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Autore: Carla Volturi    05/04/2012    3 recensioni
L’aria che respiriamo può portarci alla mente un ricordo di un evento particolare della nostra vita, un amicizia, un amore. E’l’aria, il sole, il mare a far incontrare Cecilia, giovane giornalista venticinquenne con Damiano, militare trentacinquenne.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un bacio grande da Carla.

CAPITOLO 13- I CONTI CON LA REALTA’


Saranno trascorsi cinque giorni da quando ho conosciuti Mirella? Si, lo sono. Nonostante Damiano abiti quasi sotto il mio stesso tetto, ho fatto di tutto per evitarlo, compreso non rispondere alla porta, quando sentivo il campanello bussare. Sapete che dispongo di un ampia balconata, non mi ci vuole molto a vedere chi mi cerca. Un paio di volte ho notato il suo volto scuro, forse è consapevole di aver sbagliato?. La cosa poco mi tange, sono io a dover essere arrabbiata no lui. Ciò che contesto a Damiano non è il suo matrimonio, ci mancherebbe altro se si è sposato ci sarà un perché…sono i suoi atteggiamenti che non mi vanno bene: prima la maglia, poi la spiaggia, il bacio ed infine quella serie di modi galanti, adoperati normalmente da un uomo che vuole conquistare una donna. Se il bell’ufficiale crede che io sia l’ennesima conquista tra una missione ed un’altra, bhè ha capito no male ma malissimo, non sono mai stata quel genere di donna, ne voglio esserlo. L’uomo giusto arriverà al momento giusto, non ho bisogno di gettarmi tra le braccia di nessuno. Non sono ne brutta, ne cosi sfigata. Vi dirò di piu’: sfigato è lui che a trentacinque anni si mette a fare di queste cose. E la moglie acidella? Ben gli sta!.
Anche stamane andrò ad aiutare Carlo al bar, ormai ci ho preso gusto, soprattutto quando si tratta di azzannare le tante pizzette poste nella vetrinetta del bancone. Sono sicura che manderò al fallimento mio fratello se continuerò di questo passo. Brando intanto studia la nuova mossa per il nostro bel barista: il dopo-Lisa. Nel giro di pochi giorni ha portato al bar un botto di ragazze, molte delle quali frivole. L’ho rimproverato per questo: e che facciamo, ci togliamo dai piedi una e ce ne mettiamo un'altra? E poi basta con queste ragazze che si infatuano dell’uomo gentile e romantico, qui si necessita di una con gli attributi. Una a cui Brando non debba cantare “bella stronza”.
Il vestitino bianco con fascia celeste è ciò che ci vuole con questo caldo, meglio un abito traspirante per combattere il sudore. Un goccino di profumo agli agrumi e capelli legati con elastico nero molto sottile. Ballerine ai piedi. Mi specchio: un bel po’ ci sono rimasta male per ciò che è accaduto. Volete la verità? Non so se si possa parlare di colpo di fulmine ma di certo il mio vicino di casa non mi è per nulla indifferente, ciò è ben visibile dai miei gesti…gesti chiari, spontanei e sinceri. Si i miei gesti sono chiari, spontanei e sinceri, ma i suoi? Io sono libera, lui no, ha una moglie a cui dar conto, indipendentemente da tutto.
Non so quali siano i sentimenti di Damiano nei confronti di Mirella e viceversa, dunque non mi va assolutamente di entrare nel loro rapporto, facendo la parte del terzo incomodo.
Cammino sul terrazzo, dando un leggero sguardo al tavolo, sul quale vi sono ancora delle stoviglie sporche. Me ne sono completamente dimenticata…pazienza provvederò dopo o se ne occuperà Brando. Mi chiedo: se ne occuperà Brando? Non credo, è cosi affaccendato con le sue conquiste estive che quasi perde la cognizione del tempo.
Volto verso le scale e mi imbatto immediatamente in Damiano. Sguardo serio e triste, temo che stesse venendo per l’ennesima volta da me. Faccio per superarlo, non riuscendoci, mi blocca con un braccio, la cui mano poggia contro il muro.
Inclina il viso: “Ti prego”.
Scuoto la testa: “No”.
Dobbiamo parlare”, replica, avvicinandosi leggermente.
Un mio passo indietro: “Potevi parlare prima, non credi?”.
Sorriso nervoso: “Si è vero, ma ascolta: i momenti trascorsi con te mi hanno fatto perdere lucidità”.
Sguardo indifferente: “E questo ti giustifica?”. Gli punto il dito contro: “Giovane, se pensi che io sia una delle tue tante ragazzine estive hai sbagliato palazzo…
Mi zittisce, alzando di poco la voce: “Ma come ti permetti? Ma per chi mi hai preso?”.
Affanno arrabbiata: “Ti ho preso per un uomo di trentacinque anni che fa lo scemo con una ragazza pur sapendo di avere una moglie a casa”.
Abbassa il braccio e porta la mano in tasca: “Numero uno: io non ci provo con tutte; numero due: io e mia moglie siamo separati da quasi due anni; numero tre: io con te non ho fatto lo scemo, ho provato delle emozioni fortissime e ho tentato in tutti i modi di viverti a pieno in questi giorni”.
Gratto la pelle della fronte, abbasso le palpebre: “Quello che dico io è: ma ti costava cosi tanto dirmi che eri sposato? Ci vogliono cinque secondi. Non mi hai lasciato neanche la facoltà di decidere se approcciarmi a te o meno”.
Non faccio a tempo a terminare la mia frase che percepisco il suo petto contro il mio. Il suo respiro diviene il mio. Sussurra sulle mie labbra: “Dimmi che è stato colpo di fulmine anche per te”.
Le pupille dei miei occhi si muovono incessantemente, senza controllo.
Il suo alito buono alla menta solletica la mia bocca. Voce sensuale la sua, a cui a stento riesco a trattenermi. Non mi sfiora, eppure ho come l’ impressione che mi stesse baciando, che mi stesse abbracciando. Che mi stesse semplicemente tenendo a se.
Dimmi che è stato colpo di fulmine anche per te”, afferma imperterrito per la seconda volta.
E cosa gli devo rispondere: si è cosi?  Sei il mio colpo di fulmine, ma mi hai fatta entrare in crisi quando ti ho visto con tua moglie. Dovrei dirgli che è un idiota, che avrebbe dovuto esser sincero sin da subito, che non avrebbe dovuto mettermi in imbarazzo quella mattina. Cosa dovrei dire, cosa dovrei fare?. Io vorrei solo fare mie le sue labbra carnose, aprirle e fare mia la sua essenza. Fare mia la sua passione, i suoi sentimenti. Mia la sua schiena percorsa dalle mie mani, mio il suo petto tonico e caldo. Mio lui, unicamente lui. E dopo, che ci sarà dopo? Molto spesso ho ribadito che chi si pone troppe domande rimane vittima dei suoi dubbi, ma in questo caso il mio “motto” poco vale. Posso anche baciarlo, averlo tra le mie braccia ma quel senso di delusione ed amarezza rimarrà comunque. Non me la sento, non mi va di vivere un bellissimo istante di pochi minuti, che verrà offuscato dai miei interrogativi. Non mi va per niente.
Mi scosto da lui, scendendo velocemente le scale.
Le sue mani afferrano i capelli scuri. Si flette sulle gambe e si gira: “Ti farò cambiare idea, te lo prometto”.
L’ osservo per un secondo. Sono cosi triste, delusa, non immaginavo sarebbe andata cosi. Non volevo che andasse in questo modo, eppure ora ci tocca fare i conti con la realtà.
  
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