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Autore: TooLateForU    03/04/2012    33 recensioni
'Quando ti vedo mi viene voglia di gettarmi dalla finestra.'
'Non frenare le tue voglie, Malik.'
Il talebano pronto a farci saltare tutti in aria – meglio conosciuto come Zayn Malik - era il capitano di pallanuoto più stronzo che la Lincoln High School di Londra avesse mai conosciuto. Oltre questo era anche fastidioso, insulso, patetico e più stupido di un Lama.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Aloha bella gente!
Alloooooooora, le recensioni all’ultimo capitolo sono state più o meno come me le aspettavo..
‘BRUTTA ZOCCOLA SE NON FAI METTERE INSIEME ZAYN E LIZ TI LANCIO UN DUGONGO IN FRONTE!’
AHAHAHAHAHAHAHAHAH, vi amo ragazze. Anche quando mi minacciate di morte #muchlove
Ma andiamo avanti..In questo capitolo Harry non appare *le lettrici stappano le bottiglie di champagne* e anzi ci sarà un momento Lain (?), mentre il prossimo capitolo vi anticipo sarà morto Larry (e Louis non c’entra AHAH)
Detto questo vi ringrazio ancora per le hvagczfazdadcsvsjnx recensioni che mi lasciate ogni volta (e nell’ultimo capitolo abbiamo raggiunto le 26 RECENSIONI *muore*) e vi saluto.
I loooove you all!
 

 
 
Mi guardai attorno, furtivamente. Nel corridoio potevo scorgere dozzine e dozzine di ragazzi, ma lei sembrava non esserci.
Aveva detto che forse oggi sarebbe tornata a scuola, quindi dovevo prestare molta attenzione.
Mi incamminai verso il mio armadietto, quasi correndo e a testa bassa, pronta ad afferrare il libro di Inglese e correre verso la classe.
Forse il atteggiamento sarebbe sembrato strano a chi mi era attorno, ma a tutti era capitato di dover evitare una persona, no?
Anche se quella persona era proprio la loro migliore amica.
La verità? Mi vergognavo come..come..non so, come una gazza. Le gazze si vergognano?
Comunque, facevo bene a vergognarmi. Mr Sexy era la sua cotta, era a lei che piaceva da una vita, era lei che mi aveva rotto le palle per mesi e mesi su quanto fosse bello, fantastico, incredibile e via dicendo..
Le avevo praticamente rubato il ragazzo. Ero una ruba-fidanzati. Una ruba-cotte, una squallida persona che si appropriava dei Mr Sexy altrui..
Come avrei fatto a dirglielo? ‘Ciao Jude, mi sono presa una specie di cotta per Harry e lui sembra ricambiare, infatti ci siamo baciati…Ci vuoi il formaggio sulla pizza?’
Mi avrebbe uccisa. Anzi no, peggio, non mi avrebbe più rivolto la parola ed io mi sarei ritrovata sola come un cane solo al chiaro di luna..
In quel momento balenò nella mia testa il viso di Malik, e mi sentii terribilmente in colpa. Come potevo continuare con quella scommessa se nel mentre uscivo con Harry?
Dovevo tagliare i ponti con lui?
Volevo tagliare i ponti con lui?
Sbuffai chiudendo l’armadietto, stanca di tutta quella confusione che alleggiava nella mia testa. Perché non ero come Camille Shepard della classe di Chimica, che era fidanzata da tre anni con lo stesso ragazzo e non sembrava volerne nessun altro?
Perché sono una stupida a cui piacciono venti ragazzi contemporaneamente? Cosa c’è di sbagliato nella mia testa?
“LIZ!” sentii urlare al mio fianco e sobbalzai bruscamente, facendo scivolare i libri dalle mie mani.
Mi girai terrorizzata verso la voce che avevo sentito, ed incrociai gli occhi azzurrissimi di Jude che entusiasta mi sorrideva.
Eccolo, il magone al centro esatto del petto si faceva più pesante..
“Ciao Jude..” la salutai debolmente, tirando un sorriso sulle mie labbra. Lei in tutta risposta mi abbracciò stretta, ed io risposi all’abbraccio con una smorfia.
“Mi sembra una vita che non ci vediamo! Mi sei mancata durante questa settimana!” continuò, prima di sciogliere l’abbraccio.
“Oh bhè, infondo sono stati solo cinque giorni…”
“Dai dai, raccontami, è successo qualcosa di eclatante?”
Arricciai il naso, prima di chinarmi a raccogliere il libro ed il quaderno di inglese, per prendere tempo.
“Bah..Sinceramente non molto. La solita noia, sai che voglio dire..” risposi vaga, evitando di incrociare il suo sguardo.
Jude aggrottò le sopracciglia bionde, come insospettita, ed io quasi cominciai a sudare freddo.
Grazie al cielo – e non pensavo di dirlo mai – in quel momento la campanella suonò stridula, ed ebbi una scusa per andarmene.
“Vado ad inglese, ci vediamo dopo eh?” le dissi, velocemente.
“Liz, noi frequentiamo inglese insieme, non ricordi?” mi fece notare lei, con ovvietà.
Oh, dannazione.
 
