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Autore: taisa    29/10/2006    4 recensioni
Dopo lo scontro con Cell Vegeta decide di non voler più combattere, cosa gli farà cambiare idea?
Genere: Romantico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Nuovo personaggio, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FIGHT

FIGHT

*

Il colore dell’oro

*

“…Quando sono stato colpito…” fece una paura guardando la tazza di tè fumante che la madre gli aveva preparato mentre stava per dirle una cosa che forse l’avrebbe rattristata. “…sono morto…” alzò lo sguardo verso quello di lei per vedere la sua espressione, ma il suo volto non cambiò minimamente, era davvero una donna forte.

Si alzò lentamente osservando negli occhi suo figlio, occhi simili a quelli di suo padre, occhi che in quel momento, in un’altra stanza della casa non splendevano.

“Sì, tuo padre me l’ha detto” disse infine appoggiando la sua tazza vuota nel lavandino, quindi vi si appoggiò afferrando i gomiti con entrambe le mani.

“Te l’ha detto?!?” chiese stupito il ragazzo che non si aspettava quel gesto da quel padre sempre così perennemente chiuso in se stesso, lei annuì.

Ci fu un attimo di silenzio “E ti ha detto anche cos’ha fatto lui dopo…dopo che sono…morto?” abbassò il volto sempre guardando l’espressione della madre che questa volta mutò.

Lo guardò sorpresa, cosa mai poteva aver fatto Vegeta quando suo figlio era stato ucciso? “N…no…non mi ha detto nulla…” gli chiese lei incitando Trunks a continuare il suo racconto.

Il ragazzo abbassò lo sguardo nuovamente sulla tazza “Yamcha mi ha raccontato che quando Cell mi ha ucciso lui…” fece una pausa, l’ennesima, quasi a convincersi che quello che stava per raccontarle fosse vero “…lui si è scagliato contro quel mostro in preda alla rabbia” affermò infine dando il via a quel silenzio che ormai era parte della conversazione.

Davvero? Davvero Vegeta aveva reagito così alla morte di suo figlio. Bulma ripensò al suo sguardo quando era rientrato, così diverso dal solito.

Cominciò a capire, forse era per questo che si trovava in quelle condizioni, per la morte di Trunks, per quella di Goku e… e perché aveva scoperto di avere dei sentimenti…

Sentimenti che aveva sempre ritenuto essere una debolezza.

Socchiuse gli occhi, ora capiva perché era in quello stato…

*

Lentamente riprese conoscenza, riconobbe subito la stanza.

Quella stanza nella quale era stata rinchiusa per alcune interminabili ore.

A dividerla dal pavimento freddo solo la sua tuta da lavoro che le faceva da cuscino, aprì gli occhi con lentezza.

“Signora Bulma! Come si sente?” chiese la voce di Ler inginocchiata davanti a lei che la fissava preoccupata, accanto suo fratello Iku seduto a gambe incrociate e i palmi delle mani appoggiate avanti a se sul pavimento, nessun’altro nella stanza…

“Ah! Dov’è Vegeta!” disse preoccupata tirandosi su con uno scatto.

“Sono qui…” le rispose una voce profonda dietro di lei, una voce che non impiegò molto a riconoscere.

Bulma si voltò osservando l’uomo seduto dietro le sue spalle, le braccia incrociate nella sua tipica posa con gli occhi chiusi.

Vegeta aprì gli occhi senza incrociarli quelli azzurro mare di lei, quindi si alzò, sempre con le braccia incrociate.

“Mi dai sempre un sacco di problemi” detto ciò il Saiyan uscì dalla porta, che era ormai solo polvere, dopo che lui stesso l’aveva distrutta.

Iku stava per alzarsi in difesa della donna, ma lei lo bloccò con un gesto della mano, mentre osservava la schiena di Vegeta uscire, sorrise.

“Come fai a sopportare un tipo del genere” le chiese il giovane che evidentemente non lo aveva preso molto in simpatia.

Bulma si voltò a guardalo in volto, sorrise, il primo vero sorriso da quando si erano conosciuti, lentamente si alzò.

“Devo pur sopportare il padre di mio figlio…” disse semplicemente lei lasciando di stucco i due che la guardarono visibilmente sorpresi.

Aveva finalmente recuperato la sua memoria, ora ricordava tutto alla perfezione, e il suo vocabolario-Vegeta era di nuovo attivo, quindi non le ci volle molto per tradurre quelle parole.

“Ero preoccupato donna” questo il vero significato di esse.

La tranquillità durò ben poco, un esplosione improvvisa si udì fuori dalla porta, poi il rumore di un muro andato in frantumi…

*

Uscì dalla stanza sollevato, lei si era ripresa e stava meglio, ora doveva trovare un modo per andarsene da quel pianeta.

