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Autore: Chocolatewaffel    05/04/2012    1 recensioni
Per chi ha letto "Katharin Kimmel, una ragazza come tante" questa sarà semplicemente una riscrittura, più completa. In ogni caso spero che darete lo stesso un'occhiata veloce.
Tratto dal quinto capitolo: "TOM: tu pensi che io sia un egoista, insensibile, puttaniere senza cuore, vero? Beh sai una cosa. E' vero sono un egoista di merda però tu lo sei più di me, e sai perché? Perché quella che si ostina a farci soffrire entrambi sei TU! Quella che deve crescere sei TU! TU non io! Sei tu quella che deve superare quello schifo di passato per poter essere felice.. con me. CAZZO KIMMEL IO TI VOGLIO E TU VUOI ME! Perché devi creare altri problemi?
La voce della ragazza era resa insicura da un groppo alla gola, non voleva piangere lì, davanti a lui"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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kat 2


                                                             
                                                                                         
               
                             - Girasoli -

".. e così ieri mi ha invitato ad uscire. Ma io non ho accettato, oh no! e poi, sai un'altra cosa?" Approfittando dei dieci secondi di silenzio che servivano all'amica per riprendere fiato, con una scusa, raggiunse il suo nuovo amico. Quel giorno c'era qualcosa di strano. Se non si ricordava male i Kaulitz non erano mai andati d'accordo coi ragazzetti dell'undicesimo e del dodicesimo anno e allora, perchè ora erano con loro?
Era stato proprio quello il giorno in cui comprese cosa significasse essere perseguitati da delle cime di rape.

Da quel che si ricordava, Irina era sempre stata una grande chiacchierona, le sarebbe piaciuto poterla rivedere o, almeno, risentirla..
Sì, i fiori erano sicuramente per lei. Probabilmente non si ricordava nemmeno dei fiori preferiti di sua zia, anzi, forse non glielo aveva neanche mai detto.
Però, chiedere non le costava nulla.
Sorrise debolmente ed indicò i fiori con un lieve cenno del capo "E quelli.?"
Bill seguendo lo sguardo della ragazza notò i fiori che aveva in mano e un sorriso leggermente imbarazzato gli fece piegare le labbra verso l'alto "Questi? Sono per tua zia."
Mistero svelato.. "Quindi, sei tu che le porti i fiori ogni anno?"
.. o forse "No".
Com'era possibile ".. No?.."
Gli angoli della bocca del cantante si sollevarono ulteriormente "No, mi ha mandato mio fratello.."
Sgranò gli occhi sorpresa e completamente destabilizzata "T-tuo fratello? No, non ci credo. E' troppo egocentrico per fare una cosa del genere!"
Il sorriso non accennava a voler lasciare le labbra del giovane, però il tono si era abbassato notevolmente "Non è vero. E lo sai."
A questo punto la domanda non poteva non sorgere spontanea "E, allora, perché ora ho davanti te e non lui?"
Bill la guardò dolcemente per qualche secondo per poi sciogliersi in uno dei suoi adorabili sorrisi.
Quei sorrisi che non potevano far altro se non metterti di buon umore. Quei sorrisi veri che rivolgeva solo alle persone che ne considerava degne e lei, una volta, faceva parte di quel gruppo. Anzi era la simile ad un membro onorario del fanclub "sorriso di Bill".
"Mi ha mandato lui. Oggi stava troppo male. Non sai che fatica che ho fatto per dissuaderlo dall'andare lo stesso, l'unico modo è stato quello di promettere di andarci io stesso."
Dalle labbra della rossa riuscì ad uscire solo un "ah" bisbigliato con voce leggermente arrochita dal sua travaglio interiore.
Vedendo che la sua vecchia amica non aggiungeva altro Bill riprese la parola. "Mi sei mancata sai, anzi, ci sei mancata." Soprattutto a Tom.
Tom, solo sentirne il nome le provocava migliaia di brividi d'eccitazione lungo la schiena, almeno quante erano le fitte di paura allo stomaco.
Se non si ricordava male per lui il cuore iniziò a palpitarle subito. Bill lo considerava un vero e proprio colpo di fulmine. Peccato solo che non fosse corrisposto anzi, nonostante condividessero la stessa classe e lo stesso migliore amico non si rivolgevano quasi mai la parola, non si salutavano nemmeno. Questo per lo meno fino a quel giorno..

