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Autore: Kristah    04/04/2012    1 recensioni
Allora, la mia è la storia di Ellen, una ragazza di sedici anni, che frequenta la scuola di Hogwarts. E se la cosa vi interessa, leggerete la storia.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Draco Malfoy, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Misery.

Quando il cugino aprì la porta dell’Infermeria un miscuglio di odori investì Ellen, che era immobile proprio davanti all’ingresso. 
Per calmarsi, la ragazzina inspirò tutti quei profumi. 
Era un mix splendido.

Muschio bianco, margherite appena raccolte, fragoline di bosco, mirtilli e rose da poco recise.

Un solo odore discordava con gli altri.

Sciroppo.

E non quel tipo di sciroppo buono, che si prende per far passare la tosse quando si è influenzati, no.
Il tipo di sciroppo che si compra a Notturn Alley, dalle streghe che passavano le loro giornate in cerca di clienti disperati.
Era più odore di laudano, una di quelle vecchie droghe che venivano utilizzate dai maghi ultracentenari per dormire sonni tranquilli e sereni.

La paura era sparita.

Niente più brividi, niente più cuore che impazziva, nessun pensiero che cozzava con un altro, e fortunatamente la mente di Ellen aveva smesso di inviarle le immagini riguardanti quel pomeriggio. 

Improvvisamente sentì qualcuno alle sue spalle.
Si girò di scatto, trovandosi faccia a faccia con Ian.
Ecco da dove veniva quel senso di calma che aveva assalito Ellen.
“Ma buongiorno, signorina".
Le disse lui raggiante.
“Ma buongiorno.”
Gli rispose lei.
“Allora, ancora davanti all’Infermeria?”
“Eh, già.

Mi piace l’Infermeria, mi da un senso di sicurezza.”

Tutto quel bianco è troppo candido per me.” Ribatté lui.
“Questione di abitudine.” 
“Siamo veramente finiti a parlare del colore delle pareti dell’Infermeria?”
“Purtroppo sì.” Rispose Ellen con un sorriso.

Non sapeva se era veramente la presenza di Ian ad infonderle tutta quella sicurezza, ma se la risposta fosse stata affermativa, allora non avrebbe più voluto andare nell’ufficio della Preside, avrebbe voluto restare lì per sempre.

Magari non proprio di fronte all’Infermeria, pensò Ellen, però sicuramente vicino ad Ian.
“Tutto ok?” chiese lui, vedendola assorta nei suoi pensieri.
“Sì. Tutto ok.” Rispose Ellen, e successivamente fece una cosa che con alte probabilità non si sarebbe mai perdonata, soprattutto perché non aveva intenzione di prendere in giro Ian, ma in quel momento le era sembrato naturale come respirare.

Fece un passo avanti e lo abbracciò.

“Wow.” Disse lui, scherzando.
“Scusa”, disse Ellen staccandosi da lui.
“Nessun problema, sono qui, se hai bisogno.” Affermò Ian con un timido sorriso che affiorava dalle sue labbra.
“Magari non proprio qui, di fronte all’Infermeria.” Concluse ridendo.
“Grazie.”
Ellen non aveva mai utilizzato la parola grazie così tante volte in così pochi minuti.
“Penso proprio che ora andrò nella Sala Grande.” Disse Ian, guardando un punto alle spalle di Ellen.
La ragazza si girò, e vide suo cugino, seguito da uno Zabini un po’ troppo felice.
“Certo.”
“Ci vediamo, Ellen.” Le disse.
“Ciao.” Concluse guardando Draco.
“Ciao, e … Grazie ancora” disse Draco.
“Dovere.” Affermò Ian, girandosi verso la Sala Grande. 

“Buona sera, signorina. Non mi degni nemmeno di uno sguardo?” chiese subito dopo Zabini.

La paura era tornata non appena Ian aveva girato l’angolo.

“Stammi lontano, Zabini. O ti ammazzo.” Disse Ellen decisa, ma con un tono di voce poco promettente.
“Perché non cammini vicino a me?” chiese lui.
“Ehi, idiota.

Prenditela con quelli della tua età.

Cretino.” Disse Draco tirandogli uno scappellotto.
“Oh, Malfoy, fai piano.
Sei appena uscito dall’Infermeria, non vorrai rientrarci così presto.
Comunque se ho capito male e vuoi tornarci, basta chiedere.” Concluse Zabini.
“Possiamo sbrigarci, o devo andare a chiedere il tè con i biscotti?” chiese Ellen, nervosa.
“Certo principessa … Ogni suo desiderio è un ordine!” disse Zabini.
“Muoviti idiota!” gli gridò Draco.
Dall’Infermeria all’ufficio della McGranitt c’erano solo due rampe di scale.
Manca poco, si diceva Ellen, che cercava di rassicurarsi, camminando in fretta davanti a Draco e Zabini.

Tutt’a un tratto si sentì afferrare il polso.
Zabini, ovviamente.

La sua mano era fredda come il ghiaccio e le sue lunghe e pallide dita stringevano con una forza inaudita il polso della ragazza, facendole male.
“Zabini, ma ti stacchi o no?
Non stiamo mica andando a fare un Pic-nic!” disse Draco.
“Mollami.”
Disse Ellen.

Il limite ovviamente era stato superato, e in uno di quegli scatti d’ira tipici di sua sorella Merope si era girata e aveva mollato sulla guancia destra di Zabini uno schiaffo.

Appena Zabini lasciò il polso di Ellen, la ragazza strinse il suo polso con la mano che non era stata afferrata da Zabini.
Il polso destro di Ellen era livido.
“Non è possibile!

Mi hai appena tirato uno schiaffo, tu … brutta … insulsa …” ma non fece in tempo a terminare la sua frase, perché Draco lo aveva Schiantato.

“Draco! Sul serio? E adesso come lo portiamo dalla McGranitt?” chiese Ellen esasperata, ma divertita.  
“Lo facciamo levitare!” rispose ridendo Draco.
“Andiamo, và. Eppure c’è una tale pace in giro senza di lui!” disse Ellen, mentre Draco faceva levitare Zabini sopra le loro teste.
“Come spigherai alla McGranitt il motivo per cui lo hai schiantato?” chiese Ellen, tornando seria.
“Le dirò che ha fatto qualcosa che non avrebbe mai dovuto fare.” Disse lui, guardandolo.
“Ah, sì? E qual è questa cosa?” chiese Ellen curiosa.

Toccare mia cugina, senza il suo permesso”, affermò Draco, con un sorriso sulle labbra.



Angolo di K:
Ci ho messo davvero, davvero troppo a pubblicare questo capitolo. Ma stavo finendo di pubblicare l'altra mia storia. (She wants her own Happy Ending),
quindi ho abbandonato per un pochino  la storia di Ellen, che però adesso è tornata tra le mie priorità. Spero continuerete a seguirmi.
Un bacio, Kristah.

  
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