There are no
innocent bystanders
Consiglio:
ascoltatevi
questa
canzone per la prima parte.
We’re only young and naive still
We
require certain skills
The
mood it changes like the wind
Hard
to control when it begins
Era quasi
il tramonto e Harry Styles se ne stava sdraiato a pancia in
giù su una sedia a
sdraio della piscina dell’albergo, gli occhi chiusi e gli
occhiali da sole
dimenticati sulle mattonelle scure del pavimento. Era il loro ultimo
giorno di
“vacanze” prima dell’inizio del nuovo
tour; avevano passato la giornata a
girare per la città e a salutare le fan che incontravano,
poi erano tornati in
albergo per riposarsi e prepararsi per la partenza del giorno dopo. Lui
e Louis
si erano praticamente fiondati in piscina, mentre gli altri avevano
preferito
rimanere in albergo -o dovunque fossero, non era un problema per Harry.
Ora il
ragazzo era lì, disteso con gli occhi chiusi e le guancie
arrossate dal sole,
in pace con se stesso.
In pace,
certo, almeno finché una goccia anomala, fredda come il
ghiaccio, si scontrò
contro la pelle della schiena, seguita subito dopo da un corpo di
più elevate
dimensioni, bagnato e freddissimo.
«Non
dirmi
che ti sei addormentato» gli arrivò il sussurro,
accompagnato da un respiro
caldo a solleticargli i ricci umidi. Mugolò qualcosa di
indefinito mentre
sentiva il corpo di Louis distendersi completamente sul suo, una mano
tra i
capelli, le dita fredde dei piedi ad accarezzargli il polpaccio.
«Avanti
Harry, non puoi dormire, io ho voglia di divertirmi»
piagnucolò ancora Louis, lambendogli
la nuca con le labbra.
Il
concetto di divertimento, per Louis Tomlinson, era
qualcosa di
particolare. La prima volta che gli aveva chiesto di divertirsi
con lui
erano finiti a passare la giornata guardandosi negli occhi e
baciandosi. Più
avanti, quando erano diventati un po’ più grandi e
più consapevoli di quello
che stava capitando loro, quei baci erano diventati molto di
più. A scanso di
equivoci: Harry amava il concetto di Louis di divertimento. Solo che
ogni tanto
questo comportava anche situazioni imbarazzanti, tipo la proposta di
una cosa a
tre con Zayn -e poi era lui, quello malato di
sesso- o il cercare ogni
tipo di pretesto per provocarlo in pubblico. Ogni tanto Harry lo
assecondava -e
si divertiva anche, a farlo-, ogni tanto invece, come il quel momento,
era
troppo preso dai suoi pensieri malinconici -la maggior parte dei quali
verteva
sul fatto che Louis non avesse la minima voglia di opporsi ai manager
per
rendere la loro relazione pubblica e, anzi, quasi li assecondava- e
quindi ciò
che per Louis era divertimento per Harry si trasformava in
un’estenuante lotta
contro le attenzioni del più grande. Mai conclusasi a suo
favore.
«Louis»
lo
avvertì quindi, sospirando appena, mentre le labbra della
ragazzo si spostavano
a lambirgli con delicatezza la pelle tesa delle spalle. Ogni tanto
Louis lo
ascoltava, quando gli chiedeva di non fare niente di stupido. Metteva
un po’ il
broncio, gli rubava giusto un bacio per essere contento, ma poi
smetteva. Altre
volte lo ignorava bellamente, conscio forse del fatto che Harry non si
sarebbe
mai arrabbiato con lui, e proseguiva nel suo intento. Esattamente come
sembrava
intenzionato a fare questa volta.
«Sei
così
caldo...» gli vibrò sulla pelle, mentre con le
mani scendeva ad accarezzargli
piano i fianchi, la linea di pelle poco sopra il costume, la curva
della
schiena prima del sedere. Harry sentì i brividi percorrergli
la spina dorsale,
alimentati dal contatto freddo con le dita del ragazzo.
«La
tua
pelle è così morbida...»
continuò ancora, sorridendogli sulla carne alla base
del collo.
«Potrebbe
vederci qualcuno» mormorò Harry, gli occhi ancora
chiusi, beandosi nonostante
tutto di quelle piccole attenzioni. Sentì il bacino di Louis
premere lentamente
contro il suo e si lasciò andare ad un gemito sospirato.
«Non
c’è
nessuno, Harry».
«C’è
sempre qualcuno. Lo sai».
Sentì
la
testa di Louis muoversi lentamente a destra e a sinistra, le labbra
tese nel
suo solito sorriso. Poteva quasi percepire i pensieri di Louis, il
“non mi
interessa. Pericoloso è divertente”. Prese a
scendere con le labbra lungo la
linea della colonna vertebrale, lasciando in ogni lembo di pelle la
voglia di
qualcosa di più.