"Come conquistare un ragazzo". Pag 23 di "Bravo".
Fase numero 1: attirare la sua attenzione.
Doveva riuscirci, a costo di prendere un 5 lei doveva riuscire a conquistarlo e quello, sembrava il giorno ideale per mettere in atto il suo piano.
L'amico si era fermato per avvertire il fratello che quel giorno sarebbe rincasato un po' più tardi del solito. Quello era il momento giusto. Doveva farsi notare. Per ora bastava che riuscisse a salutarlo senza fare figuraccie.
"Hei Bill! Kat..". Sapeva il suo nome, questo era già un grande passo avanti ora toccava a lei. Doveva rispondere al saluto.
"C-c-c-c-c-c-c-c-CIAO!".
I due fratellini stavano confabulando tra loro quando l'urlo della ragazzina non rischiò di romperli i timpani. Si girarono allibiti  a guardarla e notarono che aveva assunto un bel colore scarlatto e sorrideva soddisfatta. "Ma sei normale?".
Ok, forse la fase uno non era andata proprio a buon fine.

Tom.. Tom lo aveva notato appena entrata in classe. Lo trovava.. Diverso. Tanto per cominciare non era a fare gruppo con quei due giganti semi-pelati che erano sul bus con lei e che iniziavano a ridere solo nel guardarla..
Cos'altro c'era di diverso in lui? Tutto, a partire dai capelli, dai vestiti, dal modo di camminare, dallo sguardo e da tantissime altre cose. Peccato che non le avrebbe mai rivolto la parola.
Lei non era propriamente una di quelle che sarebbero mai riuscite ad attirare le sue attenzioni.
Si può ben immaginare la sorpresa che aveva provato quando aveva scoperto che lui era il fratello di Bill. In realtà avrebbe potuto fare 2+2 e arrivarci prima. Insomma sul bus erano sempre seduti vicini, nonostante lo stile erano molto simili e poi erano spesso insieme, da soli ma insieme.
Forse se anche
con Tom avesse avuto lo stesso legame che aveva con Bill le cose sarebbero andate diversamente.. No.. Tom era, anzi, è fatto così e non cambierà mai.
Uno sguardo che cercava disperatamente di sembrare più forte di quello che era si specchiò negli occhi nocciola del ragazzo , comunicandogli molto più delle parole "Mpf, non credo, sai?"
" Dovresti..  Kat, è passato molto tempo, pensavo che fossi riuscita a perdonarlo.."
"Difatti.. Bill.. Preferirei non parlarne..". Aveva spostato lo sguardo quasi infastidita. Quel contatto la stancava, quegli occhi erano troppo simili ai quelli di Tom.
".. senti, ti va di andare a prendere un caffè? Giusto per parlare un po' dopo tanto tempo.. come due buoni vecchi amici che si ritrovano dopo tanto tempo.."
Kat come unica risposta si limitò ad annuire debolmente.
Tom, sentire quel nome le aveva riportato alla mente un'infinità di ricordi tra i quali l'inizio di tutto.


Quella era una giornata che procedeva particolarmente bene, soprattutto perché quelli del 12° anni erano in giro e quindi non c'erano molti bulletti, o per lo meno non quelli che li infastidivano di solito, per questo Bill quel giorno era particolarmente felice e continuava a parlare, cosa che faceva sempre, ma quel giorno era una cosa impressionante.Non si era fermato nemmeno mentre pranzavano nella mensa scolastica.
A dirla tutta però non si ricordava neanche uno degli argomenti trattati dal ragazzo, un po' per il tempo trascorso da allora e un po', buona parte, perché era troppo intenta a fissare Tom per stare ad ascoltare l'amico. Quel giorno anche il bel rasta li aveva onorati della sua presenza.
Irina invece era a casa con l'influenza. Poco male, l'avrebbe assillata nel pomeriggio del breve sguardo che le aveva dato Tom. Sembrava un'illusa? Beh, lo era.

Alla prima ora del pomeriggio al professore di scienze era venuta la brillante idea di fare una ricerca a coppie che poi avrebbero dovuto esporre.

"Allora, questa volta volevo fare qualcosa di diverso quindi ho pensato di farvi fare un approfondimento sul capitolo 4,5 e 6. Su questi capitoli poi dovete fare una presentazione al computer e poi esporla alla classe. Avrete un mese per finirla. Domande?"

