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Autore: inbadlounds    30/03/2012    2 recensioni
Raccolta per la Niff!Week.
Sette giorni, sette storie, sette momenti.
E questo è il mio contributo.
Day 1 : The first day
"« Maporc… » aveva maledetto il biondo, più per la fine del gelato che per la giacca dell’altro. Davanti alla faccia sbiancata di Jeff, il malcapitato era scoppiato a ridere.
« É solo un gelato, te ne prendo un altro se proprio devo » aveva risposto il moro, tra un singhiozzo e l’altro, mentre il biondo, sentendo quelle parole, aveva ripreso un po’ di colorito."
Day 2 : Roommate!
"Jeff era ancora troppo concentrato a memorizzare ogni singola porzione di pelle, dato che vedere Nick in quello stato era un evento molto raro e non si era reso conto che l’altro aveva smesso di parlare già da un bel pezzo e lo stava guardando con un’aria molto strana e, perché no, anche divertita.
« C-cosa c’è? » chiese titubante il biondo, mentre Nick tentava in tutti i modi di non scoppiargli a ridere in faccia."
Day 3 : AU!Niff
"La prima volta che aveva visto i suoi disegni, nonostante la tenera età, aveva subito notato che quel pittole, oltre ad essere molto amico del suo fratellone, aveva una quantità industriale di tele che lo raffiguravano, ripreso da varie angolazioni o vari momenti di vita quotidiana. Quindi, il piccolo aveva deciso che, per il suo quinto compleanno e l’imminente partenza del fratello più grande, per non sentirne troppo la mancanza, doveva avere un dipinto da quel pittole, con lui e suo fratello."
Day 4 : Why are you so sad?
"Ma il suo sguardo non era quello solito... era uno sguardo, come dire... curioso?
« Tu.. mi sei apparso in sogno » gli disse Nick, con ancora quello sguardo tra il meravigliato e il sorpreso. « Sei unangelo? » Domandò innocentemente e per un momento Jeff credette che Nick stesse scherzando. Nick, però, era proprio serio. Rimase spiazzato e per poco il suo cuore non smise di battere « Nick, s-sai chi sono ? » Domandò titubante il biondo."
Day 5 : A very Niff Christmas
"Se Jeff credeva di dover passare il peggior Natale della sua vita, quando scese da quello che scoprì essere un jet privato e venne finalmente liberato dalla cravatta rimase senza fiato.
Sì, colpito, perché non si aspettava di certo di finire a Rockefeller Center, ad ammirare uno degli alberi di Natale più belli sulla faccia della Terra."
Day 6 :«Nick, sei in bagno?» disse, appoggiando l’orecchio alla porta. Sentìuna specie di grugnito strozzato venire dall’altra parte che lo fecepreoccupare.
«Nick, se non esci subito da lì, giuro che sfondo la porta! Perciò, se ci sei appoggiato, scansati!»
Jeff, continuando a non ricevere risposta, arretrò di qualche passo per prendere la rincorsa e, ignaro che Nick avesse girato la toppa della porta e si fosse spostato dalla traiettoria, prese lo slancio e dopo aver sfondato la porta, andò a sbattere contro il pavimento del bagno, tutto sotto gli occhi di dell’altroche lo guardava cercando di non ridere.
«Cavoli, sono proprio un’idiota… Che… Che pessima figura che ho fatto» borbottò Jeff imbarazzato, mentre si passava nervosamente la mano tra i capelli e guardava ovunque tranne che il moro.
Day 7 : --
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeff Sterling, Nick Duval | Coppie: Nick/Jeff
Note: AU, Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Autore: R i n
Fandom: Glee
Titolo:  Niff!Week
Genere: Generale, Comico, Fluff.. e poi vedrò!
Avvertimenti: Raccolta, One-Shot, Drabble, Flashfic, missing moments, future!fic, AU, What if...? 
Rating: 
Verde, per ora.
Contoparole (per questa): 1.580
Note: Alla fine

  

Day 4 : Why are you so sad?
Title: Vive ogni giorno come se fosse il primo

 

Colui che inventò la fatidica frase "E vissero per sempre felici e contenti" dovrebbe esser preso a calci nel fondoschiena,

senza tanti complimenti.

