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Autore: Charlotte Stewart    30/03/2012    3 recensioni
Bella è una ragazza madre che dopo aver finito il liceo parte per l'Inghilterra per iniziare la sua nuova vita con la sua bambina/o e la sua migliore amica,Alice Brandon.
Si divide tra la famiglia,l'università - Oxford University- e il lavoro alla caffetteria.
Una sera,dopo aver finito il suo turno,incontro un misterioso ragazzo che le farà una proposta che lei non saprà rifiutare.
-spero di avervi incuriosito. :D-
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Need You Tonight

 

 

Vengo svegliata dai caldi raggi del sole che penetrano dalla finestra della camera da letto.

Apro piano gli occhi per adattarmi alla luce presente nella stanza e lentamente mi volto verso quella minuscola creatura che mi dorme accanto.

Avere Ashley è stata la cosa più bella della mia vita.

Certo,avrei preferito avere un bambino all’età di ventisei o trent’anni e con una persona che amavo ma che soprattutto amava me,ma la cosa bella della vita è che è imprevedibile.

Dopo aver scoperto che ero incinta era andata dal mio fidanzato,Ryan,per comunicarli la notizia.

Pensavo che sarebbe stato sorpreso all’inizio,come lo ero stata io,ma poi sarebbe stato felice e mi avrebbe abbracciato dicendomi che sarebbe andato tutto bene. Che c’era lui e per questo non dovevo preoccuparti di nulla.

Ma i miei piani non sono andati in questo modo.

Ryan mi urlò di essere solo una puttana e che l’avevo fatto a posta di rimanere incinta di lui,il figlio del ricco dottore con un futuro promettente davanti,per accasarmi.

Mi consigliò di abortire perché lui non ci sarebbe stato e non avrebbe pagato le visite mediche e quant’altro.

Non potevo credere che quello che mi urlava quelle cose orribili fosse lo stesso ragazzo che un’ora prima mi aveva detto “Ti amo” al telefono.

Piangendo gli dissi che avrei seguito il suo consiglio e uscii da casa sua.

Ma poi,arrivata in ospedale,parlai con una signora di quarantenni.

Mi spiegò che era da tre anni che lei e suo marito cercavano di avere un bambino e che,intuendo le mie intenzioni,mi disse di crescere quella piccola creatura che da pochi mesi a quella parte sarebbe stata parte di me.

Asciugandomi le lacrime e ringraziando quella dolcissima signora dai capelli color caramello e dagli occhi azzurri ritornai a casa.

Ne parlai con mio padre davanti ad una tazza di camomilla fumante.

Gli dissi ciò che era successo e che per il bene del mio bambino sarebbe stato meglio che io me ne andassi da Forks.

Mancavano cinque mesi alla fine del liceo ed ero già stata ammessa alla Oxford University a Londra.

Avrei iniziato lì la mia nuova vita,insieme a lei o lui.

Finito il liceo partii subito per la Gran Bretagna insieme a mio padre che volle a tutti i costi accompagnarmi per vedere la città  e vedere l’appartamento che io e Alice avevamo comprato mesi prima.

Fortuna che c’era lei a prendersi cura di me e a proteggermi dagli insulti della gente.

Essendo al quinto mese di gravidanza la pancia iniziò a farsi notare e a scuola,come nel resto della città,si iniziò a vociferare.

Durante l’ora di biologia del signor Brus,Alice sentì Jessica Stanley dire a Tanya Denali che ero una puttanella da quattro soldi che non sapeva usare neanche una misera protezione.

Si alzò e si mise a urlare contro quelle due finte bionde dicendo che loro non sarebbero mai state migliori di me neanche se si sarebbero fatte suore.

Al ricordo mi viene quasi da ridere.

La mia cara e vecchia Alice. Dio,quanto le volevo bene!

Adesso sono passati cinque anni d’allora e le nostre vite procedono alla grande.

Io frequento il secondo anno di giurisprudenza,ho una bambina fantastica con un grande talento per la danza classica,ho un lavoro che non è il massimo ma che ci mantiene quindi non posso lamentarmi e ho una fantastica migliore amica che fa da baby-sitter quando ho il doppio turno alla caffetteria vicino allo studentato.

Tutto sommato poteva andarmi peggio,non vi pare?

 

Sento Ashley muoversi accanto a me e chiamarmi nel sonno: << Mamma.. >> un sussurro debole e biascicato.

Le accarezzo la piccola manina che ha posato sulla coperta di lana e le dico di svegliarsi che è ora di andare all’asilo.

<< mh.. >> si stropiccia gli occhietti con la mano libera e poi mi guarda con quei suoi occhioni azzurri. Quella era l’unica caratteristica che aveva preso dal padre. Infatti tutti dicevano che se non era per il colore degli occhi assomigliava a tutti gli effetti a me da bambina. << sei bellissima mammina. >> dice alzandosi piano e coricandosi su di me abbracciandomi.

