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Autore: phoenix89    31/10/2006    11 recensioni
"io sono come te: sento dolore, gioia, provo sensazioni....allora perchè devo rinnegare la mia natura? ma io lo farei se tu me lo chiedessi..." allora...la mia prima fanfiction...io non so come si svolgono queste cose...ma secondo me il mio "esordio" vale la pena di essere letto ;b
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Rin, Sesshoumaru
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Contenuti forti
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NATO SBAGLIATO

 

 

CAPITOLO 12: " La spia Irlandese"

 

Ore 23.00

In una cabina del lato ovest della Biologic Control dita nervose compongono una serie di numeri sulla tastiera metallica.

La chiamata viene inoltrata.

cli-click

<< Pronto? … pronto chi è?>>

<< …>>

<< Am… Amanda? Amanda sei tu?>>

<<….>>

L'uomo dall'altro capo della cornetta soffoca un singhiozzo, cercando di mantenere un barlume di dignità, per quanto assurdo possa essere nella depressione che da anni lo imprigionava .

<< Oddio, sei tu non è vero? Ti prego fatti sentire… Mandy…>>

<< ..papà…>>

<< Mandy! Sei proprio tu! Stai bene? Dove sei? >>

La voce dell’interlocutore trema in modo evidente.

La donna copre gli occhi oliva col palmo della mano sinistra, mentre una lenta lacrima si fa strada sulla sua pelle.

<< Mandy ci sei? Man…>>

Tlack

Con uno scatto isterico dell’avambraccio la giovane rossa termina la comunicazione senza aggiungere altro. Appoggia fiaccamente le spalle al vetro della cabina… un vetro maledettamente freddo.

 

----*----*----*----*---*-----*---*

 

Ore 2.00

Dalla vasca di gesso bianco, nell'appartamento assegnatole dalla Biologic control, si espandeva il suono gorgogliante dell’acqua del rubinetto. Con mosse lente una mano affusolata avvolse la manopola ruotandola verso destra, così da interrompere il flusso. Scavalcò il bordo della vasca immergendo prima un piede… poi l’altro.. le ginocchia… i fianchi… il seno… le braccia… In breve l’acqua ricoprì languidamente tutto il corpo della giovane irlandese ispirandole un profondo respiro di sollievo.
Amanda Lewis si concedeva un bagno ristoratore dopo una giornata fitta impegni, aveva bisogno di riflettere. Ma c’era poi molto su cui riflettere?
Ogni passo, ogni scoperta, ogni evoluzione che lei compiva nella sua ricerca corrispondeva ad un’altra vita mozzata fuori da quelle mura.

All’inizio di tutto, il giorno in cui Naraku-sama l’aveva accolta nell’azienda, lei non poteva certo immaginare una realtà tanto orribile… ma qualche mese dopo la verità le era balzata agli occhi e lei l’aveva volutamente ignorata.

Quando si dice "accecati dall’ambizione".

E adesso un senso di colpa immenso la attanagliava, rabbia verso la sua fragile natura che non era mai cambiata da quando aveva abbandonato i verdi prati d’Irlanda. Che illusa che era stata a pensare che la sua vita potesse cambiare solo salendo su un aereo…

L’acqua lambiva lentamente le forme della donna che si intravedevano, morbide, da sopra la piccola vasca.

Avrebbe voluto dormire, perdersi nell’oblio più piacevole, scomparire… uccidersi forse? No, non era da lei, era debole ma non fino a quel punto.

Come modesta alternativa scivolò nella vasca fino a far scomparire la testa nell’acqua: lì sì che la sua mente si placava, nessun rumore, nessun ordine, nessuna realtà… solo il silenzio.

CRASH… TUTRUMP!

Cos’era stato?

