Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: kimskins    04/04/2012    3 recensioni
Lei ha passato un'infanzia difficile, dovuta alla morte di entrambi i genitori.
Lui anche, ma sta ripagando i sorrisi persi essendo la causa di altri milioni.
Per lei la danza è tutto, l'unica ancora di salvezza.
Cantare era un hobby per lui, ora un lavoro.
Lei ha solo 16 anni.
Lui ne ha compiuti 18 da poco.
Lei è dura e orgogliosa, col tempo ha imparato a fidarsi solo di se stessa.. poi anche di un angelo.
Lui è il re degli scherzi, dolce e imprevedibile.
Lei ballerà nella sua crew.
Lui odierà la ragazza a primo impatto.
Nessun ballerino può confrontarsi con lui, non ammette paragoni.
Lei rimarrà impassibile, continuando a ballare, ballare, ballare.
Lui, di sottecchi, conitnuerà a farla ballare fino allo strenuo delle sue forze.
Lei, a testa alta, manterrà il confronto, facendogli capire che non mollerà mai. Non di nuovo.
Un giorno lui esagerà, lei piangerà.
Non era mai successo, l'ultima vola era accaduto molti anni fa, alla morte dei suoi genitori.
Lei si stava innamorando, mantenendolo nascosto a se stessa.
Lui si era appena accorto che il suo cuore stava piangendo pesantemente, per l'errore commesso.
Lei si chiama Ronnie.
Lui si chiama Justin.
©.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPTHER THREE - Facebook é come i ragazzi, quando li capisci, cambiano.



Autor's POV.

I ragazzi si erano sistemati nelle loro stanze, Renier e Ronnie erano nella stessa.
Affianco c'era la stanza di Alfredo, da una parte, e dall' altra la stanza della madre di Justin, Pattie. In fondo al corridoio, c'era quella di Justin.
Avevano fatto conoscenza un po' con tutti.
Con il manager Scooter, Pattie, la guardia del corpo del ragazzo, Kenny e tanti altri.
Erano in stanza, Renier a farsi una doccia rinfrescante e Ronnie, a guardare quel panorama dal terrazzino.


Ronnie's POV.
Ero posata su quella ringhiera di quel terrazzino.
Boston di sera era proprio bella.
Eravamo a non so quale piano, di un lussuosissimo albergo.
Pensavo.
Alla mia vita, a quel panorama, a dove ero arrivata. Ripensavo ai miei.
"Non hai freddo?" Era Ren, che mi stringeva da dietro, come era suo solito fare quando capiva che c'era qualcosa che non andava.
"Sto bene cosí." Avevo soltanto una cannottiera grigia addosso e un paio di pantaloni lunghi fin sopra il ginocchio. Era estate e faceva caldo. Mi fece il solletico sulla pancia e di scatto mi voltai. Notai Justin guardarci dal suo terrazzino, era con la madre. Quando notò che lo avevo visto, tornò a guardare il panorama.
"Cosa c'é che non va?" Mi disse Ren, poi guardò nella mia stessa direzione.
Entrai dentro e lui gli lanciò un ultimo sguardo, prima di seguirmi.
Mi sedetti sul mio letto. Lui di fronte a me.
"Ho l'impressione di non piacere a quel ragazzo, mi irrita." Gli confessai nervosa. 
"Come mai?" Gli feci una smorfia.
"É stato arrogante prima. Ha paura che mi confronto con lui." Alzai lo sguardo sul ragazzo, che aveva da ridere?
"Wow, inquieti terrore allora." Mi uní a lui e poi dandomi un bacio sulla fronte, andò nell'altra stanza nel suo letto a dormire.




2 July, 8.00 am.

"Sveglia, sveglia, sveglia!" Dio, che baccano che faceva quel ragazzo.
"Renier, ho istinto omicida stai attento." Rise e se ne andò in bagno. Mi alzai con calma e mi cambiai. Verso le 9.00 ci saremmo dovuti vedere nella hall per andare a fare le prove. Ero emozionata e tesa, dovevo ammetterlo.
Mi misi un paio di leggins neri corti, una canotta rossa e le mie converse bianche. Le scarpe per ballare le avevo già nella borsa.
Mi stavo raccogliendo i capelli in una coda alta, quando Ren sbucò dal bagno con una camicia azzurra, jeans e vans nere. Si appoggiò allo stipite della porta.
"Sei sicura di non far sciogliere qualcuno conciata cosí?" Risi.
"Ad essere sinceri non me ne importa nulla. Io sto bene vestita cosí ed é cosí che ballo, punto." Mi sorrise e mi stampò un bacio sulla guancia.
"É che cosí vestita ti mette in risalto tutto quanto, soprattutto.. i tuoi bellissimi addominali." Rise ed uscí.
"Tra quanto dico che scendi?"
"Cinque minuti." Chiuse la porta e finalmente c'era silenzio.
Era sceso a fare colazione con gli altri.
Un po' di rimmel, presi la mia roba e scesi giú.
Mi uní agli altri a fare colazione.
"Buongiorno." Dissero all'unisono Alfredo e Pattie, mentre Justin.. Mi guardò e continuò a mangiare.
Lasciai perdere, dovevo fregarmene.
Ma volevo capire. Perché si comportava in quel modo con me? Che avevo fatto di male?




