PROLOGO
-Bastardo!…- sussurrò Inuyasha rivolto al fratello Sesshoumaru, che lo guardava freddamente…il cuore del mezzo youkai(*) era in sussulto, attanagliato da un sentimento così forte e atroce che sembrava soffocarlo.
-Bastardo…- sibilò più forte mentre lo attaccava, o perlomeno cercava di farlo, poiché il demone suo avversario schivava tutti i suoi colpi, sembrava quasi non curarsene.
Un po’ più lontano, nella radura, un leggero venticello spostava le foglie di una rigogliosa pianta d’edera, che ricopriva una parete rocciosa, lasciando intravedere un paio di nere orecchie da cane.
Si udì un respiro regolare, calmo, d’improvviso spezzato da un singulto e poi più affrettato, interrotto da gemiti. Una voce, femminile, ruppe il silenzio naturale, con il suo tibro sensuale ma basso, roco, quasi tetro.
-Sesshoumaru…Inuyasha…sento il loro odore…sono vicini…- sussurrò la voce.Per un attimo ci fu il silenzio, poi più forte -Sesshoumaru…- e le foglie, come a causa di una forte esplosione, volarono via d’improvviso, lasciando scoperta una figura femminile, di una giovane ragazza costretta alla parete da una lunga lancia conficcatale nel petto
Non era vestita, se per ‘abito’ non consideriamo una lunga benda che le avvolgeva le parti intime, coprendole , e i capelli neri le cadevano scomposti sul petto, nascondendo alla vista anche parte del suo viso.
Il suo braccio destro si alzò lentamente e andò ad afferrare con forza la lancia
-INUYASHA!-
urlò ancora, mentre spezzava la lancia, emandando una fortissima luce
Inuyasha si fermò, ansimante, e il suo sguardo si perse oltre le montagne. Annusò l’aria pensoso e Kagome potè leggere sul suo viso un’ansia, che lo spaventava e al contempo lo rendeva felice…uno di quei sentimenti che ti appesantisce il cuore, che te lo fa quasi scoppiare, e tu non sai se esserne felice o meno…non sai quello che stai provando, sai solo che una parte di te spera che finisca, l’altra che sia infinito…
Anche Sesshoumaru si era bloccato all’improvviso e guardava ora il fratello ora il cielo, con sguardo ansioso. Anche lui, la ragazza ne era certa, aveva avvertito qualcosa ma non sembrava esserne troppo felice…sembrava quasi gli facesse paura...
Anche Kagome, infine, percepì un debole rumore di passi dietro di lei, ma non fece a tempo a girarsi che da un cespuglio una figura balzò su Sesshoumaru, attaccandolo.
Questi, che ancora era fermo, quasi come in contemplazione, fu colpito in pieno torace da quattro affilatissime unghie, che gli tranciarono l’abito e gli causarono una lieve ferita, e si piegò su se stesso.
La figura, una ragazza molto carina, si era rannicchiata in terra, in preparazione del secondo attacco, ma quando questo ebbe inizio Sesshoumaru scomparve avvertendo Inuyasha che sarebbe tornato a cercare la tomba del loro padre.
Ma Inuyasha non lo ascoltava, preso com’era dallo scrutare quella strana ragazza che, solo ora Kagome se ne avvedeva, aveva delle orecchie proprio come quelle del mezzo demone, se non per il colore.
-Sukoshi…Inu- la chiamò a bassa voce, lei si voltò e, sorridendo, corse ad abbracciarlo-fratellone!-urlò felice.