Repentinamente alzò la testa dall’acqua rivolgendo lo sguardo alla porta bianca del bagno. Indossò l’accappatoio candido di spugna e socchiuse la porta con cautela… non sentiva più nessun rumore. Decise quindi di avanzare verso il salone e in punta di piedi arrivò alla colonna che divideva la zona notte dalla zona giorno. Si fermò. Cercò disperatamente di regolarizzare il suo respiro reso affannoso dalla paura, così da poter udire eventuali rumori sospetti…

Nulla aldilà del pulsare incessante del suo cuore in gola, cui facevano eco le gocce d'acqua che si infrangevano a terra dalle sue caviglie nude: l'appartamento doveva essere vuoto, sperava in cuor suo che fosse così… improvvisamente una folata di vento freddo le percorse la schiena umida, dovette stringersi nell'accappatoio per non tremare. Ritrovato il coraggio passò la solida colonna ed entrò nel salone.

Non seppe nemmeno lei come fece a non urlare all'inizio.

Sulla moquette blu del pavimento era disteso un corpo senza vita, uno youkai morto, attorniato dai vetri della finestra poco sopra di lui. Qualcuno aldifuori dell'edificio aveva lanciato la carcassa all'interno dell'appartamento, con forza e precisione a dir poco sovrumani.

In queste occasioni faceva la sua comparsa la seconda Amanda, calcolatrice distaccata di ciò che avviene intorno a lei… il suo lavoro e "le e occupazioni" rigettavano miseramente le donne sensibili e impressionabili. Evitò la testa del cadavere e girò attorno ad esso, ritrovandosi all'altezza del suo petto, i capelli rossi ancora umidi sfuggirono al controllo delle spalle coprendole metà del viso mentre si chinava ad esaminarlo: era uno youkai maschio, alto circa 1.80, di stazza media, appartenente quasi sicuramente al ceppo dei neko-youkai*. Gli occhi verdi, freddi e razionali, furono attirati dalla macchia scura che stava man mano espandendosi sulle setole del pavimento. Sangue.

Cercando di soffocare la sua indole impulsiva che le imponeva di scappare via seduta stante, avvicinò il collo del piede nudo al fianco del demone per poi rivoltarlo di schiena. Appena i suoi occhi scorsero i segni marchiati a sangue sul dorso del cadavere tutti i suoi istinti di sopravvivenza si placarono, e un sorriso a metà tra il preoccupato e il soddisfatto si dipinse sulle labbra lucide d'acqua.

"Hai imparato il trucchetto, Sesshomaru"

Dietro la schiena dello youkai vi era inciso un indirizzo: via Takeruwada Yuè, angolo est.

"Takeruwada Yuè angolo est… cazzo Sesshomaru è troppo lontano per mandare uno di loro…"

Dei passi udibili dal corridoio sopra quel piano distrassero i suoi ragionamenti tattici, i sensori della security dovevano aver percepito che una delle finestre era stata infranta. Non poteva lasciare che trovassero l'indizio o sarebbe stata la sua fine davanti a Naraku-sama.

Non curandosi dell'accappatoio che tendeva a scoprire sempre più i floridi seni, corse nella cucina ad angolo nella zona giorno, aprì il cassetto delle posate e ne estrasse un coltello da macellaio a lama larga e ricurva. Ritornò nuovamente in salotto, si inginocchiò vicino alla carcassa e alzò l'arma impugnandola stretta, la lama pendente verso il basso non aspettava che il via per adempiere al suo compito.

La osservò per un millesimo di secondo, il suo sguardo ritornò istantaneamente ad essere quello della bimba impaurita che guardava suo padre picchiarsi a sangue con uno straniero, per difendere le sue origini irlandesi. Ma fu solo un battere di ciglia, e poi il coltello scese di colpo per affondare nella carne. Ancora, ancora, e ancora… doveva cancellare tutto. Ancora ancora e ancora il suono viscoso della carne dilaniata le faceva salire in gola un conato di vomito tremendo. Ma come sempre seppe trattenersi.

