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Autore: _imtheFIRE    01/04/2012    6 recensioni
Valeria, sedicenne che odia la sua vita monotona, italiana, vive a Londra da sette anni. Il suo miglior amico, Zayn, sta per fare un passo importante ed ha bisogno di lei, a tutti i costi. Questo cambierà tutto, Valeria riuscirà in seguito ad amare la vita.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ANGOLO AUTRICE :')
Ciao care e fedeli lettrici, vi avevo detto che questa FF stava per finire e non dico bugie uù... infatti manca un solo capitolo alla fine, mi mancherà molto sinceramente e non so se anche a voi, ma comunque per vostra (s)fortuna ne scriverò un'altra che ho già in mente e sarà molto diversa da questa :) 
Vi adoro skldjhsadfli ♥




Zayn.
 
Io e Jade avevamo fatto lunghi giri per i negozi, e lei senza fare troppe storie come le altre, aveva accettato di farsi comprare qualcosa di griffato da me, non era mica stupida?
Eravamo ormai stanchi però di girare per i negozi, anche perché i paparazzi iniziavano a rompere.
Le dissi che l’avrei portata un po’ sulla spiaggia, però prima andai a parlare con uno di quei paparazzi che ci aveva seguito tutto il tempo.
Ritornai da lei che mi stava aspettando accanto ad un negozio come le avevo detto e la presi per mano, ormai quello non ci seguiva più, avevo il mio metodo.
Andammo sulla spiaggia, quest’ultima era meta di molte coppie che volevano avere un po’ di privacy, ed era il posto migliore dove avrei potuto portarla, dato che sapevo che l’appartamento era occupato da harry e vale, da come mi aveva detto harry.
Sì, quell’idiota aveva fatto prima di tutti, e prima di andarsene ci aveva avvertito tutti che non saremmo dovuti assolutamente entrare nell’appartamento per tutta la giornata, ovviamente vale non sapeva nulla di tutto questo.
Comunque ritornai coi piedi per terra, e pensai solo a Jade che era lì tutta per me, avevamo trovato il nostro posto appartato e potevamo fare qualunque cosa.
Mi parve di vedere nei suoi occhi la stessa voglia che avevo anch’io, ma pensai fosse impossibile dato che comunque era una ragazza abbastanza timida da pensare a queste cose, ma si sa, gli occhi sono lo specchio dell’anima, quindi tutto poteva essere.
Comunque sia ci stendemmo sulla sabbia fredda perché coperta da molti alberi che non facevano passare raggi di sole anche nel mese più caldo dell’anno.
Restammo abbracciati per una mezz’ora a parlare di nulla di interessante, qualche volta il silenzio regnava tra noi e scompariva con qualche parolina così buttata a caso.
La cosa si fece più seria.
- sto bene con te anche se ci stiamo annoiando. –sorrise.
- io non mi sto annoiando, starei così per ore, se non facesse così freddo. –sorrisi anch’io, faceva davvero freddo.
- ti ricordo che stiamo in pieno inverno e siamo sdraiati sulla sabbia con il vento proveniente dal mare che come so io è ancora più freddo, insomma dovrebbe essere così…
- vuoi far vedere che hai studiato geografia?
–facevo per prenderla in giro.
- non l’ho mai fatto. –rise coprendosi la bocca con la mano che aveva usato tutto il tempo per accarezzarmi i capelli.
- bene, quindi…hai freddo, giusto?
- beh...non mol…
- shhh, hai freddo e basta.
- perché devo avere per forza freddo?
- così ho una scusa per abbracciarti…
-diventai serio, la fissai negli occhi.
- puoi farlo quando vuoi malik. –ci abbracciammo.
- questo non cambia nulla, ho ancora freddo. –volevo arrivare a quel punto e lei capì.
- riscaldiamoci per bene allora…-sorrise maliziosamente.
Non me lo feci ripetere due volte, iniziai a baciarla con foga, ci toccavamo entrambi, io sentivo già il mio corpo andare in ebollizione e volevo che anche lei provasse questa cosa, quindi le sfilai la maglietta delicatamente.
I miei pensieri erano confusi, tra noi c’erano state diversi litigi e incomprensioni ma quella situazione mi piaceva e volevo davvero fare questo passo con lei.
Così non badai più molto ai miei stupidi pensieri, sapevo che anche lei voleva quello che volevo io altrimenti mi avrebbe già fermato e invece non lo fece, i nostri vestiti erano ormai ammucchiati a fianco a noi.
- ti amo!
- ti amo…

