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Autore: _diana87    05/04/2012    3 recensioni
"Questo è uno scherzo..."
Teresa Lisbon restò a bocca aperta quando aprì la porta della stanza d'albergo dove lei e il suo consulente Patrick Jane erano stati inviati in missione sotto copertura.
Un litigio a causa di una coperta.
Un weekend da passare in copertura per risolvere un caso d'omicidio.
Imprevisti, doppi sensi, e il destino sono dietro l'angolo.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Grace Van Pelt, Kimball Cho, Un po' tutti, Wayne Rigsby | Coppie: Jane/Lisbon
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Boo

Cenetta tranquilla.

 

 

 

Teresa era tutta pimpante per l'appuntamento con Walter.

Al diavolo Patrick Jane e le sue "preoccupazioni"!

Si era ricordato presto di dirle che teneva a lei... intanto ci aveva sofferto per come lui si era comportato... da egoista, folle, bastardo!

Era al bagno del ristorante e mentre ripensava al suo consulente, lo imitava facendo le facce davanti allo specchio.

"Perchè io non sono un sensitivo... i sensitivi non esistono!... io leggo la mente... so quando stai mentendo!! Bla, bla, bla... son figo, son bello, ho i capelli biondi platino... posso fare anche il fotomodello! Guardate qua che muscoli ha Patrick Jane!"

Una donna dietro di lei si schiarì la voce.

Teresa si ricompose, cercando una possibile spiegazione per la sceneggiata di prima.

Pensa Teresa, la prima cazzata che ti salta per la testa.

"Sto facendo dei provini per il Grande Fratello..."

La donna la guardò male.

I provini per il Grande Fratello?? Come ti è saltata in mente questa??

Decise di non farci caso. Chi avrebbe più rivisto quella donna? Mentalmente, si doveva segnare che non sarebbe più rientrata in quel ristorante.

Indossava per la serata un abito lungo nero, poco scollato, maniche corte, e il tutto si addobbava con una collana di perle e orecchini. Infine, una ciuffetto sulla testa per raccogliere i capelli che le potevano darle fastidio davanti il viso.

Il suo accompagnatore si era mantenuto elegante e sobrio. Quel Walter Mashburn, seppur non era Patrick Jane, poteva essere un uomo con cui passare del tempo piacevole... si morse la lingua.

Perchè tornava a parlare di Patrick Jane?

"Ma che sorpresa... Teresa e Walter... e stanno cenando!!"

Parlava del diavolo...

Controvoglia, Teresa alzò gli occhi solo per vedere che il suo mentalista... aveva un'accompagnatrice anche lui! Ma a giudicare da quella ragazza che rideva come un'oca appena lui apriva bocca, doveva aver avuto 25 anni o poco più.

Walter anche era sorpreso. E forse un po' contrariato. Guardò Teresa. Sperava di passare una serata tranquilla con lei, e invece...

"Vi spiace se ci sediamo con noi? Il cameriere dice che i posti sono esauriti... e noi abbiamo fame, specialmente io! Ah comunque lei è Sofia!"

La gallina rideva e ogni tanto si tirava giù quel mini abito che aveva. Con quei capelli lisci e castano chiari, sembrava una Brazt.

"Ma certo... perchè no..." rispose Teresa a denti stretti.

Patrick fece segno al cameriere che arrivò e aggiunse due sedie. Il mentalista così si sedette dal lato di Walter, Sofia invece dal lato di Teresa. Era un tavolo già piccolo, ora con quattro persone, diventava molto... intimo.

Poi il cameriere portò posate, bicchieri, piatti e fu pronto per prendere l'ordinazione. Patrick e Walter sembrava che facessero a gara a chi di loro aveva più soldi poiché ordinarono tutte le pietanze più costose: calamari a volontà, aragoste, patatine e altro pesce. Teresa si copriva la faccia per l'imbarazzo ma anche per l'imbecillità di quei due. Sofia prese solo brodino vegetale perchè raccontò che si stava preparando per i provini del Grande Fratello quindi doveva mantenersi in forma...

A sentir nominare di nuovo quel programma, Teresa sputò tutta l'acqua che aveva bevuto, che zampillando come una fontana, andò tutta addosso a Walter.