I passi veloci ormai erano arrivati al corridoio del suo piano: non c'era più tempo. Si alzò sovrastando il cadavere e assicurandosi che l'indirizzo non fosse più leggibile, corse in cucina e buttò il coltello nella spazzatura. Lavò le mani lasciandole gocciolanti per poi posarle sulle guance e mimare un viso rigato dal pianto.

KNOCK KNOCK KNOCK!

<< Signorina Lewis è lì dentro?>>

L'uomo alto e slanciato, in tuta nera, sentì un pianto convulso provenire da dentro l'appartamento.

<< Signorina Lewis, si calmi, siamo della security e abbiamo rilevato un'anomalia nell'interno 256… ci può aprire?>> concluse in tono pacato ma estremamente serio.

La porta bianca si aprì lentamente, cigolando di poco, e rivelando una donna dal volto sconvolto che si teneva a stento sull'uscio. Gli uomini dietro di lui corsero dentro sorpassando senza troppe cure la donna e come se nulla fosse cominciarono ad alzare il cadavere.

<< Io… io non sono nemmeno riuscita a gridare…>> ripeteva lei fra i singhiozzi.

<< Non si preoccupi, stia un attimo fuori dall'appartamento, ce ne occupiamo noi.>>

Appena l'agente della security si fu girato i tratti del viso di Amanda si rilassarono, assumendo un cipiglio serio e professionale. Improvvisamente sentì qualcosa bagnarle il piede e vide con orrore un lembo della corda dell'accappatoio macchiato di sangue. La paura la divorò letteralmente e prese al volo l'estremità del cordone tenendola in una mano chiusa a pugni.

Già troppe cose stavano andando male, stavolta doveva fare da sola … sarebbe andata di persona dal potente inu-youkai.

 

 

 

 

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A molti isolati da lì, nell'appartamento al secondo piano di via Aimei, Inuyasha contemplava il buio denso, quasi tangibile che regnava aldifuori della finestra del salotto. Pioveva fitto ma le gocce erano di un'inusuale sottigliezza, con la grazia di una madre affettuosa una morbida nebbiolina si posava sulle membra umane e demoniche lasciate a decomporsi agli angoli delle strade.

Inuyasha non riusciva a dormire. Non che ci fosse mai riuscito veramente visti i suoi sensi sempre allerta, ma a quanto pareva anche da umano le sue abitudini non cambiavano.

Indossava solo i pantaloni della tuta bianca che usava nella clinica, il resto era ancora da rattoppare. Appoggiato con i gomiti sul davanzale della finestra, osservava pensieroso il vetro lucido davanti a lui: non più ciò ch'era oltre di esso, ma il riflesso del suo volto sul nero pece della notte. Vedeva i suoi zigomi alti, la mascella pronunciata ma efebica tale da conferirgli quell'aria da eterno adolescente, i capelli che quasi non si distinguevano col colore della notte esterna così come i suoi occhi. Alzò le palme delle mani e le esaminò curioso.

" Mani umane" pensò, un'ovvia affermazione in fondo.

Aveva scelto di essere umano per tenersi stretta l'unica persona che fino a quel momento gli aveva dato qualcosa di simile a una casa. L'aveva fatto solo per lei? Certo…

" No, non l'ho fatto solo per lei, bugiardo senza vergogna che non sei altro…"

 Aveva ingoiato quelle pillole consapevole che dopo le contrazioni, dopo gli spasmi di dolore sarebbe stato un essere completo… anche se temporaneamente. E se poteva scegliere di essere un simile di Kagome, ancora meglio no? Già… Kagome.

Et voilà, involontariamente i suoi pensieri si erano concentrati ancora su di lei.

" Quella ragazza… a volte faccio strani pensieri su di lei e provo istinti… ambigui. Quando mi si avvicina faccio fatica a controllarmi.. AHHHH BAKA!!! Di nuovo questi pensieri senza senso!"

