Anime & Manga > Shugo Chara!
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Autore: Meme06    31/03/2012    4 recensioni
Ed eccomi di nuovo? Vi ho stressati? Eccome se l'ho fatto! XD Comunque questa volta non sarà il solito cambiamento, ovvero personaggi in un luogo diverso e in un'ambientazione diversa. Bensì riscriverò tutta la storia di Shugo Chara dal mio punto di vista... 'leggermente' Dark. XD Spero che vi possa piacere!
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amu Hinamori, Ikuto Tsukiyomi
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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L'edificio era prossimo e presto la sua cara cuginetta entusiasta avrebbe conosciuto quello che il giorno prima definiva come 'fantastico!' .

- Waahh! - esclamò Rima. - Quella è la tua scuola?

- A-ah.

- Fantastica! - ecco appunto. Ci risiamo. Come faceva ad essere così emozionata per un semplice giorno di scuola?

- Ehm… come vuoi. - rispose prima di entrare, seguita subito da sua cugina che stava saltellando per la felicità. Che bambina che era. Eppure era sicura che appena sarebbero entrate in classe si sarebbe aggrappata alla sua schiena, timida com'era.

- Ehi Amu! - la richiamò d'un tratto. - I tuoi amici stanno tutti nella tua stessa classe?

- Ehm… probabilmente se ne avessi si. - rispose tranquilla.

Rima rimase non poco stupita da quella rivelazione. Era sempre stata convinta che sua cugina, con il carattere che si ritrovava, avrebbe sempre fatto amicizia subito e con molte persone. Una specie di ragazza che sottometteva chiunque. Mentre Amu era proprio il tipo che non voleva problemi e che faceva il possibile per non averli, anche se a volte questi erano inevitabili.

Entrarono in classe, che con grande stupore dei presenti era quasi vuota. Fatta eccezione per un ragazzo e una ragazza che, a considerare l'incredibile somiglianza, dovevano essere gemelli.

- Ciao Amu! - salutarono in coro, sorridendo.

- Si, ciao. - rispose lei, indifferente.

I due non se la presero e continuarono a sorridere, fissandola. Ecco. Altra cosa che alla ragazza infastidiva era quando delle persone la fissavano. non si sentiva libera di fare quello che le pareva. Come intrappolata in una prigione di sguardi e iridi invadenti.

- Amu, quelli sono tuoi amici?

- Cosa ti ho detto prima? - le domandò con aria stanca ma seria.

Rima annuì.

- Ho capito.

Eppure a guardarli, quei due sembravano davvero suoi amici. Di certo sua cugina però non era una persona con cui si poteva insistere. Lasciò perdere e le si sedette vicino.

- Sai che dovresti aspettare fuori dall'aula?

- Cosa? Anche qui funziona così? - domandò tristemente.

- In ogni dannata scuola funziona così. Dai Rima non rompere e esci dall'aula. - le disse. Funzionava così da sempre, o almeno da quando lei aveva iniziato ad andare a scuola. Lo studente doveva essere introdotto dall'insegnante e solo quando esso dava lui il permesso di sedergli, egli poteva mettersi nell'unico banco vuoto disponibile. Prontamente preparato da qualcuno il giorno prima.

- Va bene. - sospirò delusa la biondina, prima di uscire dalla classe.

Poco dopo entrarono gli altri compagni di classe. Amu notò un insolito chiacchiericcio fra i babbei, quella mattina e si accorse che i due gemelli la stavano ancora fissando. Che rottura!

- Hey, hai visto quella ragazza?

- Si, è carinissima!

- Ha dei bellissimi capelli!

- Già, e poi hai visto che sguardo dolce e timido?

I discorsi che provenivano da dietro di lei erano chiari e facilmente decifrabili. Stavano parlando di Rima. Sua cugina aveva questa capacità. Era talmente piccola e dolce da piacere sempre a tutti. A volte anche lei doveva ammettere che sembrava una bambolina. Cosa che ovviamente non le diceva mai.