"OhmioDiomidispiacetantissimo!!" disse tutta d'un fiato, poi si alzò per porgere un tovagliolo, ma lui rispose che andava bene così.

Patrick intanto si gustava la scena, e nella sua testa immaginava un tabellone con scritto "Jane 1 - Walter 0".

Decisamente i bambini dell'asilo si sarebbero comportati diversamente.

 

Era un'ora che erano seduti a tavolo e la cena ancora non arrivava. In realtà avevano ordinato 4 antipasti misti, quindi il cameriere disse che ci voleva un po' prima che li portassero. I quattro cercavano di coprire i brontolii dei loro stomachi parlando continuamente.

In 60 minuti, Sofia aveva raccontato tutta la sua vita, tanto che Teresa non ne poteva più.

"...e infine, proprio 3 ore fa, incontro Patrick in fondo alla strada che mi offre un passaggio..."

"In fondo alla strada??" chiese Teresa, bloccandola dal racconto. Poi incenerì Patrick con lo sguardo.

"L'ho salvata da un destino crudele... mi chiedeva aiuto e io sono arrivato!"

La poliziotta ringhiò e poi gli diede un calcio sotto al tavolo. Solo che a soffrire per il dolore fu lo sfortunato Mashburn.

"...cazzo che botta!!"

"Oddio scusami! Vuoi che ti dia una mano?"
Lui spalancò gli occhi. Farsi aiutare e poi uscirne rotto? Neanche per sogno!

"NO NO!" urlò mettendo le braccia avanti. Teresa incenerì anche lui con lo sguardo, e quindi cercò una scusante. "Hai fatto già abbastanza, volevo dire, cara!"

E intanto la cena continuava a non arrivare...

 

Mezz'ora dopo...

"Insomma, Jane... incontri questa qui e la porti a cena... non ti pare poco professionale?" chiese Teresa, che si era scolata quasi tutta la brocca d'acqua, dato che Patrick le aveva proibito di bere alcool, visto che era già fuori di suo...

"Ehi sei tu che volevi che fossi accompagnato da qualcuno perchè sono mentalmente instabile... questo ne è la prova vero? Perchè ho salvato una povera fanciulla da un destino crudele sulla strada... il mio povero cuoricino rischia di cadere in mille pezzi!" disse facendo una sceneggiata napoletana.

Teresa ringhiò e diede un altro colpo da sotto il tavolo...

"LA MIA GAMBAAAA!!" Walter urlante, cercò di alzarsi dal tavolo ma saltellava... Teresa lo aveva colpito troppo forte!!

"Vuoi che chiami un'ambulanza?"

"Noooo Teresa! Non fare nulla! Vado dal proprietario a farmi dare medicazioni..."

Zoppicante, Walter si diresse verso la direzione, ma venne fermato dalla voce di Patrick.

"Walteruccio, già che ci sei chiedi quando arriva la cena... sto morendo di fame!!"

Walteruccio?

Seppur arrabbiata, Teresa rideva senza farsi vedere.

Il mentalista però se ne accorse, e mentalmente teneva il conto.

Jane 2 - Mashburn 0.

"A dire la verità mi sono laureata l'anno scorso in giurisprudenza!!" rispose Sofia, seppur con un po' di ritardo, alla domanda che la poliziotta aveva fatto a Jane prima, la quale rimase senza parole e poi fissò il suo consulente.

"Ma bene, Jane... complimenti! Spero che la tua accompagnatrice sappia almeno leggere e scrivere e che non sia una ritardata mentale come te!" impugnò forchetta e coltello, giusto perchè immaginava Patrick come centro di un bersaglio.

Mashburn tornò a sedersi saltellando ancora, ma un po' meno di prima.

"Bene, l'antipasto sta arrivando!"

Teresa e Patrick continuavano a guardarsi.

"Certo che non è una ritardata mentale, ti ha detto che è laureata! Spero piuttosto che il tuo accompagnatore del deserto sappia distinguere un cammello da una macchina!" rispose lui.

La risposta lasciò Sofia e Walter un po' sconcertati, che iniziarono ad assistere ad una discussione tra i due, che sembrava come guardare una partita di ping pong. Anche se forse era più un torneo di freccette, visto le battutine che si lanciavano.

"Ovvio, Jane! E sa anche andare a cavallo! Tu ci riesci?"