Scivolai nel retro della palestra, e con un sospiro pesante mi sedetti accanto ad alcuni attrezzi impolverati.
Lì non mi avrebbe trovato nessuno, sicuro. Chi entrerebbe mai dentro questa specie di sgabuzzino mal messo? I palloni erano tutti all’interno della palestra, e a meno che proprio quel giorno il prof. Jackson non decidesse di far allenare gli studenti con la corda non c’era nient’altro di interessante.
Era tutto il giorno che scappavo, letteralmente, da Jude. Durante l’ora di pranzo mi ero rinchiusa nel bagno a leggere ‘Just Seventeen’ pur di evitarla, e nei corridoi fingevo di non vederla.
Lei se ne era accorta, eccome. E se prima sembrava confusa e preoccupata ora sembrava più incazzata, e aveva preso ad evitarmi anche lei.
Grandioso Liz, sei un vero asso nel campo delle amicizie. E per di più stai saltando la lezione di Spagnolo, per la quarta volta di seguito.
Sospirai di nuovo, appoggiando la testa al muro dietro di me e chiudendo gli occhi. Magari se mi fossi addormentata tutto questo ronzio fastidioso dei miei pensieri si sarebbe interrotto..
In quell’istante sentii uno scricchiolare inquietante, ed aprendo gli occhi notai con orrore che la porta dello sgabuzzino si stava lentamente aprendo, come nei film horror.
Non ebbi neanche il tempo di cercare un posto dove nascondermi che la figura di Zayn apparve, in tuta, alla ricerca di qualcosa..Mi notò immediatamente, e strabuzzò gli occhi.
“Liz?”
“Zayn!”
“Eh?”
“Cosa?”
Malik sbuffò, alzando gli occhi al cielo “Smettila di fare l’idiota!” mi rimproverò.
Io incrociai le braccia al petto, con una smorfia, mentre lo sentivo chiudersi la porta alle spalle.
“Perché sei nello sgabuzzino della palestra, e al buio?” domandò, confuso.
“La luce è fulminata.”
“Okay, e allora perché sei qui?”
Gli lanciai un’occhiata, arricciando il naso. Mi scrutava con le sopracciglia aggrottate, come se cercasse di capire cosa diavolo potesse portare una diciassettenne a rinchiudersi dentro uno sgabuzzino.
Al buio.
Durante le lezioni.
“Non ho voglio di parlarne..” borbottai infine, distogliendo lo sguardo. Lui rimase in silenzio per qualche attimo, poi un fruscio mi avvertì che si stava avvicinando e lentamente si sedette accanto a me.
“E’ pittoresco qui..Gli attrezzi impolverati, la lampadina rotta, i palloni sgonfiati, la muffa..” cominciò ad elencare, e mio malgrado abbozzai un sorriso.
Sentivo il suo sguardo addosso, mentre fingevo di essere interessata alle scuciture dei miei jeans anonimi e blu, ma non osavo guardarlo.
“Sei ancora arrabbiata con me?”
Feci una smorfia, come a pensarci, ma alla fine scossi vigorosamente la testa.
“Non hai intenzione né di parlarmi né di guardarmi, vero?” continuò, ed io annuii, sempre in silenzio.
Lo sentii sospirare leggermente, mentre si sistemava meglio al mio fianco “Va bene, allora possiamo stare zitti insieme. Ci divertiremo un sacco.” Disse, ironico.
Sorrisi di nuovo, disegnano con un dito dei cerchi circoncentri sulle mie gambe. Un’improvvisa malinconia mista al senso di colpa mi aveva colpita, e ringraziai il cielo che quel giorno Malik stesse comprendendo.
Lui prese a battere ritmicamente un piede a terra, e a seguire un non so quale ritmo con la testa.
Gli lanciai un’occhiata confusa, e lui alzò le spalle “Se non posso parlare potrò almeno muovermi, no?”
“Hai appena parlato.” Gli feci notare, e lui sorrise soddisfatto.
“Anche tu hai parlato. Lo dicevo io che hai la lingua troppo lunga per stare in silenzio.” Commentò.
Alzai gli occhi al cielo “Sei un cretino, e non smetterò mai di dirtelo.”
“Mi serviva qualcuno che me lo ricordasse, ogni tanto.”
Presi a guardare il soffitto, interessata. C’erano una marea di crepe, avrei potuto contarle all’infinito..
“Andiamo Calder, basta con quest’aria malinconica. Lo sappiamo entrambi che sei una stronzetta, e le stronzette non sono malinconiche.” Disse, deciso.
