Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: albalau    03/04/2012    1 recensioni
Ho provato ad immaginare una storia con i nostri beniamini trasportati un'altra epoca. Ho un po stravolto tutto, ma come sempre Maya e Masumi dovranno combattere contro tutto e tutti per il loro amore. Ci riusciranno?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo   36

 

La piccola porta scorrevole inserita nel muro, si aprì senza far alcun rumore e le figure avvolte nell’ombra entrarono in silenzio. Si guardarono circospetti, ma fortunatamente la stanza era completamente deserta.

-Bene. Adesso speriamo di avere la stessa fortuna anche fuori. Più tardi ci scoprono, meglio è.- disse piano Masumi.

Satomi si avvicinò all’uscio, cercando si percepire qualche rumore all’esterno, ma nemmeno un sussurro si udiva. Si voltò verso i compagni con un’espressione non molto convinta.

-A me non piace, troppo silenzio. Non vorrei che qualcosa fosse andato storto.-

-Stai tranquillo. Generalmente a quest’ora i soldati non girano per il palazzo, sono impegnati nel pattugliamento delle mura.- gli rispose Hijiri.

-Si, però…- anche Rei appariva perplessa.

-Cosa non ti convince?- le chiese Maya.

-Il cortile delle guardie non dista molto da qui e Ayumi dovrebbe essere già arrivata. Il suo compito era immobilizzare le guardie e almeno un minimo di rumore dovrebbe giungere.- spiegò.

Tutti si guardarono con la stessa perplessità di Satomi e di Rei.

-In effetti hai ragione, ma forse Ayumi non ha ancora attaccato.- constatò Hijiri.

-No, Utako e lei hanno studiato nei minimi dettagli il suo compito e l’orario è già passato da un po’ di tempo. I dubbi di Rei sono fondati.- precisò Maya.

Il silenzio calò nuovamente tra loro. Fu Maya a spezzarlo.

-In ogni caso restare qui a domandarci cosa è o non è successo non ci porterà a niente. Usciamo e affrontiamo qualunque cosa ci troveremo di fronte.-

-Maya ha ragione. Andiamo. Agiremo di conseguenza.- le fece eco Masumi.

Annuirono compatti e si diressero verso il grande corridoio.

 

-Allora, hai capito?- chiese per l’ennesima volta Ayumi.

Hamil sbuffò esasperato. Erano ormai cinque volte che gli ripeteva le stesse cose.

-Si, ho capito. Mica sono scemo!- rispose, cercando di mascherare la stizza.

Ayumi lo comprese subito e dolcemente si avvicinò a lui.

-Perdona il mio comportamento, è solo che non vorrei che qualcosa andasse storto. Troppe vite sono in mano nostra.-

L’uomo accennò un sorriso.

-Lo so, ma non temere. Riusciremo.-

Le venti guerriere erano appostate in attesa e finalmente l’ordine giunse. Con passo felpato aggirarono l’accampamento, ma proprio mentre stavano per attaccare, un urlo squarciò l’aria.

-Soldati! Adesso!-

Gli uomini impugnarono le lance e le spade e scattarono verso gli intrusi.

-Come hanno fatto a scoprirci!- esclamò Ayumi.

-Non lo so, ma preparatevi!- disse Hamil.

Il piccolo esercito fece appena in tempo a prendere le spade, che subito si scatenò l’inferno. Il fragore delle spade e la ferocia del combattimento copriva tutto. Ayumi ed Hamil vennero per qualche tempo separati, ma anche a distanza l’uomo poté ammirare il suo modo di combattere. Era semplicemente perfetta. Come anche le guerriere. Nonostante fossero in netta minoranza, stavano dando parecchio filo da torcere alle guardie del Faraone. Dopo qualche tempo, riuscirono ad avvicinarsi nuovamente.

-Che diamine sta succedendo. Mi avevi detto che era tutto sotto controllo. E i tuoi uomini?- domandò con voce irata.

-Gli uomini a me fedeli non sono più di dieci. Il loro compito era quello di liberare Utako, non appena voi foste penetrate dalle mura. Non capisco nemmeno io come sia potuto accadere.-

-Allora c’è una spia.- disse, schivando un fendente proprio vicino al suo viso.

Già, ma chi…pensò Hamil.

 

Utako sentì il catenaccio della porta della loro cella scivolare a terra e l’uscio aprirsi. Un piccolo gruppo di uomini entrò a posò una cassa non molto grande davanti a loro.