Davanti a un fuoco scoppiettante Sukoshi Inu squadrava sovrappensiero Kagome
e Kaede, poi il suo sguardo si posò su Inuyasha -Di un po’ fratello- disse in tono serio - quale delle due è la tua donna?- Kagome cominciò a ridere, mentre kaede, mezza svenuta, veniva presa da conati
di vomito. (sèèèè vecchia ti piacerebbe!!!NdA) -NESSUNA DELLE DUE!- ringhiò Inuyasha voltandosi e facendo per andarsene,
ma Kagome urlò ‘SEDUTO’ e lui si stampò per terra, bloccato. -Feh fratellino, devi amare molto questa umana per obbedirle così! Bella
scelta…mi piace il suo odore…- -Lasciamo perdere sorella, credimi, è meglio. Piuttosto raccontami che fine
avevi fatto…ti credevamo morta! E’ da quando avevo 4 anni che sei scomparsa
senza lasciare traccia! ‘Già…da quando Sesshoumaru ha tentato di ucciderla…aveva solo 2 anni lei,
cosa poteva capire…? E come ricordo le è rimasto quel segno sulla fronte…un
segno che le ricorderà quello stronzo per sempre…’ Alla domanda postale dal fratello Sukoshi Inu si alzò e andò ad abbracciarlo,
nascondendo il volto sulla sua spalla. Inuyasha sorrise, sopreso da tanto affetto,
poi prese il viso della sorella fra le mani. Inorridì. Sukoshi Inu lo guardò, con sguardo colpevole e triste, mentre lui scostava
una ciocca dei suoi lunghi capelli neri dalla gota destra e scopriva…tre lungi
graffi rossi, quasi uguali a quello che aveva in fronte… -Su-sukoshi-chan…questi sono altri simboli di quel…bastardo?- -…- -Cosa ti ha fatto sorella???Cosa ti ha fatto quello stronzo!Ha di nuovo tentato
di ucciderti? Maledetto…- -No Inu-Chan…lui… (*)Youkai=demone 1. La piccola hanyou(*) aveva preso la palla del fratello e si divertiva a vederla
rotolare per terra. Inuyasha ogni tanto le sorrideva, tenendola per mano, e
lei rispondeva con quel suo sorriso fresco e innocente, quel suo sorriso da
bambina. La mamma, più in là, stava seduta in silenzio e Inuyasha, quando la guardava,
a volte diventava triste, ma Sukoshi Inu gli sorrideva e allora lui l’abbracciava
forte e gli diceva che le voleva bene. Poi insieme correvano nell’erba e quando
cadevano restavano così, a ridere, come due bambini ‘normali’… Questi erano stati i due anni della sua infanzia, i soli, poiché era diventata
subito adulta…era stata costretta a farlo… Un giorno, mentre era sola, le si avvicinò un altro ragazzo, un po’ più grande
di Inu-Chan, che le sembrava molto bello, anche se aveva un odore che le faceva
paura. Lei sorrise e tese la manina per salutarlo, e le sembrò che lui fosse
rimasto sorpreso da questo gesto. -Che non abbia mai avuto qualcuno che gli abbia teso la mano?- si ritrovò
più volte a pensare lei dopo quel giorno… Quel ragazzo strano le sorrise e le disse ‘Ciao sorellina’ Lei allora rise…che bello aveva un altro fratellino…!!! -Come ti chiami?- chiese al culmine della felicità -Sesshoumaru…- rispose lui, ancora sorridente. Se Sukoshi Inu fosse stata
un po’ più grandicella avrebbe capito che quello non era un sorriso ma un ghigno…ma
adesso…come poteva saperlo? Le non conosceva l’odio, perché aveva visto solo
l’amore, quello della mamma e quello di Inu Yasha…a volte anche la tristezza,
si, ma l’odio…quello mai… Per questo motivo Sukoshi Inu non riconobbe in Sesshoumaru un suo potenziale
assassino e corse verso di lui per abbracciare il nuovo fratellino. -Ciao Sesshou-chan!- disse felice al nuovo fratello…solo allora udì Inuyasha,
che era appena arrivato, urlare ‘NO’ Sesshoumaru aveva cercato di avvelenarla facendole penetrare un’unghia sulla
fronte… -Un mezzo demone…un’hanyou!!!A morte!A morte!- gli gridavano gli uomini che
all’inizio erano venuti per soccorrerla. Dopo l’aggressione di Sesshoumaru era
scappata via, anche se Inuyasha la chiamava, lei non voleva vedere nessuno perché
forse il bambino cattivo voleva solo lei, ma avrebbe ucciso anche Inu-Chan se
l’avesse visto…e piangeva, chiedendosi perché suo fratello avesse voluto farle
tanto male. Un uomo la vide, sanguinante, e la prese in braccio. -Che succede piccola?- le chiese asciugando le sue lacrime. Lei allora, per
sentirlo meglio, mosse le sue orecchie piccole da cane e lui, una volta viste
quelle, la fece cadere per terra…- -Un mezzo demone…un’hanyou!!!A morte!A morte!- cominciò a gridare presto
seguito da altri… la bambina allora scappò nella foresta… Erano passate ormai delle settimane, e il tempo era cambiato. Un forte freddo
aveva invaso la foresta, presto seguito da una copiosa nevicata. Sukoshi-Inu
si sedette per terra, con la ferita ancora dolorosa e sanguinante, e pianse
a lungo, per il dolore fisico, si, ma anche per la violenza mentale subita.
