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Autore: keiko_chan86    05/04/2012    4 recensioni
”quando hai iniziato a sentirti, definirti padre?!
Forse quando ti sei tuffato in mare per salvarlo o forse quando l'hai visto allontanarsi, salpare verso una nuova avventura, senza di te pronto a proteggerlo.
Questi ragionamenti non sono da te.”.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Sanji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Eiichiro Oda; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.


Finalmente dopo parecchio tempo ecco la storia con cui avevo partecipato al contest "Sotto un cielo così azzurro"
(
http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=9821262 )

 


Autore: keiko_chan86
Titolo della storia: Semplicemente: Grazie.
Fandom: One Piece.
Citazione: Il cielo sarebbe monotono se fosse tutto blu, no? Sono le nuvole sparse qua e là che fanno sì che non ci stanchiamo mai di guardarlo. (Angel Heart #45, Tsukasa Hojo)
Rating: Verde.
Genere: Introspettiva; Malinconico.
Tipologia: One-Shot.
Avvertimenti: Nessuno.
Introduzione: ”quando hai iniziato a sentirti, definirti padre?!
Forse quando ti sei tuffato in mare per salvarlo o forse quando l'hai visto allontanarsi, salpare verso una nuova avventura, senza di te pronto a proteggerlo.
Questi ragionamenti non sono da te.”.

Note dell'autore: Nella storia viene preso il passato “misterioso” di Sanji come elemento che ne causa la sua malinconia/tristezza. Su ciò che accadde realmente a Sanji prima che Zeff lo incontrasse, il sensei Oda non ha mai detto nulla.
Non si sa se prima è successo qualcosa, ma nella mente dei fans si sono scatenate diverse teorie.
Io non faccio riferimenti a nessuna teoria ne accenni a possibili avvenimenti che possono essere successi. Semplicemente credo che Sanji nasconda qualcosa e senza approfondire l'argomento nella fanfic accenno a ciò.
Piccolo appunto sul titolo.
Sono negata a trovare quelli giusti e nemmeno sono molto certa di questo, ma non trovo parola più adatta per esprimere ciò che vorrebbero dirsi Sanji e Zeff.




 

Semplicemente: Grazie.

 

La mano scorre lenta, allacciando attentamente ogni singolo bottone della casacca bianca. Poni sul capo la toque di dimensioni spropositate, un'occhiata allo specchio per sistemarti bene le trecce ai baffi, ancora un ultimo ritocco ed esci dalla tua stanza.
Mentre cammini per dirigerti al piano inferiore il rumore dei tuoi passi si propaga per il corridoio, producendo due differenti suoni, uno più sordo causato da quella gamba di legno. Camerieri, cuochi e i clienti abituali ti salutano con rispetto, mentre gli altri ti osservano con attenzione provando un’istintiva riverenza nei tuoi confronti.
Entri in cucina, il tuo regno e lasci che il tempo ti scorra addosso, mentre prepari piatti prelibati, da vero artista. Ed è proprio in questo luogo che la nostalgia si fa sentire maggiormente.
Lo vedi girare per la stanza, indaffarato, sempre vestito a puntino; vedi quel giovane uomo sorriderti, mentre orgoglioso ti porge la sua zuppa, lo vedi grande mentre t’insulta, rivivi quelle assurde litigate e le poche volte che parlavate senza insultarvi.
Sorridi leggermente concentrandoti sul tuo lavoro.


