Era così che funzionava tra di noi.
Ed era così che probabilmente
avrebbe sempre funzionato se tu non avessi deciso di
finirla.
Ci facevamo del male, un male che sapeva
d’amore e di miele. Ma che in fondo era sempre male. Forse il più naturale, il
più istintivo. Il male inevitabile, animalesco e primordiale. Ma
unico.
Perché quando tu mi prendevi tra le
braccia e poi mi strizzavi un fianco con la mano, era stupendo. Ma quando, pochi
minuti dopo, te n’eri già pentito.. era atroce.
Stai bene? - Sì, tranquilla.
Baciami. – Sei sicuro che vuoi farlo? – Non voglio farti del male. –
No.
Era così che funzionava. Non potevamo stare insieme,
ma continuavamo a toccarci.
Sapevamo che non avrebbe mai
funzionato, sapevamo che era tutto inutile, sapevamo che non importava quanti
baci e sospiri riuscivamo a rubarci.. noi non saremmo mai stati capaci di farci
solo del bene. Ma continuavamo a
farlo.. consapevoli che un attimo dopo sarebbe stato
peggio.
L’unico bene che conoscevamo insieme
era quello dei gemiti, della bocca e delle mani.
Tu puoi fare quello che vuoi. - No,
non è vero. Non posso.
Il bene sussurrato, spezzato dagli
ansiti e dai pensieri confusi e interrotti.
Ci siamo illusi per tutto questo
tempo che la fine fosse lontana, che potevamo rimandarla per un bacio o una
carezza.. ma alla fine, questa maledetta conclusione è arrivata, improvvisa come
l’acqua gelata del mare quando qualcuno ti tuffa in acqua improvvisamente, senza
che tu lo voglia.
E proprio come le onde ghiacciate,
questa fine mi ha spezzato il respiro e mi ha lasciata immobile, quasi annegare,
senza via di scampo.
Io non ce la faccio più, te lo
giuro. Sono vuota, sono marcia dentro. – Ti prego non dire
così.
Non sai quanto avrei desiderato
poterti tenere con me per sempre, come un peccato nascosto, o anche come il mio peccato nascosto, se
preferivi.
Ma invece hai scelto, e hai avuto il
coraggio, di dare un taglio netto a questa relazione malsana che però, e
nonostante tutto, è stata l’unica cosa che mi ha mandata avanti in questi
mesi.
Come fai a dirmi ancora queste
parole dolci? – E’ il ricordo di te, di noi che mi spinge a
farlo.
C’è stato un periodo, durato una
settimana o poco più, in cui ho davvero creduto che tra noi potesse nascere
qualcosa di concreto.
Il periodo in cui mi chiamavi amore,
quello in cui mi baciavi davanti a tutti senza vergogna, quello in cui, quando
ti chiedevano se effettivamente stavamo insieme, non eri capace di dire di
no..
Ma poi quel periodo è finito,
proprio qualche giorno fa.
Non preoccuparti, puoi allontanarti
se non vuoi che ci vedano insieme. – Non
m’importa.
“Io voglio chiudere questa storia
perché il pensiero che tu mi ami e io non ci riesco, mi brucia dentro. Lo faccio
per il tuo bene, soffriresti di più dopo. E non riesco a baciarti senza sentirmi
il colpa, ormai. Tu meriti di meglio e lo sai, sei speciale. E non mi
dimenticherò mai di te.”
Era così che funzionava tra di noi,
prima che tu tagliassi tutto, e mi spezzassi tutto
dentro.
Scusate per questo sfogo senza senso.
Stefania.