Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: TooLateForU    31/03/2012    41 recensioni
'Quando ti vedo mi viene voglia di gettarmi dalla finestra.'
'Non frenare le tue voglie, Malik.'
Il talebano pronto a farci saltare tutti in aria – meglio conosciuto come Zayn Malik - era il capitano di pallanuoto più stronzo che la Lincoln High School di Londra avesse mai conosciuto. Oltre questo era anche fastidioso, insulso, patetico e più stupido di un Lama.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

FORGETTING YOU BUT NOT THE TIME
Devo confessarvi una cosa ragazze.
Ho paura, molta paura.
Mi sono barricata in camera, chiuso a chiave la porta, alzato il ponte levatoio, preso le mazze e gli scudi..Ma ho l'impressione che dopo questo capitolo qualcuna di voi mi ucciderà comunque AHAHAHA
Ragazze, che posso farci io? Non è colpa mia. E' colpa loro, dei personaggi. Prendono e fanno come vogliono!
Eeeh, le cose cominciano a complicarsi un po'. Ma non troppo, dai, sono buona infondo :)
Baaaacioni!


“Stai scherzando, vero?” chiesi, lanciandogli uno sguardo terrorizzato.
Zayn scosse la testa, divertito “Certo che no! Non sei contenta di essere qui?”
Feci un respiro profondo, tentando di calmarmi. Perché tutte a me?
Perché?
“Io odio pattinare sul ghiaccio. Hai presente il mio equilibrio, no? Bhè, immaginati se dovessi scivolare su una lastra di ghiaccio con due lamine di ferro al posto delle scarpe!” gli feci notare, gesticolando.
Malik fece finta di non sentirmi, e prendendomi per un braccio mi trascinò fino al bancone dove affittavano i pattini.
“No no no! Non pattino, non pattino, non pattino!” piagnucolai, tentando di divincolarmi.
“E smettila di fare tutto questo casino! Dovrò far finta che sei mia sorella minore, se continui così!” mi minacciò, guardandosi intorno come a controllare che nessuno ci stesse guardando.
La pista era piena di ragazzi e bambini ridenti, che leggiadri scivolavano sul ghiaccio.
Poi sarei entrata io, e avrei buttato giù anche la balaustra.
“Che numero vi serve, ragazzi?” ci chiese un uomo sulla cinquantina dietro il bancone, con una pancia che superava la circonferenza dell’Africa.
“Un quarantaquattro e un..” Zayn lascio la frase in sospeso, girandosi a guardarmi.
Io alzai un sopracciglio “No, non te lo dico!”
Mohammed sbuffò, poi con un solo e veloce gesto afferrò una mia gamba, tirandola verso l’alto.
Lanciai uno strillo, reggendomi prontamente al bancone.
“Trentasette!” esclamò soddisfatto, dopo aver osservato la mia converse, e lasciando finalmente la mia gamba.
“Ti ammazzo, Malik.” Sibilai, mettendomi a posto i jeans. Lui mi fece l’occhiolino, mentre il tizio ci forniva i pattini.
 