La sua ferita, in breve tempo, si fece troppo profonda da sopportare, per lo
meno per una bambina di due anni… Il freddo pungente le intorpidiva i muscoli
e riusciva a ghiacciare la lacrime che ancora, di tanto in tanto, bagnavano
il suo bel viso, stravolto dalla tristezza e dalla paura. Fu allora che le venne
sonno…e lasciò che la sua mente si addormentasse. -per una come me- pensò tristemente prima di chiudere gli occhietti stanchi
-è meglio la morte…hanno ragione gli umani- poi, il buio. Tori scrollò la coda intorpidita, poi sorrise mestamente. Era così disperata
da dover cercare cibo anche con quel tempo orribile, pensò, di certo il padre
non ne sarebbe stato fiero…e d’altra parte, come biasimarlo? Per uno Youkai
volpe questo era inaccettabile… -papà..- chiamò disperata, ma le rispose il silenzio, avvolgendola assieme
all neve, e svuotandole il cuore. Sapeva che nessuno le avrebbe risposto ‘sono qui’ perché il suo genitore
era morto anni prima, per salvare sua sorella…anzi la sua sorellastra, un’hanyou,
da un gruppo di umani inferocito. Tori si chiese perché gli umani odiassero tanto sia gli youkai che gli hanyou…erano
anche loro esseri umani e avevano diritto di vivere. E’ vero che alcuni di loro
avevano compiuto atti orribili, ma anche degli esseri umani non si erano comportati
da meno. E Tori pensava che non si potesse cercare di estinguere una stirpe,
una razza, solo per la stoltezza di alcuni suoi componenti. Se fosse stato davvero
così, anche gli umani meritavano la morte. Mentre era preda di questi pensieri udì dei latrati di lupi, e realizzò che
quella sera almeno avrebbe cenato. Si avvicinò alla fonte dei rumori e vide
un branco accanto a un qualcosa che non seppe definire subito. Solo quando uccise
il capobranco e scacciò il resto delle belve notò un braccio che fuoriusciva
dalla neve. -Kami-sama(**)- sussurrò portandosi la mano davanti la bocca, poi corse e
scavò fino a quando non riuscì a rinvenire il corpo esanime della bambina. Era un’hanyou. ‘Uhm…che calduccio confortante…’ pensò…mosse lievemente un dito, non riuscendoci
del tutto come avrebbe voluto, e s’accorse che qualcuno le teneva la mano e
le sussurrava dolci parole. Allora aprì gli occhi, pensando ‘mamma’ ma non riuscendo
ad associare alla parola una determinata immagine, e vide una donna accanto
a lei, che sorrideva. -Chi sei?- mormorò stordita, la donna la guardò dolcemente -Mi chiamo Tori e sono una youkai volpe- rispose accarezzandole il capo lievemente
-tu chi sei?- -Io…io sono…-…panico…chi era lei? Credeva di saperlo, ne era certa, ma ora
che chiedeva alla sua mente una risposta questa non sapeva né poteva dargliela.