Doveva solo ricordarsi dove aveva lasciato la navicella con la quale era giunto su quello squallido pianeta e riportare la terrestre a casa.

“Quanto tempo Vegeta!” si voltò per osservare chi lo aveva chiamato, lo riconobbe al volo, quella faccia da perfetto imbecille non si po’ dimenticare, anche se avrebbe preferito.

“Ziner!” disse osservando quella specie di lucertolone che lo guardava con sfida.

“Dovrei essere io quello sorpreso Vegeta, si diceva che tu fossi morto” affermò questo guardandolo con i sui sottili occhi smeraldo.

“Mi dispiace deluderti, ma sono ancora vivo” gli rispose il Saiyan con falsa cortesia, senza smettere mai di guardarlo con aria truce.

“A questo si può sempre porre rimedio” la specie di lucertola tendente al marrone sollevò un braccio verso il Saiyan che aveva già capito le sue intenzioni.

Un raggio luminoso lo avvolse facendolo sbattere violentemente contro un muro fino a ridurlo a pezzi.

*

Bulma si precipitò fuori appena udì quel rumore “VEGETA!!!” urlò giungendo nel corridoio seguita dai due abitanti di Doal.

Vide solo Ziner che osservava avanti a se, aspettando che il suo avversario riapparisse dalle macerie.

Ci impiegò un paio di minuti per uscire, non perché fosse gravemente ferito, ma perché il suo stato d’animo era ancora molto precario.

Si rialzò, osservò Ziner negli occhi, e questo sorrise divertito.

“Ohhhh…sei diventato più resistente…principino” lo apostrofò sibilo, Vegeta alzò lo sguardo rimettendosi perfettamente in piedi.

Non voleva combattere, aveva deciso di non farlo, non voleva più di nuovo lottare per poi sentirsi un incapace.

Ziner tornò alla carica sferrandogli un pugno che lo fece volare dalla parte opposta del corridoio passando a qualche centimetro dal viso di Bulma.

Si schiantò di nuovo distruggendo un altro muro.

Infondo perché combattere? Anche se fosse morto in quel momento non gli interessava un granché.

Era da un po’ ormai che aveva perso il suo scopo nella vita, se mai ne avesse avuto uno.

Riemerse nuovamente dalle macerie, automaticamente, quasi il suo corpo si muovesse da solo, come se esso gli dicesse di combattere, benché la sua testa gli sosteneva il contrario.

Sulla sua fronte era ben presente una ferita che lo costrinse a chiudere un occhio a causa della quantità di sangue che cadeva copiosa.

La lucertola lo guardò facendo lentamente scomparire il sorriso dal suo volto.

“Non va bene Vegeta. Non è divertente combattere contro un avversario che non reagisce” detto ciò si scaraventò nuovamente addosso al Saiyan che fu sbalzato ancora contro l’ennesimo muro.

Eppure quel disgustoso alieno aveva in parte ragione, doveva combattere, doveva farlo, anche perché questo era il suo destino.

Era stato cresciuto sul campo di battaglia, il combattimento era la sua esistenza.

Distruggere, sterminare, questa era la sua vita.

Si alzò nuovamente, la battle suite cominciò a lacerarsi e il suo corpo a riempirsi di ferite più o meno gravi.

Aprì la mano creando una piccola sfera di energia.

Come in un flash nella sua mente si susseguirono delle immagini.

Il volto di Goku che li salutava prima di morire.

Il sorriso di Gohan che annunciava a Cell la sua vittoria.

Il corpo di Trunks steso atterra esanime.

Lui sbaragliato da un unico colpo dal mostro che avrebbe voluto distruggere, sottolineando la sua incapacità.

Strinse il pugno facendo sparire la sfera, quella battaglia gli faceva ancora male.

Ziner ne approfittò per sferrargli ancora un colpo, questa volta scivolò sul pavimento per alcuni metri, senza schiantarsi.

Rimase lì, immobile, nella sua mente si fece tutto nero.

Anche il suo sangue da guerriero aveva smesso di ribollirgli nelle vene, con gli occhi spenti fissò il vuoto.

“VEGETAAAA!” una voce squarciò le tenebre della sua mente, una voce inconfondibile.

Nuovamente delle immagini cominciarono a scorrere nella sua testa.

Il volto di Goku.

Il sorriso di Gohan.

Il corpo di Trunks.

La sua incapacità.

E poi il suo pugno stretto forte davanti a se visibilmente tremante per la rabbia.

Sentiva la sua stessa voce dire qualcosa che gli risultò incomprensibile.

Una mano si appoggiò delicatamente sul suo pugno.

Smise si tremare.

