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Autore: Disorientated Writer    02/04/2012    7 recensioni
Nina Armstrong, figlia di Poseidone.
Dalla sua visita sull'Olimpo, tutto è cambiato.
La vita, le amicizie, l'amore.
Soprattutto quest'ultimo.
E sarà proprio il ragazzo più inaspettato a far battere il cuore di Nina.
[ Introduzione in continuo aggiornamento&cambiamento. Sappiatelo. ]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Gli Dèi
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sophie e le sue idee geniali alla conquista del mondo! 

 











PoV Sophie.
 





« Lalalalalalala, non ti sento! » canticchiai, con le mani premute sulle orecchie, mentre Nina inveiva contro di me, fuori di sé dalla rabbia.
Come era esagerata quella ragazza! In fondo, avevo solamente distrutto per sbaglio una foto sua e di Apollo. E per sbaglio, quella foto era anche finita in una pozzanghera.
Ma ovviamente, era tutto un grosso sbaglio.
Okay, okay, va bene, lo ammetto: l’ho fatto apposta. Oh, insomma, quella ragazza doveva dimenticarsi di Apollo, ad ogni costo!
Ed io, in quanto figlia della dea dell’Amore, mi ero assunta la responsabilità di questa penosa missione.
Penosa per me, ovviamente.
Nina mi rincorse per tutta la casa come una furia, senza capire che l’avevo fatto per lei.
Ah, i giovani d’oggi!