Sua cugina le aveva detto svariate volte - e consigliato anche - che se avesse mostrato a tutti la parte più dolce di sé sicuramente anche lei sarebbe piaciuta così tanto ai ragazzi. Amu aveva sempre detto che quella era la cosa da prendere meno in considerazione delle altre sciocchezze. Lei, non aveva tempo.

- Seduti ragazzi! - esclamò la capo classe non appena vide la prof. entrare. - In piedi! Salutate!

Gli studenti obbedirono, nonostante tutti i loro sguardi erano rivolti alla porta, ancora chiusa.

- Seduti!

- Bene ragazzi. Come già, penso, avrete notato, avete una nuova compagna di classe. - gli occhi della maggior parte dei ragazzi divennero a cuoricini, mentre gli sguardi delle ragazze erano poco più che incuriositi. - Vieni avanti!

La ragazza entrò. Tutti la fissavano e a lei questo non piaceva. Però sapeva che non poteva correre dietro Amu a coprirsi. Si fermò accanto alla cattedra e attese.

- Questa è Masashiro Rima. La vostra nuova compagna di classe. - Rima fece un breve inchino, per poi voltarsi verso l'insegnante.

- Posso andare a sedermi, adesso? - domandò.

La donna annuì non poco sorpresa.

- Ma certo, guarda, c'è un banco dietro Hinamori. Spero possiate andare entrambe d'accordo.

Non c'era alcun bisogno di dirlo. Questo pensò Amu dopo quelle parole. Rima invece rimase impassibile e si andò a sedere. Lei la conosceva troppo bene per non capire quanto fosse a disagio. Se sua cugina non rideva era per questo.

Un movimento della borsa la distolse dai suoi pensieri e la portò a guardare in basso, verso la cartella.

- Che sia…? - mormorò a bassa voce.

Aprire la borsa era fuori discussione, se usciva di nuovo quell'esserino sarebbero stati guai. Aveva capito subito che gli altri non li vedevano quei cosi. Bensì solo chi li possedeva. Però se si fosse messa a parlare o a bisbigliare in classe avrebbe di sicuro attirato l'attenzione. Povera pazza che parla con gli gnomi. Non le andava proprio a genio.

- Professoressa, posso andare in bagno? - domandò allora.

- Si, fai presto.

Amu annuì, prese velocemente il sacchettino dalla borsa dov'erano le uova e corse fuori dalla classe.

- Ahh, finalmente! Per quanto tempo ancora avevi intenzione di tenermi lì dentro! - esclamò Ran non appena uscita dall'uovo.

- Shh! Mi sa che non sei l'unica a voler uscire… - sussurrò la ragazza.

Ran la guardò interrogativa, per poi posare lo sguardo su ciò che teneva fra le mani. Era l'uovo blu.

- Dici che si sta per schiudere? - domandò.

- Non ne ho idea, non dovresti saperlo tu? - ribatté la ragazza.

- Come potrei saperlo io, ragiona!

Giurò che stava per prendere a pugni quel cosetto rosa. Ma non c'era tempo. Se anche l'uovo blu si sarebbe schiuso era meglio che lo faceva in fretta. Non poteva restare tutto il giorno in bagno e non poteva neanche permettersi di controllare quel coso ogni dieci minuti.

- Uff… spero solo che abbia la grazia di aspettare che finisca la scuola… - borbottò la ragazza, per poi tornare in classe.

- Guarda che non spetta a te decidere… - le disse Ran. Ma Amu nemmeno l'ascoltò. Tanto che il piccolo Shugo Chara tornò nel suo uovo ancora una volta.

La prima ora l'ascoltò così attentamente che si spaventò quando suonò la campanella.

- Amu, tutto bene? - le domandò sua cugina.

La ragazza annuì distratta. Era da prima che aveva avuto una strana sensazione. Forse era per quel motivo. Ma non voleva darci troppo peso.

- Rima, potresti tornare a casa da sola alla fine della scuola? Ho delle cose da fare… - le disse.

La bionda fece prima una faccia stranita, poi - conoscendo molto bene sua cugina - decise di annuire e basta. Niente proteste, o qui si finiva in una lite.