-Qui ci sono le vostre armi, prendetele e seguiteci.- gli disse l’uomo davanti a lei.

Utako si alzò dal pavimento e raccolse la sua spada.

-E di grazia, chi vi manda?- chiese un po’ perplessa.

-Il capitano Hamil, siamo hai suoi ordini. Ci ha incaricati di scortarvi fuori dalle prigioni e condurvi all’interno del palazzo.-

“Strano, eravamo rimasti d’accordo in un altro modo.” Pensò la donna.

Vedendo la sua leggera titubanza, il soldato spiegò la variazione che aveva subito il loro piano.

-Il capitano ha notato degli stani individui girare nel palazzo, dopo che vi aveva lasciate. Sembravano mercenari e banditi, per cui ha dovuto, per dire, improvvisare. Venire scortate da noi è il modo più sicuro per passare inosservati.-

-Capisco.- disse solo Utako.

Poi sollevò lo sguardo verso il soldato.

-Posso sapere il tuo nome?-

-Akame, mia signora. Per servirvi.- rispose con un inchino.

 

 

Masumi, con i suoi compagni, stava percorrendo il corridoio deserto. Nonostante sapesse anche lui come venivano effettuati i turni di guardia, effettivamente Satomi aveva ragione. Troppo silenzio.

-Mi piace sempre meno.- la voce sussurrata del bandito giunse alle sue orecchie.

-Mi dispiace dirlo, ma hai ragione. Qualcosa non torna.- ammise anche il principe.

-Forse Ayumi ha svolto fin troppo bene il suo compito.- s’intromise Hijiri.

-O forse no.- disse riluttante Rei.

Anche  Maya non era molto tranquilla. Molto spesso, negli ultimi giorni di permanenza nel palazzo, qualcosa non tornava nemmeno a lei. Durante la notte sentiva strani fruscii e sussurri che poi con l’approssimarsi dell’alba sparivano. In un primo momento non ci aveva dato peso, ma adesso la cosa iniziava a farsi sospetta.

-Affrettiamoci verso gli appartamenti del Faraone. Meglio evitare sorprese.-

Tutti su questo punto furono d’accordo.

Svoltarono nel buio corridoio di sinistra, ma all’improvviso si arrestarono. Passi frettolosi arrivavano verso di loro. Subito si nascosero dietro le colonne decorate ai loro lati e attesero. Molte figure, con vari tintinnii simili ad armi li oltrepassarono, ma appena superati si arrestarono. In quegli attimi anche il respiro si arrestò nel gruppo di Masumi, che temette di essere stato soperto, ma la tensione scemò in un attimo

-Vedo che siete già qui.- la voce famigliare di Utako li fece uscire dal loro nascondiglio.

-E per me è un piacere vedere che tutto prosegue come previsto.-

L’espressione della donna si accigliò.

-Non proprio principe. Molti mercenari girano per queste stanze e per tutti è diventato ancora più rischioso. Spero solo che ad Ayumi sia andato tutto come designato.-

Appena ebbe finito questa frase, la donna vide giungere di corsa un soldato, ma visto come parlava con Akame, doveva trattarsi di uno degli uomini di Hamil. Infatti era così, ma dal suo sguardo preoccupato quando si voltò verso di loro, capì che qualcosa non stava andando come doveva.

-Sono caduti in un’imboscata. Sapevano dell’attacco e adesso stanno combattendo.-

-Come è possibile!- esclamò la donna.

Tutti si erano ancora di più ammutoliti.

-Devo andare da loro. Voi proseguite con il piano.- disse Utako.

Stava per muoversi, quando una mano la trattenne. Era Maya.

-Salvatela, vi prego.- sussurrò sull’orlo delle lacrime.

Il viso della donna si addolcì e un sorriso comparve sulle sue labbra.

-Non temete, mia sacerdotessa. Darei la mia vita per proteggerla.-

Appena le guerriere con il loro capo scomparvero, il gruppo di Masumi si mosse, ma il pensiero di tutti era rivolto agli amici coinvolti in quel combattimento imprevisto.

Masumi per primo era in ansia. Che cosa stava ancora architettando suo fratello? Allearsi con mercenari e banditi, era inaudito!

Per un momento volse gli occhi verso gli uomini alle sue spalle. In fin dei conti anche lui aveva fatto lo stesso…ma non era minimamente paragonabile a Yuu.

Perso in questi pensieri, quasi non si accorse di essere giunto a destinazione.

-Bene, ci siamo.- sussurrò.