Ora davvero non riuscivamo a capire se era ancora inverno o l’estate era arrivata d’un tratto.
Era il primo passo verso la promessa con gli altri quattro, era il primo passo dal renderla felice per sempre.

 
 
Louis.
 
Harry era in albergo, Zayn sulla spiaggia, Liam in un altro albergo insieme a Niall e la ragazza.
Io e Annie eravamo seduti ormai da un’ora su quella panchina gelata e non ci andava per niente di mangiare altre caramelle gommose.
Così, feci una delle mie solite pazzie e alzandomi di scatto la presi e l’appoggiai sulla mia spalla destra come un sacco di patate e mi diressi verso il primo hotel che avrei trovato.
Sembravamo due idioti, io che ridevo e lei che calciava e urlava dicendo che dovevo farla scendere.
- sei un cretino, mettimi giù.
- no.
- non entrare qui dentro con me sulle spalle, idiota che figura di merdaaa.

Mi diressi verso la reception, il ragazzo non ci guardò strano, ma stranissimo.
- mi scusi, vorrei una stanza per me e il mio sacco di patate. –cercavo di trattenermi dal riderlo in faccia.
Il ragazzo un po’ scorbutico perché si sentiva preso in giro, mi diede le chiavi della stanza.
- mi scusi ancora, non so come prenderle dato che ho le mani occupate, non è che può mettermele in bocca?
Annie scoppiò in una rumorosa risata che fece zittire tutte le persone presenti.
- senta non ho tempo da perdere con i vostri giochetti, prenda queste maledette chiavi.
- è lei che vuole perdere tempo amico, io le ho detto che deve poggiarmele in bocca, ho le mani occupate.
- mi sta prendendo in giro?
- no!

Il ragazzo si arrese davanti alla mia cocciutaggine e mi mise davvero le chiavi in bocca e con mia grande sorpresa mi mandò anche a fanculo.
- grazie mille. –dissi con le labbra serrate per non far cadere la chiave.
- vada al diavolo. -mugugnò sotto voce.
Salimmo velocemente sopra e i camerieri ci aprirono la porta, anche loro guardavano strani.
Entrammo dentro e mi diressi direttamente nella stanza da letto e la buttai sul letto facendola rimbalzare più volte, aveva la faccia rossissima dal ridere.
- oddio mio sei uno stupido, non ce la faccio più.
- sei orrenda, eri più bella da sacco di patate.
- vuoi dire che ti piace di più il mio sedere che la mia faccia?
- mmmh forse.
–risi come un’idiota, non era affatto vero.
- sappi che però il mio sedere è solo mio. –mi fece una linguaccia.
Indietreggiai un po’ e presi la rincorsa saltandole addosso e facendo muovere il letto in una maniera incredibile.
Ci facemmo un po’ il solletico quando ad un tratto i nostri sguardi si incrociarono e i nostri sorrisi scomparvero a poco a poco.
- ti amo Annie.
- ti amo stronzo.
–ci baciammo più forte che mai.
Dal solletico con le mani eravamo passati al solletico dei vestiti che scivolavano via delicatamente e toccavano la nostra pelle.
Solo Dio sapeva quanto avevo aspettato quel momento con lei e solo Dio sapeva quanto ero felice ora che stava per succedere tutto questo.
Ora eravamo davvero un “ noi ” e questo primo mese con lei era davvero iniziato e finito alla grande.
Pensai alla promessa, l’avevo mantenuta.  
 
