Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: kateausten    06/04/2012    5 recensioni
Rose guardò il cielo inglese, azzurro e pieno di nuvole bianche come zucchero filato.
Bene, ecco cosa doveva fare.
Prima cosa: impedire a suo padre di giocare la partita di Quiddicht più importante della sua vita contro i Sepeverde, per evitare così la sua futura morte prematura.
Seconda cosa: cercare di riappacificare i suoi genitori diciottenni.
Rose sospirò, sconsolata.
Non sapeva perchè, ma dopo la scena che aveva visto, la prima cosa le sembrava decisamente più fattibile.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rose Weasley | Coppie: Albus Severus Potter/Rose Weasley, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

"La professoressa McGranitt mi ha raccontato le cose orribili che sono successe quando i maghi hanno interferito col tempo...".




"Potter e Weasley, eh?".

Albus e Rose guardavano con occhi splancati la fiera figura di Minerva McGranitt, che passeggiavadavanti a loro, avanti e indietro, in modo alquanto nervoso.
La Preside aveva molte meno rughe in viso, notò Rose, e anche molti meno capelli bianchi. L'unica cosa che era rimasta uguale- oltre alla stretta crocchia di capelli, s'intende- era lo sguardo.
Rose adorava la Preside, era molto vicina al suo modello di donna, ma aveva sempre temuto quegli occhi che sembravano leggerti dentro.
Suo zio Harry diceva sempre che gli occhi che l'avevano trapassato più e più volte, erano stati quelli del Professor Silente, ma che anche gli occhi felini della McGranitt facevano sentire quel leggero brivido lungo la spina dorsale.
Era impossibile mentire alla Preside; Hugo e Lily ci avevano provato un sacco di volte dopo
tutti i guai che combinavano, ma non c'era mai stato verso che scampassero a una punizione.

La giovane Weasley cominciò a sudare freddo: era stata una pazzia, cosa diamine le era saltato in mente? Non ce l'avrebbero mai fatta, mai.
La McGranitt aveva fatto loro delle domande molto specifiche sui loro genitori e benchè avessero risposto correttamente, Rose era sicura che non l'avessero convinta.
"Somigli molto a tuo padre, signor Potter".
Rose alzò lo sguardo stupefatta e vide Al sorridere.
"Grazie Preside. Ecco... ci spiace molto" disse il ragazzo con quella sua voce vellutata "Ma quella pozione ci è completamente sfuggita di mano. Non sapevamo che farla da soli avrebbe comportato un viaggio nel tempo. E'... pazzesco".
La sua voce sembrava talmente sincera che Rose, benchè sapesse la verità, era tentata nel credergli.
La ragazza alzò lo sguardo e incontrò gli occhi della McGranitt.
"Cosa mi dice lei, signorina Weasley?".
"Oh, beh...". Rose era sulle spine, non aveva mai mentito a un'insegnante "Concordo nel dire che mi dispiace molto, Preside. Non credevamo che potesse succedere questo. E posso aggiungere che mia madre, una volta che saprà quello che ho combinato, mi ucciderà sicuramente".
La McGranitt nascose un sorriso e sospirò.
"Va bene, va bene. La cosa migliore adesso è farvi passare per due semplici alunni, finchè il Professor Lumacorno non riuscirà a trovare la pozione per portarvi indietro".
Rose sentì il cuore batterle più forte e respirò profondamente, cercando di non far vedere quanto fosse su di giri.
"Nel tempo che starete qui, vi comporterete normalmente, cercando di non dare nell'occhio, andando alle lezioni e impegnandovi comunque. Non dovrete mai dire la verità sulla vostra identità" disse la donna "Mai, per nessun motivo, dovrete svelare anche solo un piccolo dettaglio del futuro che aspetta le persone di questa scuola. Mai".
La McGranitt li guardò fissi negli occhi.
"Neanche ai vostri genitori. Soprattutto ai vostri genitori".
Rose e Albus annuirono, seri e impassibili.
"Bene" La McGranitt sospirò un'altra volta "Potete andare. Domani mattina a colazione vi darò un foglio con gli orari delle lezioni".
"Grazie Preside" disse Albus alzandosi.
"E ci scusi" aggiunse Rose, imitando il cugino.
La McGranitt annuì.
"Immagino che sappiate la strada per arrivare al dormitorio dei Grifondoro, giusto?" disse in tono retorico, mentre i due sorridevano.
Rose e Albus attesero di essere almeno a metà strada, prima di cominciare a parlare.
"Non ci posso credere..." mormorò Rose "Ti rendi conto che ce l'abbiamo fatta? Cioè, ce l'abbiamo fatta veramente".
Albus sorrise e sospirò felice.
"Adesso, salvare zio Ron sarà uno scherzo, giusto?" disse Al.
Rose sorrise, ma una leggera ombra passò sul suo viso.
"Ehi, Rosie. Guardami" disse Al fermandosi, e lei alzò gli occhi sul viso pallido del cugino "Ce la faremo, ok? ce la faremo anche a fare questo".
La ragazza annuì, sentendo un leggero calore aleggiare nel cuore, dopo le parole di Al.
Ripresero a camminare lentamente, incrociando pochi ragazzi.
"Al" disse Rose a un certo punto "Quanto ci vorrà a Lumacorno per preparare la pozione?".
"Sono sicuro che sarà impegnato per cinque o sei giorni" rispose lui, riflettendo.
"Sei sicuro? A te è bastata un'ora".
"Questo è perchè sono un genio" rispose serio.
Rose sbuffò e gli tirò una gomitata.
Albus ridacchiò.
"Rosie, siamo nel passato. Non hanno ancora trovato un sacco di ingredienti, quindi è logico che ci vorrà molto più tempo".
Rose sentì le guancie colorarsi. Era ovvio.
"Oh" disse "E' vero. Hai ragione".
"Come sempre".
Rose alzò gli occhi al cielo.
Quando li riabbassò, si trovò davanti il quadro della Signora Grassa, la quale alzò il sopracciglio, in attesa.
"Siamo nuovi studenti" disse Rose.
"Ma davvero?" chiese la Signora Grassa, sospettosa.
La guerra ha reso paranoici anche i quadri, pensò Rose, mentre aspettava pazientemente che la donna finisse di squadrarli con evidente sconcerto.
"Parola d'ordine?".
"Giratempo" disse Al.
La Signora Grassa emise un piccolo sbuffo e si aprì, lasciandoli passare.