Quando la propria vita un attimo prima è perfetta, come ogni altro giorno, il momento dopo, zag, ecco che crolla il

mondo addosso… E non si ha più nessun motivo per vivere o respirare o mangiare.

E vissero per sempre felici e contenti, un bel fottuto tubo! ” 

Questo era il genere di pensiero che attraversava la mente di Jeff, quel pomeriggio di aprile, mentre si trovava in una

sala d'aspetto dell'ospedale.

Già, ospedale.

Sembravano esser passati secoli da quando, quel stesso mattino, Nick, forgiando quel suo fantastico sorriso e datogli

un bacio sulle labbra, era uscito dall’ alloggio che condividevano da quasi due anni, dicendogli che si sarebbero visti

quella sera.

« Ho un impegno di lavoro » si era scusato, in risposta all'occhiata interrogativa dell'altro, ed era uscito in fretta e furia,

lasciandolo  da solo a mangiare pancake.

 

*

Ed ora, eccolo lì, seduto su una stramaledetta sedia dell’ospedale, ad esser divorato dall’ansia e domandarsi perché il

suo ragazzo era stato ritrovato in tutt’altro posto tranne dove doveva essere.

L’avevano chiamato tre ore prima dicendogli che il moro aveva avuto un incidente. Una trave – gli avevano detto – si

era staccata dal gancio ed era balzata fuori dalla zona rossa, ferendo i passanti. Il più grave era stato, proprio, Nick.

« La trave l’ha colpito alla testa, provocandogli una profonda ferita alla tempia » aveva concluso l’infermiera al telefono.

Jeff era corso subito all’ospedale, rischiando, persino, di beccarsi una multa per eccesso di velocità, ma la cosa, al

momento, non gli importava.
 
Nick aveva avuto un incidente.

Nick era in sala operatoria.

Nick era in condizioni drastiche.
 
Ed ora eccolo lì, ad aspettare che qualche infermiera, medico, chirurgo o chiunque altro gli dicesse che Nick stava bene,

che era vivo. Il solo terrore di perdere il suo ragazzo, la sua anima gemella,  faceva rabbrividire il povero Jeff.

 

*

Diverse ore dopo, un' infermiera si materializzò davanti a Jeff per portargli notizie del suo ragazzo. «Le sue condizioni

sono stabili - aveva detto - ma ha subìto un delicato intervento al cervello. La ferita era profonda, molto probabilmente

avrà riportato qualche danno celebrale » aveva concluso, con un’ espressione triste e decisamente poco professionale,

per essere un’infermiera.

Il biondo aveva immagazzinato quelle parole in un angolo remoto della sua mente, perché l’unica cosa che gli

interessava, al momento, era che Nick fosse vivo. Infatti, saputa la notizia, aveva corso fino alla stanza di Nick e quando

l'aveva visto lì, nel letto, con gran parte della testa rasata e una fascia sulla fronte, che dormiva pacificamente, si era

tranquillizzato, perché nonostante tutto era ancora il suo Nick. Si sedette al suo capezzale, guardandolo tenendogli la

mano mentre riposava, per poi scivolare anche lui stesso in un sonno ristoro.

Quando Jeff si svegliò, notò che era già notte, dato che la stanza era illuminata dalla luce di un abatjour e il primo

pensiero fu che quel giorno era il loro secondo anniversario, ed erano dove non dovevano essere. Alzò gli occhi per

vedere se Nick si fosse svegliato e, notò con sorpresa, lo stava fissando.
 
Ma il suo sguardo non era quello solito... era uno sguardo, come dire... curioso?
 
