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Autore: Carla Volturi    01/04/2012    3 recensioni
L’aria che respiriamo può portarci alla mente un ricordo di un evento particolare della nostra vita, un amicizia, un amore. E’l’aria, il sole, il mare a far incontrare Cecilia, giovane giornalista venticinquenne con Damiano, militare trentacinquenne.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Baci da Carla.

P.S. = Nella foto a partire da sinistra Mirella, nel mezzo Cecilia ed infine Damiano.

CAPITOLO 12 (SECONDA PARTE)- IL DESTINO GIOCA BRUTTI SCHERZI


Il lungomare di Furore è sempre colmo di gente energica e felice. Agosto sinonimo d’estate, estate sinonimo di ferie, ferie sinonimo di niente lavoro. Sono uscita per fare due acquisti dal fruttivendolo, per la precisione ho comprato dell’insalata e un paio di chili di frutta, che sono certa finiranno nel giro di poche ore. Ormai ci limitiamo a mangiare solo questo o mozzarella fresca di bufala, accompagnata da prosciutto crudo e pomodori rossi di Sorrento con filo d’olio extravergine d’oliva. Quando fa caldo, ti passa anche la voglia di fare le grandi abbuffate. Squilla il telefono. E’Brando: “Cecilia dove sei? Ti stiamo aspettando”.
Aprimi il cancello, sono giu’”, rispondo ad alta voce.
Che seccatura quando fa cosi. Magari ha chiamato solo per prendermi in giro. Non sapete quante volte mi ha fatto fare le corse a casa solo per il gusto di burlarsi di me. Ovvio che dopo gli sono toccati un bel paio di calci nel deretano, forse divenuto duro a causa delle mie punizioni. Spalanco il cancello di ferro, che accuratamente chiudo dietro le mie spalle. E salgo con molta tranquillità, senza tener conto dell’urgenza manifestatami da Brando per telefono.
Giungo al terrazzo. Mano sulla fronte. Tiro un sospiro di sollievo: “Non avete idea della gente che…”. Le parole si strozzano in gola non appena mi rendo conto di non esser sola con i miei fratelli: seduti a tavola con loro vi è Damiano e la donna bionda, vista qualche ora fa.
Carlo si avvicina, prendendo la busta con la frutta dalla mia mano. Gli sussurro all’orecchio: “Ma chi è quella?”. Con voce bassa replica: “E che ne so, ora sono arrivato”.
Ci incamminiamo verso i nostri ospiti. Mi pongo dietro le spalle di Brando, a cui do un bacio sulla guancia. Un sorriso a Damiano. Un sorriso che vuole esprimergli tutto il mio affetto nei suoi confronti.
La donna, sedutami di fronte, prende parola: “Brando ma allora è lei tua sorella Cecilia? Ci siamo incrociate prima, ma non sapevo chi fosse”.
Annuisco: “Si sono proprio io”, le tendo la mano, “piacere Cecilia”.
Ricambia il mio gesto: “Piacere Mirella” e con sorriso sulle labbra aggiunge: “sono la moglie di Damiano”.
La mia espressione di felicità svanisce in un colpo. Doccia fredda d’improvviso. Resto cosi shockata che non sono capace di stringere la mano alla donna, ma mi limito a sfiorarla. Viso che esprime tutta la mia amarezza, tutta la mia delusione. Cavolo hai avuto una settimana e piu’ per dirmi che eri accasato e non l’hai fatto. Ma ti sembro io una che vuole fare la tua amante per tutta la stagione estiva. Lo fulmino con lo sguardo: china il capo in avanti ed abbassa le palpebre, quasi stesse facendo un mea culpa. Che detto tra noi ora proprio non serve, visto che questo bel “pacco”, che mi hai galantemente riservato, potevi evitarlo parlando chiaro sin dall’inizio.
Faccio finta di non aver compreso quanto affermato da Mirella. Me lo deve dire lui che è sua moglie. Me lo deve dire lui, il pezzo di merda. Con occhio da “mancano cinque minuti alla tua morte” gli chiedo: “Scusa Damiano non ho capito”.
Percepisce il mio intento e puntando fisso i suoi occhi su di me, con voce bassa e colpevole ripete: “E’mia moglie Mirella, Cecilia”.
Mi inizia a girare forte la testa. Sudo freddo. Non pronuncio nessuna parola. Il coraggio non gli manca all’idrogeologo di sto cavolo e poco m’importa che sia dispiaciuto da morire, ci doveva pensare prima, non ora. Affanno incessantemente. Carlo mi osserva preoccupato, chiama l’attenzione di Brando su di me.
Il mio gemello si alza: “Che c’è Cecilia, sei pallida”.
Scuoto il viso: “Non è nulla, mi gira solo la testa, sarà il caldo”, porto le mani tra i capelli, tirandoli indietro, “guarda non ho fame, preferisco stendermi un po’ sul letto”. Mi volto verso i due coniugi: “Perdonate la mia assenza”.
Lei, Mirella, non è per nulla stupida. E’una donna e anche molto intelligente e furba. Forse piu’ridicola che furba, devo ammettere. Porta il braccio sotto quello del marito, poggiando la testa sulla spalla di quest’ultimo. Sbatte all’inverosimile le ciglia e con vocina acida esclama: “Non si preoccupi Cecilia, vada pure”.
La mia espressione indifferente la dice lunga, cosi come la spinta che la bella Mirella si becca dal marito, che non perde un secondo nell’allontanarla da sé. Sono ridicoli entrambi ora come ora, che andassero a farsi benedire con i piu’ sentiti saluti di Cecilia Scala.
Lascio i due e i miei fratelli sul terrazzo. Ma guarda te, non solo ho comprato la frutta mi devo pure sopportare la visione celestiale di Damiano e moglie. Ti si deve fermare in gola l’anguria. Ti si deve fermare e in quell’istante devi pensare a me, coglione.
 
