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Autore: _diana87    02/04/2012    4 recensioni
"Questo è uno scherzo..."
Teresa Lisbon restò a bocca aperta quando aprì la porta della stanza d'albergo dove lei e il suo consulente Patrick Jane erano stati inviati in missione sotto copertura.
Un litigio a causa di una coperta.
Un weekend da passare in copertura per risolvere un caso d'omicidio.
Imprevisti, doppi sensi, e il destino sono dietro l'angolo.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Grace Van Pelt, Kimball Cho, Un po' tutti, Wayne Rigsby | Coppie: Jane/Lisbon
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Boo

Riposino con sorpresa.

 

 

 

 

La calma prima della tempesta.

I nostri intrepidi poliziotti si stavano dando alle pulizie di primavera.

Approfittavano del fatto che Jane e Lisbon non si prendevano più molto in giro ultimamente, e neanche più lei lo sgridava.

Insomma erano le 2 del pomeriggio al CBI e tutto andava bene.

"MA CHE CAZZO DI SPILLATRICE E' MAI QUESTA??? GIURO CHE AMMAZZO QUEL CINESE CHE ME L'HA VENDUTA!!"

La dolce Teresa Lisbon aveva appena sbattuto a terra una spillatrice comprata al mercatino delle pulci quella stessa mattina. Come se non bastasse, ci saltò sopra per assicurarsi che fosse rotta del tutto.

Sentendo quel "cinese", Cho si sentì chiamato in causa.

Adagio, andò da Lisbon.

"Capo, so che non sono affari miei e che io sono coreano, ma i cinesi sono nostri parenti vicini. Grazie a loro non avremmo la maggior parte delle tecnologie di cui disponiamo. E non avremmo gli involtini primavera."
"Adoro gli involtini primavera!!" si sentiva Rigsby che appena nominavano il cibo, lui doveva intervenire. "Anzi, quasi quasi mi ordino un po' dal cinese.." compose poi nervosamente il numero di un ristorante cinese che conosceva bene.

Cho uscì dall'ufficio di Teresa, lasciando la donna senza parole e con le mani in mano.

Patrick Jane non c'era in ufficio, e lei avrebbe fatto altro pur di non sentire la sua mancanza... aveva appena pensato "tutto pur di non sentire la sua mancanza?"

Era testarda come un mulo. ANCORA non voleva ammettere con se stessa quei sentimenti che per lungo tempo aveva tenuto nascosto. Dopo aver posto fine alla vita della spillatrice, fece lo stesso con la stampante e poi col monitor del computer.

Si rese conto che la tecnologia costava. Si rese conto del gesto folle che aveva fatto.

"Oh merda..."

Grace fece capolino dalla sua postazione, non spostandosi di un centimetro da dove era seduta.

"E ora come lo spieghiamo a Wainwright che ci serve un altro monitor e un'altra stampante?"

Teresa sussultò.

"Cazzarola, Grace... mi hai fatto prendere uno spavento!!"

Come se non bastasse, sbucò anche Cho da dietro la sua scrivania, facendole prendere un altro colpo.

"Ma andare a sfogarsi in palestra come tutti gli altri, no, eh?"

Kimball Cho l'uomo di ghiaccio, aveva capito tutto.

Ma le sorprese non erano finite.

Patrick Jane spuntò da dietro una pianta.

"Sopresa!! Sono tornato!!"

Stavolta anche Grace e Kimball sussultarono come Teresa, portandosi la mano sul cuore.

"JANE!! Ma tu da dove salti fuori??"

"Dall'uovo di Pasqua!! E' quasi Pasqua, giusto??" rispose il cretino, sorridendo come un ebete e salutando i presenti, che risposero alzando timidamente la mano.

La primavera stava svanendo, ora arrivava la Pasqua.

 

Si era fatto tardi e il CBI era quasi vuoto. Se ne erano andati tutti, tranne lei, la donna di ferro Teresa Lisbon.

Senza tecnologia poiché l'aveva fatta fuori, doveva arrangiarsi con dei fogli di carta. Patrick Jane pensò che era bello fissare una persona che si ama standone in disparte, senza che lei si accorga della tua presenza... un momento, aveva pensato "una persona che si ama?"

Okay, aveva esagerato... forse. Con la sua tazza da thé in mano, osservava in piedi la principessa arrabbiata seduta sul divano, copertina rosa sulle ginocchia, e blocco notes con penna su di esse.

Decise di entrare nell'ufficio e di andare a disturbarla... il solito, insomma.

"Ehi, Lisbon, cosa fai??"

"Indovina, idiota?" rispose lei con un po' di malizia.