« Tu.. mi sei apparso in sogno » gli disse Nick, con ancora quello sguardo tra il meravigliato e il sorpreso. « Sei un

angelo? » Domandò innocentemente e per un momento Jeff credette che Nick stesse scherzando. Nick, però, era

proprio serio. Rimase spiazzato e per poco il suo cuore non smise di battere

« Nick, s-sai chi sono ? » Domandò titubante il biondo.

L'altro non rispose, anzi, continuò a guardarlo ammaliato e, in un sussurro, bisbigliò qualcosa riguardante un angelo.

« Gli angeli ce l’hanno un nome? » Gli chiese poi il moro con far pensieroso.
 
E Jeff, Jeff era come pietrificato.
 
Nick non poteva aver perso la memoria.

Nick non poteva aver dimenticato tutto.

Nick non poteva aver dimenticato lui.
 
Con una scusa il biondo lasciò la mano del moro e abbandonò quella stanza.

Aveva bisogno di respirare e urgentemente di un medico.

Aveva bisogno di sentir qualcosa, tutto tranne quella verità che stava prendendo forma nel suo cervello a velocità

impressionante.

Perché se davvero Nick aveva perso la memoria

Solo a pensarci, Jeff sentiva l’aria farsi sempre più pesante e  stava soffocando.

Si sentiva soffocare e non poteva lottare, non riusciva a lottare.
 
Quando raggiunse l’infermiera con il responsabile che si  occupava di Nick e chiese ulteriori spiegazioni per poco a Jeff

non venne un mancamento. Tutto quello che riuscì a cogliere in quel complicatissimo discorso, tra le varie espressioni

poco rassicuranti dell’infermiera e le supposizioni del medico, furono solo “…perdita di memoria..” “…avere tanta

pazienza…” ed “…è una questione delicata…” “…vive ogni giorno come se fosse il primo…”

« Cosa? » Li interruppe il biondo. « Vive ogni giorno come se fosse il primo? In che senso? » Continuò, non riuscendo a

capire cosa volessero dire.

I due medici lo confortarono dicendo che quella di Nick non era una malattia, ma un danno celebrale: egli, infatti, soffriva

di perdite di memoria a breve termine.

Tutto ciò che faceva durante il giorno, con la notte,se lo dimenticava.

“ Vive ogni giorno come se fosse il primo .” 

Jeff, sentendo quelle parole, prima crollò, dando voce al suo dolore: pianse lacrime amare, lacrime di disperazione,

lacrime che sapevano di Nick, e soffocò ogni gemito, ogni singhiozzo, lì, accovacciato in un angolo dell’ospedale, mentre

l’infermiera, delicatamente gli poggiava una mano sulla spalla. “Lei non può capire” si diceva Jeff. “Lei non poteva

capire” continuava.

L’infermiera s’azzardò a dire che, forse, c’era un piccola possibilità che avrebbe potuto fare in modo che tornasse come

prima, ma tutto era ancora in via sperimentale.

Sentendo quelle parole, Jeff si rianimò, perché, se c’era anche una sola possibilità, avrebbe fatto di tutto pur di aver

indietro il suo Nick, perché non riusciva a sopravvivere senza di lui.

Domandò all’infermiera tutte quelle cose che potevano aiutar Nick a recuperar la memoria, e anche se ci fosse voluto del

tempo Jeff non si sarebbe arreso, avrebbe lottato, continuamente, per Nick.


Da quel giorno Jeff cambiò e lo fece per Nick.

Comprò una quantità industriale di post-it, di vari colori – rallegravano il letto di Nick, si diceva – e ci scrisse sopra

semplici parole come “ stiamo insieme”, “ viviamo assieme” e “ la tua memoria fa schifo” e altre cose così.

A colpire Nick, però, notò Jeff, furono le fotografie.

Quando la prima volta, qualche giorno dopo l’incidente, Nick vide una loro fotografia - all’epoca erano ancora alla Dalton

-  ne rimase affascinato e si fece raccontare da Jeff tutti i particolari.