Come cavolo faceva quella a confonderlo così tanto da prendersi ad insulti da solo? Tirò un sospiro poggiando le mani sul davanzale per riconcentrarsi sul panorama esterno, quando all'improvviso il suo petto cominciò a pulsare convulsamente. Una scossa elettrica, di pura potenza, lo scosse da parte a parte.

Il vetro, muto spettatore, rifletté una chioma mossa da un'invisibile forza accendersi dei bagliori della luna; delle morbide orecchie spuntarono dalla frangia e ad ogni cambiamento il corpo atletico si contorceva sempre più. Inuyasha si aggrappò con troppa forza al davanzale, tanto da graffiarlo con gli artigli appena riapparsi dalle dita virili. La bocca, da cui ora si intravedevano dei pericolosi canini appuntiti, si aprì in un singulto di dolore.

 

- N-no! Agh.. Non ora! Ti prego…anff… fammi rimanere così un altro… po’…-

Ma il processo era già completato. Quando poté respirare senza affanno aprì lentamente gli occhi costatando il loro colore caldo attraverso la finestra.

" Dannazione!!! Sono già ritornato normale…"

Maledì quelle pillole, l'effetto permaneva per un lasso di tempo troppo breve. Tirò un pugno all'aria dal nervosismo.

- Mmmmh…-

Un mugolio dalla stanza accanto lo fece voltare di scatto. Stava per andare a verificarne l'origine quando una scossa identica a prima lo travolse, stavolta però anche la circolazione e il cuore sembravano impazziti. Si afferrò il petto senza capire.. la trasformazione era già avvenuta no? Possibile ci fosse qualche effetto collaterale? Nonostante le pulsazioni si girò di nuovo verso il vetro freddo, come se qualcosa o qualcuno lo avesse chiamato, e subito sbarrò gli occhi sbigottito.

" Ma cosa…?"

Diversamente da prima vide riflesso sull'anta lucida un volto sconosciuto, dai tratti identici ai suoi, guardarlo dritto in faccia. Le sue pupille erano dilatate e iniettate di sangue, le iridi si tingevano di un freddo blu e i canini sporgevano eccessivamente dalle labbra.

Su quel volto solo una cosa si poteva leggere chiaramente: la voglia disperata di uccidere.

Sconvolto, Inuyasha indietreggiò inconsciamente di qualche passo fino a sbattere al divano dove era rimasto sdraiato fino a poco tempo prima. Cercò con gli occhi qualcosa per tutta la casa, poi si diresse in fretta e furia allo specchio che aveva individuato essere tra un quadro e la porta che dava alla cucina.

 Prese coraggio e guardò il riflesso…  

Nulla.

Davanti a lui stavolta si stagliava il solito mezzodemone… niente occhi rossi, niente zanne prominenti.

Quel volto e quelle emozioni travolgenti lo avevano inghiottito e abbandonato fulminee, svuotandolo di qualsiasi percezione e lasciandolo in lieve stato confusionale. Deglutì un paio di volte a vuoto guardando il pavimento.

<< Possibile che io abbia… sognato ad occhi aperti? Ma cos'era quel volto così simile al mio eppure così differente? O meglio… CHI era?>>

 - Uhmmm -

Un altro suono simile a quello precedente arrivò alle orecchie canine. Lentamente appoggiò le mani sulle ginocchia e si alzò, recuperando le forze: decise di ignorare quel che gli era accaduto dato che i problemi da affrontare erano già troppi, e non c'era affatto bisogno di rincarare la dose.

Con passi felpati, nell'intento di non svegliare Kagome, si avvicinò alla sua camera sentendo i mugolii farsi più insistenti… probabilmente stava avendo un incubo.

Passò lo stipite della porta e la vide immersa nella penombra, distesa di lato nel letto con le mani avvinghiate al cuscino; a causa di movimenti involontari il lenzuolo non la copriva più, tanto che quella specie di camicia da notte (che altro non era che una T-shirt over-size) le avvolgeva a malapena le curve del fondoschiena.

Inuyasha d'istinto arrossì, non sapeva nemmeno lui il perché ma d'improvviso si sentì avvampare.