Lui quindi si avvicinò, Teresa capì che voleva un posto vicino a lei, quindi non solo lo fece accomodare, ma gli diede anche parte della coperta! Patrick arricciò il naso.

"Sei sicura di darmi la coperta? Rischi di svegliarti senza!"

"Beh con te... meglio svegliarmi senza coperta che senza vestiti!"

Si guardarono in faccia. Appena la poliziotta realizzò ciò che aveva detto si coprì la bocca. Quella battutina maliziosa le era uscita in modo talmente semplice che non riusciva neanche a crederci!

"Sì, l'hai appena detto!" disse il mentalista, come se l'avesse letta nel pensiero.

Continuarono con quello sguardo da flirt, battute botta e risposta a doppio senso, tra fogli di carta, risate... finché... si addormentarono.

 

Teresa si svegliò un po' scomoda... mezza scomposta e istintivamente si toccò addosso: sì aveva ancora la sua camicia rosa e i suoi jeans, ergo non era successo nulla!

Tuttavia, realizzò che si era addormentata comodamente sul torace del suo consulente... un torace molto comodo e sicuramente messo proprio bene! Fece una mossa si acconsentimento. Il suo mentalista non era niente male. Ma Teresa lo conosceva bene... doveva svignarsela prima che lui avrebbe iniziato a fare altra battute!

Di corsa cercò le sue scarpe e pian piano se le mise, tenendosi con una gamba alzata e l'altra a terra...

"Lisbon, dove te ne scappi?"

Teresa cadde a terra, trascinando con sé una piccola pianta grassa che per poco non le si rovesciò addosso.

Ancora una volta quel dannato consulente le leggeva la mente!

L'agente gli faceva segno di stare zitto e poi uscì adagio dal suo ufficio, seguita, suo malgrado da Patrick, una specie di cagnolino.

"Devi ammetterlo, è stato il più bel riposino della tua vita!!"

Grace, Wayne e Kimball appizzarono le orecchie. Ormai il CBI era diventato luogo di pettegolezzo. Teresa subito li guardò in atteggiamento di difesa.

"Non è quello che pensate... e poi tornate a lavoro!! Fate sempre finta di farlo ultimamente!"

Grace fu la prima a difendersi, cercando consensi altrui.

"Questo non è vero, siamo solo... preoccupati per la... vostra salute mentale."

"Ci state dando dei pazzi? Non che mi meravigli di Jane, ma... io sono il vostro capo!!"

L'ebete disse la sua. Si stava trattenendo già da troppo tempo.

"Al capo piace fare il riposino!!"

"Ma per riposino cosa intende, esattamente?"

"Tu non lo fai mai, Grace?? E' una bella sensazione!!"

Teresa diede una botta al mentalista, apparentemente arrossita.

"Jane, non cambiare argomento!"

"Sì, invece cambia argomento!" controbatté Wayne tra un boccone e l'altro di qualche misterioso panino.

Il coreano si alzò, posizione statuaria e mani conserte. Squadrò i componenti della sua squadra.

"Io non ci ho capito nulla di questa storia, però una seduta dallo psicologo ve la farei fare."

 

La calma prima della tempesta... e la tempesta era arrivata!

Le donne del CBI restarono meravigliate alla vista di un uomo distinto in giacca e camicia coi 3 bottoni aperti, senza cravatta. Aria sbarazzina e sicuro di sé. Sapeva esattamente dove andare. Salutò Grace con un gesto militare, poi si diresse da Teresa.

La donnina stava tranquillamente gustando il suo panino farcito quando alla vista di quell'uomo, per poco non si strozzò.

"WALTER MASHBURN?! COSA DIAVOLO CI FAI QUI??"

Dopo lo strillo, Walter dovette grattarsi le orecchie, assicurandosi di non essere diventato sordo.

"E' un piacere anche per me, Teresa, rivederti!"

"No, seriamente... dovevi tornare dopo 2 mesi dal giro d'affari in Europa, invece... sei tornato dopo 2 anni!"
"Meglio tardi che mai!"

 

L'incontro tra i due non sfuggì a Patrick, che non perse occasione per origliare.

"Lo so e mi dispiace... ma sono qui per rimediare... esci a cena con me!"

Teresa sbalordita non seppe cosa rispondere all'invito dell'affascinante miliardario. Perciò disse l'unica cosa che le veniva in mente. La parola di significato più corta per un essere umano.

"Ok!"

Patrick, di nascosto, si mordeva il labbro. E iniziava ad avvertire una strana sensazione allo stomaco...