Si sforzò ancora, per qualche istante, ma era solo il buio. -Non lo so…- disse, arrendendosi all’evidenza. Non lo sapeva. Tori sorrise ancora. -Piccola, è logico, è un anno e mezzo che dormi, sai?- -UN ANNO E MEZZO?Così tanto?- -Già, ti ho trovata mezza morta sotto la neve, con un branco di lupi attorno
deciso a fare di te del cibo. Avevi una ferita sanguinante in fronte- spiegò
toccando la cicatrice rossa -e uno youkai molto saggio mi ha detto che dormivi,
e che avrei dovuto aspettare il tuo risveglio. In realtà io non credevo davvero
nella tua guarigione ma…eccoti qui adesso.- La bimba s’intristi -eccomi qui? Ecco chi? Chi sono? Sono il nulla? Non ho passato, non ho una
storia mia, non ho niente. Non ho vita.- -Oh piccola mia…chi ti ha insegnato questa tristezza? Forse per ora non hai
un passato ma presto lo ricorderai, non temere! Per ora, se vuoi, puoi considerarti
mia figlia, come ho fatto io in questi mesi, certo non sarò la tua vera mamma
ma ti voglio bene lo stesso…credimi…- La piccola annuì sorseggiando la calda bevanda che la donna le porgeva, poi
sorrise -va bene, mamma Tori…- sussurrò (*) hanyou: mezzo demone, incrocio fra Youkai e umano (**) Kami-sama: è una specie di esclamazione (tipo “Oh mio Dio!”) 2. -mamma Tori!!!Mamma!Guarda qui!- -Cosa?- -Non trovi che stia crescendo un po’?- chiese speranzosa la bambina, ribattezzata
Nyuji(*), indicandosi il seno -ma certo…ormai sei una signorinella…hai 14 anni, no? Era tempo che cominciasse
a crescerre piccola mia!- -Già!- rispose Nyuji raggiante…ormai era grande! Fra poco si sarebbe dovuta
anche trovare un ragazzo! Aveva tanto fantasticato sull’amore…chissà quando
sarebbe arrivato! -wow…- disse con aria sognante, guardando in aria -mamma, secondo te come sarà il mio ragazzo?- chiese senza distogliere lo
sguardo dal soffito, Tori smise di riassettare e la guardò, sorridendo. Ormai
era davvero diventata grande…quando l’aveva trovata aveva due anni, quando si
era risvegliata tre e mezzo. Molti anni erano passati…e molte cose. Non aveva
più detto che non era nessuno e la Youkai volpe, dal canto suo, aveva cercato
di riempirle la vita con dei dolcissimi e bellissimi ricordi. A volte, con paura,
pensava al momento in cui avrebbe ricordato tutto…e di certo l’avrebbe lasciata. -mamma?- chiese Nyuji impaziente -Ah…Mhm…allora…il tuo fidanzato- disse la donna abbracciando la ragazzina
- me lo immagino uno youkai potentissimo e bellissimo, che arrivarà in sella
a un grande demone alato e ti porterà via con sé, perché ti ama…e tu lascerai
la tua mammina…- -No! Mamma come puoi dire una cosa del genere! Verrò a trovarti con i tuoi
nipotini!- ‘E’ già grande davvero…pensa già a dei bambini!’ pensò stupida Tori…era stupefacente
come quella regazzina, sua figlia, a volte facesse dei discorsi così profondi,
così adulti. Realizzò che doveva averne viste, nel suo passato scomparso, per
essere stata resa adulta così all’improvviso. Per fortuna non lo ricordava… -Beh, adesso vai a raccogliere un po’ di erbe, così t’insegno come cucinarle!Altrimenti
chi vuoi che sposi una ragazza che non sa badare a nulla!?- -Si mamma!- rispose Nyuji, poi corse fuori…Nel vederla di spalle allontanarsi,
Tori fu percorsa da uno strano brivido. -…mhm…è qui…sento il suo odore…- -è sicuro signorino Sesshoumaru?- chiese il rospaccio verde impugnando il
bastone, Sesshoumaru annuì sovrappensiero -è qui…- ripetè -è vicina, la sento…devo trovarla, lei di certo sa dove si
trova la tomba di nostro padre…- -Lì c’è una casa, signorino Sesshoumaru!- -Bene, entriamo…- I due passarono per la porta e videro Tori che stava pulendo e preparando
per il ritorno della figlia. -Youkai, cerco una ragazzina- disse Sesshoumaru altezzoso, Tori si voltò
e riconobbe subito in lui uno youkai molto potente -una ragazzina?…- boccheggiò…cercava di certo Nyuji…ma non sembrava per fini
lodevoli…e non lo vedeva come un buon fidanzato…le faceva paura -Si, una ragazzina con un segno sulla fronte…so che è viva e so che è qui…dimmi
dove si trova, mi serve!- -Chi sei tu? Anche se sapessi qualche cosa non ti direi nulla…- -Non costringermi ad usare le maniere forti, donna, non servirebbe a nulla…ne
moriresti- -Non ti dirò nulla- sibilò Tori guardando in cagnesco colui che aveva difronte.