 

Povero Inuyasha, relegato anni ed anni in quella prigione di sieri e sedativi, di certo nessuno gli aveva mai spiegato il significato di "attrazione sessuale".

 

"Di nuovo questo impulso… io vorrei solo… toccarla? Sì toccarla, carezzarla, esplorarla…"

Improvvisamente sbarrò gli occhi, rendendosi conto dei suoi effettivi pensieri.

"M-A C-O-S-A M-I S-T-A P-R-E-N-D-E-N-D-O ??? STUPIDO! IDIOTA! MA CHE SCEMENZE DICI?"

Mentre la sua mente era ancora intenta ad insultarlo, lo sguardo gli cadde "inavvertitamente" sulle mutandine bianche che si intravedevano dispettose sotto l'orlo della T-shirt: adesso il colorito di Inuyasha tendeva al bordeaux e la mascella pendeva senza vita dal resto del viso.

Strinse i pugni per cercare di recuperare l'autocontrollo, respirò lentamente, e il sangue sembrò calmarsi nelle sue vene… quando fu certo che il suo temperamento fosse tornato quello di un tempo aprì gli occhi.

Kagome aveva ricominciato ad agitarsi nel sonno ed anche il cuscino stava per fare la fine del lenzuolo spinto in un angolo, i sogni di quella ragazza dovevano essere tutt'altro che d'oro.

All'improvviso cominciò ad ansimare.

- Sota… no! Ma… mma… Mamma..sto arrivando.. Nonno…-

Inuyasha sbarrò gli occhi come fulminato.

"Ma certo… la sua famiglia! In tutti questi giorni non ho minimamente pensato alla possibilità che Kagome potesse avere una famiglia e che volesse poterla rivedere! Il fatto che io non cel'abbia non vuol dire che per tutti debba essere così…"

Tristemente, forse con rammarico, si avvicinò al capezzale di Kagome per rimetterle a posto il lenzuolo sulle gambe scoperte. Era egoista, aggressivo, scontroso, irascibile… ma almeno questo poteva farlo.

Vide la manina bianca di Kagome ancora aggrappata al cuscino, così la prese delicatamente e la intrecciò alla sua con l'intento di calmarla… funzionò, dopo qualche minuto la ragazza era serena tra le braccia di Morfeo. Si sedette a terra poggiando la schiena al letto e chiuse gli occhi, un sonno leggero s'impadronì di lui ma prima di sprofondarvi formulò un ultimo pensiero.

"Kagome… andremo dalla tua famiglia, te lo devo"

 

 

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Camminava piano, avvolta dal suo impermeabile doppio petto rosso mogano, sicura che da lì a qualche secondo avrebbe rischiato la vita. Una ciocca di capelli rossi le invase il viso a causa di una folata di vento, tolse una mano dalle tasche dei jeans e la ravviò dietro le orecchie.

In quella zona della città l'umidità era nettamente superiore, il che rendeva ancor più putrida l'aria intrisa degli odori di morte.

Rapidamente, con evidente nervosismo, svoltò l'angolo e vide il cartello un po’ scalcinato che segnava il nome della via.

Takeruwada Yuè

Gli occhi verdi della donna si illuminarono, accompagnati da un sospiro di sollievo, mentre cercava disperatamente colui che l'aveva mandata in quell'angolo d'inferno. Guardò attentamente la strada, il marciapiede, vicino i negozi abbandonati: non c'era nessuno. I suoi sensi ritornarono all'erta e una nuova paura si insinuò in lei.

"Possibile che questa sia… una trappola? Naraku-sama ha forse scoperto il mio doppio gioco? No.. non è possibile che abbia capito da chi deriva la fuga d'informazioni…"

Ispezionò lentamente la zona, con passi calibrati, cercando di non farsi prendere dal panico; arrivata al fianco di un edificio a sei piani, un condominio ormai disabitato probabilmente, una mano le tappò la bocca mentre l'altra la spinse con forza in un adiacente vicolo molto stretto.