- Però non tornare tardi o zia se la prende con me. - le disse solo prima di guardare l'orario e tirare fuori i libri per la prossima ora di lezione.

- Non preoccuparti. - la 'tranquillizzò' Amu, puntandole addosso il suo sguardo glaciale.

Il resto della giornata passò in poco tempo, almeno per la maggior parte della classe. Per Amu invece era stato uno strazio. Nonostante le materie fossero state leggere per la ragazza era stato peggio di essere sotto tortura con tutti aghi puntati alla gola.

Aveva maledettamente da fare! Non poteva permettersi distrazioni o roba simile.

- Ciao Amu! - due voci in coro la salutarono bloccandole il passaggio.

Nadeshiko e Nagihiko. La guardarono sorridendo entrambi, cosa che non piaceva affatto alla sottoscritta.

- Ehm… Ciao, scusate devo…

- Oggi sei ufficialmente invitata a casa nostra! - annunciarono entrambi con soddisfazione. - Ci saranno tutti i guardiani per...

- Fantastico… - disse con finto entusiasmo e mettendo le mani sui fianchi. Stava iniziando ad arrabbiarsi. - Ho da fare! Non rompete e lasciatemi passare.

- Non vorresti sapere che cosa sono gli Shugo Chara?

- Intendete dire quelle strane uova?

- Esatto, le uova del cuore.

- Uova del cuore? L'ha inventato la Disney per caso il titolo?

I due gemelli risero.

- Davvero non sei curiosa?

- Possiamo rimandare per favore? - domandò scocciata la ragazza. - Non ho tempo per queste cose! Non adesso, non oggi.

- E quando? - ma come facevano a sincronizzare le loro voci alla perfezione?

- Domani! - e detto questo, prima di lasciarsi bloccare, sgattaiolò via.

Doveva sbrigarsi! Non poteva permettersi di…

- Amu, dove stai andando? - chiese Ran.

- Lo capirai quando arriveremo…

- Ma...

- Proprio non t'importa niente di noi, vero? - una voce la fece bloccare all'istante.

- Cosa?

L'uovo azzurro uscì dalla borsa e si mise alla stessa altezza del volto della ragazza. Qualche secondo e ne uscì un esserino completamente blu e sopra il cappello il seme di picche. In nero come quello di Ran.

- Quindi sei nata anche tu… - fece scrutandola un poco. - Sei una… femmina?

La piccola annuì.

- Si. Mi chiamo Miki e sono il tuo secondo Shugo Chara. - le disse.

Amu fece un mezzo sorriso mentre aggrottava la fronte, facendo un'espressione alquanto bizzarra.

- Beh, piacere.

- Perché ci porti ancora in giro? Ci vuoi vedere scomparire davanti ai tuoi occhi? Se non t'importa nulla di noi faresti meglio a lasciarci da qualche parte, tanto vale morire… - non l'avrebbe mai creduto, specialmente perché si conosceva troppo bene per arrivare ad una conclusione tanto assurda. Eppure le parole di quell'esserino blu l'aveva in qualche modo toccare.

- Noi siamo parte di te. Siamo nati per aiutarti. Siamo come degli arti in più… non ti mancherebbe un braccio o una gamba se la perdessi? Come non puoi essere curiosa di scoprire ancora di più te stessa?

Amu rimase allibita da quello che Miki le stava dicendo. Sentiva che aveva ragione, eppure non riusciva ad ammetterlo.

- Ha ragione… - mormorò Ran affiancando la Shugo Chara blu. - Se non t'importa, ma soprattutto, se non credi in noi… finiremo con lo scomparire. A questo punto anche io preferirei che il mio uovo venisse rotto.

Dopo queste parole un vento silenzioso trasportò i minuti seguenti, facendo riflettere la ragazza come mai aveva fatto prima d'ora.

Le due parole 'Ha ragione' la trafissero come una spada sul petto. Eppure… perché non riusciva a fidarsi di nessuno? Neanche di se stessa a quanto sembrava.

- Come posso sapere che…

- Lo sai già. Dentro di te. - la precedette Miki.

