CAPITOLO X - PM
 
Ginny, stesa sul letto del suo dormitorio, fissava il soffitto del letto a baldacchino, ripensando a quello che era avvenuto la sera precedente; beh, non poteva certo dire di non essere rimasta colpita dal comportamento di Piton. Se amava veramente Lily, probabilmente in tutti questi anni aveva cercato di proteggere Harry, e non di ucciderlo… sì, probabilmente era questo il motivo. Poi qualcuno bussò picchiò la finestra. Non si scostò; non voleva alzarsi. Sentiva le gambe improvvisamente pesanti. Poi un altro picchiettare, e Ginny non poté più ignorarlo, si alzò e ad andò ad aprire la finestra, facendo svolazzare Leotoldo dentro, per poi planare senza controllo, muso sul pavimento. Sospirando sconsolata, e allo stesso tempo curiosa di vedere chi le avesse mandato la lettera, sfilò la missiva dalla zampetta del gufo, che si rimise subito in piedi e volò sul davanzale, finendo a sbattere contro il vetro dell’anta  chiusa della finestra.
Ginny non ci fece caso: era abituata a Leotoldo e ai suoi voli drammatici. Era piuttosto incuriosita da chi avesse inviato la lettera, ma non si era firmato nessuno. Sempre più incuriosita, tolse il filo di stoffa e srotolò la pergamena. Si poggiò sul davanzale, dove c’era più luce, e cominciò a leggere.
 
Cara Ginny,
nel momento in cui il tuo gufo ti porterà questa lettera, isolati e leggila in un posto sicuro.
Quello che sto per dirti rientra nella massima sicurezza. Ti prego anche di non svelare il mittente, ma di far passare le notizie qui riportate per tue e anche le idee.
Quando avrai finito di leggere, butta questa lettera nel fuoco: nessuno deve sapere che qualcuno ti ha detto quello che sto per dirti. Come di certo saprai, i Mangiamorte vogliono indagare su tutte le famiglie che hanno sangue babbano nelle vene. Scaveranno a fondo, e presto tutti quegli studenti con nonni o parenti non magici verranno rapiti oppure torturati.
Per quanto riguarda le famiglie dei capi dell’ES, vogliono prendere provvedimenti: facevano
( e fanno  tutt’ora) parte dell’Ordine della Fenice; per cui, dopo pasqua, non tornare a scuola; devi fuggire con la tua famiglia e non fare più ritorno, se possibile. Stessa cosa vale per Paciock: hanno intenzione di rapire sua nonna, ma se non riusciranno a prenderla, sta certa che prenderanno lui: per questo deve nascondersi nella Stanza delle Necessità. Lì c’è tutto ciò che gli serve, e saprà cavarsela. se gli altri studenti dovessero incorrere in pericoli simili, di a Paciock di ospitarli. Fallo. Ovviamente ciò accadrà nei prossimi mesi. Nessuno deve accorgersi di nulla ed è per questo che dovete essere pronti. Siete l’unica forza che può contrastare l’Oscuro Signore.
Mi dispiace che tu abbia visto quello che hai visto. Ma tutto quello che sto facendo, anche avvertirti, lo faccio per lei. L’ho sempre fatto per lei.
 
P.M.
 
P.M. per cosa stava quella sigla? Cosa avrebbe voluto dire…? Ginny si strinse la pergamena al petto, riflettendo. Beh, non poteva essere qualcun altro. Arrotolando la lettera nella mano, uscì dal dormitorio e scese in fretta le scale; doveva buttare assolutamente quella lettera, mentre nella sua testa teneva a mente quello che avrebbe dovuto fare. Sì, doveva farlo. Sentiva che era la cosa giusta. Era bello sapere che di domenica mattina c’erano poche persone in sala comune, e del tutto disinteressate a quello che faceva (nonostante qualche ragazzo si fosse girato nella sua direzione perché,  Ginny non sapeva il motivo, era molto apprezzata) e, silenziosamente, scagliò la lettera fra le fiamme del camino. Poi si mise sulla poltrona e la guardò bruciare. In quello stesso momento, Ginny avvistò una chioma bionda scendere le scale e veleggiare per la sala comune, studiandola con grande interesse. “Che posto carino” commentò Luna, la solita aria sognante. Tutti gli occhi della sala puntarono su di lei.
Ginny, sussultando, scattò sulla poltrona e si girò verso la ragazza. “Luna!” salutò. “Come… cosa… che ci fai qui?” Luna sembrò prestarle attenzione con vago interesse. “Oh, beh io…” cominciò a dire, però non riuscì ad andare oltre, perché arrossì. “Ecco vedi, io…” “Andiamo, Luna?” disse Neville, scendendo dalle scale del dormitorio maschile, aggiustandosi la camicia. “Non vorremmo fare tardi per colazione?” Luna lo guardò e gli sorrise. “No, certamente!” rispose.
“Ho proprio voglia di gelatina, stamattina….” Neville fece un gran sorriso e la prese sotto braccio, estasiato. “Beh, andiamo allora.” Poi si voltò, e vide Ginny, accorgendosi della sua presenza solo in quel momento. “Oh, beh, ciao Gin. Scendi con noi?”
Ma lei scosse la testa; aveva delle cose su cui riflettere. “No, devo… devo risolvere una cosa. Vi raggiungo dopo” disse.
“Beh…” fece Neville, per una volta sereno. “Ci si vede dopo, allora!” e attraversò il buco del ritratto.
Ginny si rimise sulla poltrona e s’incantò a mirare le fiamme. Era così bello vedere due persone innamorate… e allo stesso tempo, ricevere una lettera anonima. Era quasi sicura che fosse lui…. Ma le sue iniziali non iniziavano con P.M… e poi qualcosa la bloccò di nuovo. E se P.M. fosse stato….?


NOTE DELL'AUTRICE: STORIA FINITA... OPPURE INIZIATA? A VOI L'ARDUA SENTENZA! LA STORIA E' A FINALE APERTO, OGNUNO PUO' IMMAGINARSI QUELLO CHE VUOLE (TIPO CHE GINNY CONTINUA LE INDAGINI O AVVERTE NEVILLE....) DITEMI SE SECONDO VOI LA DEVO CONTINUARE, ANCHE SE IO LA LASCEREI COSì.... MA ALLO STESSO TEMPO NON LO SO...
DITEMI VOI! COMUNQUE PER IL MOMENTO è FINITA! SPERO VI SIA PIACIUTA! UN ABBRACCIO AVERYN