Tentò di urlare, morse quella mano, e si dibattè fin quando non riconobbe quei capelli argentei sotto i bagliori della città in rovina, quindi alzò gli occhi e lo vide.

Sesshomaru, il principe degli youkai, uno degli eredi al Duat.

Quelle pozze d'oro colato la scrutarono impassibili, distaccate, e di scatto lasciò la presa (evidentemente si era accorto che lei l'aveva riconosciuto).

- Non ero sicuro che avessi ricevuto il messaggio-

Quella voce tagliente la stordì un attimo, poi Amanda Lewis scomparve per lasciare posto alla donna calcolatrice che aveva in precedenza esaminato il cadavere.

- E' difficile non notare un cadavere volante, Sesshomaru.-

Ovviamente lui non fece una piega.

- Tu sai molte cose che io non so, per prima cosa devi dirmi qual è il vero obbiettivo di Naraku-

- Il vero obbiettivo? Ma a te non interessa… pensa ai tuoi obbiettivi invece, come recuperare quella ragazzina…-

Dopo che ebbe pronunciato queste parole sentì una trave scalcinante cadere, si girò guardando attentamente il vicolo e poco lontano da Sesshoumaru vide una figura esile, stretta nelle spalle. Fece un ulteriore sforzo per vederla nonostante la fioca luce dei lampioni lontani e della luna appannata da nubi sfuocate…

Piccina, 18 anni al massimo, capelli medio lunghi e una codina di lato.

- Oddio… Sesshoumaru ma tu l'hai… l'hai già rapita?- Amanda era a dir poco meravigliata e preoccupata… non se l'aspettava di certo. E se Naraku si fosse accorto della sparizione dell'ostaggio durante la sua assenza? L'avrebbe mandata a chiamare e non l'avrebbe trovata, sarebbe stata morte certa per lei. Durante le sue elucubrazioni Sesshoumaru cominciava a perdere la pazienza. Le sue palpebre si abbassarono di poco velando gli occhi dorati, e Amanda poté notare nonostante la penombra che il viso era diventato ancor più glaciale.

- Rispondi alla mia domanda, donna-

La sua voce dava un chiaro avvertimento… si era irritato abbastanza, odiava perdere tempo. Capì che doveva rispondergli in fretta, ma come faceva a spiegargli tutta quella situazione?

- T-tu… Sesshomaru… ti sei mai chiesto da dove vieni?- cominciò esitante.

La guardò ancora più seccato.

- Bada, non ho tempo da perdere- accompagnò l'implicita minaccia alzando la mano e rivelando gli artigli demoniaci.

- Non ti sto facendo perdere tempo, te lo assicuro, sto solo rispondendo alla tua domanda. Vuoi sapere cosa fa Naraku-sama? Allora devi seguire ciò che ti dico.-

"Questa presa di posizione non mi va affatto bene" pensò lo youkai "ma tu sei l'unico contatto che possiedo all'interno della Biologic Control…devo mantenere la calma"

Abbassò gli artigli e respirò lentamente per placarsi.

- Parla allora-

- Bè… Sesshoumaru, la tua terra d'origine si chiama Duat, non è sulla terra… o almeno non esattamente. Si trova in un'altra dimensione contigua alla terra.-

Il silenzio del demone la esortò a continuare.

- Naraku-sama non vuole fare altro che riaprire il varco dimensionale per creare un ponte tra la Terra e il Duat-

Sesshoumaru aggrottò le sopracciglia, ma nemmeno la sua interlocutrice poté accorgersene vista l'impercettibilità del cambiamento. Perché mai Naraku cercava un ponte con questo fantomatico "Duat"? Cosa c'era di tanto importane lì per quell'uomo? E questo qualcosa poteva avere importanza anche per lui? Ma comprese subito che era inutile ricercare le cause delle azioni di quel pazzo.

