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Autore: katyjolinar    01/04/2012    0 recensioni
Seguito di "The Bishop Revival - Subject 214782". Due anni dopo le vicende narrate, una nuova minaccia incombe sulla Divisione Fringe e sul gruppo degli X-Men. Questa nuova minaccia arriva dal Lago Reiden, e rischierà di mettere in pericolo Olivia e suo figlio Peter
Genere: Azione, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'The Bishop Revival'
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Le settimane passarono.

Olivia e Peter decisero di sposarsi a Febbraio, il giorno di San Valentino.

Si sposarono alla scuola, e grazie a Tempesta, la giornata fu limpida e calda.

Tutti gli X-Men furono coinvolti nei preparativi. Peter aveva scelto Logan come testimone di nozze, e Olivia aveva chiesto a Walter di accompagnarla all’altare.

Junior non ne volle sapere di indossare il vestito bello, così Peter e Olivia dovettero optare per fargli tenere un completo in jeans, che il piccolo accettò più della camicia bianca con i pantaloni di velluto.

Tempesta era la damigella di Olivia, assieme ad Astrid e Rogue. Laura si era rifiutata: preferiva vestiti e scarpe comode, a quelle “trappole mortali”, come chiamava lei i vestiti da damigella azzurri con ricami verdi e le scarpe con i tacchi scelti da Olivia.

La gravidanza di Ororo era ormai avanti, il termine sarebbe scaduto a metà marzo.

Olivia e Peter si erano trasferiti alla scuola proprio a causa della gravidanza di Tempesta: mancava un X-Man, e c’era bisogno di qualcuno che la sostituisse, così era stato chiamato Peter, che andava in missione con gli altri, quando c’era bisogno, mentre Olivia restava alla scuola insieme a Junior e Ororo.

Era un caldo pomeriggio di inizio marzo. Logan, Peter e gli altri X-Men erano usciti in missione, a seguito di una segnalazione di un avvistamento di Magneto.

Arrivati sul posto, però, non trovarono nulla. Peter tornò sul Blackbird e si mise al posto di guida, e Logan si sistemò sul sedile accanto, in attesa del ritorno di Colosso e Gambit, che erano andati in ricognizione poco lontano.

Proprio nel momento in cui videro tornare Remy e Colosso dalla ricognizione la radio si accese. La voce di Rogue, leggermente agitata, li chiamò dall’altra parte.

“Base X chiama Blackbird… Base X chiama Blackbird… mi ricevete?”

Peter afferrò il microfono e rispose.

“Qui Blackbird. Vi sentiamo forte e chiaro, diteci tutto, Base X.”

Marie stava per rispondere, quando in sottofondo si sentì la vocina di Junior che si lamentava, poi sembrò esserci una specie di litigio tra i due, e la voce di Junior parlò.

“Papy, zia Roro bua… mamma dice devi tornare… dice bimba viene, zia chiesto zio Logan…”

Logan scattò su non appena Colosso e Remy furono saliti. Stava per accendere i motori, quando Peter lo afferrò per la spalla e lo calmò con il suo potere. Aveva bisogno che rimanesse calmo, almeno finchè non fossero arrivati a casa.

“Va bene, campione. Di’ alla mamma che stiamo arrivando. Saremo lì tra poco.” rispose Bishop, poi mise via il microfono e accese il motore.

Il volo durò poco. Appena arrivati nell’hangar, Logan fu il primo a scendere e corse verso l’infermeria, dove erano radunati tutti quanti.

Entrò nella stanza senza guardare nessuno, mentre Peter aspettò fuori, prendendo in braccio il figlio, che nel frattempo gli era corso incontro, preoccupato.

“Zia bua…” disse Junior. Si sentì Tempesta urlare e il bambino fissò la porta, preoccupato e spaventato allo stesso tempo.

“Tranquillo, Peter. Tra un po’ starà bene.” lo rassicurò il padre.

Dopo un po’ Olivia si affacciò alla porta, sorridendo.

“E’ nata, stanno entrambe bene.” informò.

“Mamma, voio vedere bimba…” implorò Junior.

Lei e Peter si scambiarono uno sguardo, poi Olivia annuì.

Peter portò dentro il bambino, che scese dalle sue braccia e corse verso il letto, dove era distesa Ororo, assieme alla bambina appena nata. Logan era accanto a loro e carezzava i capelli della compagna, con ancora l’espressione preoccupata dipinta in volto.

