Capitolo 3 " Stai scherzando?"
Pansy
Parkinson si pettinò altezzosamente i capelli.
Ciocche
nere e setose passavano tra i dentini del pettine argentato, senza nemmeno
impicciarsi una volta. Aveva dei capelli perfetti. Una pancia perfetta. La
pelle non era brufolosa e sopratutto: nemmeno un poro visibile.
Notò
con stupore che i capelli erano piuttosto cresciuti dall'ultima volta che li
aveva tagliati.
Non
aveva più il caschetto. Ora le arrivavano alle spalle.
Ma era comunque bellissima.
"Parkinson..."
Una voce fintamente cordiale, la fece voltare
di scatto.
Daphne Greengrass, la bionda serpeverde, era
lì davanti a lei.
Più che una divisa scolastica, i
vestiti che portava sembravano fatti apposta per rimorchiare qualcuno.
"Greengrass...Cosa ci fai...qui? Non vedi che ci sono ancora io in bagno?"
La smorfiosa sorrise con disprezzo. "Tu ti
stai solo pettinando, Parkinson...non puoi occupare il bagno per questo! Io
devo farmi la doccia!"
Pansy si voltò con noncuranza,
ricominciando a pettinarsi. "Prego, nessuno te lo vieta..."
Daphne si richiuse la porta alle spalle,
avvicinandosi poi vicino a lei.
Ora si guardavano tutte e due dentro lo
specchio.
"A proposito..." sussurrò la
bionda, cattiva. "Buona fortuna con
Potter...E' nel Campo da Quidditch, se ti interessa..."
Il pettine in mano a Pansy scivolò nel
lavandino, seguito dalla fredda e crudele risata della Greengrass.
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Harry Potter si trascinò nello spogliatoio,
completamente esausto.
Affiancò a lui, Ron, completamente
fradicio di sudore si rovesciò una bottiglietta d'acqua in testa scompigliando i capelli in una
maniera che, a Lavanda, faceva impazzire.
Harry sorrise a quel pensiero.
"Cosa c'è? Perchè quel
ghigno?" chiese Ron, con sospetto.
Harry distolse lo sguardo.
"Niente...pensavo a Lavanda!" e aspettò che quella frase,
facesse il suo effetto.
"Tu....pensavi a....Cosa?" Ron,
aveva l'aria di uno che aveva appena preso una paralisi.
"Bè, si pensavo...chissà
cosa penserebbe se ti vedesse ora?"
"Harry
caro, hai deciso di morire adesso? Non vuoi almeno aspettare
Voldemort?" ringhiò Ron, con le orecchie pericolosamente rosse.
Potter scoppiò docilmente a ridere.
"Molto spiritoso...allora, le parlerai?"
"Si, le dirò che la
lascio..."
"Sul serio?" chiese Harry, che
sinceramente si domandava, quand'è che l'amico avrebbe smesso di far
soffrire Hermione con la Brown.
"Si... insomma non posso continuare
così! Nessuno di noi due, può!"
Ma Harry non potè replicare,
perchè un coro di fischi e risate si levò talmente alto, da
distogliere la loro attenzione.
"Wow....Ehi, Parkinson, ti sei persa per
caso?"
"Chiudi la fogna, Finnigan!"
"Ma che persa! Era qui per me, vero tesoruccio?" si intromise una
voce, che Harry riconobbe per quella di McLaggen.
"Sparisci!" rispose la mora,
dibattendosi.
Pansy finalmente notò Harry. Era seduto
su una delle panche, vicino a Weasley il Re.
I capelli neri e scompigliati erano bagnati di
sudore e pioggia. Un asciugamano rosso e oro, era poggiato sulle sue spalle.
A suo malgrado, Pansy dovette ammettere che
era tremendamente affascinante.
D'accordo,
ma che mi prende ultimamente? Ieri era carino e oggi lo trovo affascinante?
Sto
diventanto peggio di Colin Canon...
La
Pottermania dilaga.
La splendida serpeverde si fermò
davanti a loro. Harry alzò lo sguardo. Ron guardò prima Harry, poi la
Parkinson.
Gli occhi verdi di Potter erano sbarrati dallo
stupore.
"Sfregiato, non fare quella faccia...ti
devo parlare!" replicò ad alta voce la bruna.
Potter alzò un sopracciglio. "Ah,
si e di cosa?"
"Non qui..." mormorò poi lei,
arrosendo. "In privato!"