 
Liam.
 
Io e Niall ci eravamo diretti verso lo stesso albergo e avevamo prenotato due stanze vicine, e prima di entrare ognuno nella propria ci facemmo l’occhiolino e sussurrammo un: “ in bocca al lupo e pensa alla promessa ”, dopodiché entrammo.
Danielle era in bagno a sistemarsi, forse aveva già capito tutto.
Per tutta la giornata ero stato a fissarla in tutto il suo splendore senza trovare niente che non andasse bene nel suo viso. Angelico e delicato.
Mi misi dietro di lei stringendole i fianchi e la baciai dietro il collo.
Aveva la pelle d’oca ma faceva finta di niente, si girò e si limitò a mettermi le mani dietro al collo e a baciarmi.
La stringevo sempre di più, i suoi baci mi facevano impazzire e in quel momento volevo passare oltre con lei.
Ci baciavamo mentre camminavamo nella camera da letto e ci gettammo a peso morto sul lettone.
I respiri accelerarono più di una ferrari, ed eravamo entrambi molto nervosi, ma lei mi stringeva e io facevo lo stesso e questo era quello che più mi convinceva a pensare che era arrivato il momento di farle davvero sentire il mio amore, volevo regalarle il paradiso.
Sprofondammo nel più immenso piacere in meno di cinque minuti, quando ormai i nostri vestiti non servivano più ed erano buttati sul pavimento come pezze.
- ti amo. -dicemmo quasi all'unisono. 
L’amore che provavo per lei era inspiegabile e la cosa che stavamo per affrontare era importantissima e io ero così sicuro che nessuno mi avrebbe fermato.
Questo mese aveva cambiato tutti noi e ognuno di noi aveva trovato il vero amore.
 
 
Niall.
 
Mangiammo qualcosa in fretta.
Ero nervoso, forse sarei stato l’unico a non aver fatto nulla quel giorno, sarei stato l’unico a non essere riuscito a soddisfare la propria ragazza, l’unico a non averla scoperta in profondità in quel mese così magnifico.
Perché? Perché ero sempre così timido in tutto? Cosa avevo che non andava?
Ero troppo insicuro e nell’appartamento regnava troppo silenzio, cosa ancora più imbarazzante.
- senti! –presi coraggio.
- che c’è? –rispose come se stesse aspettando che le rivolgessi la parola.
- io ti amo!
- Niall sei tu?
- si sono io e ti amo più di quanto tu possa immaginare.
–finalmente l’avevo detto anche se ero rosso come un peperone arrostito.
Mi saltò addosso felice, la presi in braccio per miracolo dato che stavo cadendo all’indietro.
Ci dirigemmo in camera e all’inizio ero quello che si faceva trasportare, ma poi presi coraggio guardandola semplicemente negli occhi e decisi di dare il meglio di me stesso.
Le sfilati le trecento magliette che indossava per il freddo.
- non hai bisogno di tutte queste magliette. –risi anche in quel momento, ero una figura di merda, ma fortunatamente lei sapeva farmi sentire a mio agio.
- invece si, quando eravamo fuori, ora ho te a riscaldarmi. –sorrise per rassicurarmi.
Ci baciavamo e i nostri corpi nudi si toccavano e si scambiavano scintille bollenti.
- e comunque, ti amo anch’io Horan.
Avevo mantenuto anch’io la promessa, quella promessa che noi cinque ci eravamo fatti prima di scendere e dirigerci in macchina, di nascosto dalle ragazze, quella promessa di renderle felici e orgogliose di essere lì con noi, quella promessa che ci eravamo fatti per farle capire che quel mese per noi era stato importante, quella promessa di dirle ti amo lo stesso giorno così avevamo davvero qualcosa di emozionante da raccontare ai nostri amici e ai nostri futuri figli.
Quella promessa importante l’avevamo mantenuta tutti, l’a
more regnava.
  
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