L’altro essere, quello viscido e verde, si aggirava per la casa. -Signorino Sesshoumaru, guardi!- disse prendendo uno degli abiti di Nyuji
-sembra lo stesso odore…- Sesshoumaru afferrò l’abito e lo annusò -è lo stesso- disse -bene donna, non mi servi più, muori…- Un lampo verde squarciò l’aria e Tori si trovò a pensare che era triste andarsene
prima di aver visto l’ultima volta sua figlia sorridere. Cercò di scappare ma
non vi riuscì, e gli artigli velenosi di Sesshoumaru la ferirono a morte. Prima
di chiudere gli occhi per sempre, realizzò che quello era l’assassino che aveva
cercato di uccidere Nyuji e cercò di gridare, ma non un suono uscì dalla sua
gola. -MAAAMMAAAA!- urlò stravola Nyuji entrando. Si precipitò accanto alla donna,
ormai morta, piangendo -mamma…- sussurrò ancora, triste, poi si voltò verso l’uomo che non conosceva -sei stato tu? Oppure quel lurido coso verde? maledetto…ti ucciderò…vi ucciderò
entrambi!- Sesshoumaru guardò la ragazzina e la riconobbe, era lei senza ombra di dubbio,
ma sembrava non riconoscerlo, sebbene lui non fosse cambiato di una virgola. -Non sono stato io- disse -io, anzi, ho cercato di salvarla…ma quel demone
che l’ha assalita è scappato prima che potessi fare qualcosa…- Ecco, aveva tentato l’azzardo. Il fatto che non si ricordasse di lui voleva
dire che il suo veleno aveva agito nella sua mente, ma senza ucciderla, e le
aveva fatto dimenticare tutto. In quelle condizioni non poteva dirgli nulla,
quindi pensò che la cosa migliore fosse portarla con sé e farle ricordare tutto,
in seguito ucciderla. Lui doveva avere Tessaiga.Doveva essere sua. -Prima di morire- continuò -mi ha chiesto di prendermi cura di te…come ti
chiami?- - Nyuji- rispose la ragazzina. Quell’uomo non le piaceva, aveva un odore
disgustoso…ma se la mamma l’aveva affidata a lui vuol dire che poteva e doveva
fidarsi. -e sia…- mormorò poi -se la mamma ha desiderato così, verrò con te- Jaken guardò interrogativamente il suo signore, ma non disse nulla...se aveva
deciso così un motivo c’era di sicuro… (*) Nyuji: piccola/o 3 -Dove stiamo andando?- chiese Nyuji per la sessantesima volta, Jaken sbuffò -senti mocciosa, non devi dare fastidio al mio signore, capito?- Nyuji lo guardò torva…ma con che razza di maleducati l’aveva mandata la mamma?
Era una settimana che viaggiava con loro e non l’avevano degnata di uno sguardo!