Junior si arrampicò sul letto per guardare meglio la bambina, rimanendone subito incantato.

Aveva la pelle scura della madre, i capelli neri e arruffati del padre e due occhi d’un castano profondo, circondati da ciglia lunghe, che rendevano l’espressione curiosa che ora traspariva da quel piccolo viso ancora più intensa.

“Bella…” disse il bimbo, ancora incantato “Come ti chiami, bimba?”

“Si chiama Olivia.” rispose Ororo, sorridendo.

“Come mamma… mi piace.” approvò Junior.

Peter si fece avanti e prese nuovamente il figlio in braccio, poi porse la mano a Logan.

“Congratulazioni, amico.”

“Grazie.” rispose l’altro, stringendogli la mano.

“Sai una cosa, Wolverine? Credo che i nostri figli diventeranno grandi amici.”

“Non credo proprio. E se solo proverà a toccarla, quando sarà adolescente, se la vedrà con me.”

Peter sorrise e portò fuori Junior.

Sedici anni più tardi.

Era la festa di fine anno, all’Istituto Xavier.

Peter e Olivia erano appena arrivati. Avevano accompagnato Elizabeth, la figlia tredicenne, alla festa, ed erano entrati, per salutare il resto degli X-Men.

Subito, Elizabeth, aveva cominciato a litigare con il quattordicenne Logan, secondo figlio di Wolverine e Tempesta, mentre la sedicenne Olivia era corsa fuori, dicendo che aspettava l’arrivo del suo accompagnatore per il ballo.

Logan, con una scusa, uscì nel cortile, seguendo la figlia a distanza. Peter lo raggiunse.

“Di che hai paura, amico?” gli chiese “Che se la porti via il primo che passa?”

L’uomo lo guardò male e tornò a osservare la figlia, severo e attento.

Si sentì avvicinarsi una moto.

“Questo deve essere Peter.” informò Bishop “Aveva detto che se non aveva troppo da studiare ad Harvard passava a fare un saluto.”

La moto arrivò, si trattava di una Harley d’ultimo modello. Seduto in groppa c’era un ragazzo, vestito completamente di nero. Parcheggiò e si tolse il casco; si trattava di un diciannovenne particolarmente alto, con le spalle larghe, i capelli biondi e scompigliati e gli occhi blu, era quasi la fotocopia di Peter, ma più giovane: Peter Bishop Junior.

La giovane Olivia gli corse incontro e gli saltò al collo. Il giovane la tirò su e la baciò con passione, ignorando gli sguardi delle altre persone.

Logan li fissò e strinse i pugni, ringhiando, mentre Peter pareva più controllato, anche se non toglieva gli occhi dalla coppia.

Olivia prese il ragazzo per mano e lo accompagnò alla porta, fermandosi davanti al padre.

“Papà, è arrivato il mio accompagnatore.” lo informò, indicando Junior.

Logan non rispose, si limitò a ringhiare in direzione del ragazzo, il quale sorrideva, quasi a volerlo prendere in giro, senza scomporsi minimamente.

“Zio Logan, come va?” chiese, poi guardò Peter “Ciao Pa’! L’avevo detto che sarei passato. mamma e Liz sono dentro, vero?”

Peter sospirò e posò una mano sulla spalla di Logan.

“Se solo provi a usare il tuo potere su di me te ne pentirai, Bishop!” ringhiò.

“E chi ha detto che voglio farlo?” obiettò Peter “Voglio solo far entrare tua figlia e il suo accompagnatore.” Il tono era scherzoso, ma lo sguardo, rivolto al figlio, era infuocato e sembrava dire ‘con te facciamo i conti dopo’.

I due giovani entrarono di corsa, mentre i padri li fissavano.

“Maledetto sia il giorno in cui ti sono caduto addosso durante un inseguimento…” si lamentò Wolverine.

Peter sorrise senza rispondere, poi guardò il figlio che ballava insieme alla sua ragazza in mezzo alla pista, ripensando a come era lui alla stessa età: un vagabondo in cerca del suo posto nel mondo.

Un posto che aveva trovato anni più tardi, prima di morire, e che aveva riavuto quando era tornato. Fissò sua moglie, Olivia.

Il suo posto era accanto a lei, fino alla fine dei suoi giorni.

 

FINE

   
 
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