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Autore: aXa 22    05/04/2012    9 recensioni
No Lemon, No Yaoi. Shonen-ai breve, dedicata al rapporto tra Goku e Vegeta. A parlare sarà quest'ultimo, una riflessione su di un avvenimento preciso che il sayan riporta alla memoria. FF introspettiva ed incisiva, dedicata a chi (come me) non è in grado di concepire le Yaoi se uno dei personaggi principali è Vegeta, ma che comunque riflette su alcuni elementi del manga in modo alternativo ed un pò duro.
cit. Credi che io sia stupido? Ti ho visto ieri sai, mentre mi guardavi. Erano occhi diversi dal solito, mi fissavi come un bambino, dentro alle tue iridi ho colto uno strano guizzo luminoso che speravo di non trovare al nostro ritorno sulla Terra. L’avevo già visto quando ti sei ucciso per salvarci da Cell. Per salvarmi. Sei patetico! Mi hai toccato. Hai osato toccarmi! E io ho capito dal tuo battito irregolare che qualcosa non andava...''
Genere: Introspettivo, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Goku, Vegeta | Coppie: Goku/Vegeta
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Dragon Ball, Goku, Vegeta e tutti gli altri personaggi sono proprietà di Akira Toriyama. L’intreccio qui descritto invece rappresenta copyright dell’autrice, pertanto NON è ammessa altrove la citazione totale né parziale di tale scritto, a meno che non sia stata DA ME (22volteME) autorizzata tramite permesso SCRITTO. Grazie.




Non so cosa mi sia venuto in mente quando ho composto questa breve ff.
Nonostante io non sia proprio il tipo di persona che scrive Shonen-ai, questa breve composizione è nata da sé.
Non sarà Lemon né a rating rosso. La mia visione sarà molto più casta, molto più incline a ricalcare i personaggi del manga ed a valutarne i comportamenti. Mi auguro possiate apprezzarla.
Buona lettura!
 
 

 



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“Cosa stai facendo? Non lo fare!”
“Non fare cosa?”
“Lo sai. Lo sai, non fingere con me! Non ti permettere!”

 
Non lo devi fare!
Non potrei reggere anche quest’affronto. Credi che io sia stupido?
Ti ho visto ieri sai, mentre mi guardavi. Erano occhi diversi dal solito, mi fissavi come un bambino, dentro alle tue iridi ho visto uno strano guizzo luminoso che speravo di non cogliere al nostro ritorno sulla Terra. L’avevo già visto quando ti sei ucciso per salvarci da Cell. Per salvarmi. Un'altra cosa che non potrò mai perdonarti.

E ieri ti ho sentito dire agli altri che senza di me non te la saresti cavata contro MajinBu. Sei patetico! Sai che vinceresti anche senza di me, ma tu insisti nel sostenere il contrario. Affermi che senza il mio pensare e la mia forza, non te la saresti cavata perché io ti do fiducia e speranza.

"Ma che stai blaterando? Ancora con questa storia? Fiducia? Speranza?"

Mi sono stancato delle tue occhiate allusive e sentimentali. Le ho viste sai, per chi mi hai preso? Le ho notate eh. Non sono stupido! Dentro il corpo di quel mostro rosa e gommoso, ti sei fatto avanti e mi hai toccato. Hai osato toccarmi! Hai osato avvicinare il tuo viso al mio! Spalla contro spalla, muscoli contro muscoli, pelle contro pelle. Sudore e respiri. Hai osato toccarmi e non mi sono negato, ho ingoiato l’irritazione, ma poi ho capito dal tuo battito irregolare che qualcosa non andava. Era come sentirsi vivi, vero?
Ho pensato alla battaglia, ma tu… tu non ti agiti mai a quel modo quando combatti, non così.
Sono stato colpito, sono svenuto e mi hai soccorso. Mi hai fatto scudo col tuo corpo, impedendomi di morire dentro a quel mondo estraneo. Mi hai protetto e hai osato toccarmi di nuovo. Il tuo petto contro la mia schiena, le tue mani sulle mie, la tua voce che mi chiamava, invitandomi e pregandomi di resistere.
Lo so cosa pensi. Lo so cosa provi. Ma io non sento le stesse cose.
Cosa credi? Che io non abbia notato i tuoi sguardi? Che io non abbia mai notato i tuoi sorrisi? Il tuo modo di sorridermi?
Anche Bulma mi sorride così quando varco la soglia della camera da letto, ma dopo quel sorriso lei m’invita tra le sue gambe. Se mal volentieri accetto i suoi di sorrisi, come pensi di vincermi con i tuoi? Se mal volentieri ho accettato di restare sulla Terra perché ora ho qualcuno da proteggere, come pensi che io possa stare anche con te?
So cosa pensi. So cosa provi, ma io non sento le stesse cose e non accetto tutte le attenzioni che mi rivolgi. No, non le accetto.
Ti stai forse prendendo gioco di me? È mai possibile Kakaroth, che ti sia davvero venuto in mente che io possa amarti?
Nel mio pianeta d’origine una cosa del genere era un affronto, un’onta punibile con la morte. Gli uomini non si amavano, si uccidevano, si calpestavano.
Sai che non posso ucciderti, è forse per quello che mi sfidi di continuo? È per quello che mi tocchi e che mi salvi la vita? È per quello? Non hai forse una moglie e due figli a cui badare? Perché non ti occupi di loro anziché di me? Perché non ti alleni con Gohan anziché venirmi a cercare? Perché non colmi il vuoto che lasci al talamo di tua moglie?
Lo ammetto: mi è piaciuto sentirti vicino. E forse, forse anche contro la pelle. Ma non è come credi.
Sono un sayan, per quelli come me è normale mischiarsi al sudore ed al sangue degli altri sayan. È una cosa che viene naturale. Molto naturale. Un po’ come mordere la spalla alla compagna che ti sei scelto quando è arrivato il momento di accoppiarsi. Accoppiarsi, sì perché siamo come gli animali. Abbiamo istinti dentro che ci marchiano a fuoco sia l’anima che il ventre, e non possiamo mutarli. Possiamo solo placarli od obbedire ciecamente al richiamo naturale che ci investe, tutto qui. È molto semplice.
E allora tu… perché non ti controlli? Perché non vuoi controllarti? Perché osi avvicinarti di continuo a me?
Dentro al corpo di MajinBu ho dovuto urlarti dietro per non farti avvicinare. Smettila, smettila! È assurdo e lo sai perché? Perché avrei voluto sentire ancora il tuo calore. E ciò è male.
Lo sai cos’altro è male? La tua commedia. Quella che ogni giorno metti in scena, fingendo che ti interessi quella Chichi. Ti fai abbracciare e baciare in pubblico, una cosa che non sopporto. Lì, in quei momenti, sale la rabbia e mi torni a fissare con dubbio e desiderio.