Amu si fissò i piedi prima di puntare il suo sguardo di nuovo sull'esserino. Poi sorrise lievemente e annuì convinta.

- Hai ragione. - confessò in fine. Miki fece un lieve sorriso e annuì. - Tu che cosa rappresenti di me?

- Il tuo lato artistico.

- Davvero ne ho uno?

- Considerando che nella tua stanza hai milioni di disegni nascosti direi di si.


- Oggi è il domani di ieri! - esclamarono all'unisono i due gemelli.

Se qualcuno le avrebbe fatto la grazia di darle un'aspirina le avrebbe di sicuro salvato la vita… e anche la sua preziosa testa.

- Quanto siete insistenti! So che cosa sono gli Shugo Chara!

- Quindi sai anche che vengono da qui? - le domandarono indicandole il petto.

- Ehm… dal petto?

- Dal cuore.

- Ma come diavolo fate a parlare sincronizzati?

I due si guardarono per poi sorridere.

- Sei davvero un tipo particolare! - esclamarono, di nuovo all'unisono.

Amu alzò un sopracciglio, poi decise di lasciar perdere risparmiando un po' di fiato.

- Sono costretta?

I due annuirono.

- A che ora?

- Alle sei. - Amu rifletté. La scuola finiva alle quattro. Aveva due ore per finire quella cosa.

- Va bene. Ci saranno tutti?

- Tutti.

- Va bene. Devo portare qualcun altro?

- Tua cugina ha uno Shugo Chara?

- No.

- Allora basti tu. - risposero, per poi fare dietro-front e andarsene.

Amu abbandonò la testa sul banco. Ma proprio tutte a lei dovevano capitare?

Comunque sia, quello che era fatto ormai era fatto. Se avesse posseduto uno di quei ciaffi come su Harry Potter per tornare indietro nel tempo sarebbe stato molto meglio. Purtroppo per lei la vita non era così facile…

- Amu, tutto okay?

- Si Rima. Secondo i tuoi standard lo è…

Okay. L'indirizzo che le avevano dato non poteva essere sbagliato visto che l'avevano scritto loro e che quella era l'unica via di Tokyo con quel nome che - almeno lei - conosceva.

Ma allora perché piuttosto di essere andata ad un appuntamento con i Guardiani le sembrava di essere stata invitata dentro un Ryokan? *

Dopo essersi ripresa dalla sorpresa bussò alla porta.

Le venne ad aprire una donna molto anziana.

- Chi è?

- Sono Hinamori Amu. Nadeshiko e Nagihiko le hanno detto che venivo?

- Dunque… oh si! Vieni, entra pure! - esclamò la donna scortandola al suo interno.

- Ciao! Finalmente sei arrivata! - vedere Nagihiko da solo, senza Nadeshiko le fece terribilmente strano, quasi quanto sentire uno dei due gemelli parlare senza il supporto dell'altro.

- Già.

- Beh vieni. Ti stanno aspettando tutti. - detto questo la scortò all'interno di una stanza dove stavano tutti seduti intorno ad un tavolo a bere tè e mangiare biscotti. - Ragazzi, è arrivata Amu!

Tutti si girarono a guardarla e con sorrisi la salutarono.

- Ciao a tutti… - fece, lei per prima, con poco entusiasmo.

Li scrutò uno ad uno.

- Penso che ci conosci già tutti, ma per sicurezza meglio presentare di nuovo gli altri due… - disse Nagihiko. - Lui è Kukai, king's chair e lei è Saitou Ami, l'Ace chair.

- Si, mi ricordavo di loro. - disse apatica.

L'Ace chair le rivolse un'aria di superiorità, riavviandosi le ciocche biondo cenere e piantandole gli occhi legno addosso.

- Bene, anche noi ci ricordiamo di te. - disse Kukai guardandola sorridendo. - Io in modo particolare.

Amu non fece una piega. Quella volta se la ricordava anche lei. Non per questo ora si sarebbe giustificata per non averlo aiutato.

- Ottimo! - fece Nadeshiko. - Ora possiamo iniziare.