Stava per aprire la porta, ma Satomi lo fermò.

-So perfettamente che spetta a te l’onore di ucciderlo, ma fammi divertire un po’. Deve pagare anche quello che ha fatto a Sayaka.-

-Avrai la tua vendetta. Te lo prometto.-

Lentamente aprì la porta. La stanza era avvolta dal buio. Penetrarono all’interno in silenzio assoluto, ma una volta arrivati al centro della stanza, un rumore improvviso li fece arrestare. Le porte si spalancarono, degli uomini con spade in mano entrarono velocemente, sia dall’ingresso che dalla terrazza. Si ritrovarono circondati, senza possibilità di muoversi. Satomi ed Hijiri tentarono una difesa, che però si rivelò vana. In pochi attimi tutti si ritrovarono disarmati e con le spade puntate alla gola.

-Vedo che il sole del deserto ti ha risparmiato, per portarti direttamente davanti a me.-

Yuu esordì con questa frase, facendosi largo tra i suoi alleati.

Masumi, che ormai era stato buttato a terra, come il resto dei suoi, alzò il capo, incontrando lo sguardo beffardo del fratello.

-Che tu sia maledetto per tutti i crimini dei quali ti sei macchiato.- sibilò con rabbia.

La risata del Faraone riempì la stanza.

-Io ho fatto solo quello che ritenevo giusto. Tutto mi apparteneva e tu sei sempre stato un ostacolo.-

Si avvicinò al fratello, inginocchiandosi per arrivare al suo volto.

-Ti ho sempre odiato. Ti credevi superiore a me, mentre invece non eri niente.-

-Sei un bastardo.- sussurrò il principe, non distogliendo lo sguardo.

-Taci!- gridò Yuu, tirandogli un pugno in pieno viso.

Poi voltò gli occhi verso Maya. La prese per un braccio, attirandola bruscamente a se.

-Lasciala!- urlò Masumi scattando in piedi, ma un poderoso calcio allo stomaco lo fece ritornare al suo posta.

-Masumi!

-Non muoverti, dolcezza. Adesso avrò quello che ho sempre agognato dal momento che ti ho vista e proprio davanti al tuo grande amore.- disse con crudeltà.

La sacerdotessa sbiancò. No, non poteva farle questo. Non a lei, non a lui.

-Un…Faraone…non si…abbasserebbe a …tanto.- balbettò.

-No?! Posso fare tutto.- con queste parole la scaraventò sul letto di fronte a loro.

-Goditi lo spettacolo fratello.- e poi volse il viso verso i suoi alleati.- E voi tenete tutti fermi e fate in modo che Masumi si goda lo spettacolo dalla prima fila.-

 

Shiori si aggirava per l’accampamento inquieta. Il non sapere come si stava svolgendo la battaglia e il restare inerme la faceva impazzire. Ancora in preda alla sua angoscia, entrò nella prima tenda di fronte a lei. Sapeva che apparteneva ad una delle guerriere di Utako e che era vietato introdursi all’interno, ma cercava un posto per riportare la calma dentro di se. Non poteva continuare così, altrimenti quella notte non sarebbe mai passata. Si sedette sul giaciglio alla sua sinistra e cercò di rilassarsi. Stava per prendere una coppa per bere un po’ d’acqua, quando la sua mano urtò un piccolo cofanetto, che cadde a terra.

-Accidenti! Sta andando sempre peggio!- esclamò esasperata.

Si inginocchiò apprestandosi a raccogliere il contenuto fuori uscito, quando la sua attenzione fu catturata da un piccolo lembo di pergamena nascosta sotto la branda.

Con cautela la estrasse e l’aprì. Man mano che i suoi occhi percorrevano lo scritto, il suo volto perdeva sempre più colore. Appena ebbe terminato la pergamena le scivolò dalle mani. No! Se quello che era scritto corrispondeva a verità, tutto era perduto.

Pensò ai suoi amici, alle persone che stavano rischiando la vita mentre lei era al sicuro nell’accampamento.  Ripensò a Maya. Lei, all’apparenza così fragile, ma che dentro di se possedeva una forza che nessuno poteva immaginare. Lei che aveva sfidato tutto e tutti per il suo amore.

Shiori prese un profondo respiro e drizzò la schiena. Era o non era la regina d’Egitto?

Ora era il momento di dimostrarlo, prendendo in mano le redini della sua vita.

Con passo deciso si diresse all’esterno. Era giunto il tempo anche per lei di combattere.

 

  
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