Meglio se mi sto zitta.
« Sophieeeeeeeee! Ti uccido! Ti trucido! Ti … »
« Trasformo in un mollusco e ti faccio mangiare da Nessie, il mostro di Lock Ness? » completai per lei, risparmiandole la fatica di continuare con le sue minacce.
« Esatto. » mi rispose, fermandosi in mezzo alla stanza per riprendere fiato.
Uff, la figlia di Poseidone era giovane fuori e vecchia dentro. Altro che Benjamin Button.
Scrollai le spalle e mi avvicinai, sventolando una maglietta bianca trovata per caso a mo’ di bandiera.
« Giungo in pace, Miss Maremoto! » esclamai ridendo.
Lei, per tutta risposta mi fulminò.
Uno, due, tre …
« COME HAI OSATO, RAZZA DI BARBIE?! » urlò Nina, al culmine della rabbia.
Bene, forse rovinare la foto non era stato il primo passo più adatto al mio piano.
Peccato. Ci avevo messo così tanto impegno a rubarla dal guanciale di Nina!
Dlin dlon.
Il campanello della porta mi salvò dall’ennesima sfuriata di Occhi Viola, che ultimamente aveva preso la brutta abitudine di usarmi come punching-ball.
Nina mi fulminò e poi si affrettò ad aprire.
Sulla soglia della porta apparve un Freddie piuttosto imbarazzato.
Awwww, Freddie.
Il ragazzo si grattò la testa, imbarazzato. Dei, com’era dolce!
« Ehm, ciao Nina! Cercavo, ehm, Sophie. » borbottò, messo a disagio dagli occhi assassini della ragazza.
Lei mi indicò con un cenno del capo e sorrisi, avvicinandomi con molta nonchalance.
« Ciao, Freddie. » dissi, spostando i capelli dietro la schiena con un gesto distratto. Apparentemente, distratto.
Il figlio di Ermes divenne ancora più rosso, e si passò una mano tra i capelli, a disagio.
Lanciai un’occhiata a Nina, che era sul punto di esplodere, e decisi che era meglio sparire dalla sua vista per un po’.
Più velocemente che potei presi Freddie per mano e lo trascinai lontano dalla casa, correndo.
« Uff, ehm, Soph… » iniziò lui, quando mi fermai in una radura, a distanza di sicurezza dalla casa di Nina e da ogni possibile fonte d’acqua.
Voi non avete mai visto Nina arrabbiata, perciò non potrete mai capire cosa vuol dire trovarsi nel suo raggio d’azione.
« Siiiiiii? » trillai, stringendolo per un braccio con un sorriso angelico stampato in volto.
« Ecco, volevo dirti che … » iniziò il bellissimo figlio di Ermes, ma io lo interruppi prima che potesse pronunciare un’altra parola.
« Shhhh. » sibilai, portandomi un dito sulla bocca.
Lui mi guardò, interrogativo, ma lo ignorai e drizzai le orecchie.
Avevo sentito una voce provenire da poco lontano.
Una voce che assomigliava disgustosamente a quella di Stella Hope.
Presi Freddie per mano e lo trascinai verso un cespuglio, poco più in là.
Da quella posizione, vidi chiaramente Stella Hope che parlava concitatamente con un ragazzo dai riccioli castani, di una bellezza abbagliante.
Non mi serviva un libro di Mitologia per capire chi fosse. Eros.
Perché quella corpivendola di una Hope parlava con mio fratello?
Freddie fece per protestare, ma io lo bloccai, intimandogli di tacere. Volevo ascoltare la loro conversazione a tutti i costi.
« Allora, Asterì, Stella mia, come sta andando il tuo piano di vendetta? » chiese Eros a Stella.
Stellina mia?! La cosa iniziava a farsi intrigante.
« Procede alla perfezione. Ormai sono decisamente vicina al traguardo, amore mio. » rispose la Sua Stellina.
Amore mio?! Questo era pane per i miei denti di figlia di Afrodite!
Freddie mi lanciò uno sguardo sbigottito.
Dovevo assolutamente ascoltare il resto.
« Tra poco Apollo e quella piccola semidea si diranno definitivamente addio. E io farò capire a quell’idiota di un dio del Sole cosa vuol dire venire scaricati dalla persona che si ama! » esclamò Stella, alzando i pugni al cielo.
Eros sorrise.
Io, invece, ghignai. Idea luminosa.
Feci cenno a Freddie di andarcene. Avevo sentito tutto quello di cui avevo bisogno, per il momento.
Lui mi prese per mano e facendo il meno rumore possibile ci allontanammo.
Quando fummo sicuri di essere fuori dalla portata d’orecchio di Stella, ci fermammo.
« Ma hai sentito? » esclamò lui, stupito quanto me.
Annuii, pensando rapidamente a un piano. Dovevo dirlo a Nina, sissignore.
Però, non potevo certo andare a dirglielo da sola.