"Io no, ma non ho nessun dubbio che tu sappia farlo!!"

Immediatamente Teresa divenne rossa ricordando il risveglio mattutino con Patrick nell'ultimo giorno di permanenza nell'hotel...

"Sai andare a cavallo? Non lo sapevo!" disse Walter tutto contento, ignorando completamente di cosa parlassero i due.

"Strano, Walteruccio! Teresa sembra cavarsela abbastanza bene con il montare!"

Stavolta quando Teresa allungò la gamba sotto il tavolo, riuscì a colpire Patrick, che si lamentò per il dolore.

"Ne ho abbastanza!" l'agente Lisbon si alzò dal tavolo, prese la sua giacchetta e la borsa che aveva sulla sedia.

Intuendo che voleva andarsene, Walter si alzò con lei e poi la raggiunse verso la porta.

"No, Walter, mi spiace... credo che dovremo rimandare questo appuntamento..."

"Provi qualcosa per lui, vero? L'ho notato da un po'... forse anche prima di te..."

La mora poliziotta non seppe cosa dire. Non era un interrogatorio, ma lei si sentiva come una testimone in quel momento, a cui stavano facendo domande e chiedevano la verità. Ma non si era mai trovata dall'altra parte del tavolo, forse una volta, ma allora c'era Patrick Jane a salvarla. Stavolta non avrebbe più mentito.

"Credo di sì..."

"Allora dovresti farti riaccompagnare a casa da lui..." le disse, poi si spostò e lei notò che il suo consulente li stava raggiungendo.

Walter aveva capito e si sarebbe fatto da parte.

"Hai bisogno di un passaggio, Lisbon?"
"Ehi, Patrick pensaci tu.. ti lascio il mio Ferrari!" gli lanciò le chiavi dell'auto e al biondo si illuminarono gli occhi, incredulo che avrebbe guidato un gioiellino del genere... per la seconda volta nella sua vita!

Teresa era invece incredula della rivelazione che aveva appena fatto, ed uscì dal ristorante con l'intenzione di andarsene a piedi a casa sua. Patrick la raggiunse correndo... e aveva pure il fiatone!

Nel frattempo, Walter era tornato al tavolo, gli antipasti erano serviti e Sofia stava mangiando anche i loro piatti.

"Avevo fame!" fu la sua risposta scusante.

 

"Lasciami stare, Jane! Con te non ci parlo..."

Lui la seguiva passo passo stando già nel sedile di guida dell'auto.

"Andiamo, salta su! Ti accompagno io a casa! Ti pregooooo!"

Lei si voltò: le stava facendo gli occhi da cucciolo indifeso e lei alla fine cedette.

"E va bene... ma guida piano!"

Manco in tempo di finire la frase, che il Ferrari schizzò alla velocità della luce.

 

Dopo 15 minuti erano già arrivati a casa dell'agente mora. Teresa aveva i capelli tutti scombinati e uscendo dall'auto sbatté forte lo sportello. Patrick cercava di superarla per aprirle la porta di casa come un vero gentiluomo... ma niente da fare. Quella donna era peggio di un mulo! Proprio ora che anche lui aveva realizzato di provare qualcosa per lei, ecco che cercare di farle capire questo diventava più difficile!

Entrata in casa, riluttante si tolse tacchi e si sciolse i capelli, mentre Patrick iniziò a mettere pentole e bicchieri fuori dal loro posto.

"Cosa diavolo stai facendo?!"
Patrick sbucò da dietro il tavolino con il manico della pentola in bocca.

"Mi sempra lofigo... vo fame!"

Lei scosse la testa.

"Eh???"
"Mi sembra logico, ho fame!! Al ristorante non mi avete fatto mangiare nulla!!"

Di nuovo la poliziotta roteò gli occhi, poi si mise davanti a lui in posizione austera.

"Allora, vuoi dirmi perchè sei venuto al ristorante interrompendo casualamente il mio appuntamento con Walter?"

Il mentalista posò la padella e la scrutò negli occhi.

"Perchè casualmente mi trovavo lì!"
La risposta non piacque a Teresa che inclinò la testa in segno di sfida.

"Okay, ammetto che ero... preoccupato di lasciarti da sola con Mashburn!"

