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Autore: Carla Volturi    31/03/2012    5 recensioni
L’aria che respiriamo può portarci alla mente un ricordo di un evento particolare della nostra vita, un amicizia, un amore. E’l’aria, il sole, il mare a far incontrare Cecilia, giovane giornalista venticinquenne con Damiano, militare trentacinquenne.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Baci da Carla.

CAPITOLO 11 (PRIMA PARTE)- IL DESTINO GIOCA BRUTTI SCHERZI


Stamane, quando mi sono destata dal sonno, la prima cosa che ho fatto è prendere il cellulare e dare un occhiata al calendario: cavolo sono due settimane che son qui eppure ho come l’impressione di essere arrivata solo ieri. Sapete le cose procedono velocemente, soprattutto quando sei impegnata: qualche articolo scritto e pubblicato, le innumerevoli camicie di Brando sparse per casa, talvolta macchiate di rossetto rosso (questa gliela faccio pagare!), i polpastrelli doloranti dopo un intera giornata trascorsa dietro la cassa al bar di Carlo e i quintali di macedonia preparata per sopperire alla fame pomeridiana. Cucina sempre in ordine, grazie a mio fratello maggiore: è il suo regno, nessuno deve toccarlo. Brando si limita a fare guai, come la moretta che l’altro ieri ha bussato al citofono per la bellezza di cinque volte, solo per sapere lui dove fosse. Falle capire ora che il mio gemello di solito (di solito o sempre?) si comporta come uno stronzo di prima categoria. Non so quante volte glielo l’ho detto: liberissimo di fare quello che vuoi della vita tua, ma abbi la decenza di non comunicare il tuo indirizzo alle povere malcapitate, che dopo dobbiamo subircele noi, visto che tu, mio caro Brando, sei sempre a zonzo. Meglio quando lavora, cosi non da impicci. Sapete un paio di giorni fa stavo per prendere a capelli Lisa, la ragazza di Carlo…ringraziate il mio gemellino ufficiale di Marina se non l’ho fatto. Io sono una ragazza molto tranquilla, preferisco ragionare e dialogare anche in circostante non particolarmente felici, ma quando mi fai partire l’embolo è finita. Mi trasformo in un assassina, dunque meglio starmi lontana. Quella vipera ha passato ogni confine. Volete sapere l’ultima che ha combinato? E’ entrata nel bar, senza salutare, cosa che poco mi tange visto che mi è trasparente, e non curante dei clienti urla contro Carlo, reo di non aver risposto ai suoi messaggi. Mi si è annebbiata la vista, l’ho trascinata fuori e gliene ho dette di santa ragione: ma ti pare che quel poverino si mette a perdere tempo con te con tutta la gente che c’è da servire? Invece di essere contenta per lui…con questi tempi di crisi oggi stai sulla piazza, domani no. E non vi dico come mi ha sentito mio fratello maggiore: se non si libera di quell’arpia gli faccio fare il volo dell’angelo dalla terrazza. Brando mi ha assicurata che mi aiuterà. Tuttavia voci di corridoio danno la relazione tra i due al capolinea, proprio dopo quel che è successo. Non lo devo dire, perché mi esce dall’anima, Carlo sarà buono, gentile, romantico, tutto quello che volete voi, ma con Lisa si comporta da fesso della situazione. Ma mollala a questo guaio vivente e trovati una brava ragazza, che non ti mancano le qualità…e che cavolo, si perde in un bicchiere d’acqua certe volte. Sotto questo punto di vista non ha preso proprio da nonno e papà. Diversamente da Brando, che mi combina l’esatto contrario: donne disperate da consolare. Sapete che faccio, me ne vado proprio a Minori da Elena, mia sorella.
Eh no un attimo, niente Furore, niente Damiano: le mie labbra sono consumate dai suoi baci, scambiati ovunque, sul terrazzo, sulle scale, a mare, per strada. Ogni momento è buono per fare mia la sua bocca e viceversa. Carlo ha capito qualcosa, ma tace, si limita a sorridermi. Mi ha vista cambiata in questi giorni, ne è contento, dice che mi merito un po’ di felicità dopo la batosta con Ermanno. Brando, invece, non sa ancora nulla, non ho avuto occasione per parlarci un po’, è sempre impegnato il signorino.