“Ho fatto un casino con la mia migliore amica, ho il diritto di essere depressa.” Replicai.
“E che avrai mai fatto?”
“Le ho rubato il ragazzo.” Risposi, brusca, e controllai la sua reazione con la coda dell’occhio.
Sbattè le palpebre, confuso, e sul suo viso apparve un’espressione indecifrabile.
Poi scosse la testa vigorosamente “Tu non hai un ragazzo.” Esclamò, sicuro.
“Ora ce l’ho, invece.”
“Non puoi avere un ragazzo!”
“Ma sei fuori, Malik?”
Zayn sbuffò, prima di alzarsi in piedi e trascinare su anche me. “Il tuo ragazzo..” virgolettò il termine con due dita “..Sa della nostra innocente scommessa?” insistette.
“Forse non ricordi, ma ho annullato quella scommessa.”
“Forse non ricordi, ma una scommessa non si può annullare.”
Lo guardai in cagnesco per qualche attimo, mentre lui reggeva il mio sguardo contraendo la mascella.
“Senti, sono stanca di tutti questi…sbalzi d’umore, okay? Tu puoi scoparti mezzo istituto ed io non posso uscire con un ragazzo?” ribattei, nervosa.
“Esatto, è proprio così!”
“Tu sei fuori, chiaro? F-u-o-r-i!” scandii bene ogni lettera, per fargli arrivare il concetto.
“No, sei tu..” mi puntò un dito contro “..che sei un’ipocrita! Dici a me che me ne faccio una diversa a sera, ma tu non sei diversa. Con quanti tipi sei uscita nel giro di tre giorni? Tre, quattro? E lo spettacolino in piscina?” mi accusò, duro.
“Mi stai dando della facile? Mi stai davvero dando della facile, Malik? Pensaci bene.” Sibilai, furiosa.
“Ti sto dicendo che non mi va che tu esca con il primo tizio che capita! E’ Wright? Giuro che se è lui ti..”
“Tu cosa, Zayn? Mi fai COSA?” lo interruppi, urlando “Non sei mio padre, non sei neanche il mio ragazzo e a malapena sei mio amico, si può sapere cosa vuoi da me?!”
Zayn strinse i pugni, e sembrò come trattenersi dall’urlarmi contro “Che cazzo, Liz, te lo sto dicendo! Non voglio che tu veda altri ragazzi!”
“E PERCHE’?”
“NON LO SO PERCHE’, va bene!” gridò, gesticolando “Non so perché e non lo voglio sapere, però mi da fastidio, okay? Mi da’ al cazzo che tu te la faccia con altri tipi, è chiaro il concetto?” concluse, sempre urlando.
Io rimasi in silenzio, e distolsi lo sguardo. Non mi piaceva più come una volta litigare con lui, non era più divertente da un bel po’.
Non mi piaceva come ci gridavamo contro, non mi piaceva come me ne andavo sempre incazzata, non mi piaceva più e basta.
Sentii qualcosa pizzicarmi gli occhi, e mi convinsi che fosse solo la polvere nello sgabuzzino.
“Senti, sono stanca di litigare con te, okay?” ripresi, abbassando la voce “Non mi diverte più. Se dobbiamo litigare ogni santa volta che ci incrociamo allora sarebbe meglio smettere di vederci.”
Zayn respirò profondamente, e lo vidi rilassare leggermente i pugni e le spalle. Si passò una mano trai folti capelli neri, e sospirò.
“Credi che servirebbe? Credi che se facessi finta di non vederti per i corridoi, o a lezione, o in mensa cambierebbe qualcosa?” domandò, scettico.
Alzai le spalle “Non lo so Zayn, non ne ho idea. Però non mi va di litigare ogni giorno, non mi va di urlare con te, non mi va di non riuscire ad avere una conversazione decente e..E non mi va tutto, va bene?” conclusi, velocemente.
Zayn mi scrutò con i suoi grandi occhi scuri, senza fiatare. Poi inaspettatamente, contro ogni logica, annullò le distanze tra noi e mi strinse in un abbraccio.
Gelai sul posto, mentre potevo quasi sentire il battito del suo cuore tanto mi stringeva forte tra le sue braccia. Forse non avrei dovuto ricambiare, dato che avevamo appena finito di urlarci dietro cose terribili, tuttavia non resistetti ed allacciai le braccia intorno al suo collo, rilassandomi.
“Siamo due idioti..” mormorò sui miei capelli.
“Parli di te al plurale?” Lo punzecchiai, e lo sentii sussultare leggermente mentre ridacchiava.
“Sta’ zitta e fatti abbracciare.”
 
 
 
 
 
 

   
 
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