La visuale si spostò incrociando colei a cui apparteneva quella mano, i suoi occhi azzurro mare e il suo viso delicato.

“Ascolta Vegeta, non so se questa decisione dipende dalla rabbia del momento, o se è una scelta ponderata. Qualunque sai la cosa che deciderai di fare io saprò sostenerti” lei spostò la mano e scomparve.

Vegeta si alzò con lentezza rispetto a come aveva fatto prima, teneva gli occhi chiusi ma la sua determinazione era percepibile.

Strinse i pugni.

La stanza si riempì di luce dorata.

Il suo corpo si riempì di luce dorata.

I suoi capelli divennero d’oro.

Apì lentamente gli occhi incrociando quelli di Ziner.

Erano di un verde acqua, profondi come quando li aveva neri.

*

Intorno a lui il silenzio.

Solo il suo respiro ansimante e regolare rompeva quello strano suono.

Ferito e sanguinante restava in piedi in messo alla polvere che si era alzata e al corpo straziato del suo avversario.

Barcollava, le forze cominciavano a mancargli, ma lui, il principe dei Saiyan non cadde a terra.

Perché questa volta aveva vinto.

Non solo contro quello schifoso lucertolone, ma anche contro i suoi demoni, quelli che gli stavano facendo prendere la decisione più difficile della sua vita.

La sua vita infatti era su di un capo di battaglia.

Inutile sostenere il contrario, ora che finalmente aveva appagato il suo spirito di guerriero si sentiva decisamente molto meglio.

Ma voleva ancora distruggere pianeti e stelle che gli capitavano a tiro?

Sarebbe, ora come ora, diventato un tiranno come Freezer?

Bulma lo osserva poco istante da lì, lo aveva osservato per tutta la battaglia.

Era strano, aveva tifato per lui tutto il tempo, ma nonostante questo temeva questo momento più di tutta la battaglia.

Lui ora aveva combattuto nuovamente.

Ripensò alla decisione che quel burbero Saiyan aveva preso sulla Terra.

Ora aveva cambiato idea?

Il sapore della lotta lo avrebbe nuovamente trasportato lontano da suo figlio, e…da lei?

Finalmente aveva deciso, aveva capito che se lui volesse partire sarebbe stato per il suo bene.

Non si può cambiare il principe distruttore, lui era così e basta.

Se le avesse detto di voler andare via, ancora, lo avrebbe accettato, avrebbe da sola cresciuto Trunks, così come le si era prospettato in un primo momento.

E in fondo lo aveva sempre saputo, impossibile chiedergli di costruirsi una famiglia.

Anche se avrebbe preferito che lui restasse, si sentiva un’egoista.

Sospirò, e a piccoli passi si avvicinò a lui ancora grondante di sangue.

A pochi passi da lui Vegeta girò gli occhi per guardare quella figura che gli si avvicinava.

“Come stai Vegeta?” gli chiese a pochi centimetri da lui.

Ansimò un po’ prima di rispondere, stava ancora cercando di riprendere fiato.

“Non sono affari che ti riguardano” rispose scorbutico come sempre.

Bulma si preparò istintivamente a replicare, ma osservando com’era conciato l’uomo preferendo rinunciare.

“Certo come vuoi” gli rispose ancora dopo un lungo e rumoroso sospiro, si strappò un pazzo del suo logoro vestito cercando di ripulirgli quantomeno il sangue che gli sfiguravano il viso.

Lui si ritrasse barcollando all’indietro finendo quasi a terra.

“Cosa stai facendo?!?” le chiese seccato da quell’invadenza, “Non essere sciocco! E fatti almeno togliere il sangue dalla faccia!” il tono di Bulma non ammetteva repliche e Vegeta, che per qualche strano motivo non riusciva mai a sostenere quel suo modo di fare lasciò che lei gli ripulisse il viso.

Appena ebbe finito i due si guardarono negli occhi, fu lei a ritrarre lo sguardo per prima osservando lo straccio ormai rosso che teneva in mano.

Un paio di secondi di silenzio.

“Andiamo ora” disse nuovamente lui mentre tremolante percorse la strada che li avrebbe riportati all’astronave, per poi tornare a casa.

*

CONTINUA…

*

*

*

Wow! Grazie per i commenti dello scorso capito…troppo gentili…

Tracy: grazie davvero, sono lusingata… sembra che la mia età ti abbia incuriosito, ebbene ho 22 anni…^^

erika: come puoi vedere se ne andranno presto…

Lefteye: ringrazio anche te per i complimenti, spero ti sia piaciuto anche questo capitolo

princess21ssj: ormai la memoria l’ha praticamente recuperata…

ringrazio anche marina_heart, hele91 e Mela, tutte gentilissime…

  
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