-Come…-

- Eh?-

- Come ha intenzione di fare una cosa simile?-

Amanda lo guardò esitante, i suoi occhi indugiarono sulla figura imponente dello youkai e senza rendersene conto cominciò a mordersi freneticamente il labbro inferiore.
No… questo non poteva dirglielo.

Fulmineo lo youkai la girò con le spalle alla parete e la bloccò ancorando le braccia poco sopra le sue spalle. La visuale di Amanda fu per un attimo offuscata da quei fili argentati che richiamavano la luna…stupendi. Ma poi la sua attenzione fu ricatturata dallo sguardo omicida dello youkai che le fece bloccare il sangue nelle vene.

Si chinò verso di lei con una lieve espressione di disgusto, mostrando di poco i canini appuntiti.

- Non mi piace uccidere gli umani, siete immondi, il vostro puzzo mi rimane addosso e non riesco a liberarmene per giorni interi. Ma se tu non mi riveli subito ciò che voglio sapere…- Allontanò una mano dalla parete e sfiorò il collo della rossa poco sotto la carotide con gli artigli, lasciandole sulla pelle una scia di vago prurito - sarai l'eccezione alla regola…-

 Amanda si strinse più che poté contro la parete per distanziarsi dal quel potenziale assassino, ma lei stessa sapeva quanto inutile fosse il suo gesto: avvertiva gli occhi del demone che le leggevano dentro la paura, la afferravano, la manipolavano a loro piacimento gettandola in un labirinto di gelido terrore; sentiva le lunghe ma virili gambe maschili aderire alle sue, per impedirle la fuga.

- Tsk… allora vuoi proprio morire, stupida donna.- scandì lentamente queste ultime parole, con una voce che lasciò a fiato corto la donna, come faceva a essere tagliente come un coltello ma allo stesso tempo così provocante?

- I-io… non…-

Vide lo youkai alzare la testa, guardando oltre le sue spalle all'imbocco della via principale del vicolo… gli occhi gli si ridussero a due fessure. Che succedeva ora?

All'improvviso si sentì spinta con tutto il corpo dello youkai verso la parete, aderiva al torace sviluppato e longilineo, alle gambe, al sesso… una mano affusolata si chiuse sulla sua gola alzandole il capo verso l'alto.

Verso il suo viso, anzi no, verso la sua bocca.

Non ebbe il tempo nemmeno di gridare che sentì una lingua guizzarle fulminea in gola, violentare la sua fino a costringerla a partecipare, mentre le teneva il mento come un calice da cui beveva avido l'essenza più intima dell'irlandese.

Le prese la nuca con forza per approfondire il contatto mentre con l'altra mano le artigliava una parte del maglione lasciandole un fianco scoperto, vi infilò repentino la mano fino a toccarle un seno coi polpastrelli.


Il corpo della donna era rigido, non ci capiva più niente… la voleva forse violentare? E a che pro?


Non riusciva più nemmeno a respirare, le labbra piene e ruvide del suo assalitore non permettevano la fuga di un solo sospiro. I canini le ferirono la bocca, sembrava che la stessero divorando affamati.
La mano che esplorava dentro il maglione andò oltre il fino tessuto del reggiseno e iniziò a giocare con i capezzoli del seno pieno, che ancora profumava del bagnoschiuma usato quella notte.
A quel punto Amanda inarcò la schiena… non ce la faceva più, anche se controvoglia il suo corpo reagiva a quelle "carezze". Che sgualdrina che era, sia con lui che con Naraku-sama. Si faceva schifo.
Fece aderire i seni al torace di Sesshoumaru e alzò le braccia fino a toccargli la morbida cute canuta.

- Aaahhh-

In preda all'onda di piacere non si accorse di due figure che si avvicinavano dalla strada principale: due demoni lucertola.
Sentirono i gemiti della donna e sbirciarono dal vicolo per gustarsi la scena, uno di loro cominciò a sghignazzare fragorosamente.