Soprattutto quel Jaken, ‘roboverde’ come lo chiamava lei, era odioso. Sesshoumaru,
invece, era solo…freddo…di quella freddezza assurda, cattiva, strana…la ragazzina
pensva che fosse stato così da sempre, senza un motivo, e un po’ lo odiava per
questo. Perché diventare così se la vita non ti ha fatto che doni? Perché disprezzarla
se ti aveva avvantaggiato? Neanche lei, che ne aveva passate tante, aveva reagito
così! Poi però si disse che di quel tipo non sapeva nulla…e che era ingiusto pensare
tanto male di lui. -Sesshoumaru- chiamò piano -io sono stanca…possiamo fermarci per favore???- Sesshoumaru digrignò i denti, ma fu costretto a fermarsi! Doveva trattarla
bene, se voleva che le ritornasse la memoria…che spreco di tempo! In quella settimana però, aveva scoperto che era un esserino molto dolce,
anche se davanti a sé trovava solo un muro impenetrabile. Sorrideva sempre,
anche se mezza morta dalla stanchezza, e non trattava male nessuno, nemmeno
Jaken, che odiava apertamente. -Sesshoumaru…- lo chiamò ancora lei, toccandogli la spalla -mi dici dove
siamo diretti?- -cerchiamo la tomba di mio padre- disse il ragazzo sovrappensiero Ecco! Anche lui aveva dei dolori! Suo padre era morto! Nyuji si maledì! Aveva
pensato tanto male di lui, ed era stata avventata. Decise che adesso l’avrebbe
riempito di attenzioni, per ripagarlo, e constatò che il suo odore non le sembrava
nemmeno più tanto disgustoso. Quello di Jaken, ovviamente restava stomachevole…vomitevole…bwah! Si sedette vicino al ragazzo e lo guardò un poco -Tuo padre è morto…gli volevi molto bene?- chiese, in un sussurro. Sesshoumaru
strabuzzò gli occhi…avrebbe ucciso chiunque per molto meno, ma scopriva che
non aveva quella reazione verso la ragazzina non solo perché gli era utile…ma…perché
in fondo gli faceva piacere che s’interessasse di lui… -non l’ho mai conosciuto…- Nyuji trattenne una lacrima…anche lei non aveva mai conosciuto né il suo
vero padre né la sua vera madre…beh avevano qualcosa in comune… Si alzò e, piano, lo abbracciò -mi spiace…- mormorò Sesshoumaru era sorpreso…ma sorrise. Jaken tossicchiò (Maledetto!Nd?) e Sesshoumaru scostò la ragazza -andiamo…dobbiamo ancora camminare molto…- disse senza guardarla in viso. Dopo qualche ora di cammino la notte li avvolse come un manto, e il robo
verde propose di accamparsi per la notte, Sesshoumaru annuì e anche Nyuji lo
fece. Si stesero tutti e tre a raguardevole distanza l’uno dall’altro, e si
addormentarono… Un bambino…molto bello…come si chiama…perché mi guarda e piange!? Perché
sembra che il suo sguardo mi passi, come se sia di vetro, ma è lo stesso rivolto
verso di me? vedo…una bambina molto piccola…ma sono io? Dove sto andando…chi è tutta quella
gente? Sesshou-chan? ‘Ciao…’ mi conosce? E’ lui…io SESSHOUMARU! -Sesshoumaru!- urlò svegliandosi di soprassalto. Il ragazzo era già sveglio,
seduto accanto a lei, e guardava lontano. -Cosa c’è?- chiese -Io…ho fatto un incubo e ti ho sognato…ma eri più…giovane…- Sesshoumaru rabbrividì, senza saperne il perché…non era quello che lui voleva?
Non voleva che lei ricordasse? Un pensiero lo inorridì…e se…lui in realtà non
volesse farla tornare com’era? E se… scacciò quello stupido pensiero con un cenno -era solo un incubo- sussurrò posandole una mano sul capo. Lei sorrise, stupita
da quel gesto, e si avvicinò a lui. -Dormi bene…- gli disse, poi lo baciò sulla guancia -…Sesshou-Chan…- quindi si distese accanto a lui e posò il viso sul grembo
di lui. Sesshoumaru aspettò che lei si fosse addormentata e, stupendo anche se stesso,
le posò un lieve bacio sulla fronte -buona notte Sukoshi Inu- mormorò… Jaken, che fingeva di dormire, corrugò la fronte… -Sesshou-chan?- -dimmi…- -sono 7 mesi che cerchiamo la tomba di tuo padre…- -si?…- -MA SAI DOV’E’???- -…- -Non lo sai?NON LO SAI?- -temo di no!- -Kami-Sama!SesshouChan! è impossibile!- Sesshoumaru rise…non sapeva davvero l’ubicazione della tomba, e avevano girato
in tondo per tutti questi mesi, solo per far sì che Sukoshi Inu ritrovasse la
memoria perduta, cosa che ovviamente non era accaduta, ma lui ne era felice.
Sapeva che, una volta tornata la memoria, avrebbe dovuto ucciderla, e non voleva.