"Jane! Ma mica mi mangia!" disse ridendo. "E poi non sei sincero!"

Continuava a guardarla, stupendosi di come gli occhi della sua collega fossero così brillanti come non mai quella sera...

"E tu sei brava a individuare i bugiardi!"

"Ho imparato dal migliore."

Entrambi sorrisero, mantenendo sempre quella distanza sobria tra di loro. Ma c'era una strana atmosfera nell'aria quella sera... e non era solo per colpa degli occhi luccicanti di Teresa... Come se si fosse creata un'empatia tra di loro, Patrick capì che toccava a lui fare il primo passo, ma doveva essere cauto, altrimenti Teresa si sarebbe impaurita ancora di più. Fece qualche passo verso di lei, iniziando a parlare lentamente.

"In realtà ho sbagliato tentando di allontanarti da me convinto che così non ti saresti fatta del male... perchè è accaduto l'effetto contrario... io..."

"Jane, cosa stai cercando di dirmi??"

"Che dovrei allontanarti ancora di più! E' per il nostro meglio!"

Quelle parole non avevano alcun senso in quel momento e lui lo sapeva. Prima si era convinto a fare il primo passo e parlarle dei suoi sentimenti, ma si rendeva conto che forse Teresa non avrebbe mai ceduto.

"Ma sei pazzo? Che ti prende? Hai bevuto?? Hai la febbre??" si avvicinò per sentirgli la fronte, ma allontanò il suo tocco delicato.

Ora iniziava a stancarsi del comportamento del suo consulente che si smentiva di continuo.

"Forse dovresti andartene!"

"No, no forse dovresti andartene tu!"
"Ma questa è casa mia!!"

E poi un tonfo. Se lo vide cadere davanti ai suoi occhi.

"Jane... Jane!!" si accasciò a terra per toccargli i capelli, poi dargli dei piccoli buffetti sulle guance... finché lui riprese conoscenza e le prese il polso.

"Credo di essere innamorato..." mormorò ancora con gli occhi chiusi e con un sorriso stampato in faccia.

Controvoglia, toccò alla principessa arrabbiata aiutare il suo consulente - il suo eroe - a distendersi sul suo letto, togliergli le scarpe e la giacca.

"Mani in vista, Lisbon... sennò dirò alla polizia che mi hai violentato!"

"Jane, imbecille che non sei altro... sono io la polizia!!"

"No, tu sei la mia principessa arrabbiata... e io sono cotto di te..."

Arrossì a sentirsi dire quelle parole, ma nel profondo ne fu lusingata. Anche se non sapeva per certo se lui stava mentendo oppure no, decise di distendersi accanto a lui, pancia in sotto, per poterlo guardare in faccia, visto che lui era rivolto in posizione supina.

"Continua con le lusinghe, vediamo dove arrivi..." gli sussurrò all'orecchio.

Molto furbamente, Patrick aprì un occhio, tempo di guardare dov'erano le labbra di Teresa, che le prese il viso tra le mani e fece gol molto meglio di un Pallone d'Oro del calcio mondiale.

Al primo bacio soffice, ne seguì un altro più intenso. Stavolta erano sicuri di come far andare avanti le cose. Lui si voltò posizionandosi sopra di lei e ancora una volta non poteva fare a meno di notare come i loro corpi erano perfettamente compatibili. Come un puzzle.

Sorrisero tra un bacio e l'altro e prima di procedere a sbottonargli la camicia, lui le prese le mani e le chiese se effettivamente si sentiva pronta per un passo del genere.

"Jane, piantala di dare ordini! Qui il capo sono io!" gli disse sorridendo, e in breve tempo i loro vestiti giacevano sul pavimento.

 

 

 

 

 

Angolino dell'autrice (poco sana di mente):

Rullo di tamburi e... olè!!

Ce l'abbiamo fatta!!

Almeno sulla carta... nella realtà, chi lo sa quando quaglieranno sti due XD

Comunque il prossimo sarà l'ultimo, quindi preparatevi per il gran finale... qualcosa mi dice che devono ancora dichiararsi del tutto... uhm, ma secondo voi sarà facile affrontare una conversazione del genere dopo quello che hanno fatto??

Lo scopriremo solo nel prossimo e ultimo capitolo!! XD

Un bacio,

D.

 

   
 
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