"Pfame?" Wayne Rigsby gli sbucò da dietro col boccone, facendo prendere uno spavento a Patrick, che dovette chiudere gli occhi e riprendere fiato.

Ora anche Rigsby leggeva nella mente delle persone. E le persone sbucavano troppo spesso e a caso. Prima o poi, a qualcuno sarebbe venuto un infarto. Comunque, per Patrick Jane quella non era fame. Non era neanche gelosia.

Sentiva le farfalle nello stomaco.

Poi osservò Teresa: aveva un sorriso splendido, così genuino... e sicuramente Walter le stava facendo dei complimenti perchè lei abbassava la testa e sorrideva di sottecchi, per non far notare che stava arrossendo e che ne era lusingata.

A malincuore si allontanò da quella scena pensando che, in fondo, si meritava questa ripicca per la questione di Erica Flynn. Si chiuse, quindi, nell'unico posto dove poteva stare da solo a riflettere: lo scantinato dove ormai viveva da otto anni.

 

"Sono contento che possiamo uscire e parlare... ora mi sento più sicuro!"

Walter continuava a chiacchierare e Teresa annuiva e sorrideva. Ma quanto parlava costui? Oppure era lei che non sapeva cos'altro dire dopo la visita a sorpresa?

"Non ho più bisogno di Patrick che mi dica come conquistarti, come è successo l'ultima volta---"

Teresa lo bloccò ponendosi davanti.

"Che cosa hai detto??" chiese seria. Aveva davvero sentito bene? Era "merito" del suo consulente se aveva dormito con Walter Mashburn?

Il miliardario la guardò con occhi sbarrati, preso alla sprovvista. Non sapeva mentire.

"Non intendevo dire quello... no, aspetta, Teresa... dove vai?" la poliziotta era ormai partita con furia alla ricerca di quel dannato Patrick Jane "...vieni sempre a cena con me?" Lui parlava sperando che l'eco della sua voce l'avrebbe raggiunta.

Simbolicamente, Rigsby gli offrì un megafono della polizia.

 

"Jane, dove sei?! Esci immediatamente, lo so che sei qui nello scantinato!"

Fortunatamente la conoscenza tra i due partner era reciproca. Teresa sapeva che se il biondo non era in giro a far danni, si rintanava in quell'angolo angusto, disteso in quel che poteva chiamare "letto" a meditare... su che cosa poi, non lo aveva mai capito.

"Jane, che ti è saltato in mente di combinare appuntamenti tra me e gli uomini?! Non guardarmi con quegli occhi da cucciolo indifeso... Walter mi ha detto espressamente che se non fosse stato per te, lui non mi avrebbe mai conquistata! Sono una ragazza facile adesso? Mi servi su un piatto d'argento?"

"Ehi, frena! Io non ho fatto assolutamente nulla... pensavo fosse un gesto carino... e tu avevi bisogno di distrazione..."

"Distrazione da cosa? Dal caso di Red John?"
"E da me!!" si accertò che lei avesse compreso bene le sue parole, "Distrazione. Da me." scandì.

Teresa lo guardò torvo, anche un po' spiazzata. Scosse la testa, non capendo.

Senza che lei gli ponesse domande, lui intuì subito cosa gli stesse per chiedere.

"Lo sai che chiunque si avvicina a me finisce per restare ferito. Ti ricordi cosa successe a Kristina? Beh, non volevo che la stessa cosa accadesse a te, nel caso ti fossi avvicinata troppo a me... e io a te."

Lisbon lo guardò in quegli occhi profondi. Era sincero, lo sapeva. Ma il troppo orgoglio che aveva non avrebbe permesso un "ti perdono".

"Come hai potuto... io... lasciamo stare...!"

S'incamminò e decise che cosa migliore era prepararsi per il suo appuntamento.

Patrick era rimasto lì fermo a crogiolarsi. Ma per quanto sarebbe durata ancora? Si toccò di nuovo quella fede al dito. Ci giocava. Se la toglieva e poi se la rimetteva. La faceva ruotare su se stessa mentre era ancora infilata. Sapeva cosa doveva fare. Prese una decisione repentina.

Alla fine, strinse i denti e si tolse quel gioiello dorato.

 

 

 

Angolino dell'autrice poco sana di mente:

Beh un po' di pepe nella storia ci vuole... che ne dite?

Il capitolo è un po' lunghetto, ma vabbeh è scorrevole alla fine contando le caxxate che ci ho messo dentro LOL

Teresa si prepara per il suo appuntamento galante. Patrick non resterà a guardare e a modo suo, cercherà di intervenire.

Alla prossima!

D.

   
 
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