Misery.
Quando il
cugino aprì la porta dell’Infermeria un miscuglio di odori investì Ellen, che
era immobile proprio davanti all’ingresso.
Per calmarsi, la ragazzina inspirò tutti
quei profumi.
Era un mix splendido.
Un solo odore discordava
con gli altri.
E non quel tipo di sciroppo buono, che si prende per
far passare la tosse quando si è influenzati, no.
Il tipo di sciroppo che si
compra a Notturn Alley, dalle streghe che passavano le loro giornate in cerca
di clienti disperati.
Era più odore di laudano, una di quelle vecchie droghe
che venivano utilizzate dai maghi ultracentenari per dormire sonni tranquilli e
sereni.
Niente più brividi, niente più cuore che impazziva, nessun pensiero che cozzava con un altro, e fortunatamente la mente di Ellen aveva smesso di inviarle le immagini riguardanti quel pomeriggio.
Improvvisamente sentì qualcuno alle sue spalle.
Si girò di scatto, trovandosi
faccia a faccia con Ian.
Ecco da dove veniva quel senso di calma che aveva
assalito Ellen.
“Ma buongiorno, signorina".
Le disse lui raggiante.
“Ma
buongiorno.”
Gli rispose lei.
“Allora, ancora davanti all’Infermeria?”
“Eh,
già.
“Tutto quel bianco è
troppo candido per me.” Ribatté lui.
“Questione di abitudine.”
“Siamo veramente
finiti a parlare del colore delle pareti dell’Infermeria?”
“Purtroppo sì.”
Rispose Ellen con un sorriso.
Magari non proprio di fronte all’Infermeria, pensò
Ellen, però sicuramente vicino ad Ian.
“Tutto ok?” chiese lui, vedendola
assorta nei suoi pensieri.
“Sì. Tutto ok.” Rispose Ellen, e successivamente
fece una cosa che con alte probabilità non si sarebbe mai perdonata,
soprattutto perché non aveva intenzione di prendere in giro Ian, ma in quel
momento le era sembrato naturale come respirare.
“Wow.” Disse lui, scherzando.
“Scusa”, disse Ellen staccandosi da lui.
“Nessun
problema, sono qui, se hai bisogno.” Affermò Ian con un timido sorriso che
affiorava dalle sue labbra.
“Magari non proprio qui, di fronte all’Infermeria.”
Concluse ridendo.
“Grazie.”
Ellen non aveva mai utilizzato la parola grazie
così tante volte in così pochi minuti.
“Penso proprio che ora andrò nella Sala
Grande.” Disse Ian, guardando un punto alle spalle di Ellen.
La ragazza si
girò, e vide suo cugino, seguito da uno Zabini un po’ troppo felice.
“Certo.”
“Ci vediamo, Ellen.” Le disse.
“Ciao.” Concluse guardando Draco.
“Ciao, e …
Grazie ancora” disse Draco.
“Dovere.” Affermò Ian, girandosi verso la Sala
Grande.
“Buona sera, signorina. Non mi degni nemmeno di uno sguardo?” chiese subito
dopo Zabini.
“Stammi lontano,
Zabini. O ti ammazzo.” Disse Ellen decisa, ma con un tono di voce poco
promettente.
“Perché non cammini vicino a me?” chiese lui.
“Ehi, idiota.
Cretino.” Disse Draco tirandogli uno
scappellotto.
“Oh, Malfoy, fai piano.
Sei appena uscito dall’Infermeria, non
vorrai rientrarci così presto.
Comunque se ho capito male e vuoi tornarci,
basta chiedere.” Concluse Zabini.
“Possiamo sbrigarci, o devo andare a chiedere
il tè con i biscotti?” chiese Ellen, nervosa.
“Certo principessa … Ogni suo
desiderio è un ordine!” disse Zabini.
“Muoviti idiota!” gli gridò Draco.
Dall’Infermeria all’ufficio della McGranitt c’erano solo due rampe di scale.
Manca poco, si diceva Ellen, che cercava di rassicurarsi, camminando in fretta
davanti a Draco e Zabini.
Zabini, ovviamente.
La sua mano era fredda come il ghiaccio e le sue lunghe e pallide
dita stringevano con una forza inaudita il polso della ragazza, facendole male.
“Zabini, ma ti stacchi o no?
Non stiamo mica andando a fare un Pic-nic!” disse
Draco.
“Mollami.”
Disse Ellen.
Appena Zabini lasciò il
polso di Ellen, la ragazza strinse il suo polso con la mano che non era stata
afferrata da Zabini.
Il polso destro di Ellen era livido.
“Non è possibile!
“Draco! Sul serio? E
adesso come lo portiamo dalla McGranitt?” chiese Ellen esasperata, ma divertita.
“Lo facciamo
levitare!” rispose ridendo Draco.
“Andiamo, và. Eppure c’è una tale pace in
giro senza di lui!” disse Ellen, mentre Draco faceva levitare Zabini sopra le
loro teste.
“Come spigherai alla McGranitt il motivo per cui lo hai
schiantato?” chiese Ellen, tornando seria.
“Le dirò che ha fatto qualcosa che
non avrebbe mai dovuto fare.” Disse lui, guardandolo.
“Ah, sì? E qual è questa
cosa?” chiese Ellen curiosa.
Angolo di K:
Ci ho messo davvero, davvero troppo a pubblicare questo capitolo. Ma stavo finendo di pubblicare l'altra mia storia. (She wants her own Happy Ending),
quindi ho abbandonato per un pochino la storia di Ellen, che però adesso è tornata tra le mie priorità. Spero continuerete a seguirmi.
Un bacio, Kristah.