Un giorno, guardando una foto del loro primo appuntamento, Nick gli chiese che sapore avesse un bacio, un loro bacio,

e Jeff, non trovava parole per quella domanda. Lo baciò, in modo che potesse ricordar qualcosa, in modo che trovasse

lui stesso la risposta alla sua domanda. Lo baciò e fu proprio come il loro primo bacio, dolce, impacciato e molto

profondo.

Per Jeff, era un bacio come tanti altri, ma per Nick ogni bacio era come se fosse il primo.

 

*

I giorni passavano ma la memoria di Nick non faceva progressi e la pazienza di Jeff stava raggiungendo il suo limite. Dai

baci seguirono le lacrime poi le litigate poi ancora le coccole e altro ancora, tutto – prontamente - dimenticato da Nick il

giorno dopo e Jeff soffriva.

Ma poi, Nick sognava di loro e lo raccontava a Jeff e finivano che facevano l’amore, in quel letto d’ospedale e Nick si

addormentava felice sulla spalla del biondo e il giorno dopo si cominciava tutto da capo.
 
I giorni diventarono mesi, ma la memoria di Nick non faceva progressi e quando Jeff non ce la faceva più, scattava in

piedi e usciva da quella prigione. Lo abbandonava solo , in quella stanza fin troppo piena di ricordi, mentre gli urlava

contro che tutto quello era troppo, troppo per lui.

“Non ne posso più!” Gli urlava, con le lacrime agli occhi.  “ Che senso ha continuare se tu poi non ti ricordi niente?” E  

ancora :  “ tanto vale che ti dicessi che preferirei fossi morto o che ti soffocherei con il cuscino, tanto sarebbe inutile

perché tu continueresti a dimenticare tutto!” Sbottava la sera e, senza aspettar risposta, se ne andava.

Eppure il giorno dopo, tornava da Nick pentendosi delle sue scenate, scusandosi perché era uno stupido e quella

situazione lo soffocava terribilmente.

 

*

Un giorno, però quando tornò alla stanza la trovò vuota. Nick non era lì. Un attacco di panico colpì il biondo, già

temendo il peggio. Quando si voltò, per chiamare qualche infermiera, andò a sbattere contro un ragazzo.

« Ehi, siamo in ospedale, Jeffie. Non in un cimitero, a giudicare dalla tua faccia » Ridacchiò il moro.

Jeff lo guardò meravigliato e stupidamente gli chiese se si ricordava di lui, di loro e Nick gli rispose di sì, che stavano

insieme e che si ricordava tutto, dal giorno dell’incidente.

« Così non mi dovrai soffocare con un cuscino » gli disse, con uno filo di dispiacere al ricordo della scenata della sera

prima e l’attimo dopo Jeff lo baciava, lo stringeva, lo possedeva come non mai.

*

Nonostante quel che si dice, l’amore è più forte, persino della malattia.

Questo Jeff l’aveva imparato sulla propria pelle.
 
 

 * *

Note: I'm sorry. . . 

N/A : Inanzitutto, mi scuso per il ritardo. Ieri è stata una giornataccia. 
Vi prego, non odiatemi per questo quarto giorno, ero ispirata! 
Nella mia mente era tutto più bello e diverso, invece questa cosa fa schifo.
E ho persino cambiato il FINALE! Dovreste ringraziarmi u_u

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Piccolo OT - riguardante il finale di questa Niff - tra me e Whateverhappened, mia amatissima beta.
W: ma tu volevi farla finire con Nick che non si ricorda di Jeff? saaadica


R: no, volevo finirla con la morte di NIck dopo che gli ritornava la memoria.. u.u
W: AAAAAAH. Sadica al quadratooo. Penso che non ti avrei perdonata, sappilo.
R: I know, çwç 
Fine OT . 

Si, potete odiarmi. 
A domani, (dovrebbe esser oggi) per il Noel!Niff.
R i n.
   
 
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