Prima che sparissero completamente all’orizzonte, presi fiato.
“Torna anche domani! Ti aspetteremo qui! Vero Kenta?”
Kenta sbuffò, apparentemente scocciato.
“… Certo. Quindi … Torna presto.”
Così, iniziò la nostra avventura estiva.
Una volta, i nostri genitori ci diedero il permesso di dormire nel giardino di casa mia. E fu proprio dopo quella sera, che i rapporti tra Kenta e Yoh si frantumarono. Non ne capii il motivo. Anche a quel loro ultimo incontro, il viso di Kenta si era fatto di nuovo pallido, e disgustato. Strano, troppo strano.
Ripercorrendo quei pensieri, entrai in casa, e mi buttai a letto, senza salutare. I miei genitori erano entrambi fuori città per l’anniversario di matrimonio dei nonni. Che bello quando l’amore è tanto duraturo.
Mi sfilai le calze, e tolsi la gonna. Portai gli occhi al soffitto. I pensieri stavano tornando ad annebbiare la mia mente. Chiusi gli occhi. Non era mai successo che io e Kenta litigassimo, a pensarci bene. Non seriamente. Chissà che cosa stava facendo. Chissà se anche lui ci stava ancora pensando, come me. Il casino nel mio cervello, venne interrotto dal vibrare del mio cellulare. Svogliatamente, lo aprii.
“Un messaggio … Umh …”
Era Yoh.
‘Sei tornata a casa? Sei di nuovo triste, o non devo preoccuparmi?’
Sorrisi. Com’era premuroso. Cercai di rispondere in modo tale da non farlo preoccupare.
‘Sono tornata. E sto bene. Sto solo pensando un po’, ma non sono triste.’
La risposta alla mia risposta, arrivò in modo immediato.
‘Pensi ancora a Kenta?’
Sopirai.
‘Un po’.’
‘Però con me sei riuscita a stare serena, vero?’
Oh, non l’avevo ringraziato.
‘Si, mi hai tirata su per un po’, grazie mille.’
La risposta a quell’ultimo messaggio, arrivò un po’ più in ritardo.
‘Se solo stessi con me, non ti lascerei tempo per i brutti pensieri. Ti farei sempre sorridere.’
Guardai lo schermo del cellulare, perplessa. Che intendeva dire? Stare con lui?
‘Infatti stasera, stare con te mi ha fatta sorridere. Intendevi questo?’
Esitando, inviai anche quel messaggio.
‘No. Se ti affacci al balcone, te lo spiego.’
Mi alzai di scatto. Infilai dei pantaloncini neri, e corsi fino al balcone.  Yoh era li sotto.
Estremamente serio.
“Y-Yoh …?”
“Ehi. Quanto tempo, ah?”
Si lasciò scappare una risata nervosa, alzando la mano in segno di saluto. Il lampione che illuminava il vialetto di casa mia dava luce al suo viso. Riuscivo a scorgervi un rossore, che mi sembrò insolito da parte del ‘Nuovo Yoh’.
“Tutto … Apposto?”
Sospirò, e tentò di prendere fiato. Poi, sorpreso, si voltò, alla sua destra. Diressi lo sguardo nella stessa direzione. Già in lontananza, riuscii a riconoscere quella sagoma, tanto familiare.
“K- Kenta!”
Kenta si fermò,fulminando Yoh con lo sguardo.
“Che ci fai qui, tu?”
Chiese a Yoh. Sembrava davvero arrabbiato.
“Potrei farti la stessa domanda. Comunque … Se vuoi resta. Ho qualcosa da dire ad Aoi.”
Kenta rimase immobile, a guardarlo. Poi mi rivolse uno sguardo impacciato. Sembrava nascondere qualcosa dietro la schiena. Yoh nel frattempo, sospirò di nuovo, e chiuse gli occhi.
“Aoi … Il motivo per cui sono tornato qui dopo l’operazione … E’ che.”
Kenta sembrò allarmarsi tutto d’un tratto. Che diavolo stava succedendo?
“L’aria di campagna ti fa bene. Non era questo?”
Scosse la testa.
“Non solo. La verità è che…”
Yoh era visibilmente in difficoltà. Ma anche Kenta aveva una strana espressione sul viso. Sembrò borbottare qualcosa come ‘Dannazione’. Yoh alzò lo sguardo, strinse i denti.
“La verità è che, mi ero ripromesso, che se avessi superato la mia ultima operazione, sarei tornato dalla ragazza che amo, per dirle quello che provo. E … “
Gonfiò i polmoni, prima di pronunciare quell’ultima frase.
“Q-quella… QUELLA RAGAZZA SEI TU AOI!”
Riflettei un attimo. Poi, sorrisi, imbarazzata.
Probabilmente ho capito male.
“Ecco io … Anche io ti voglio molto bene!”
Yoh, sembrò voler ribattere, ma fu interrotto.
“E’ possibile che tu sia tanto scema? Ti ha appena detto che ti ama. Non come si amano due amici. Ma come si amano ragazzo e ragazza. Sei davvero cosi idiota da non capire?”
Yoh sembrò calmarsi. Guardò Kenta, quasi preoccupato, poi, ancora con decisione, portò lo sguardo a me.
Voleva … una risposta? Rimasi impietrita, a guardarlo. Finchè non fui distratta da un’altra intromissione di Kenta. Aveva un’espressione che non gli apparteneva, sul viso. Sembrava … Amareggiato. Arrabbiato. Come se qualcosa di cattivo si fosse appena svegliato dentro di lui.
“Se neanche delle parole tanto chiare riescono a smuovere qualcosa dentro di te. Penso proprio di non essere io il problema. Siate felici insieme. Ma penso non verrò al matrimonio.”
Disse sorridendo.
“C-cosa..? Kenta, io non …”
“… Capisci? Stavi per dire che non capisci, non è così? Non mi sorprende.”
Da dietro la schiena, tirò fuori un grande mazzo di fiori azzurri. Sul fondo del mazzo, un nastro dello stesso colore, teneva legata a se una lettera. Kenta lasciò cadere quei fiori a terra.
“Apri bene le orecchie, Aoi. Non sono più un bambino. Ed è tanto … Troppo tempo, che sono innamorato di te. Ora mi sono davvero stancato. Non parlarmi più, d’ora in poi, perché voglio solo dimenticarti.”
Infilando le mani in tasca, si avviò verso casa.
Yoh, imbarazzato, abbassò la testa.
“P-pensaci.”
Scappò via correndo.
Cercai di far uscire qualcosa dalla mia bocca, ma senza risultato.
Gli eventi di quell’ultima giornata, si sovrapposero ai ricordi che conservavo gelosamente da tanto tempo. I ricordi di noi stessi, bambini. E tutto quello che riuscii a fare, fu …
Pensare di voler tornare a quei tempi. Dove tutto era semplice, e bellissimo.
  
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