"Ma cosa stai facendo?"


E allora perché, perché anche adesso stai cercando la mia di bocca?
La mia perversa, pazza ed isterica gelosia, quella che nascondo ogni giorno, quella che occulto come una malattia che debilita, mi sta rendendo debole. Sì, sono geloso di te e me ne sono accorto per caso. Tipicamente sayan anche questo. Odiarti e volerti anche se sei un uomo. Cazzo, è un incubo!
Tra le tue braccia forti, il mio orgoglio è esploso, la mia prigionia mi ha reso improvvisamente lucido e ti ho mandato al diavolo.
 
“Smettila di venire a cercarmi! Devi smetterla! Hai capito?”
“Non ci riesco. Non posso”
“Non puoi o non vuoi?” ti ho urlato addosso, spingendoti contro una roccia, frantumandola. “Dimmelo!”
Mi hai guardato in viso e hai allungato le mani per posarle sulle mie spalle. Ti ho respinto ancora, ti ho spinto di nuovo e tu ti sei lasciato colpire.


Maledizione! Che il diavolo ti porti! Perché lo fai, eh? Perché?
Sono come una bomba ad orologeria, lo sai. E tu insisti. Ti diverti a solleticare i miei ingranaggi esplosivi.
Non cederò mai. Non cederò più, non più.
Ti ho accontentato ieri, sì. Mi sono lasciato baciare.
 
“Sei contento, ora? Adesso puoi andartene prima che mi venga voglia di ucciderti?”
Mi hai sorriso pago. “Ora me ne vado” hai detto, sistemandoti la tuta ed abbozzando un altro riso compiaciuto "Me lo farò bastare"


Te ne sei andato. Hai obbedito e, sul momento, mi sono sentito più sereno e sollevato.
Ma sai cos’è male, adesso?
Ho ancora il tuo sapore sulle labbra. So di te.
Non riesco a cavarmelo di dosso. E ti odio per questo, ti odio con tutto me stesso e odio anche quell' irragionevole parte del mio cervello che ti ha permesso tanto, perché ho ceduto, perché ti ho concesso di osare, di insinuarti nella mia bocca proprio come di solito fa la mia donna.
Un istante, solo un istante è durato.

"Maledizione, avevi detto che non avresti osato tanto!"

Avevi detto che ti saresti limitato ad un casto contatto, fugace e brevissimo. Mi hai mentito! Traditore!

Hai mentito. E ti odio, odio anche me perché come apprezzo i baci della mia compagna, ora mi ritrovo a pensare che ho apprezzato anche il tuo ardire. E così, mortifico la mia carne nella GravityRoom. Mi spaccherò le ossa, mi ammazzerò lì dentro se sarà necessario e mi caverò di dosso il tuo pensiero, il tuo calore, il tuo sorriso.
Ti odio, per la miseria! Ho ancora il tuo sapore sulle labbra ed è insopportabile sapere che non se ne andrà. So che nonostante gli sforzi e la mortificazione, non riuscirò a perderlo.
So ancora di te.

So di te. E forse... forse, non mi dispiace.

 
Fine.
   
 
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