Come minimo mi avrebbe staccato la testa, giusto per allenarsi.
Mi serviva un aiuto. Ma chi …
Earine.
A sua sorella maggiore Ninetta avrebbe scuramente prestato ascolto!
Sfregai le mani, impaziente di iniziare con l’Operazione Salvataggio Matrimonio!
Titolo non molto originale, lo so, ma mica avevo tempo di mettermi a cercare un nome adatto!
« Freddie, vai da Jason e spiegagli tutta la situazione. Non mi interessa se non vi siete mai visti! Dobbiamo salvare la coppia del secolo! È mio dov - … ehm, nostro dovere, nostro. » ordinai, cacciandolo letteralmente via.
Avremmo ripreso la nostra conversazione romantica più in là.
Corsi a perdifiato verso la casa di Earine.
Dovevo assolutamente sbrigarmi, quel triangolo amoroso era durato fin troppo per i miei gusti.
Era giunto il momento di mettere la frase “Happy End”.
E no, l’Happy End non sarebbe certo stato per Stella Stellina La Notte Si Avvicina!
Arrivata davanti alla casa, iniziai a tempestare la porta di colpi.
Dopo dieci minuti buoni, un’assonnata Earine mi aprì la porta.
« Si può sapere perché stai ancora dormendo? Dobbiamo metterci in moto, ora, subito, IN QUESTO PRECISO ISTANTE! » gridai, in preda alla frustrazione.
Per una figlia di Afrodite le questioni di cuore erano una questione di vita o di morte.
Lei mi fissò a metà tra l’incuriosito e l’irritato.
Sbuffai, spiegandole la faccenda a grandi linee.
« Mi cambio. » fu il suo unico, laconico, commento.
Meno di venti minuti dopo, stavo nuovamente correndo a rotta di collo per l’Olimpo.
Stava diventando una brutta abitudine, purtroppo.
Quando arrivammo, ansanti, per poco non svenni sul portico.
Dei, tutto quell’esercizio fisico non faceva certo per me!
Sbuffando, aprii la porta con un calcio.
« Nina, » iniziò Earine. « Dobbiamo assolutamente parlarti. »
« Non vi voglio ascoltare. Andate via. » rispose un sospetto involucro di coperte.
« Ah no, bella di casa! Tu ora mi ascolti, che lo voglia o no! » esclamai, saltando sul suo letto e strappandole le coperte di dosso.
Per dirle quella cosa mi ero fatta mezzo Olimpo di corsa, e ora non avrebbe mandato in fumo il mio intero piano solo perché era depressa!
Nina sbuffò, dimenandosi.
« Senti un po’, Mademoiselle Nina, ora mi ascolti per bene! » urlai, frustrata.
Lei e Earine mi fissarono come fossi matta, ma vabbè.
Con un respiro profondo, iniziai a raccontare a Nina tutto ciò che avevo visto.
Lei mi ascoltò attentamente, senza lasciarsi sfuggire neanche una frase.
Poi, quando ebbi finito, la guardai, in silenzio e in attesa.
Lei mi guardò.
Earine ci guardò.
Nina scoppiò a ridere.
Un momento: ridere?
« Nina, si può sapere cosa diavolo ti ridi? » sbottò Earine. Possibile che Miss Maremoto non comprendesse la gravità della situazione?
« Perché è ovvio che lo dite solo per farmi sentire meglio. Tanto lo so che Apollo la ama, e lei ama lui. Non c’è nient’altro da fare. » Nina abbassò lo sguardo, triste e rassegnato, smettendo subito di ridere.
La guardai, stupita.
« Ninetta, ma tu non puoi arrenderti proprio adesso! Non dopo tutto quello che hai passato! » urlai, alzandomi in piedi.
Per me le questioni d’amore erano la cosa più importante del mondo. Come poteva non capirlo?!
« Appunto, Sophie. Ne ho passate fin troppe, io. » rispose, triste.
« Ma, ma, ma … » provai a ribattere, ma la sua espressione infinitamente demoralizzata me lo proibì.
In compenso, mi venne in mente l’unica alternativa possibile.
« Ok. Ti lasciamo in pace, Nì. » dissi, prendendo Earine per un braccio, che stava consolando Nina.
Lei mi fissò come fossi pazza ( di nuovo. Possibile che nessuno si fida mai dei miei piani geniali che finiscono sempre per salvare il mondo? Bah. ), ma si fece trascinare fuori dalla porta.
Poi, ovviamente, si impuntò.
« Ora mi spieghi cos’hai in mente, Zucchero Filato? »
« Tralasciando il fatto che mi hai chiamata Zucchero Filato, ho intenzione di parlarne con il diretto interessato. Oh sì. » risposi, sorridendo malvagiamente.
Lei mi fece l’occhiolino e mi prese sottobraccio, incamminandosi insieme a me verso l’unico posto in cui potevamo trovare il diretto interessato.
La piazza della Musica.
 
