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Autore: Delenanelcuore    02/04/2012    2 recensioni
Cosa succederebbe se a causa di un errore di Bonnie, Elena venisse catapultata nel 1864?
Viaggio nella vecchia Mystic Falls alla riscoperta del vero Damon Salvatore.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Damon/Elena
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quegli attimi prima di aprire la porta della stanza di Katherine furono interminabili.
Nella mia mente si affollavano scorci di improbabili piani di fuga, nella speranza di trovare quello adatto alla situazione alquanto compromessa.
Ero completamente immersa nella vita e nel corpo di Katherine e al di là di quella porta sottile, Damon Salvatore mi stava offrendo il suo aiuto.
Valutai l’ipotesi di raccontar lui l’intera verità dei fatti, ma quel’intento si dissolse immediatamente.
Come avrei potuto spiegare ad un Damon umano e assolutamente ignaro del futuro che lo attendeva, che esattamente centocinquanta anni dopo avrebbe avuto a che fare con la sosia della donna che amava?
E come potevo rivelare a quell’uomo che mi offriva in modo incondizionato il suo aiuto, che quella stessa donna lo avrebbe solo fatto soffrire?
Ad ogni modo i suoi colpi sulla porta divennero insistenti e nel disperato tentativo di evitare che l’attenzione si focalizzasse su di noi, aprii mio malgrado.
Damon non perse tempo e precipitandosi all’interno della camera, si guardò intorno, scrutando i corridoi e accertandosi che nessuno della servitù o della sua stessa famiglia, lo avesse seguito fin da me.
“Non tenetemi ancora sulle spine Miss Pierce, non tratterò a lungo mio fratello dal venirvi a cercare”- incalzò una volta entrato, mantenendo però un tono di voce tendente ad un sibilo.
Si avvicino a me, cingendomi i fianchi e guardandomi negli occhi in modo decisamente inequivocabile.
Possibile che Katherine concedesse ad un umano come Damon, il lusso di avere incontri così ravvicinati?
Evidentemente erano ad uno stato così avanzato del loro rapporto da permettergli di toccarla e fare Dio sa solo cos’altro.
Deglutii, pensando che se dovevo calarmi a pieno nella parte, non potevo fare la schizzinosa rifiutando quelle attenzioni, ribadendo il mio amore per suo fratello Stefan e ponendo dei paletti nel nostro rapporto.
In poche parole non dovevo essere Elena Gilbert.
A quel punto, spinta dall’incalzante sguardo di Damon, il fascino dei suoi occhi color ghiaccio era assolutamente rimasto intatto nel tempo, parlai con voce tremula.
“Damon io non voglio mettervi nei guai con vostro padre quindi ve ne prego, lasciate la mia stanza e non abbiate timore, risolverò da sola la questione”- dissi risoluta e speranzosa che le mie parole lo placassero.
Ma ovviamente quel suo temperamento testardo era radicato nel Damon del 1864 il quale, non volle minimamente accennare a cedere.
Si staccò da me, quel poco che  bastava a farmi riprendere fiato e continuò a premere con le sue domande.
“Andiamo Katherine io vi conosco e so che qualcosa non va…Non chiedetemi di starne fuori, sapete bene che non ne sarei capace”- cantilenò con occhi totalmente persi nei miei.
Era assurdo quanto dell’attuale Damon scorgessi negli occhi dell’uomo fatto di carne ed ossa davanti a me.
“Vi siete bruciata al sole Miss Pierce, me ne sono accorto e come me anche Stefan.
“Perché non portate la vostra solita collana? “- continuò lui, ora nuovamente vicino a me.
Balbettai, cercando di accampare una spiegazione plausibile e alla mente mi sovvennero tanti ricordi di una vita che ora mi sembrava lontana anni luce.
“Io..io credo di averla persa, ieri durante il mio solito giro in città….” – sperai che Katherine fosse solita fare un “solito giro in città” o sarei stata in guai seri.