                                                      *

"Ma quando arrivano?" chiese Rose con impazienza.
Era seduti da un paio d'ore sulle poltrone della Sala Comune.
"Rose, le lezioni stanno per finire" rispose Al "Pazienta ancora un pochino".
"Pensi davvero che non sospetteranno niente?" chiese la ragazza preoccupata "In fondo, sono i nostri genitori".
"Si, ma hanno diciassette anni. Non credo che abbiano già qualche istinto materno o paterno che gli faccia capire che siamo i loro figli provenienti dal futuro" rispose Al.
Lei sospirò e fece girare lo sguardo per la stanza.
"E' uguale alla Sala Comune del nostro tempo, vero?" osservò Al, seguendo il suo sguardo.
"Già" mormorò Rose, assente.
Poi alzò lo sguardo e guardò Albus attentamente.
"Che c'è?" chiese Al.
"Ripeti la storia che abbiamo concordato" disse Rose.
Albus sbuffò.
"Rose, me l'hai fatta dire centinaia di volte! Ti prego, basta!" si lamentò.
Rose incrocciò le braccia con espressione severa.
"Somigli in maniera spaventosa a zia Hermione" disse Albus, tentando di sorridere.
"Allora sai perfettamente che non è una buona cosa" replicò lei "Avanti".
Lui sbuffò nuovamente e poi si arrese.
"Siamo Rose e Albus Ford, due cugini che hanno girato il mondo insieme ai propri genitori e che non si trovavano qui al momento della guerra. Staremo ad Hogwarts per qualche tempo, fino a quando i suddetti genitori non avranno sbrigato le proprie faccende di lavoro" sbrodlò Albus con voce inespressiva "Va bene?".
Rose annuì, lanciandogli un'occhiata torva.
"E adesso che c'è?" chiese il ragazzo.
"Somigli troppo a zio Harry, Al. Sarà un casino".
Albus aprì la bocca per replicare, quando la porta del quadro si aprì e sentirono delle voci familiari farsi sempre più vicino.
"E dai, Hermione, solo oggi pomeriggio! C'è la finale tra pochi giorni!".
Rose trattenne il fiato.
"Assolutamente no, Ron! Il professor Vitius ha dato quel tema due settimane fa, e tu lo devi ancora iniziare!".
"Hermione, avanti, lascialo stare, lo farà stasera...".
"Oh, come al solito! Sei sempre dalla sua parte, Harry! Guarda che io lo dico per..." Hermione Granger non ancora lontanamente in Weasley si bloccò alla vista di due ragazzi sconosciuti. "Lui" finì.
Li guardò sorpresa, mentre Harry e Ron si fermarono dietro di lei, anche loro intenti ad osservare i due nuovi ragazzi.
"Ehm... salve" disse Hermione incerta "Voi, siete... siete nuovi?".
Rose, che stava fissando Ron, si riscosse e guardò sua madre.
Era carina, si sorprese a pensare. Non di quelle bellezze che ti volti a guardare, certo, ma carina.
La Hermione che conosceva Rose, era una bella donna, di quelle che più invecchiano e più diventano affascinanti e loro agio con il proprio corpo. Quando suo padre diceva che Hermione era carina anche quando era una ragazza, Rose pensava che lo dicesse solo perchè era innamorato e si era quindi fatta l'idea di una ragazzina dai capelli cespugliosi con un brutto carattere.
Beh, su i capelli cespugliosi aveva ragione.
"Si, siamo nuovi" disse Rose alzandosi "Siamo arrivati oggi pomeriggio e la McGranitt ci ha mandato direttamente nella Sala Comune".
"Oh" disse Hermione "Bene. Io sono Hermione Granger".
"Rose e Albus Ford" disse Al, cercando di non incontrare lo sguardo del padre.
"Albus?" disse Harry, sorpreso.