Appena il professore finì di parlare un paio di compagni alzarono la mano con molta enfasi e dei sorrisi innoccenti, decisamente poco credibili, stampati in faccia.
Senza lasciare il tempo di parlare ai suoi alunni il professore si affrettò ad aggiungere la sua sentenza, nonchè condanna. 
"No, è ovvio che voi due non potrete stare in coppia insieme, le coppie le sceglierò io."
Lo sguardo annoiato del professore non ammetteva repliche ma, nonostante questo,
dei lamenti iniziarono a sorgere dalla classe. Mentre la classe faceva notare, in modo particolarmente rumoroso, il proprio disappunto per la scelta presa dal professore, il cuore di Katharin aveva iniziato a battere più forte.
E se fosse finita con lui?

"Vediamo un po', per le coppie seguiremo l'ordine del registro ossia: Bauer e Bender, Bender se non la smetti di fare quei gesti poco carini a Bauer ti faccio fare la ricerca da solo, Bernhaput e.."
Se non si sbagliava, ed era più che sicura di non sbagliarsi, seguendo l'ordine alfabetico lei sarebbe dovuta finire in coppia con..
" ..Kaulitz e Kimmel, Kimmel per l'amor di Dio cerchi di far entrare qualcosa nella testa del signorino Kaulitz, poi abbiamo.."
Ecco. Era stato in quel preciso istante che era cominciato l'inizio della fine del suo piccolo ed insignificante mondo.
"Bene, vi lascio gli ultimi 10 minuti per decidere come impostare il lavoro. Bernhaput per favore eviti di frignare, è abbastanza grande per poter fare coppia con una persona che non sia la sua amica."Dopo questo richiamo il professore alzò gli occhi al cielo borbottando qualcosa.
Le mani erano sudate, il cuore le batteva a mille, le sue capacità oratorie erano definitivamente andate a farsi benedire per non parlare del fatto che non riusciva nemmeno a guardarlo negli occhi per più di due secondi di fila, a essere sincere non riusciva neanche ad alzare lo sguardo dal suo quaderno. C'era sempre stato quel coniglio che ti salutava sullo sfondo della copertina?
"Beh, sembra che ci toccherà fare il lavoro insieme.. ". Tom si era seduto sulla sedia di fronte al suo banco e la fissava annoiato. Forse avrebbe dovuto dire qualcosa di divertente, bastava anche qualcosa di intelligente ma l'unico suono che uscì dalle sue labbra fu un mugugno insicuro.
Ancora si dava della stupida per quei versi che le erano uscito dalle labbra in segno di assenso.
"Bene, allora un giorno mettiti d'accordo con Bill, vieni da noi e facciamo questa menata. Ok?" Non stupendosi particolarmente del comportamento della ragazzina Tom si affrettò a concludere quel monologo.
Ma anche questa volta l'unica risposta che ricevette fu un flebile "mmmhh-h"
DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN
L'ora dopo l'aveva trascorsa guardando impazientemente l'orologio e, al suono della campanella, si era diretta velocemente a casa dell'amica.

Il cantante sorseggiò cautamente un po' del suo caffè e poi decise di rompere il silenzio che si era venuto a creare dopo l'argomento "Tom". Non gli piaceva il silenzio, lui preferiva di gran lunga il chiasso, la vita. "Allora, ora dove abiti?"
La ragazza soffiò cautamente sulla sua tisana e, dopo una breve pausa, si decise a rispondere "siamo tornati a vivere a  Kiel, e voi?"
"Un po' qui un po' in America. Siamo cittadini del mondo!". Cercò di riderci su ma ormai non poteva più negarlo. Iniziava ad essere stanco. Avrebbe tanto voluto capire dove fosse il suo posto, Amburgo? Berlino? Los Angeles? o Magdeburgo?
"Irina?" La domanda lo colse un po' alla sprovvista. Non si aspettava che alla fine si sarebbe decisa a parlare di sua spontanea volontà. "Chi?... Ah, quella che non chiudeva la bocca neanche per dormire. Non so, ho perso i contatti. Dei vecchi tempi ci sentiamo solo con Andreas.. Te lo ricordi?"
E chi se lo dimenticava..

Note
Mi spiace vedere che la storia non vi invogli a lasciare un commentino D: . In ogni caso ringrazio chi ha letto. alla prossima :)
  
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