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Autore: kimskins    06/04/2012    4 recensioni
Lei ha passato un'infanzia difficile, dovuta alla morte di entrambi i genitori.
Lui anche, ma sta ripagando i sorrisi persi essendo la causa di altri milioni.
Per lei la danza è tutto, l'unica ancora di salvezza.
Cantare era un hobby per lui, ora un lavoro.
Lei ha solo 16 anni.
Lui ne ha compiuti 18 da poco.
Lei è dura e orgogliosa, col tempo ha imparato a fidarsi solo di se stessa.. poi anche di un angelo.
Lui è il re degli scherzi, dolce e imprevedibile.
Lei ballerà nella sua crew.
Lui odierà la ragazza a primo impatto.
Nessun ballerino può confrontarsi con lui, non ammette paragoni.
Lei rimarrà impassibile, continuando a ballare, ballare, ballare.
Lui, di sottecchi, conitnuerà a farla ballare fino allo strenuo delle sue forze.
Lei, a testa alta, manterrà il confronto, facendogli capire che non mollerà mai. Non di nuovo.
Un giorno lui esagerà, lei piangerà.
Non era mai successo, l'ultima vola era accaduto molti anni fa, alla morte dei suoi genitori.
Lei si stava innamorando, mantenendolo nascosto a se stessa.
Lui si era appena accorto che il suo cuore stava piangendo pesantemente, per l'errore commesso.
Lei si chiama Ronnie.
Lui si chiama Justin.
©.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPTHER FOUR - Sembravi tutt'altro agli occhi altrui.





Autor's POV.

I giorni passavano, e il primo concerto per Ronnie era sempre piú vicino. Era l'8 luglio e il caldo continuava a farsi sentire sempre di piú.
Tra lei e Justin c'era sempre quell'aria di intesa e sfida, mentre tra lui e Ren, andava a gonfie vele.
Quasi si conoscessero da una vita.
Quel giorno venne la brillante idea a Pattie di andare al mare e prendersi una giornata di riposo.
Ronnie era contraria, ma dovette accettare. Preferiva stare all'aperto piuttosto che chiusa in stanza d'albergo.


Ronnie's POV.
Indossai il mio costume nero, il mio preferito ed uscí dal bagno.
'Che ci fa Justin qui?!' Quel pensiero mi fece andare nel pallone.
Nessuno si mosse, io rimasi sulla porta a guardare lui, che mi squadrava dalla testa ai piedi. Che aveva da guardare? Ah. Ero in costume.
"Ne avete ancora per molto..?" Non sapevo se farlo santo o ucciderlo in quello stesso momento, a Ren.
Gli passai davanti, quasi ad andargli incontro e feci una smorfia proprio accanto a lui.
Si voltò e prese ad urlare, piú che parlare. Con tranquillità presi i miei short di jeans e li infilai.
"Si può sapere che ti ho fatto di male?"
"Ti posso fare la stessa domanda!" Piú mi parlava, piú mi irritava quel ragazzo.
"Te l'ho chiesto prima io!" Si avvicinò bruscamente, facendo battere il suo petto contro il mio.
'Perché ho i brividi, non fa freddo.' Cosa incominciavo a pensare..?
"e allora? Sei tu che ha incominciato a mancarmi di rispetto dal primo giorno!" Gli puntai un dito contro il petto, facendolo indietreggiare. Rise sghembo. Stavamo litigando e lui rideva?
"..sei solo una bambina, se fosse stato per me, non ti avrei mai scelta!" Mi allontanai di poco. Come poteva ferirmi cosí? Ma non bastò. "..orfanella del cazzo."
Quasi lo sussurrò, la percepii come una pugnalata al cuore.
"Scusami..?" Quasi diventavo isterica. Si voltò e me lo ripeté in faccia.
"Okay, non ho problemi! Te lo ripeto quante volte vuoi! Orfana, orfana, ORFANA! sei contenta ora?!" Continuava ad urlarmi contro.
Non capiva che aveva messo una mano sul fuoco? Non capiva che cosí mi faceva scatenare? Incominciai a piangere e mi buttai su di lui.
"Non ti permettere mai piú, é chiaro?!" Continuavo a tirargli pugni sul petto, ma invano. Sembrava quasi che gli facessi il solletico. Dall'altra stanza arrivarono Ren e Pattie.
Il primo mi prese e mi allontanò da lui, ma non abbastanza per evitare che stampassi in faccia a quello sfegatato di Justin, un bello schiaffo.
Voltò il viso, poi si toccò dove lo avevo colpito.
Se lo meritava, se lo meritava tutto! Nonostante tutto io continuavo a piangere.
Lui se ne fregava.
"Basta! Victoria, cazzo, calmati!" Ren sapeva come fermarmi. Quando mi chiamavano con il mio secondo nome, cosa che odiavo, mi fermavo immediatamente. Pattie era accanto a suo figlio a vedere come stava.
Sembrava non gli avessi fatto nulla, stava quasi bene a differenza mia.
Mi sentivo ferita, rotta e frantumata dentro. Mi sentivo persa e vuota di ogni minima speranza.Sentivo che un altro colpo cosí, mi avrebbe fatto fuggire dal mondo.
"Renier, andate con Kenny e Alfredo in macchina, noi arriviamo tra un po'." Ren fece cenno con il capo e mi portò fuori da quella stanza.
Mi prese per mano e ci dirigemmo in ascensore.
Entrata lí, non versai piú lacrime.
Ren aveva sentito tutto e non aveva bisogno di spiegazioni.
Stava di fatto che entrata in auto, il mio migliore amico diede spiegazioni veloci a Kenny e Alfredo, curiosi dell'accaduto e del mio stato di dolore.
"Ronnie.." Kenny sembrava cosí premuroso nei miei confronti. "Mi dispiace tanto, ma non so darti spiegazioni. Perché non provate ad essere gentili l'un con l'altro?"
"Facile a dirsi. Basta che si scambino uno sguardo purché si scateni il putiferio!" Intervenne Alfredo con un pizzico di ironia." è dal primo giorno che vanno avanti così." continuò.
"Tu e quel ragazzo siete due mine vaganti." Disse scherzando Ren.
Mi scappò un sorriso.
Forse dovevo provare a non rispondere con tono quando mi provocava.