<< E tu sei la bambina più dolce,bella,simpatica del mondo. >> le dico baciandole la fronte.

Mi alzo con lei in braccio e mi dirigo in cucina per preparare la colazione.

L’appoggio sulla sedia in legno e dopo un altro bacio veloce mi giro verso i fornelli.

Preparo cinque frittelle,una caraffa di caffè per me e Alice e il latte caldo per la mia pandorina.

<< Ecco a lei,signorina. >> le dico portando la colazione sul tavolo.

<< Siii,frittellee. >> e incomincia a mangiarne una.

<< Anche il latte. >> le dico autoritaria.

Mi guarda con quegli occhioni da cucciolo bastonato cercando di intenerirmi ma la mamma non si fa corrompere.

<< Il latte! >> e mettendo su un broncio tenerissimo bene,con non molta felicità,il latte e nesquik che le ho preparato.

<< Ash,vai a svegliare zia Alice? >> le dico mentre mi dirigo in bagno per la doccia.

<< Certo,mammina. >> e tutta saltellando va a chiamare la nanetta bruna che dorme nell’altra stanza.

Apro il getto d’acqua calda e mi tolgo il pigiamo a quadri nero,rosso e verde.

Entro piano e mi lascio avvolgere dal calore dell’acqua sulla mia pelle.

<< Mamma,lo sai che da oggi ho uno zio? Siii. >> la voce di mia figlia mi fa voltare di scatto.

Zio? Ah,si riferisce a Jasper.

Alice e Jasper stanno insieme da cinque anni,ormai.

Si sono conosciuti il giorno dopo  il nostro arrivo in terra straniera.

Lui va alla Cambridge University per diventare un dottore,come suo padre o suo zio,non ricordo bene.

Fatto sta che quei due si sono trovati e non si sono più lasciati.

Hanno litigato spesso ma poi hanno sempre appianato le loro divergenze perché,come mi ripete sempre Alice,il loro amore è più forte di qualsiasi tempesta.

Sorrido a mia figlia e la invito ad entrare in doccia con me.

Si toglie il pigiamino e mi raggiunge sotto il getto d’acqua.

Dopo circa quindici minuti siamo entrambe pronte per questa nuove ed entusiasmante giornata.

Prendo i libri e il suo zainetto ed usciamo fuori salutando Alice dall’ingresso,ricordandole di non fare tardi a lezione.

Arrivati di fronte all’asilo Ashley mi abbraccia per un tempo infinito.

Lo fa sempre,ha paura che io l’abbandoni.

Povera cucciola.

<< Ti vengo a prendere alla sette,ok tesoro? >> le dico accarezzandole i capelli e mettendola giù.

<< Prometti? >> dice mostrandomi il mignolino della mano destra.

<< Prometto. >> e con un sorriso le stringo il mignolino con il mio per suggellare quella promessa.

 

Arrivo all’università giusto in tempo per la lezione del professor Collins.

<< Buongiorno singorina Swan,si accomodi pure. >> e mi invita a sedermi.

Voltandomi vedo che i posti in prima fila sono tutti occupati così mi accomodo all’ultimo banco della seconda fila,vicino alla finestra.

Aveva incominciato a piovere.

Cosa molto strana per Londra,vero?

Le ore di lezione passarono in fretta. Tra una battutina con la ragazza di fianco a me e le domande che mi hanno rivolto i professori.

Guardo l’orario al telefonino e mi precipito alla caffetteria per iniziare il turno.

E’ così che si dividono le mie giornate: bambina,università,lavoro,bambina,studio notturno.

<< Ciao Bella. >> Margareth,la proprietaria,mi viene in contro e mi abbraccia.

Sa la mia situazione e si comporta come una seconda mamma,nei miei confronti.

Bhe,per me è una mamma a tutti gli effetti visto che viene a casa mia a controllare che non manchi niente e che torni a casa da Ashley in tempo per non farle sentire la mia mancanza.

<< Ciao Maggie. >> dopo esserci abbracciati per un paio di minuti vado a cambiarmi e indosso la divisa,iniziando poi a servire i tavoli.

Il pomeriggio passa in fretta e quando finisco il turno esco dalla caffetteria salutando Maggie e Dorotea,la cuoca.

Attraverso la strada con passo veloce per arrivare prima all’asilo.

Sono quasi le sette e non vorrei far aspettare Cassie,la maestra,dopo l’orario di chiusura.

<< Hei. >> mi chiama una voce roca e bassa alle mie spalle.

Mi volto per vedere chi è il mio interlocutore.

Di fronte a me c’è un ragazzo alto,dai capelli ribelli color mogano e dagli occhi verdi.

Indossa un jeans e una camicia blu a quadri.

<< Ci conosciamo? >> domando non riconoscendolo.

Magari l’avevo incontrato in facoltà.

<< Tu non mi conosci,ma io si. >> ok,adesso stavo incominciando ad avere paura.