CINQUE MINUTI DOPO, SULLA TEMUTA PISTA.
“Okay, è stato bellissimo. Ora possiamo andare.” Esclamai tenendomi salda alla balaustra, l’unica cosa che mi impediva di sfracellarmi sul ghiaccio.
Mr Abbronzatura dell’anno rise, mentre tranquillo pattinava al mio fianco. Dove cavolo avesse imparato a pattinare non lo so..
Che ci fosse il ghiaccio in Iran?
O era Pakistan?
Vabbè, nel deserto.
“E dai, sciogliti un po’, sei un pezzo di legno!” commentò, pizzicandomi un fianco. Io feci una smorfia, senza muovermi.
“Forse non ti è chiaro, ma io non so pattinare. Capire tu quello che io stare dicendo?” lo presi in giro.
Lui ruotò gli occhi al cielo, poi inaspettatamente si avvicinò e mi afferrò per i fianchi, staccandomi dalla balaustra.
“No no no no no!” mi opposi, ma ormai mi stava trascinando in mezzo alla pista, e non sapevo come tornare indietro.
Le sue braccia avvolgevano interamente il mio busto, e le mie braccia. Indossava un giaccone della Quick Silver che riusciva a scaldare anche me.
Incredibile eh? Proprio il giaccone..
“Adesso ti insegno a pattinare, così la smetti di fare l’idiota.” Disse, posizionandosi al mio fianco.
“Fermo, fermo, non mollarmi!” gli ordinai, aggrappandomi spaventata ad un suo braccio.
Zayn rise, mentre il cappello nero gli scivolava un po’ sui capelli. Aveva dei denti bianchissimi, che si notavano particolarmente sulla sua pelle.
Ma forse l’ho già detto?
Strinse la presa sui miei fianchi “Lo faccio per il bene pubblico. Sei un disastro ambulante.” Commentò, con una smorfia.
Io gli feci la linguaccia, prima che cominciasse a pattinare, portandosi dietro me.
“Oddio Liz, devi muoverli i piedi!”
“Ah, non sto già pattinando?”
“No idiota, sono io che ti sto tirando!”
Alzai gli occhi al cielo, senza però riuscire a trattenere un sorriso.
Stranamente, mi stavo quasi divertendo.
“Allora, muovi i piedi come faccio io..” mi disse, e osservai come si muoveva. Provai a muovere un pattino, ma dovevo aver sbagliato qualcosa perché mi sentii scivolare.
Zayn mi tenne più salda, riportandomi del tutto in piedi “Ma come fai a scivolare da ferma? Come?” chiese disperato e scoppiai a ridere, seguita da lui.
“Ma che ne so, scivola tutto qui!” esclamai, sbattendo un pattino sulla pista.
Zayn scosse la testa, poi lasciò la presa sui miei fianchi e si posizionò davanti a me.
Io gelai sul posto, e dovevo avere uno sguardo terrorizzato perché Malik scoppiò di nuovo a ridere “Oddio, calmati! Vedi che riesci a stare in piedi?” mi fece notare.
“Già, ma non credo di poter rimanere immobile sulla pista per sempre..”
“Ed io che sto a fare qui?” domandò retorico, e poi fece qualcosa che mi spiazzò del tutto.
Mi prese entrambe le mani, prendendo a pattinare con molta nonchalance all’indietro, mentre io gli stavo davanti.
Non ci eravamo mai presi per mano, e attraverso i suoi guanti neri di lana mi parve quasi di sentire una scossa elettrica. Ebbi l’istinto improvviso di accarezzargli le mani, ma mi trattenni.
Lo guardai negli occhi, con una smorfia imbarazzata “Sei bravo a pattinare, te lo concedo..” dissi, e lui fece un’espressione offesa.
Bravo? Sono un genio del pattinaggio, ragazzina!” rispose, prima di avvicinarmi con un movimento veloce, e farmi fare una piroetta.
Scoppiai a ridere, mentre stringevo più forte una sua mano “Porca miseria Zayn, così mi ammazzo!” esclamai sorridendo, quando mi trovai di nuovo davanti al suo viso.
Lo vidi sbattere le ciglia scure per qualche attimo, come se fosse sorpreso, rimanendo in silenzio.
“Ehi, ci sei?” lo chiamai, e lui scosse la testa velocemente, come rinsavendo.
“Si, si ero sovrappensiero..” rispose semplicemente, prima di riprendere a trascinarmi sulla pista.
D’un tratto, mentre pattinavamo, mi assalii un terribile dubbio.
Com’era possibile che ci stessimo divertendo, io e lui? Noi non riuscivamo a stare per più di cinque minuti senza litigare selvaggiamente, e invece oggi lui era così..così..allegro.
Sembrava un altro. Sembrava volesse fare la parte del..non so, del bravo ragazzo di cui tutte si innamorano.
Non mi avrebbe mai portata sulla pista di pattinaggio, se non fosse stato per vincere la scommessa.
Quel pensiero mi infastidii terribilmente, e in un attimo sciolsi la presa dalla sua mano. Mi avvicinai barcollando alla balaustra, e lì mi fermai.
Zayn si voltò verso di me, sorpreso, e scivolò velocemente al mio fianco.
“Sei già stanca? Vorrei farti notare che non abbiamo fatto neanche due giri.” Mi fece notare, con un sorrisetto.
Mi innervosii terribilmente, al pensiero che stesse facendo tutta questa farsa solo per la scommessa.
Perché me la prendevo? Era ovvio che lo facesse per questo.
E allora perché?
“Sai che c’è? Devo tornare a casa, adesso. Ci vediamo a scuola.” Dissi fredda, prima di tentare di allontanarmi.
“Ehi ehi, frena un attimo!” mi richiamò, afferrandomi per un braccio e portandomi di nuovo davanti a lui.
“Che diavolo ti prende, adesso?” mi chiese, confuso. Io contrassi la mascella, divincolandomi.
“Niente, non mi prende niente. Voglio solo andarmene.”
“Ma fino a due minuti fa ti stavi divertendo! Liz, che ti prende?” ripetè, scandendo bene le parole e fissandomi negli occhi.
Io sbuffai, allargando le braccia “Forse non mi va più di fare quella scommessa, va bene? Anzi, considerala annullata.” Continuai.