Strani esserini, molto simili a quelli che erano usciti dalle sue uova, fecero la loro comparsa da dietro le spalle dei guardiani.

- Ma quelli… - fece Amu sbalordita indicandoli.

- Esatto. - disse Kukai. - Questi sono i nostri Shugo Chara. Lui è Daichi. Ed è nato dal mio desiderio di essere bravo in tutti gli sport.

- Lei è Temari… - intervenne poi Nadeshiko. - Ed è nata dal mio desiderio di saper cucire bene. Infatti adoro fabbricare bambole.

- Lui è Ritmo… - questo era Nagihiko. - Ed è nato dalla mia passione per la musica. Visto che adoro suonare la chitarra.

- Lei è Shizu… - disse infine Ami. - ed è nata dal mio desiderio di imparare a ballare.

Timidamente, anche gli Shugo Chara di Amu uscirono dalla sua borsa e si mostrarono agli altri.

- Loro sono Ran e Miki… - le presentò. - Per il momento sono solo loro due.

- Vuol dire che ne hai un terzo? - domandò Ami.

Amu annuì.

- Comunque sia… le uova del cuore… - iniziò a dire Nagihiko. - Sono quei forti desideri che nascono ne cuore di ognuno. Quando uno smette di credere al desiderio quell'uovo viene automaticamente distrutto dalla stessa persona che lo ha deposto. Poi ci sono i desideri più forti che escono fuori e questi sarebbero gli Shugo Chara.

- Perché mi dite tutto questo?

- Perché ultimamente sono aumentati i casi di distruzione di uova del cuore. E non crediamo che sia da parte della persona che le aveva. - spiegò Kukai.

- Bensì c'è un'organizzazione che è alquanto sospetta. Secondo noi c'entra qualcosa. - intervenne Nadeshiko.

- Qual'è?

- La Ester. - disse Ami. - Secondo alcune ricerche, che io personalmente ho svolto quella società si comporta in modo alquanto sospetto. In più alcuni suoi membri sono spesso stati visti ne luoghi dove i bambini perdono le uova.

- Perché c'è un modo per distrugger l'uovo del cuore? - Amu era sempre più incuriosita da questa faccenda.

- Non siamo ancora sicuri del metodo che utilizzano. - spiegò Kukai. - Però sicuramente un metodo c'è.

- Perché mai dovrebbero farlo?

- Ottima osservazione… - disse Nagihiko. - Questo è proprio ciò che stiamo tentando di scoprire.


Uova del cuore. Quella parola le stava ossessionando la mente.

- Ciao Amu! - ed ecco la corale che le faceva visita.

- Ciao Nadeshiko, Nagihiko… - rispose posando lo sguardo su tutti e due.

- Allora, ci devi pensare? - chiesero in coro e con un sorriso a disegnare le labbra sottili.

- Esatto… devo pensarci.

- Mi raccomando, ricorda che dipende tutto…

- Lasciatemi pensare almeno! - sbottò all'improvviso.

I due gemelli persero il sorriso all'istante. Mentre un'espressione d'incomprensione si faceva largo sui loro volti. Nessuno dei due capì perché Amu si era arrabbiata.

- Va bene, a domani! - fece infine Nagihiko con un sorriso tirato, dopodiché se ne andarono.

Amu annuì affondando la testa tra le braccia conserte sopra il banco. La fronte si poggiò sul piano freddo del tavolino. Non ne poteva già più di questa storia.

- Stanca?

- Non sai quanto… - rispose senza pensarci. Restò con la testa sul banco finché le rotelle del suo cervello non presero a girare nel verso giusto e a chiedersi chi le aveva posto quella domanda. Alzò lentamente il capo, fino a trovarsi davanti ad un palmo dal viso di un ragazzo. D'istinto scattò in piedi. Ma non lo guardò male, bensì stupita.

- Che ci fai nella mia classe? Ikuto...



* Albergo di lusso tipico giapponese. Con al suo interno l'arredamento tradizionale giapponese. Serve anche i pasti tipici durante la giornata. Se volete saperne di più: http://www.sulgiappone.it/alloggi-giapponesi/ryokan

  
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