                                                                                                                             - - -


Eravamo arrivati in spiaggia già da un po' e stavo parlando con Pattie sotto l'ombrellone, mentre Kenny Alfredo e Justin giocavano a pallone. Era bello vederli. Sorridere.
Rimasi a scrutare Justin.
Il suo fisico non era proprio scolpito da palestrato. Però dava il suo bel vedere. Poi i suoi occhi insieme al suo dannatissimo sorriso..wow, non avevo mai visto cosa piú bella.
'Ron, perché lo stai guardando con occhi diversi?' pensai.
"Hei, ti stai per caso innamorando?" La voce della donna mi catturò.
"Eh? Pattie, ma cosa dici ti pare." Sorrise premurosa.
"Ti ho vista adesso. Come hai incominciato a 'notarlo' se si può dire." Mi alzai dal lettino e questo Justin lo notò.
Bum. Bum. Bum. Perché il mio cuore aveva accellerato il suo solito battito?
"Se andiamo a farci una passeggiata, ti racconto." Pattie accettò e si alzò anche lei.
Diedi un ultimo sguardo a Justin ancora intento a guardarmi.
Questo mi fece avvampare. Una palla gli arrivò sul petto. Mi scappò una piccola ed innocente risata. Lui lo notò. E mi sorrise dolcemente.

"Per qualsiasi cosa io ci sono, sappilo Ron. Puoi considerarmi un'amica." Mi trasmetteva tanta sicurezza, quando parlava. Era tanto premurosa e dolce, quando crudele e severa. Perfetta direi.
"Justin é strano."
"Questo lo sappiamo da molto prima di te."
Quel pizzico di ironia ci voleva per far sciogliere il ghiaccio. Non mi ero mai confidata con lei prima di quel momento. 
"Pattie, io lo guardo con occhio diverso." Sorrise alla mia affermazione. Ops.
"Lo avevo notato già. Posso chiederti una cosa?" Le sorrisi senza far trasparire quel pizzico di imbarazzo che provavo. Ero brava a far trasparire i sentimenti.
"Tutto quello che vuoi."
"Perchè litigate come cane e gatto?" Bella domanda.
"Io e Justin, intendi?" Fece cenno di si con la testa e continuai. "Beh, non lo so. Potrei porre  questa domanda a lui, peccato che non troverei risposta. E' arrogante con me. Crede voglia superarlo e non so nemmeno in cosa. Il problema è che.. non credo gli rivolgerò parola più facilmente ora dopo stamattina." Chiudemmo lì il discorso.. Diciamo.
Tornando ai nostri ombrelloni mi distesi sul lettino e chiusi gli occhi. Sentivo il mare. Il vento e quel silenzio che portano le onde. Sentivo qualcosa nell'aria, ma non capivo cosa.
Sentivo la felicità colpirmi di nuovo. O meglio, quello era Justin.
Aprì di botto gli occhi e me lo ritrovai sopra. Quella situazione era piuttosto imbarazzante.
'Perchè con te non riesco a mascherare le mie emozioni?' pensai, pensai e ripensai. Non riuscivo proprio a darmi una risposta.
Le sue labbra a due passi dalle mie, il mio cuore che.. avevo paura riuscisse a sentirlo Justin.
I suoi occhi, oh.. Mi rapivano in un modo assurdo.
Come il mare rapisce il sole al tramonto e lascia andare la luna di notte.
"Justin, lasciala perdere." Ren era molto protettivo nei miei confronti. Soprattutto dopo tutto quello che mi faceva passare quel ragazzo. Fortuna che era arrivato lui, io non avrei trovato la forza di reagire.
Rimasi lì con il suono del suo cuore sulle labbra.
'Che mi sta succedendo..?' pensai.





