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Autore: taemotional    30/03/2012    1 recensioni
[JinDa] [Drabble]
"Lo guardava, anzi, gli penetrava la carne con lo sguardo.
Davanti a lui le ragazze erano pressate, le braccia lanciate in alto, a ritmo di musica dondolavano, caotiche.
Lui no."
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jin, Tatsuya
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Commento: Questa drabble si chiama così perché ho ripreso il titolo del tour di jin, "yellow gold 3011" ma, dato che la storia è ambientata tra 10 anni allora è venuto fuori "3021" x°D Detto questo, buona lettura <3

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Lo guardava, anzi, gli penetrava la carne con lo sguardo.
Davanti a lui le ragazze erano pressate, le braccia lanciate in alto, a ritmo di musica dondolavano, caotiche.
Lui no. Lui se ne stava sul fondo, lontano dalla calca, dalla puzza di sudore, lontano dall’alcool e fissava il palco inondato da luci psichedeliche, ma non troppo, tagliando l’aria con lo sguardo fino ad arrivare alla sua pelle. Guardava gli occhi di Jin, che sputava la sua voce roca nel microfono, beandosi di quel frastuono, di quella confusione che nemmeno le grida eccitate delle fans potevano scalfire.
E ogni tanto sorrideva, captando tra quei suoni indistinti qualche parola, qualche espressione che il suo Jin gli dedicava ogni tanto. Ogni tanto, quando non era completamente ubriaco.
Anche ora, vagava su quel misero palco dondolando la testa, frustando il suo dolce viso con i capelli fradici, bagnandosi le labbra ogni tanto, ed era completamente ubriaco. Tatsuya ne era certo, lo poteva leggere in quella vacuità dello sguardo che non gli si addiceva. Che non era di Jin, del suo Jin, di quel Jin che gli cantava quelle stesse parole con lucidità e consapevolezza.
<< If I say do you love me would you say Yee-hooo! >>
Mosse le labbra con la folla: Yee-hooo.
Perché quella canzone? Si ostinava a voler cantare quella canzone oramai così superata. Lo odiava quando faceva così. Troppi anni erano passati da quando la cantava ai suoi primordi, quando ancora non sapeva cosa significasse diventare solista in un paese come quello, ma tentò lo stesso. Folle. Folle, dite?
Vinse lui. Non vincemmo noi.
Lo odiava quando faceva così. E Jin aveva quel ghigno soddisfatto sul volto sbronzo che gli fece drizzare i peli del corpo. Quante volte gli aveva detto che non voleva più ascoltare nulla di quel periodo? Cos’è questa fissazione con il passato?
Ci sono canzoni che si legano a particolari periodi della propria vita, che si legano a sensazioni. Positive, negative... e quella melodia lo infastidiva all’inverosimile.
<< If I say do you need me would you say Yee-hooo! >>
Yee-hooo. Di nuovo. Non poteva ignorare quel richiamo. Ma distolse lo sguardo, quasi per ripicca. Intorno a lui non c’era molta gente, la maggior parte cercava di spiaccicarsi il più possibile attorno al palco. Le ragazze non notavano Tatsuya, erano troppo giovani per poterlo anche solo riconoscere. La maggior parte di quelle fans non conosceva i primordi del loro idolo, non sapeva nulla di chi fosse stato il suo trampolino di lancio verso quel successo insperato, forse nemmeno voluto. Jin non vuole il successo, il successo è andato da lui, attratto da quella diversità che emanava la sua figura, da quel taglio degli occhi strano e attraente. Come un oggetto esotico da ammirare, da litigarsi.
Una ragazza, forse un po’ più attempata, sembrava lanciargli un’occhiata curiosa ogni tanto, come se si stesse domandando chi fosse. Tatsuya la ignorava, se anche lo avesse riconosciuto poco gli importava. Non era più nessuno da tempo. Solo l’ombra di quella che fu una divinità, ormai stanca. E si era tinto i capelli di nero pece. Per questo, per confondersi con l’ombra di Jin, nascosto dalla sua lucentezza.
Un ultimo grido nel microfono. Tatsuya chiuse gli occhi. Lo faceva sempre alla fine di ogni concerto, per imprimersi sulla retina l’immagine ridente del suo Jin, prima che le luci si spegnessero del tutto, accompagnate dalla nota conclusiva di quell’ultima canzone d’amore.

 

9 Maggio 2011
[21:00/22:45]

   
 
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