"Fammi vedere qualche passo, Ron."
Ci eravamo già scaldati un po', Justin era nel suo camerino. Aveva stretto molto don Ren.
"Attacca con la musica." Mise un brano a caso.
Chiusi gli occhi e cercai di capire di che genere si trattava.L'avrei riconosciuta OVUNQUE.
'Yeah 3x', Chris Brown.
Mi scappò un sorriso e cominciai a muovermi a ritmo di musica. A fine canzone mi fermai a guardare davanti a me, sorridendo.
Seduto tra quelle tante sedie c'era un ragazzo. QUEL ragazzo.
Lo rimasi a fissare, fece un sorrisetto e se ne andò.
Ci rimasi di stucco. Era rimasto tutto il tempo a.. Guardarmi?
"Wow Ron. Sei fantastica! Hei, mi stai ascoltando?" Mi mise una mano sulla spalla, continuavo a guardate Justin andarsene.
"É rimasto tutto il tempo qui..?" Ero rimasta stupefatta, a dir poco.
"Chi?" Lo indicai e rise.
"..vedremo che dirà dopo." Lo guardai male.
"In che senso 'vedremo che dirà dopo'?" Rise per la mia faccia e lasciai perdere. Continuammo a ballare, ballare e ballare. Mi rendeva felice.
Amavo più di me stessa ballare.
Alfredo mi insegnò qualche passo, era formidabile.
"Facciamo una pausa, ti va?" Era esausto, si vedeva dai suoi occhi. Gli sorrisi e mi sedetti al bordo del palco.
"Magari ti raggiungo dopo." Acconsentì e si dileguò dietro quei tendoni neri.
Guardai davanti a me, quella stupenda Arena. Sarebbe stato il mio primo ''concerto''.
Da ballerina, ovviamente. Avevo già ballato altre volte in giro, per la strada, per musical, con amici.
E mi reputavano piuttosto brava. Soprattutto Ren. Lui credeva fossi la ballerina più brava al mondo. Sorrisi a questo pensiero e a tutte le volte che abbiamo giocato a Just Dance e a tutte le volte che lo stracciavo. Mi venne da ridere. Guardavo i miei piedi dondolare avanti e indietro, in alternanza, come un altalena.
"Non ti avevo mai vista ridere." Mi era bastato alzare lo sguardo e incontrare quegli occhi nocciola per non sorridere più. Tornai a guardarmi le scarpe.
"Perchè prima non ne avevo motivo." Dovevo pur sempre ridare la stessa moneta, no? Rimase in silenzio, quasi lo avessi spiazzato. Così ripresi a parlare.
"Da quanto tempo eri..lì?" Sorrise, almeno lo intuì perchè non ebbi la forza di guardarlo. Chissà perchè.
"Abbastanza da poterti rivalutare.. Forse." Ci pensai su, alle sue parole. Mi voltai per potergli chiedere il motivo di quelle sue parole ma.. non c'era più. L'ultima parola l'aveva sussurrata. Mi distesi e guardai quel soffitto di cavi, fili e luci.
'Chissà come sarà vivere un concerto da quassù.' pensai.