- Complimenti bello! Quando finisci me ne lasci un po’?-

- ahahahahah!-

- Non se ne trova più di carne buona da queste parti… ghghghgh-

- Già, dopo un po’ si stancano tutte!-

- Se dopo le smembri ci credo sai!-

- eheheheheh-

Dimenticandosi della coppia i due demoni sparirono in un bivio, inghiottiti dal buio di quella strana notte.

La lingua possente di Sesshoumaru si fermò, facendola respirare, e subito si allontanò da lei lasciandola ansimante appoggiata alla parete, col braccio destro che copriva lo squarcio ferino fatto al maglione. Come se nulla fosse il demone continuava a guardarla.

- anf. Anf…- Gli occhi della rossa erano pieni di domande e perché ma… dopo pochi secondi di lucidità capì tutto.

- Era… anf.. era… tutta scena? Per non creare… sospetti in quei tizi?…anf anf-

La guardò gelido, con una punta di disprezzo.
- Cosa ti aspettavi, donna? Potrebbe mai darmi piacere una come te?-

-…-

Un angolo della bocca divoratrice del demone si sollevò di poco, mostrando un sorrisetto lievemente derisorio. La squadrò dal basso verso l'alto.
- Pare che a te invece abbia fatto alquanto effetto… dottoressa…-

"Brutto stronzo che non sei altro! E' per te che sono venuta qui rischiando la vita… dovresti solo dirmi grazie!"

- Ma torniamo a noi-
Quella parvenza di sorriso abbandonò subito il volto dai tratti eleganti, per ricreare la consueta maschera algida e impassibile.
- Come ha intenzione di fare Naraku? Come ha intenzione di aprire il varco tra questi due mondi?-

Il mutismo della donna lo fece di nuovo innervosire. Arcuì gli artigli conferendo loro sinistri bagliori alla luce lunare.

- Ti devo rispiegare i motivi per cui TI CONVIENE parlare?-

- Per… per farlo ha bisogno di un grande potere…-

I grandi occhi verdi di Amanda, sinceri e timorosi, raggiunsero le iridi ambrate del demone guardandolo deciso.

- Il potere celato nel sangue di tuo fratello-



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Scusate se non ringrazio ogni singola persona che ha pazientemente commentato e aspettato per questo capitolo… ma domani devo partire e ho davvero poco tempo. Ci tenevo a postarlo prima di aspettare un ulteriore settimana.

Come avete potuto notare per questo capitolo, un quesito si risolve e altri 100 se ne creano …

Tutti: e che rottura =__=

Nonna: già già… ^_^

P: E se vi rompe così tanto che ci fate ancora qui… in camera mia per giunta? -.-*

Tutti:…. TUA NONNA HA PROMESSO DI FARCI GLI GNOCCHI DOMANI! ^__^

Nonna: Piccirilli mia… ^__^

P: CASA MIA NON è UN ALBERGO! >_<

Tutti: imagine aaaal the peooooplee …

 

P: mi ignorano pure °__° E ma io ho la mia arma segreta ghghghghghghg

Colonna sonora di Imagine si spegne all'istante

P: *____*

Tutti: O__o

Dal corridoio si sente un mormorio lontano… piano piano diventa più chiaro….

: Weoo Weooo andiam ad ammazzàr! Fii Fii FII FII FIIIII FII FIII… Weooo Weooooo…

Tutti: no… è impossibile… O||o

P: muahahahahahahahahaah!

DA QUESTO MOMENTO IN POI I NANI DA GIARDINO PRENDONO POSSESSO DELL FANFIC… Costruite miniere per la nostra Lega! ^__^

Phoenix spinge 3 nani che fanno gli equilibristi per scrivere sulla tastiera

E levatevi!!! -.- **** Bene lettori, spero che il capitolo non abbia deluso le vostre aspettative, e spero che il numero di commenti non deluda le mie V_V

Alla prossimaaaaaa XD

  
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