Tra le tante cose che ebbi modo di scoprire in seguito di Simone, ce n’era una che
mi faceva proprio ridere: leggeva Harry Potter!
Ne venne fuori il discorso un
giorno in corriera: ormai l’uscita del primo film era imminente in Inghilterra
e sui telegiornali non si parlava d’altro. Anche lui
non stava più nella pelle.
-Scommetto che se fosse per te ti
accamperesti davanti al cinema già da adesso!- lo prese
in giro Iris, un’altra nostra amica del classico che stava chiacchierando con
noi. Io scoppiai a ridere… Dai, uno di quattordici
anni che leggeva Harry Potter... lo trovavo proprio assurdo!
-Sì, e allora?- ribatté lui punto
sul vivo -E’ bellissimo Harry Potter! Anzi, appunto per questo d’ora in poi mi dovrete
chiamare tutti così!
-Se
proprio ci tieni a fare la figura dell’idiota davanti a tutti, Harry…- continuai a provocarlo io,
soffocando altre risate. Lui aveva un’espressione strana, come tra il divertito
e l’indispettito.
-Ah sì, e allora sai che ti dico?
Che da adesso ti chiamerò Hermione! Hermione,
Hermione, Hermione!- cominciò a sogghignare.
Io non avevo la minima idea di
chi fosse questa Hermione, ma di certo non mi andava
giù il fatto che mi ci chiamasse, non mi sembrava un nome troppo simpatico.
-Dai, ce l’ho
già un nome!
-Lo so, Hermione!- rise di nuovo,
stavolta più forte, col chiaro intento di prendersi gioco di me.
Io mi arresi scuotendo le testa e lui mi sorrise trionfante. Quant’era carino…
No, basta! Mi ero ripromessa che
non avrei pensato più a lui in quel modo!
Anche se non
era minimamente facile…
-No, dai, a parte scherzi…
dovresti leggerlo. E’ proprio un bel libro. Davvero. Provaci, no?- proseguì, questa volta più serio.
-Non lo so… non mi interessa molto…
Ero convintissima che fosse la
storia di un orfano che viveva facendo il prestigiatore da cabaret, e la cosa
non mi intrigava granché.
Ma Simone prese a scrutarmi con quei suoi occhi nocciola.
Mi bastò un solo istante per
poter scorgere in lui una luce diversa… come da persona adulta. Mi sentii arrossire.
-Senti, ti presto il mio libro se
vuoi… L’importante è che lo leggi, mi piacerebbe se potessimo
commentarlo insieme… ti prego, fallo per me…
Accidenti, mi stavo proprio
sciogliendo… come poter dire di no a quel visino d’angelo che mi stava davanti?
Cercai di darmi un contegno, feci finta di essere scocciata e poi dissi:
-Se
proprio insisti…
-Sì, mi piacerebbe molto…
Mi guardò ancora un attimo in
quel modo così profondo e oserei dire quasi sensuale.
Poi d’improvviso recuperò tutta l’allegria di prima ed esclamò ridendo:
-… Ma ti
conviene che me lo tieni bene, perché è una prima edizione e se scopro che ci
hai anche solo respirato sopra sei nei guai fino al collo!
Gli feci un sorrisino beffardo e
mi concentrai sugli appunti di geografia.
Non mancò affatto di parola: il
giorno seguente la prima cosa che fece appena mi vide fu quella di darmi il
prezioso libro, facendomi altre mille raccomandazioni.
Tornata a casa cominciai a leggerlo e… accidenti, aveva ragione, non era affatto male, si lasciava leggere che era una meraviglia!
Compresi anche e finalmente, col
cuore gonfio di commozione e orgoglio, chi fosse questa Hermione…
la migliore amica di Harry.
Cominciai ad andare fiera di quel
nomignolo (anche se avrei voluto essere altrettanto
fiera di una carriera scolastica come la sua), terminai il primo libro in due
giorni e alla fine della settimana avevo terminato il terzo. La settimana successiva
mi ero divorata pure il quarto ed improvvisamente anch’ho cominciai a non
vedere l’ora che uscisse il film.
Simone era veramente soddisfatto che fosse riuscito a farmi piacere Harry Potter, “così adesso avremo un’altra cosa in comune”, aveva aggiunto. Insieme cominciammo a fantasticare su un mondo magico, un mondo tutto nostro, dove noi eravamo dei grandissimi maghi che salvavamo il mondo dalle situazioni più assurde, e ci ridevamo su.
Non si può certo dire che non ci
sapevamo divertire con poco, questo è certo…
Un giorno, finita la scuola,
stavamo tornando a casa, e come al solito da quando
eravamo entrati più in confidenza, discutevamo del più e del meno… E accadde
una cosa che mi lasciò letteralmente di sasso. Anche
troppo.
Stavamo commentando il quarto
libro:
-Ehi Harry,-
gli chiesi d’un tratto (ormai mi veniva spontaneo chiamarlo Harry) –Secondo te nel quinto libro
Harry e Cho Chang si metteranno insieme?
-Non saprei,-
rispose pensieroso lui –Da come la vedo io nel quarto sembra che si piacciano
molto…
-Già… anche Hermione con Ron…
-aggiunsi io, un po’ contrariata. Non mi era mai piaciuta molto quella coppia.
Simone sbuffò.
-Che
c’è?
-Niente, è solo che…- si guardava
attentamente le scarpe –Tu non potevi chiamarti Cho
Chang?
Un brivido freddo mi salì alle
tempie… Cosa aveva detto? Avrebbe preferito che mi
chiamassi come la ragazza di cui è innamorato Harry Potter… Santo Cielo…
Non fui in grado di dargli una
risposta, limitandomi a sorridere un po’ a disagio.
-Sai, potremmo incontrarci anche
fuori della scuola, qualche volta.- continuò lui.
-Ma sì,
perché no?- gli risposi, ancora confusa.
Non m resi nemmeno conto che lui
era arrivato a casa. Scese giù dalla corriera tenendo sempre
fissi gli occhi su di me, poi mi salutò con un cenno del capo e con un
largo sorriso. E io sentivo come un gran calore
irradiarsi per tutto il mio corpo… Non era possibile una cosa del genere… Lui
era mio amico, non poteva essere che…
Ma misi a tacere la mia ragione, e la dolce sensazione dell’amore mi pervase: io e lui avevamo un grande futuro insieme, lo sentivo, lo sapevo…