 
 




 
PoV Earine.
 
 



Lo trovammo lì, intento a farsi bello davanti alle Muse.
Apollo, con i capelli biondi che sembravano fatti di raggi di sole ( esibizionista ), suonava tranquillo la lira, con indosso uno stranissimo gonnellino che all’epoca dell’antica Grecia doveva andare molto di moda, ma ora era altamente ridicolo.
Lanciai un’occhiata a Sophie, che mi seguì con un cenno d’assenso.
Marciai verso il dio del Sole con la faccia più da Sorella Incavolata che riuscivo a fare.
E a giudicare dall’occhiata che mi lanciavano le Muse, dovevo esserci riuscita piuttosto bene.
« Senti un po’, dio del Sole da strapazzo! » inveii, decisa a strapazzarlo un po’ prima di rivelargli ciò che sapevamo riguardo a Stella Stellina la Notte si Avvicina.
Lui alzò gli occhi e mi fissò sorpreso, come a chiedersi chi poteva osare chiamarlo ‘dio da strapazzo’.
« Ah. Ciao … e tu saresti? » mi domandò, con fare annoiato.
Brutto …
Per sua fortuna, Sophie mi strinse il braccio, impedendomi di ucciderlo a suon di cazzotti.
« Io sono Earine. Sai, la sorella di una certa Nina, non so se la conosci. » sbottai, irritata.
Ancora non riuscivo a capire cosa ci trovasse Nina in un tipo come quello.
Miei dei!
Lui sembrò illuminarsi al solo sentire il nome di mia sorella.
Mi dovetti trattenere parecchio per non pestarlo a sangue.
« Nina … come sta? » mi chiese, preoccupato.
Io lo fulminai con lo sguardo.
« Come vuoi che stia?! Da schifo. E vediamo un po’, di chi è la colpa? » borbottai, mantenendo tutta la mia calma residua per non urlare come una posseduta per la piazza.
Lui abbassò gli occhi, per poi tornare a concentrarsi sulla sua lira.
Decisi che prima o poi l’avrei menato. E ‘sti cavoli che lui era un dio!
Avrei chiamato mio padre a darmi man forte. Oh sì.
« Ah. » fu il suo unico commento.
Sophie mi lanciò un’occhiata nervosa, evidentemente chiedendosi quanto ancora dovevo andare avanti con la pagliacciata della sorella incavolata.
Mi dispiacque per lei, ma ne avevo ancora per parecchio.
« ‘Ah’ è tutto quello che dici al riguardo? Però, i miei complimenti. Se li sceglie bene i fidanzati mia sorella. » sbottai, velenosa, incrociando le braccia.
Probabilmente se avesse potuto mi avrebbe trasformata in un rospo, ma non avrebbe mai osato mettersi Poseidone ancora più contro.
O almeno, speravo.
« Sparisci, semidea. Già devo sottostare alle ramanzine di mia sorella. » borbottò lui, più alla sua lira che a me.
Oh, almeno uno dei due gemelli divini con un po’ di sale in zucca!
« Ora basta, Earine. Andiamo dritte al sodo, o davvero questo ci trasforma in zanzare. » mi sussurrò Sophie.
Con una scrollata di spalle, capitolai, e mi parai davanti ad Apollo, nuovamente, con le braccia incrociate.
« Prima dobbiamo dirti una cosa importante, riguardo a Stella Hope. »
Lui fece una smorfia, come se il nome ‘Stella Hope’ fosse un sinonimo di ‘Orrore Profondo’.
Probabilmente aveva ragione.
« Ditemi. Poi, però, sparite. » sbottò.
Sophie prese un respiro profondo e, per la terza volta in meno di due ore, raccontò per filo e per segno della conversazione tra Stella ed Eros.
« Stamattina, mentre camminavo per un boschetto poco distante casa di Nina, ho visto Stella parlare con un ragazzo, ovvero mio fratello, Eros. »
Al solo sentire quel nome, Apollo strinse i pugni e serrò la mascella, pensando probabilmente a una bella e dolorosa morte per l’odiato rivale.
« L’ha chiamata, non so, Eldunarì, Tortinì … » continuò Sophie, grattandosi la testa cercando di ricordare il nome.
« Asterì. Vuol dire ‘stella’ in miceneo. » la corresse Apollo, alzando un dito con fare saccente. »
Mi trattenni a stento dal tirargli un calcio lì dove non batte il sole.
« Sì, quella roba là. Insomma, poi l’ha chiamata Amore mio, e insieme hanno parlato di un nonsoquale losco e contorto piano per vendicarsi di … te. » concluse lei, tirando un sospro.
Apollo ci fissava sempre più stupito.
Alla fine disse solo: « E’ la verità? »
Sophie annuì.
Poi, il dio del sole fece la cosa più impensabile di tutte.
Saltò in piedi e iniziò a battere le mani, tutto contento.
Lo guardai, tentando nel frattempo di ricordare il numero del manicomio più vicino, anche se il fatto di essere sull’Olimpo complicava un po’ le cose.
« Ah! Lo sapevo, io! E papà che non voleva credermi, Tzè! »
Io e Sophie annuimmo, sorridendo.
Di cosa diavolo stava blaterando?
Probabilmente si accorse dei nostri sguardi incuriositi ( e preoccupati per la sua sanità mentale, tra l’altro ) e ci fece segno di seguirlo fuori dalla piazza.
Dopo una trentina di minuti, un megalomane vestito con solo un kilt bianco panna, una biondina che sembrava un confetto e la sottoscritta, unica persona normale del gruppo, stavano mettendo a punto un piano per cancellare Stella Hope dalla faccia della terra.
E possibilmente anche dell’Olimpo.
« C’è una sola cosa che farebbe più male a Stella di tutte le altre: essere messa in imbarazzo di fronte a tutti gli Dèi. » iniziò Apollo, guardandoci.
Buono a sapersi.
« Io avrei un’idea … » iniziò Sophie, unendo le dita dietro la schiena e facendo un saltello indietro.
Io e Apollo la guardammo, in attesa.
« Allora, » iniziò lei. « Stella ed Eros sono innamorati, giusto? Ma tu non la ami, perché ami Nina …. Giusto? » la figlia di Afrodite sottolineò particolarmente l’ultimo giusto.
Apollo annuì, mentre io la fissavo senza riuscire a capire dove volesse andare a parare.
« E allora, la cosa è semplice! Tu, Apollo, convocherai una riunione degli dèi, dove dirai che vuoi sposare Stella! Eros, essendo il dio dell’amore e delle passioni, probabilmente darà in escandescenza, rivelando tutto il piano. E vissero per sempre tutti felici e contenti! » terminò, battendo le mani, tutta contenta.
« C’è un solo piccolo dettaglio: Nina. » osservai.
Sophie sbatté le palpebre, poi sbuffò.
« A tenere buona Ninetta ci penserai tu, Earine! Sei o non sei sua sorella? »
Ah, certo! Tanto toccava sempre a me il lavoro peggiore. Tzk.
Apollo, intanto, sembrava caduto in una sottospecie di trance dalla quale sembrava non voler più risalire.
« Yu-huu! Apollo? Ci sei? » dissi, scrollandolo per le spalle.
Lui sembrò riaversi per un attimo.
« Eh? Si, certo. Stavo solo pensando … » scosse la testa, evitando di renderci partecipi ai suoi pensieri contorti.
Poi, ripensandoci, si sedette.
« Forse è il caso che vi racconti perché Stella mi odia. Così potrete dirlo a Nina, dal momento che non mi vuole parlare. » iniziò lui.
Io e Sophie ci guardammo, sedendoci immediatamente accanto a lui.
Una storia del genere non potevamo certo lasciarcela scappare!
« Ma prima, è il caso di cominciare dalla storia della sua vita. Stella ha … beh, parecchi anni. È nata nel 950 a.C. quando compì vent’anni, Zeus, nostro padre, le offrì di diventare araldo degli Dèi. E quel giorno, iniziò la mia rovina. » terminò, in tono amareggiato.
Chissà cos’aveva combinato quella tipa in, uhm, quasi tremila anni!
« Fammi indovinare, si è innamorata di te. » disse Sophie, con fare sapiente.
Lui annuì e continuò: « In realtà, lei accettò solo perché era segretamente innamorata di me, o almeno, così mi ha detto Afrodite. Solo, all’inizio nemmeno la guardavo. Insomma, si, era carina, ma all’epoca le ninfe erano molto meglio! » tossì « insomma, dicevo … dopo un qualche centinaio d’anni, ci mettemmo insieme, perché mi ero scoperto innamorato di lei, o almeno, così credevo. Ma, ovviamente, alla prima ninfa la scaricai. Da quel giorno, Stella si autoproclamò la mia ombra. Mi seguiva ovunque andavo, non mi lasciava da solo un momento. Passarono così i millenni, con questo ininterrotto tira e molla. Solo nel medioevo restammo insieme per più di un secolo, cosa che mi convinse di amarla per davvero. Proprio quando iniziavo a sentirmi veramente felice, lei mi tradì con un comune mortale. » disse ‘comune mortale’ come chiunque direbbe ‘spazzatura’. « Da allora non ci parlammo più, finché mio padre non decise di richiamarla qui sull’Olimpo, qualche tempo fa. » terminò, sconsolato.
Che razza di storia complicata!
« E dimmi, Apollo, io cosa dovrei riferire a Nina dopo tutto questo miscuglio di roba? » domandai, gelida.
« Che non ho mai amato nessuna come amo lei. E che Stella pagherà per averci separati, parola di Dio del Sole. » 

