                                                                               ***
 
Sono distesa comodamente sul mio letto. La testa ha smesso di girare. Sulla fodera arancione del mio cuscino è poggiata la mia testa, sotto la quale è piegato il mio braccio destro. Sguardo volto verso l’alto, verso il soffitto bianco, da poco tinteggiato. Mano sinistra sul ventre, i cui muscoli scalpitano per il nervosismo. Non ho idea di quanto tempo sia trascorso, poco m’interessa a dire il vero. L’immagine di lui seduto accanto alla moglie mi da la nausea. Ma io dico: mi vieni a prendere in giro fino dentro casa mia?. Cavolo lo sai che verrò anche io a pranzo, ma una scusa non sai inventarla per evitare un imbarazzo del genere?. Sono proprio senza parole. E stiamo a due, prima Ermanno, ora Damiano. Avanti il prossimo, su!...non c’è due senza tre. Offritevi in quantità, vincerà il piu’ stronzo di tutti. Cose da pazzi, credevo fosse un'altra persona. E’ vero che lo conosco da poco, però avevo avuto tutt’altra impressione. Mettiamola cosi, i miei pronostici erano altamente sbagliati…pazienza!. No, pazienza no…ti pianto una scopa nel sedere brutto idiota che non sei altro, questo si!. Sti uomini si credono i padroni del mondo, mi sono completamente rotta.
Bussano. Non rispondo. Si apre di poco la porta, fa capolino Brando. Gli dico di entrare. Si stende accanto a me. Gli porgo parte del mio cuscino.
Allora?”, chiede con voce da chi vuol dar vita ad un discorso serio.
Allora che?”, faccio finta che il fatto non sia mio.
Da quant’è che dura con Damiano?”, domanda curioso.
Una settima e piu’ forse, non lo so”, rispondo, sbuffando.
E perché non me l’hai detto? Perché Carlo lo sapeva ed io no?” : eccolo che fa il gelosone.
Se sei sempre in giro a divertiti, io quando ti becco? Comunque non ti sei perso nulla, l’hai visto stesso tu”, affermo, accarezzando i miei capelli.
Ok hai ragione sul fatto che sono stato poco presente. Ma lasciati dire che Damiano e la moglie non è che vanno molto d’accordo ormai da tempo. Pensa che noi siamo stati in missione un anno e loro erano già separati, non l’ha mai chiamata”: Brando tenta di chiarirmi la situazione, ma poco ci riesce.
Gesticolo: “Brando…e chi se ne frega, è pur sempre sua moglie”.
Tentenna: “Secondo me c’è differenza tra moglie che si ama e moglie dalla quale si è separati. Non hanno neanche mangiato con noi, dopo che tu te ne sei salita e che lui l’ha allontanata, se ne sono andati a casa di Damiano e ti posso dire che gliene ha dette di santa ragione a Mirella. Chiedi a Carlo”.
Alzo il sopracciglio: “Cioè?”.
Entra in camera anche il mio fratello maggiore, che si siede su uno sgabello celeste, posto in un angolo vicino all’armadio.
Lo guardiamo fisso. Alza le mani: “Si vabbè, stavo origliando”. Poi parla direttamente con me: “Comunque ha ragione Brando, lui stava proprio nero con la moglie, l’abbiamo sentito con tutta la porta di casa sua chiusa”.
Brando conferma ed aggiunge: “Vi siete baciati eh? E dove?”.
Mi volto di scatto: “E tu che ne sai?”.
Risponde Carlo: “L’ha detto Damiano a Mirella”.
Resto senza parole: “Damiano ha detto a sua moglie che ci siamo baciati al Fiordo?”.
Quattro occhi mi scrutano attentamente. Le loro voci si uniscono: “Ah, vi siete baciati al Fiordo?”, e Brando a nostro barista preferito, “Carlo hai capito Cecilia? Va al Fiordo con Damiano e se lo bacia pure”.
Incrocio le braccia sotto il petto: “Embè? Io almeno me ne bacio uno, tu invece tremila”.
Ha ragione Brà”, esordisce Carlo, divertito.
Il mio gemello fa spallucce: “Ma io sono un uomo di mondo, un uomo che naviga i mari e conosce tante persone”, schiarisce il timbro della sua voce, “e poi perché negare alle donne il mio fascino? Io non sono uno che fa di queste azioni cosi cattive”.
Non avevamo dubbi”, esclamo totalmente sincera.
Brando mi si getta addosso, torturandomi con il solletico. Si aggrega Carlo, che opta per le cuscinate. Morale della favola: ci vado sempre io di sotto. Due contro uno, mi trovo in inferiorità numerica, senza contare che i miei fratelli sono due pezzi di fratelli. La mia è una sconfitta annunciata.
Nonostante ciò questo momento di spensieratezza mi aiuta a dimenticare per un po’ quanto accaduto prima. Ma allo stesso tempo non voglio negare nulla, mi conosco abbastanza per dire che arriverà il momento in cui discuterò con Damiano, anche a costo di andar a bussare a casa sua, ma ci parlerò. Io le cose le chiarisco e parlo in faccia, senza nascondere dettagli della mia vita.
  
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