Malik aggrottò le sopracciglia, ancora più confuso “La scommessa? Che c’entra adesso la scommessa?”
“C’entra eccome, c’entra con tutto questo!” feci un gesto come ad indicare tutta la pista di ghiaccio “Non mi va di essere scorrazzata per tutta la città solo perché vuoi vincere quello schifo di scommessa.” Conclusi, tra i denti.
“Ti ricordo che tu hai accettato quello ‘schifo di scommessa’..” Mimò con le dita due virgolette “Qual è il problema adesso?”
“Cazzo Malik, è questo il problema!” replicai, alzando la voce “Il fatto che mi hai portato qui, che fai tutto il carino con me, che mi prendi per mano..E’ esattamente questo il problema!”
“Sei impossibile, Liz. Impossibile!” esclamò, nervoso “Cosa preferiresti che facessi, che ti prendessi a pugni?”
“No, non voglio che tu faccia niente!”
“E allora vattene! Che cazzo ci stai a fare ancora qui?”
“NON LO SO!” urlai, furiosa, mentre qualche ragazzo si soffermava a guardarci.
Malik contrasse la mascella, prima di distogliere lo sguardo velocemente. Io restai a guardarlo un altro attimo, prima di superarlo e scivolare molto lentamente verso la fine della pista, che fortunatamente era vicina.
Che si fotta, lui, quella scommessa e anche io, che avevo accettato. ‘Come rovinare un’intera giornata nel giro di qualche minuto’, avrei potuto scrivere un bestseller con questo titolo.
Non so neanche cosa diavolo mi era preso, perché mi ero innervosita così tanto, perché gli avevo urlato contro..
Però avevo ragione. Non riuscivamo a passare neanche cinque minuti insieme senza litigare. Siamo troppo diversi, lui è troppo lontano da me e io lo sono troppo da lui, è inutile girarci intorno.
Era inutile quella scommessa, era inutile continuare a parlarci. Dove volevo arrivare? E soprattutto, per quanto avrei continuato a fingere di non sentire l’effetto che faceva su di me?
Scossi la testa, come a scacciare quei pensieri dalla mia mente, mentre allacciavo la seconda scarpa e mi alzavo per restituire i pattini.
Li posai stancamente sul bancone, e senza neanche ringraziare il vecchio girai i tacchi per andarmene.
Presi a camminare verso la via di casa, con le mani nelle tasche della felpa, infreddolita. Sulla pista da pattinaggio faceva più caldo..Probabilmente perché ero attaccata al giaccone imbottito di Zayn.
Il cielo scuro di Londra non prometteva bene, e probabilmente si sarebbe scatenato un temporale epico nel giro di minuti. E i miei non avevano idea di dove fossi, quindi magari era meglio che mi sbrigassi a tornare a casa.
Velocizzai il passo, e tirai fuori il cellulare dalla tasca per vedere che ore fossero..
“BUH!”
“AH!”
Lanciai un urlo e sobbalzai, al sentire il gridare di qualcuno al mio fianco. Mi girai repentinamente, e quasi mi cadde la mascella quando mi accorsi di avere davanti un ridente Dio Del Sesso*.
Ovvero Harry-non-so-il-suo-cognome.
“Ti ho spaventata?” domandò, con un sorriso divertito. Io alzai gli occhi al cielo.
“No, ho urlato perché volevo testare le mie corde vocali.” Risposi sarcastica, facendolo ridere. Harry mi diede una delicata spintarella sulla spalla “Eddai, non puoi mica vivere in costante allarme terroristico!” esclamò.
Scrollai le spalle, mentre riprendevo a camminare “Comunque, che ci fai qui?” gli domandai, curiosa.
“Bah, vediamo, ad occhio e croce ci vivo..”
“Ma tu non vivevi sui cartoni?”
“Eh, infatti sono quelli..” indicò con un dito il marciapiede, dove si trovavano dei cartoni e un barbone con un cane spelacchiato.
Sorrisi divertita “Dai, sul serio, che ci fai qua?”
Harry alzò le spalle, prima di puntare i suoi occhi nei miei “Ti cercavo, bambola.” Rispose, imitando la voce di uno di quei boss della mafia nei film.
Oh, perché era così divertente?
“E mi hai trovata!”
“E’ destino!”
“O il fato?”
“Non sono la stessa cosa? Ehi, non mi hai più chiamato! Mi sono sentito offeso!” mi fece notare, sporgendo il labbro inferiore, come a mettere il broncio.
In realtà l’avevo chiamato, solo che avevo digitato il ‘#31#’ per far comparire un numero sconosciuto ed in un attacco di panico avevo messo giù senza parlare, subito dopo che aveva risposto.
Che idiota, eh?
“Già, scusa, è che ho avuto un sacco da fare e..” iniziai a giustificarmi, gesticolando vaga.
“E non ti andava di chiamarmi.” Concluse, con un sorrisetto che mise in evidenza tutti i suoi denti perfetti.
“Ma figurati, chi non vorrebbe chiamarti?” mi lasciai scappare, senza pensare. Mr Bombastic scoppiò a ridere, e la sua risata aveva un che di affascinante, divertente e tremendamente sexy tutto insieme. Puntò i suoi occhi verdi nei miei, prima di farmi un buffetto sulla guancia.
“Sai che sei proprio adorabile, quando sei in vena?” mi disse, mentre i suoi grandi occhi parevano quasi brillare
“Potresti farmi arrossire, sai? E ti assicuro che non sono come Anna dai Capelli Rossi che arrossisce per ogni caz..”
Non riuscii a finire la frase, perché lo sentii prendermi per una mano e il secondo dopo qualcosa di estremamente morbido si posò sulle mie labbra.
1, 2, 3.
Bastarono tre secondi, per comprendere che Harry mi stava baciando.
Le sue labbra sapevano di.. Sapevano di Coca Cola. Doveva averne bevuta un po’, prima di incontrarmi..
Coca cola e menta.
Harry mi stava baciando.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

   
 
Leggi le 41 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: TooLateForU