La tua vita stava andando per la direzione voluta e senza intoppo che tu non potessi sistemare in pochi secondi, finché un moccioso arrogante non si è messo sulla tua strada.
Era un arrembaggio come gli altri. Una nave piena di turisti, una preda appetitosa e facile da colpire. Come da programma nessuno degli ufficiali della nave aveva provato a fermarvi, stavate per andarvene quando un moccioso brandendo dei semplici coltelli da cucina aveva avuto la sfrontatezza di affrontarvi, affrontare voi, dei pirati, per difendere il suo sogno. A peggiorare le cose l'arrivo di una tempesta così forte da distruggere un vascello. Poi un tuffo in mare ed infine una “vacanza” costretta su un angolo di terra deserto senza nulla da offrire.
Dove era andato l'attacco pianificato?! Dove era finito quel colpo così semplice?!
Le cose avevano preso un'insolita piega ed ora ti trovavi ad affrontare una decisione che ti avrebbe cambiato la vita definitivamente.
Per due giorni osservasti il cielo chiedendo forse a lui una soluzione. Sei un pirata e non credi che ci sia più di un semplice effetto ottico, una rifrazione della luce solare nell'atmosfera, che da quel colore azzurro. Ma lo osservasti, esaminandolo, guardasti quelle nuvole e improvvisamente tutto ti sembrò così chiaro.
In ogni nuvola potevi vedere raffigurata un'azione, ogni avvenimento inaspettato, ogni cambiamento avvenuto nella tua vita. Il sereno e la tempesta, tutta la tua esistenza era li, davanti a te disegnata nel cielo.
Osservasti alcune nuvole più scure che coprivano il sole, le osservasti mentre il vento le spostava riscoprendo così un blu ancora più intenso.
Era tutto così chiaro, cristallino.
La scelta era presa, ora non ti restava che mentire e lasciare il sacchetto con le provviste al moccioso andandotene dall'altra parte dell'isolotto. Ti prendesti ancora un attimo, ancora un istante per salutare l'uomo che eri.
Sollevasti quel masso e...

[ « Così finisce la storia di Zeff “piedi rossi”! » ]

Non ti sei mai pentito. Nemmeno per un secondo.
Hai detto addio al pirata Zeff “piedi rossi” per sempre ed hai dato inizio una nuova vita, che in quel momento nemmeno eri sicuro poteva esserci, per quanto nel tuo cuore ci speravi.
Per settanta giorni rimasi lì ad attendere, riflettendo. Ancora una volta ti trovavi a pensare al tuo sogno, non l‘All Blu, uno molto più piccolo se pure ambizioso anch'esso, promettendoti che se fossi sopravvissuto, avresti usato quell'ultimo bottino per esaudirlo.
Si, avresti aperto un ristorante in mezzo al mare.
Quando il moccioso ti raggiunse e scoprì che nel tuo sacco vi erano solo gioielli, quando capì che eri senza una gamba e che avevi lasciato a lui tutto il cibo, scoprendo così ciò che avevi fatto per salvarlo subito decise di aiutarti nella realizzazione di quel sogno.
Ancora quindici giorni e poi finalmente la salvezza e l'inizio della concretizzazione del ristorante sul mare.

 

Osservi il salone, fin troppo tranquillo per i tuoi gusti. Trovi ancora strano non vederlo provarci con ogni cliente donna o prendere a calci qualcuno, solitamente l'accompagnatore della dama che cercava di rimorchiare.
Con passo deciso esci dal locale ed appoggiandoti alla balaustra volgi lo sguardo verso l'alto. È una giornata limpida ed il cielo sembra più azzurro e splendente del solito.
L'ultima volta che hai visto la stessa tonalità d’azzurro stavi osservando due scorci di cielo su un faccino pieno d’arroganza che ti insultava. Normale routine, questo è sempre stato il vostro modo di comunicare, insultandovi, urlandovi contro e a volte persino combattendo.
Orgogliosi e testardi. Così simili eppure completamente agli opposti.
I tipici padre e figlio.
Ma quando hai iniziato a sentirti, definirti padre?!
Forse quando ti sei tuffato in mare per salvarlo o forse quando l'hai visto allontanarsi, salpare verso una nuova avventura, senza di te pronto a proteggerlo.
Questi ragionamenti non sono da te. Non t’importa scoprire l'esatto momento in cui siete diventati una famiglia, lo siete e questo è l'importante. Anche se non ti ha mai detto tutto sul suo passato, su ciò che accadde prima del vostro incontro, se pur non avendo mai insistito per fartelo rivelare, era doloroso vederlo chiudersi nei suoi pensieri. Vederlo crescere con quell'ombra sempre dietro di se.
Lo guardavi crescere, facendo del tuo meglio per educarlo in maniera corretta.
Eri, sei, un pirata, non sapevi minimamente come fare il padre. Ti trovasti incastrato in un ruolo che non avevi chiesto.
Eppure quando quegli occhi brillavano, splendevano sapevi che era felice e inspiegabilmente anche tu lo eri, ma appena li vedevi rabbuiarsi il tuo cuore naufragava.
Come un “vero” papà.
Il sole ti abbaglia e chiudi gli occhi.