Perché negarlo? Si era affezionato a lei! Ormai la sera, la notte, dormivano
vicini, a volte abbracciati, e se lei nel sonno si allontanava lui se ne accorgeva
subito, perché sentiva il freddo. Cominciò a chiedersi che sarebbe stato di lui…senza Sukoshi Inu. Quella sera faceva particolarmente caldo, così si accamparono vicino ad un
fiume, che scorreva nei pressi delle montagne. Era molto tardi e avevano camminato
per parecchie ore senza sosta, così il sonno li colse subito, quasi tutti. Dico
quasi, poiché Sukoshi Inu, Nyuji, era ancora sveglia, abbracciata a Sesshoumaru,
che guardava l’acqua…e il riflesso della luna su di essa…era così bella. Fece attenzione a muoversi molto piano, si staccò dal ragazzo e cominciò
a spogliarsi, in modo da rimanere solo con la benda e nient’altro addosso poi,
piano, cominciò ad entrare nell’acqua fresca…si stava così bene… Come sempre, anche questa volta appena Nyuji si fu allontanata Sesshoumaru
aprì gli occhi, ma nell’oscurità la ragazza non se ne accorse. La vide, e per
lui fu come un pugno nello stomaco. Nell’acqua la benda che l’avvolgeva era diventata trasparente, e le si era
attaccata addosso come una seconda pelle, disegnando senza margini di errore
ogni suo piccolo particolare, ogni sua seducente curva. Capì che la desiderava, che lui, uno Youkai, desiderava unirsi a quell’hanyou,
e non solo per istinto…anche perché infondo le voleva bene. Si alzò, e solo allora lei si accorse che si era svegliato. Lo guardò negli
occhi e scorse quello strano luccichio, quasi animalesco, e poi il desiderio,
la passione. Un po’ ne ebbe paura. Sesshoumaru le sorrise, cominciando ad avvicinarsi. Lui la voleva. 4. -Sesshou Chan…mi dispiace di averti svegliato…- sussurrò la ragazza abbassando
gli occhi. Cosa voleva dire quello sguardo? Cosa voleva Sesshoumaru da lei, adesso?
Ormai aveva imparato a conoscerlo, capiva quando voleva essere lasciato solo
e quando invece, desiderava la sua compagnia e il suo calore, e tutto ciò lei
lo deduceva dai suoi occhi…ma questo sguardo non seppe subito interpretarlo… -Sei…sei…arrabbiato?- -no- -mhm…un po’ nervoso?- -no- -annoiato?- -no…niente di tutto ciò…perché non vieni qui, vicino a me, sull’erba?- Così dicendo si era tolto la maglietta e si era avvicinato a lei, prendendole
la mano -Non vedi? Hai la pelle intorpidita…devi uscire un po’ dall’acqua…- -ok…- La ragazza, piano, uscì dal fiume, senza mai distogliere lo sguardo da Sesshoumaru,
che gli stava davanti… Lui, dal canto suo, non le lasciava la mano e ogni tanto si girava, per provare
piacere perdendosi negli occhi color ambra di lei…non si era mai accorto che
fossero così belli e profondi… Si sedettero vicini, sull’erba, poi lui la prese in braccio, in modo poter
vedere bene il suo viso, i suoi lineamenti. La osservò in silenzio per qualche
attimo infinito… ‘le sue labbra sembrano così calde e morbide’ pensò accarezzandole
con un dito dolcemente… Nyuji non sapeva cosa fare…avvertiva una strana elettricità nell’aria, una
tensione che correva fra lei e il ragazzo, e che, l’aveva capito questo, non
si riconduceva a rabbia. Cos’era? Piano posò la sua mano sul petto nudo di lui… -Cosa c’è?- chiese a fil di voce Sesshoumaru fu risvegliato dall’incanto della pelle bianca e soffice di lei
da quelle parole, ma non fu sgradevole. La sua voce era meglio di una melodia,
per lui, e l’avrebbe sentita parlare ore e ore senza stancarsi… -Io…non lo so- rispose prendendo quella piccola mano fra le sue e baciandola
sul palmo -non lo so- ripetè. Perché averla adesso fra le braccia gli provocava queste reazioni strane?