Angolo Autrice: 
Oh. non ho parole per questo coso!
Fa schifo, lo so.
E' corto, lo so.
MANCA UN SOLO CAPITOLO, LO SO! *Balla la conga.* 
No, sul serio, mi serviva un capitolo di "slancio" per il prossimo, che, vi avverto, riempirò di miele e sdolcinatezze varie :') 
Forse scenderà anche qualche lacrima ai nostri cari personaggi, sìsì. 
Volevo ringraziare Viola, ovvero Khyhan, per il supporto e il "sopporto", visto che c'è sempre quando ho una crisi artistica :D 
Ti voglio bene, chica!
Pensavo di fare anche un Epilogo dove parlerò un po' di quello che succedera' dopo, se non addirittura un diciannovesimo cap- NO! 
Il diciottesimo capitolo + epilogo e basta :')
Penso di aver torturato abbastanza sia voi lettori che i personaggi :3 
Grazie a tutti quelli che leggono, recensiscono o, semplicemente, aprono la pagina del primo capitolo e la richiudono e non leggeranno mai quest'inutile ringraziamento :') 
Grazie, grazie, grazie!
Al prossimo [ e ultimo ] capitolo! 

Madamoiselle Nina. 


Ps. Per chi di voi non lo sapesse, ho iniziato una nuova originale, e ormai sono al capitolo 5 ... mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate! Ecco il link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=918177&i=1
   
 
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