Il coro di risate e stridii di approvazione
aumentò. "Potter, ma sempre tu!!? Certo che sei proprio ambito!"
Harry si alzò, arrossendo anche lui.
"Andiamo fuori!" sussurrò
seccato. Pansy lo seguì fuori dagli spogliatoi.
Ma che
diavolo sto facendo? Devo essere impazzita...Oddio, e ora che faccio?
Uscirono.
Harry si volò a guardarla, scuotendo le
braccia. "Ebbene? Cosa vuoi, ora?" domandò ironico.
"Senti prima di tutto modera i termini,
San Potter! Ok?" ribattè Pansy accigliandosi.
Harry rimase zitto.
"Devi aiutarmi" proruppe infine,
dopo aver ispirato profondamente.
Harry la osservò stupito e perplesso.
"Come, scusa?"
Pansy socchiuse gli occhi. "Ascolta
Potter, lo so che sembra assurdo...credimi, piuttosto che chiederti questo,
avrei preferito buttarmi sotto l'Espresso di Hogwarts ma non posso farlo,
quindi...devi stare al gioco, d'accordo?" concluse lei, convinta che
Potter non avesse capito nulla.
"Parkinson mi prendi per il culo per
caso?"
Infatti.
"No, ascolta..." tentò Pansy
ma Potter la interruppe. Ora sembrava davvero furibondo.
"No, ascolta tu! Mi sono stufato! Questo
è un altro stupido scherzo, già lo so! Lasciami in pace, ok? E' già abbastanza difficile
così!" urlò Harry.
Pansy lo fissò. La sua espressione era
indecifrabile. "Ma...non mi hai nemmeno fatto finire..."
"Vai al diavolo, Parkinson! Credi davvero
che sia così cretino?" la aggredì lui.
Pansy si ravviò una ciocca di capelli
corvini dietro l'orecchio. "Potter...ascoltami ti prego...è una
cosa così stupida..."
"Già" ribattè Harry
arrogante. "Una cosa stupida per uno stupido come me!!"
Harry fece per andarsene, ma lei lo
afferrò per un braccio. "Che fai? Ci provi con me, adesso? Non
sarai caduta troppo in basso?"
"Chi è lo stronzo, adesso?"
si difese lei.
Harry si divincolò dalla sua stretta.
"Non ci provare, Parkinson! Questi giochetti non funzionano con me!"
"Non sono giochetti! Si tratta di una
scommessa!" proferì lei, osservando la sua espressione.
"Quale scommessa?" domandò
Harry con una smorfia.
"Ho scommesso che Dean- Scimmione-
Thomas avrebbe mollato la Ginny -Piattola-Weasley entro la fine di questa
settimana...sfortunatamente per me,
non è successo! E ora tu sei la mia penitenza! Felice?"
Harry smise di strofinarsi i capelli. "Tu...
che hai fatto?? MA SEI
MATTA?"
Pansy sbuffò. "Senti,
Potter...nessuno mi aveva detto che la penitenza eri tu, d'accordo? Sono stati
molto molto bastardi! Questo lo capisco! Ma se mi tiro indietro, penseranno che
non ho il fegato per fronteggiarti!"
"Ed è esattamente quello che
farai! Ti tirerai indietro!" replicò Harry sconvolto.
"Non posso farlo, Potter"
proferì Pansy drammaticamente.
"Oh, si che puoi!"
"No, non posso!"
"Si, puoi!
"No, ti dico di no!"
"Ti dico di si!"
"Ma se non sai nemmeno quello che
dobbiamo fare nella penitenza..." concluse Pansy ghignando.
Harry impallidì. "Spero che non
sia...quello che penso, insomma...non
quella cosa, vero?"
"Oh, Merlino! Potter, e meno male che
siamo noi di Serpeverde a essere fissati con il sesso! Comunque, non si tratta
di quello....Devi insegnarmi a volare sulla scopa! E dopo devi insegnarmi il
Quidditch!"
Harry trattenne il fiato. "Io
devo...cosa?"
"Devo andare adesso! Potter, domani
voglio una risposta! Pensaci e guarda...che non mi aspetto un NO!"
E se ne andò, lasciando Potter
ammutolito.
FINE 3
CHAP!! SCUSATE PER IL RITARDO!
RINGRAZIO
MOLTISSIMO CHI MI RECENSISCE E CHI LEGGE SOLAMENTE!!
IL PROSSIMO
CHAP SARA' PUBBLICATO VENERDI' 3 NOVEMBRE!
Belllatrix Malfoy