Indietreggiai di un passo.

<< Tranquilla,non sono ne un maniaco ne uno Stalker. Voglio solo proporti una cosa. >> e mi sorrise come per rassicurarmi.

Aveva un sorriso bellissimo,irregolare ma pur sempre bellissimo.

<< Di cosa si tratta? >> adesso sono curiosa di conoscere la sua proposta.

<< Semplice. Ti darò cento sterline ogni per ogni giorno che passerai insieme a me. >> cosa? Doveva essere impazzito!

<< Senti,non so quale idea malsana ti sia fatto su di me ma non sono quel tipo di ragazza! Ora scusami,ma devo andare. >> dico indignata dalle sue parole. Voleva pagarmi per fare sesso con me!

Bhe,non aveva specificato ma quale ragazzo sano di mente pagherebbe una ragazza per.. parlarci? Nessuno.

Mi sento afferrare per un polso e mi volto a guardarlo.

<< Non intendevo in quel senso. Voglio solo parlare con qualcuno,tutto qui. >> parlare. Quel ragazzo doveva avere qualche serio problema.

<< Non hai qualche amico con cui .. parlare? >> dico ripetendo il tono di voce con cui ha detto l’ultima parola,

Mi sorride ancora prima di rispondere e lasciami il braccio delicatamente.

<< Voglio passare il mio tempo con te,non con loro. >> dice guardandomi negli occhi.

Questa confessione mi fa arrossire e distolgo lo sguardo dal suo.

Non so cosa fare.

Certo,quei soldi mi farebbero comodo,anzi diciamo pure che mi servono visto che l’asilo di Ash è aumentato questo mese ma..

Oh,che palle!

<< Va bene,accetto! >> dico sconfitta.

Lo faccio per la mia bambina,continuo  a ripetere a me stessa.

Per Ash.

Solo per lei.

Lui mi sorride e mi da un fogliettino con scritto un numero sopra.

<< Questo è il mio numero. Ti lascio decidere a te quando incontrarci. Tra l’università e il tuo lavoro avrai da fare quindi chiamami quando sei libera.

Però ti avverto,dovrai chiamarmi entro cinque giorni. Dopotutto dopo domani è sabato e ho chiesto a Margareth che mi ha detto che sei libera quindi ci vediamo sabato. >> e mi sorrise andandosene via lasciandomi a bocca aperta.

Aveva fatto tutto quel discorso per dirmi che aveva già deciso quando incontrarci.

E poi,conosceva Maggie? Come?

Guardai l’orario e vidi che erano le sette meno dieci.

Corsi fino all’asilo e vidi Ash e Cassie aspettarmi fuori.

<< Scusatemi,ma c’è stato un contrattempo a lavoro. >> dico prendendo Ash in braccio e salutando calorosamente Cassie con un abbraccio.

<< Tranquilla,Bells. Scusa ma adesso vado. Ciao Ash. >> e sale sulla sua macchina.

Arriviamo a casa appena in tempo.

Fuori ha ripreso a piovere.

<< Siamo a casa. >> urliamo entrambe per farci sentire da Alice.

<< Sono in cameraaaaaa!! >> urla di rimando.

Arriviamo in camera e la troviamo sommersa dai fazzolettini usati e che tossisce.

<< Ash,vai a guardare la tv. >> dico in tono dolce a mia figlia per farla uscire da quella stanza infetta di germi.

<< Ok,mammina. >> e sorridendo alla zia esce fuori.

<< Adesso ti preparo una bella pastina calda per la gola. >> dico alzandomi anche io.

<< Grazie.. >> dice tossendo.

 

Dopo la pastina Alice si addormentò subito e poco dopo anche Ash fece lo stesso.

Io riordinai la cucina e poi andai a studiare sul tavolinetto della sala da pranzo.

Per quanto provo a concentrarmi ogni mio pensiero va a quel ragazzo e alla sua proposta.

Prendo il bigliettino dalla tasca dei jeans e leggo il numero.

 

“342 456 655 – Edward Cullen”

 

<< Edward. >> pronuncio quel nome senza rendermene conto.

Ah,in che pasticcio mi sono andata a cacciare!

 

 

 

 

 

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Ed ecco qua la nuova fan fiction.

Lo so,ne avrò scritte/postate una ventina e poi le ho cancellate tutte ma questa la porterò a termine perché ho scritto già gli altri capitolo quindi?! u.u

Cosa ne pensate? Vi incuriosisce?

La mia migliore amica la trova interessante. Ma vabbè,lei è di parte. xD

Comunque niente,penso che sia abbastanza chiara la situazione in cui si trova e si è trovata Bella.

Su Edward.. non posso dirvi nulla,per il momento. I’m sorry! :3

Ah,scusate eventuali errori di battitura.

Nella fretta non ho avuto tempo di rileggerlo. xD

Bene,al prossimo capitolo.

Shiaaaaaaaaooooo ragazzuoli. :D

 

  
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