La mia scusa sembrò plausibile e Damon, si avvicinò a me, stavolta riuscendo quasi a sentire il suo fiato sulle mie labbra.
Ricordai di quando venne nella mia stanza, dopo aver scoperto a malincuore che la donna che aveva baciato sul portico di casa mia non fossi io ma Katherine, per dirmi che mi amava e che sapeva che stessi mentendo a Stefan e a me stessa sui miei sentimenti per lui.
Poi Jeremy, la reazione spropositata di Damon al mio rifiuto e la nostra amicizia che sveniva sotto il mio orgoglio e il mio rancore.
“Troveremo il modo di farvi camminare nuovamente al sole Katherine…adesso devo andare”.
“Stanotte, solito ritrovo, fate in modo di non essere seguita”- sentenziò mentre le sue labbra, pericolosamente, erano quasi a contatto con le mie,interrompendo quei pensieri e quei ricordi.
Non potevo contraccambiare quel bacio , non amavo Damon e non volevo tradire Stefan nemmeno nel 1864.
Eppure dovevo mantenere la parte della vampira sanguinaria fino in fondo o la mia copertura sarebbe saltata in un battito di ciglia.
Sentii le mani di Damon, sfiorarmi il collo sensualmente, mentre il mio corpo veniva percosso da spasmi di immotivato desiderio.
Solo allora ricordai di quanto amplificate fossero le emozioni dei vampiri ed io adesso, ero una di loro a tutti gli effetti.
Non davano libretto di istruzioni per vivere nel corpo di una ultra centenaria e sadica vampira e questo era un grosso punto a mio sfavore in quella situazione assurda.
Inarcai il collo, socchiudendo gli occhi.. “Che diavolo fai Elena” , pensai tra me e me, mentre mi riscoprivo desiderosa di avere quei contatti in modo più marcato e diretto.
Quello di cui non mi stavo accorgendo era che il mio volto aveva cambiato espressione, i miei occhi si erano fatti intrisi di un rosso sanguigno e le mie guancie, perfette e lisce, avevano lasciato spazio a delle mascelle serrate e a dei denti affilati.
“Katherine…”- quasi implorò Damon mentre ormai sentivo il controllo abbandonare la mia mente.
A quel punto Katherine ebbe il sopravvento su Elena e in un raptus di sete cocente, mi ritrovai a succhiare il sangue dal suo collo in modo avido e senza controllo.
Lasciai che i primi fiotti di quel delizioso sangue, spegnessero l’ardore della mia prorompente sete.
Ero rapita da un vortice di emozioni, un turbinio di sensazioni contrastanti, mentre il sapore della pelle di Damon, si mescolava a quello del suo liquido ematico.
Pian piano però, mi resi conto che il corpo che avevo tra le braccia, stava esaurendo la sua energia vitale, nel disperato tentativo di dimenarsi per sottrarsi alla mia presa.
Ringhiai, facendo un balzo inumano all’indietro, verso la parete.
Una zona di luce tradì il mio corpo il quale cominciò a bruciare violentemente. Gli occhi di Damon erano terrorizzati e puntati su di me che, in un gesto disperato avanzai verso l’ombra della camera.
“Che cosa vi succede Katherine?”- riuscì a sibilare Damon, quasi privo di forze.
Non potevo sopportare più quella situazione, la mia mente sebbene ora fosse più elevata ed infallibile rispetto a quella umana, era fortemente provata da tutto quello che mi stava accadendo.
“Andate via, via!!!”- urlai quasi con le lacrime agli occhi.
Tentò di obiettare ma fui repentina nel zittirlo.
“Katherine vi amo…”- mi confessò o forse non era la prima volta che lo diceva alla vampira, questo io non potevo saperlo.
“Buona notte Damon”- seppi solo dire mentre con passi lenti abbandonava la mia stanza, annuendo alle mie parole e voltandosi un’ultima volta prima di sparire dietro la porta.
La storia si ripeteva sempre, sembrava che fossi destinata a ferire Damon in ogni caso, in ogni circostanza, poco importava che fossimo nel 1864.
  
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