"Ren..?" Giravo per i corridoi delle quinte invano.
Avevo visto Mama Jan e Scooter, ma loro non sapevano dov'era Ren. Era stupido urlare per i corridoi, ma non avevo altra scelta se quel fottuto ragazzo non spuntava fuori!
"Renier, dove sei?" Non lo trovavo, era inutile. Finì davanti alla porta di un camerino. Casualmente il suo. La porta era accostata e da uno spiraglio si vedeva lui che si guardava allo specchio e si pettinava quel ciuffo ribelle. Bussai e lui si voltò. 
Come ho fatto a non accorgermi che è a petto nudo..?' pensai. Era irritato della mia presenza. Lo sentivo sulla pelle.
"Cosa c'è?" Ecco che tornava il ragazzo arrogante di sempre. Ci avevo sperato un po'.
"Sai dov'è Renier?"
"Non mi interessa." Si voltò e si mise una maglietta bianca e poi scansandomi, uscì.
Gli urlai dietro, ero stanca del suo comportamento.
"Grazie per la tua arroganza, mi sei di molto aiuto!" Si voltò e fece uno smorfia. Ma chi si credeva di essere?
Dopo un po' trovai Ren con Alfredo che giocavano a prendere in giro qualcuno dello staff.
"Si può sapere che state facendo?" Si voltarono e risero. Poi mi dissero di tacere. Alfredo mi prese per mano e mi potò in una stanza.
"Si può sapere dove mi stai portando, Alfri?" Gli dissi. Continuava a ridere insieme a Ren. Ma che stavano escogitando?
Potevo intuire qualcosa dal fatto che Ren era rimasto nell'altra stanza a fare da 'palo' e che mentre mi portava in un'altra stanza, notai una scritta.
'GOTCHA'. PRESO.
Che diamine state facendo voi due, si può sapere?" Mi irritava essere all'oscuro di qualcosa. Soprattutto se c'ero in mezzo io.
Alfredo mi disse di tacere e mi chiuse in uno stanzino buio. Cercai di aprire la porta, ma poi sentì dall'altra parte sussurrare qualcosa.
"Ron, stai al gioco ti prego."
"Chi è la vittima..?" Alfredo mi parlava da dietro la porta.
"Bieber." Allettante come scherzo. Incominciai a stare al gioco, anche se non avevo capito qual'era il mio scopo.
Sentì dei passi e delle voci. Saranno state Ren e Alfredo. Incominciarono ad urlare e sbraitare qualcosa del tipo "è scomparsa, non sappiamo dov'è, non la trova nessuno!"
Ecco a cosa servivo, IO.
Ero il 'traguardo', diciamo così. Sentì il cellulare vibrare, lo presi. Ero connessa a internet, chissà come mai.
'Chatlog: Jswag ti ha inviato una richiesta di chatting.'  Chi sarebbe mai stato? Chi mi avrebbe mai inviato una richiesta di chatting? Non ne feci conto e l'accettai.
Per il momento non mi rispondeva nesssuno, poi tutto d'un tratto aprirono la porta e buttarono dentro qualcuno che andò a finire su di me.
Eravamo COMPLETAMENTE appiccicati l'un l'altro.
Sentivo il cuore battere, ma non me ne capacitavo. Non riuscivo a capire chi mi fosse caduto addosso.
"Si può sapere chi sei?" dissi sussurrando.
"Ronnie..?"  Come avrei potuto rispondergli? avevo il suo fiato che ostacolava il mio battito cardiaco e il mio regolare respiro, avevo lui che continuava a tenere le sue dannate mani sui miei fianchi. 
"Justin..?" Finalmente riuscì a parlare.
"Perchè sei qui?" Sentivo le sue labbra muoversi ad un passo dalle mie. Non le toccava, quasi le sfiorava. Era come se stesse sfiorando il mio cuore, ma con delicatezza.
"Potrei farti la stessa domanda."
"Perchè siamo così dannatamente vicini, eh?"
'Oh no Bieber. No, queste domande non le accetto. Il mio cervello è ancora in tilt per il tuo corpo così vicino al mio.'
 pensavo senza freni.
Cosa avrei dovuto fare? tutto d'un tratto sentì la sua fronte posarsi contro la mia e le sue mani scivolare dietro la schiena. Aveva una voce così dannatamente sexy che.. quello che sto per dirvi sarebbe censurato!
"Senti, scusami per come mi sono comportato. è solo che..Dio, abbracciami." Mi strinse a se. Rimasi scioccata. Ma di brutto, eh.
Cosa era successo? Cosa era cambiato in lui? e questi sbalzi d'umore?
Stava di fatto che posai la testa sulla sua spalla e misi le braccia intorno al suo collo. Era dolce quel momento. Forse sarebbe stato il primo e l'ultimo.
E forse è vero.
La felicità mi colpì, come un treno su un binario.





Swaggy's space.


I'm here, baby!

Scusate, scusate, scusate.
Non ho avuto tempo di postarvi il capitolo, perchè ero MOOOOLTO impegnata.
Sono una ragazza impegnata io, eh. u.u
I'm serious, è PENOSO a dirla tutta.
SOno due ore che lo sto scrivendo e.. più lo rileggo, più vedo che non mi piace.
Non è vero, lo sto publicando senza leggerlo perchè non voglio rileggere i miei orrori >.<
Ora vado, mi aspetto almeno una vostra bellissima recensione. *-*

Un bacio, Jes.




I'm out, now.
  
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