Squilla il telefono di casa. Alzo la cornetta e rispondo: “Cecilia”.
Aggrotto il sopracciglio: “Che c’è Carlo?”.
Cecilia tra cinque minuti puoi scendere giu’, mi vengo a prendere il cellulare. Vedi che l’ho dimenticato sul mio letto”, replica di fretta.
Ok, non ti preoccupare. A tra poco”: stacco la chiamata e mi reco in camera sua, per trovare il telefonino.
Fatevi quattro risate con me: la casa come detto è abbastanza piccola, tutto sommato ci sono solo tre stanze, ovvero cucina-salone e le due matrimoniali. Dunque vi chiederete: e Brando dove dorme? Molto semplice: nel lettone con Carlo!. La mattina me li ritrovo sempre abbracciati l’uno all’altro come due amanti, che si nascondono dal mondo. Gambe incrociate, Carlo su Brando o viceversa. Sembrano due fidanzatini alle prese con i bollenti spiriti estivi. Inutile dirvi che ho subito scattato delle foto, gentilmente inoltrate ai miei genitori ed Elena. Una l’ho stampata ed appiccicata alla porta della loro camera con sotto scritto “True Love” in grassetto nero. Ben vi sta, li ho ripagati con la stessa moneta. La loro vendetta non è tardata ad arrivare: alle otto del mattino hanno avuto il barbaro coraggio si lanciarsi sopra il mio letto, con me che dormivo. L’ho detto che quando vogliono sanno essere trogloditi.
Intanto trovo il cellulare di Carlo, vorrei spiare i suoi messaggi, ma evito. Ha come sfondo una foto con tutti e quattro: io ed Elena in groppa ai nostri gemelli. Brando ha una coniglietta di Playboy e non aggiungo altro.
Scendo giu’ al cancelletto velocemente, facendo si che il mio vestitino giallo, stretto in vita da una leggera cinturina, si gonfi leggermente. Capelli sciolti e ballerine ai piedi. Insomma abbigliamento semplice ed adatto al caldo estivo. Vedo subito mio fratello, poggiato al muro con braccia incrociate.
Gli vado incontro: “Il telefono Carlo”.
Scuote il viso, come se l’avessi distolto dai suoi pensieri: “Ah si, grazie”.
L’accarezzo: “Non mi dire che stai cosi per Lisa”.
No, assolutamente. Non la sento neanche piu’, dopo la scenata al bar ha chiuso con me”, afferma sicuro e deciso.
Dentro di me gongolo ed esplodo di gioia a festa. Grazie San Gennaro, grazie…hai fatto uno dei tuoi miglior miracoli. Giuro che verrò da te a piedi, pur di ringraziarti ancora. Promesso!. Una ragazzina dai capelli neri ci passa davanti, facendo apprezzamenti su mio fratello.
Mi giro compiaciuta: “Eh Carlo? oggi è il complimento, domani il sorrisino malizioso e dopodomani la pacca sul sedere”.
Scoppia a ridere: “Certe volte sei peggio di Brando”.
Chi io? Ma quando mai!”, esordisco, facendo la finta tonta.
Mi da un bacio sulla guancia e scappa via a lavoro. Non sapete che sollievo che mi ha dato dicendomi che si è stufato di Lisa. Non avete idea di quanto lei abbia stufato me: brutta racchia che non sei altro, te ne sei andata a quel paese finalmente!.
 Mi incammino verso casa, ancora presa dai miei festeggiamenti interiori. Devo subito dirlo a Brando, magari parlandogli anche di Damiano, visto il loro rapporto lavorativo. Non mi va di creare dei malintesi tra me e mio fratello, tra lui e Damiano. Non voglio che Brando pensi che non senta piu’ la necessità di confidarmi con lui, cosa che è sempre accaduta in questi lunghi venticinque anni. Accanto al cancello di ferro trovo una donna bionda, stretta in un abitino rosso, intenta a scrutare il citofono. Inizialmente ho come l’istinto di chiederle chi stia cercando, ma evito: non sia mai è una delle tante conquiste del mio gemello, non me ne esco piu’ dai guai. Non mi va proprio di consolare un ulteriore vittima del fascino latino di mio fratello. Dunque mi limito ad aprire la porta, salendo a casa.
  
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