"I... i miei genitori conoscevano Silente" balbettò Al "Lo rispettavano molto".
Harry annuì, guardandolo attentamente.
"Loro sono Harry Potter e Ron Weasley" disse Hermione incerta, notando che Ron e la nuova ragazza si guardavano.
"Vi conosciamo" disse Rose sorridendo "Di nome, certo".
Ron sorrise e Hermione sentì l'antico e- mai assopito- sentimento della gelosia.
"Bene" disse Hermione cercando di controllare il tono di voce "Bene. Se non avete bisogno di indicazioni io me ne vo in Biblioteca".
"Perfetto" disse Ron "così mi puoi aiutare a fare il tema".
Hermione fece un sorriso che Rose riconobbe immediatamente: era il sorriso che faceva circa cinque secondi prima che si mettesse a urlare contro suo padre.
"Non penso proprio, Ron" disse con voce dolce "Volevi andare ad allenarti, giusto?".
"Beh, si" rispose lui, confuso "Ma se andiamo insieme noi... ecco potevamo...".
"Oh, no" disse Hermione "Coltiva le nuove amicizie, è meglio".
Hermione si girò, cominciando a camminare verso il ritratto.
"Ma Hermione..." disse Ron, tentando di prenderla per mano.
"Lasciami!" strillò "Ci vo da sola in Biblioteca!".
Diede uno strattone a Ron, raggiungendo l'uscita
"Miseriaccia" borbottò lui, guardandola uscire "Ma che diamine le è preso?".
Si girò verso Harry.
"Ecco..." cominciò il ragazzo, ma Ron lo interruppe.
"Ero pure pronto ad andare in Biblioteca per fare che dannato tema!" sbraitò.
"Ron...".
"E invece no! A lei prendono i cinque minuti e deve fare la pazza!".
"Si, ma...".
"Oh, basta! Me ne vado su!".
Ron marciò verso le scale e presto, scomparve nel dormitorio maschile.
Harry lanciò un'occhiata desolata a Rose e Albus, che erano rimasti impalati e in piedi ad assistere a quella scena.
"Io... scusate, devo andare a vedere come... uhm... sta" disse un pò imbarazzato, raggiungendo l'amico al piano di sopra.
Rose e Albus seguirono con lo sguardo Harry e poi Al scoppiò a ridere.
"Per Merlino" disse buttandosi sulla poltrona "I tuoi genitori non sono cambiati per niente, Rosie!".
Rose sorrise e sospirò, sentendo la tensione scivolarle via pian piano.
"Stai bene?" chiese Al, guardandola.
"Si, tranquillo. E' solo che rivederlo qui, vivo, mi ha un pò scombussolato" rspose lei, chiudendo gli occhi.
"E' comprensibile" mormorò Al.
Rose aprì gli occhi.
"Ehi, Al, ti dispiace se vado a fare quattro passi nel parco?" disse Rose "Ne ho davvero bisogno".
"Certo che no. Io ti aspetterò qui" rispose lui.
Rose sorrise si avviò fuori dalla stanza, fuori dal suo amato castello. Rivedere suo padre le aveva fatto un effetto stranissimo, ma era così contenta che non sapeva come scaricare tutta l'adrenalina che aveva nel corpo.
Alla fine si accontentò di sdraiarsi sulla soffice erba verde, vicino ala Lago.
Rose guardò il cielo inglese, azzurro e pieno di nuvole bianche come zucchero filato.
Bene, ecco cosa doveva fare.
Prima cosa: impedire a suo padre di giocare la partita di Quiddicht più importante della sua vita contro i Sepeverde, per evitare così la sua futura morte prematura.
Seconda cosa: cercare di riappacificare i suoi genitori diciottenni.
Rose sospirò, sconsolata.
Non sapeva perchè, ma dopo la scena che aveva visto, la prima cosa le sembrava decisamente più fattibile.

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: kateausten