Cos’era quel calore che lo attanagliava al basso ventre? Cos’era quella voglia
di restare per sempre così? -Senti…perché non facciamo una passeggiata?- propose, la ragazza annuì e
si allontanarono insieme, mano nella mano, nella foresta. -Nyuji…non ricordi davvero nulla del tuo passato?- chiese il ragazzo quando
furono arrivati ad una radura, abbastanza lontano da dove Jaken dormiva -No…niente…perché ti interessa tanto?- Sesshoumaru non seppe rispondere…perché gli interessava? Perché voleva che
lei ricordasse o meno? Adesso sapeva la verità…lui non voleva assolutamente
che lei ricordasse…avrebbe trovato la tomba del padre in un altro modo…ma lui
voleva Sukoshi Inu per sé… -per nessun motivo- mentì quindi, stringendola a sé e baciandole piano i
capelli, lei gli posò una mano sulla nuca e cominciò ad accarezzargliela. -Cos’hai stasera?- gli chiese sorridendo dolcemente, lui la zittì e poi avvicinò
le sue labbra a quelle di lei senza toccarle. Poteva sentire il suo respiro,
percepire il suo calore…ed era tutto così vero… Le prese il viso con le mani e l’avvicinò di più. -Voglio un bacio…- le disse a fior di labbra, poi la baciò con dolcezza… Era vero? Sesshoumaru la stava baciando?…si…era verissimo…e lei si sentiva
così bene…lo strinse più forte a sé e rispose al suo bacio, con passione. Non era più una bambina…era, o perlomeno voleva essere, per lui, quella notte,
una donna. Poco a poco le carezze di Sesshoumaru si fecero più audaci, le sue mani percorrevano
frementi il corpo di lei, sciogliendolo dalle bende e lasciandolo completamente
nudo. -Sei bellissima, amore mio…- le sussurrò prima di stenderla sotto di sé. ‘Kami…la mia prima volta…con Sesshoumaru…’ pensò Nyuji poi sorrise -ti amo…- sussurrò piano. Una dolcezza magnifica li accompagnò nell’unirsi, completamente, un sentimento
che Sesshoumaru stesso non avrebbe mai pensato di poter provare. Poterla fare
sua, senza dover essere violento, poterla baciare, sapere che i suoi sentimenti
erano ricambiati… Lei gemeva, piano, e gli chiedeva di prenderla, così lui l’accontentò. Al momento culminante dell’amore non potè impedirsi di portare una mano all’altezza
della gota destra di lei e, mentre i loro respiri si facevano uno solo, la graffiò
piano, lasciandogli il suo simbolo… Lei lo guardò, interrogativamente, lui disse -questo segno vuol dire…che sarai per sempre mia… Ma aveva mal interpretato lo sguardo di lei… ‘Era una bella giornata, quella, e lei (o perlomeno, quella bambina che sembrava
essere lei) giocava con una palla rossa, e rideva nel vederla rotolare…di chi
era quella palla? Si voltò e accanto a lei c’era un bambino…ma il suo volto
non lo poteva vedere, a causa della forte luce…vedeva solo i suoi capelli…e
sembravano argentei… C’era una donna…quella donna con i capelli neri e un bel kimono colorato…e
anche se non ne ricordava il viso lei…provava calore al solo pensare a lei…perché? Poi il bimbo era andato via un attimo e lei era rimasta sola…ricordava l’erba,
il suo odore, il rumore dei passi…adesso ricordava davvero tutto… Poi si era avvicinato quell’altro…ma per lei adesso era solo un’ombra…la
sua mente si rifiutava di visualizzarlo…lei gli aveva sorriso…questo lo ricordava…e
gli aveva anche teso la mano per salutarlo… Poi lui aveva sorriso e le aveva detto qualche cosa…ma cosa? Un momento…quella voce…lei la conosceva… Il volto dell’altro improvvisamente divenne chiaro…era…era…Sesshoumaru…un
po’ più piccolo…ma era lui! Poi lei si era alzata e… !NO!!!! aveva gridato quel bambino con i capelli d’argento. Perché aveva gridato ‘no’? Chi era? Sesshoumaru sorrideva…ma il suo sorriso faceva paura…tanta paura… -sesshou-chan!- aveva gridato correndogli incontro… -fratello…- FRATELLO? era sua fratello dunque? Ma chi era lei…chi era quel bambino che le somigliava
tanto? -hanyou…devi morire…- così gridavano tutti quegli uomini...e poi...poi c’era l’immagine di quella
donna... *mamma*…pensò *quella è la mia vera mamma*