 

L'entusiasmo del moccioso appena vide il ristorante pronto. Il suo sorriso mentre si dichiara grande. L'arrivo dei nuovi cuochi. I primi clienti. Sanji che prende a calci un altro cliente. Una vostra litigata. Un assalto di pirati.
Quegli occhi, quel cielo perennemente coperto dalle nubi.

[ « Moccioso alza lo sguardo! »
« Eh?! »
«
Il cielo sarebbe monotono se fosse tutto blu, no? »
« ... »
«
Sono le nuvole sparse qua e là che fanno sì che non ci stanchiamo mai di guardarlo. »
« Vecchiaccio che diamine ti sei bevuto?! » ]

 

Sospiri osservando il punto dove una volta vi era attraccata la sua imbarcazione.
Indubbiamente sei preoccupato, il non sapere dov'è, se sta bene, cosa sta facendo in questo momento ti riempiono il cuore d’ansia. Mille domande ti rimbombano nella testa senza una risposta.
Una cosa però la sai per certo; è felice.
Ridacchi ricordando gli elementi che compongono quella ciurma.
Riesci persino a vederlo ora.
Sicuramente ha preparato qualcosa di buono per quella ragazza dai capelli arancioni e glielo sta portando fluttuando, atteggiandosi da vero damerino. Lo immagini parlare e ridere con i suoi nakama e lo vedi indaffarato preparare numerose portate per il suo capitano. Riesci addirittura a sentirlo urlare e senti il suono dei calci che sferra. Di certo non avrà tempo per annoiarsi con i compagni che si ritrova.
Questo pensiero ti rassicura.
Prendi un'altra boccata d'aria fresca, mentre paziente aspetti il giornale.

 

Lo guardasti da lontano andare via. Non ti salutava nemmeno, semplicemente s’incamminava verso la barca che avrebbe dato inizio alla sua grande avventura, alla realizzazione del suo sogno.
Fu spontanea quella frase, quella raccomandazione così paterna e banale eppure così insolita nel vostro atteggiarvi da duri che fece crollare le vostre barriere. Le lacrime iniziarono a scendere lungo le guance. Lo guardasti mentre ti ringraziava, mentre tutti i cuochi in lacrime lo salutavano.

[ « Un giorno ci rivedremo! Addio, brutti musi! » ]

Da quel giorno non hai smesso di osservare l'orizzonte nell’attesa del suo ritorno.

 

Inserisci la moneta nella casettina che porta al collo ed afferri il giornale che il gabbiano si è deciso finalmente di portare. Prima di entrare gli dai una scorsa e scoppi a ridere nel vederlo.
Rientrando allegro nel locale chiami gli altri cuochi a raccolta nel salone principale iniziando a leggere a voce alta in modo che tutti, anche i clienti, possano sentire. Con tono solenne scorri le righe dell'articolo che parla degli eventi avvenuti ad Enies Lobby per opera della ciurma dei “mugiwara” e trattenendo una risata mostri il manifesto di
tuo figlio.

[ « Ora i nomi di quella ciurma saranno conosciuti ovunque... e lo sarà pure questa taglia! » ]

 




Citazioni:

 

Così finisce la storia di Zeff “piedi rossi”! - One Piece – volume 7 – Zeff.

Il cielo sarebbe monotono se fosse tutto blu, no? Sono le nuvole sparse qua e là che fanno sì che non ci stanchiamo mai di guardarlo. - Angel Heart #45 - Tsukasa Hojo (come richiesto dal contest)

Un giorno ci rivedremo! Addio, brutti musi! - One Piece – volume 8 – Sanji.

Ora i nomi di quella ciurma saranno conosciuti ovunque... e lo sarà pure questa taglia! - One Piece – volume 45 - Zeff.

  
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