"Ahi, Ron  brucia." Risi e continuai a spalmargli il doposole.
"Potevi stare più attento a non bruciarti." Sorrise e dallo specchio mi strinse una mano.
Si voltò verso di me e mi guardò premuroso e con dolcezza. Cosa tramava?
"Vieni qui." Mi strinse in un abbraccio. Lo ricambiai. 
'Come faceva a sapere che avevo bisogno di un sostegno? Oh, già. è il mio migliore amico.' Mi scappò un sorriso a quel pensiero.
"Ti voglio bene Ren, e ti prego.. non abbandonarmi mai." Tenevo a quel ragazzo più che a me stessa.
"Non lo farei mai, sei un pezzo di vita. E io vado avanti ricordando e vivendomi la mia vita." sorrisi a quel pensiero e gli stampai un bacio sulla guancia.
Nell'altra stanza c'erano Justin e Alfredo. Il primo entrò e ci vide. quasi sembrava che sbiancò.
"Scusate io.." Balbettava, per caso?
"Tranquillo, ora me ne vado." Sbattei la mia spalla contro la sua, mi fermò e Ren se ne andò lasciandoci soli.
Chiuse anche la porta, wow. Mi sedetti sul letto.
"Senti io ti devo delle scu.." non lo feci parlare. Avevo finito di farmi mettere i piedi in testa.
"Si può sapere che ti passa per la testa? Cosa ti ho fatto di male? Mi tratti male da primo giorno che sono arrivata qui! Non ho ancora fatto il mio primo concerto e già ho una voglia matta di andarmene. Ma no, non lo faccio! Perchè? Perchè Alfredo me lo impedisce. Se sono ancora qui è per merito suo, dovresti ringraziarlo." Feci per andarmene, ma mi prese bruscamente e mi sbattè al muro, cosicchè me lo ritrovai come poco tempo prima in spiaggia, a due centimetri da me.
'Cuore ti prego. smettila, prima o poi esploderai.'
"Smettila di scappare, cristo. Rimani qui e ascoltami per una volta." Ne avevo davvero la forza..? Calmai il mio respiro e gli feci cenno di parlare. Si allontanò da me, per fortuna.
"Sto passando un periodo di merda, con Selena va di male in peggio e la colpa è tua!" Mia?!
"Dovrei? Dovrei centrare qualcosa tra voi due?! Siete voi la coppia, non sono la puttana che mette fine a tutto! Justin, apri gli occhi. Io non sapevo nemmeno che v-voi due.. stavate insieme." Quela notizia mi distrusse, dentro e fuori. Per poco non scoppiavo a piangere. Le gambe incominciarono a tremare. Tanto.
'Fanculo Justin. Tu e il tuo dannato fascino, mi smonti la maschera  così.' pensai.
"Se magari mi fai finire." Mi guardò male. "Selena sa che sei qui ed è gelosa. Girano voci su di me e di te che non ti puoi nemmeno immaginare! Sto cominciando a dubitare di amarla per colpa tua.." Si mise le mani tra i capelli. Mi sedetti accanto a lui.
"Dubitare di amarla..? Per colpa mia? Io adesso cosa.." Mi guardò e mi prese il viso con delicatezza, nonostante la rabbia e la tristezza che si aggirava nell'aria.
"Centri. Eccome se centri Ron." sorrisi.
Era la prima volta che chiamava così.



Swaggy's space.

Ho poco tempo e devo andare.
Aspetto una vostra recensione, davvero tanto.
Jes vi ama.


I'm out, now.
  
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