«Potremmo
farlo qui, in piscina» propose, soffiandogli
sull’epidermide accaldata. Harry
si prese il suo tempo per aprire gli occhi lentamente, voltare il capo
appena
appena e inquadrare gli occhi ridenti del ragazzo. Poi tornò
a poggiare il
mento sopra il tessuto ruvido della sedia a sdraio e sospirò.
«Oppure
potremmo andare in camera» continuò imperterrito
il più grande, posandogli un
ultimo bacio alla base della schiena e poi piegando le ginocchia,
posizionandosi
a cavalcioni sul suo sedere.
«La
nostra
grande» gli posò un bacio alla base del collo e si
sfregò contro di lui,
facendogli uscire un gemito dalle labbra; «lussuosa
camera» inspirò il suo
profumo tra i suoi capelli, gli posò un morso leggero sulla
pelle sensibile
poco sotto l’orecchio e «che abbiamo a disposizione
fino a domani mattina»
concluse, soffiandogli direttamente nella conchiglia
dell’orecchio. Harry si
permise di pensare che l’avrebbe fatto volentieri anche
lì, se fosse dipeso da
lui; ma da lui non dipendeva, dipendeva dal loro grado di
popolarità e dai
paparazzi piazzati in ogni angolo del mondo, dipendeva dai manager
riluttanti e
dal mondo incapace di accettarli. Così, quando
«Allora, Harry? Ho voglia di
fare sesso» gli rivelò Louis, mordendogli con
delicatezza la punta
dell’orecchio, Harry per poco non lo fece cadere dalla sua
postazione, per la
foga con cui cercò di alzarsi. Louis fece la sua risata
bellissima e si mise in
piedi, trascinandoselo contro per un braccio, i loro petti a contatto,
le punte
dei nasi che si sfioravano.
«Ti
amo»
gli mormorò in un soffio, catturandolo con gli occhi. Harry
sorrise,
avvicinando le loro labbra nel principio di un bacio; i respiri che si
sfioravano, le loro anime intrecciate come le dita delle loro mani.
«Sei
un
coglione» borbottò, girandosi di scatto e
trascinandoselo dietro, pronto a
dimostragli quanto lui, in realtà, lo
amasse.
The bittersweet between my teeth
Trying
to find the in-betweens
Fall
back in love eventually
Yeah
yeah yeah yeah
La
ragazza era scioccata. Completamente, irrimediabilmente scioccata.
Aveva
appena assistito ad una scena irripetibile, aveva immortalato qualcosa
di
inimmortalabile. Era incondizionatamente spaesata e svuotata.
Louis
Tomlinson e Harry Styles,
ragionò,
scorrendo ancora una volta le immagini sul display della sua reflex
Canon 400d.
Non poteva ancora credere di avere del materiale del genere tra le mani.
Morirò
prima di riuscire a pubblicarle,
si disse,
guardando la piscina ormai vuota dalle vetrate che la dividevano dalla
grande
hall dell’hotel.
Di
euforia.
Non
riusciva davvero a crederci. Era andata all’hotel che gestiva
suo
zio per badare alle sue due cuginette dato che i genitori erano
impegnati ed
era finita a fotografare Louis Tomlinson e Harry Styles degli One
Direction in
atteggiamenti intimi a bordo piscina. Il suo sogno da quando aveva
visto per la
prima volta un video di quella band inglese.
È
una svolta. Se pubblicassi queste foto finalmente
verrebbero allo scoperto. Smetterebbero di scambiarsi quegli sguardi
frustrati
in tutte le interviste. Sarebbe perfetto.
«Ehi,
tu»
presa dal momento, la ragazza ci impiegò più di
un attimo a rendersi conto che
quelle parole erano rivolte a lei. Si girò di scatto, quasi
fece cadere la
reflex che stringeva in mano e poi rischiò un soffocamento a
causa di ciò che
le si parò davanti.
Oddio,
è Liam Payne. Oddio.
«Ehi»
disse ancora il ragazzo, facendole quel suo sorriso che, la ragazza lo
apprese in
quel momento esatto, era addirittura migliore di come lo dipingeva lo
schermo
del computer.
«Sono
Liam» continuò poi, non ricevendo alcuna riposta.
«Lo
so» si
sentì in dovere di chiarire la ragazza, non riuscendo
proprio ad assumere uno
sguardo meno malato. Liam se ne uscì con
un altro sorriso mortale.
Arrossì anche un po’ sulle guance.
Maledizione.
Ora muoio.
«Oh,
beh.
Hm... tu come ti chiami?»
«Ah.
Mi
chiamo Martine».
Liam
annuì, fece ondeggiare i capelli ricci e poi le fece un
altro sorriso.
Cazzo,
ora svengo. Muoio, schiatto. Addio, mondo crudele!
«Beh,
Martine: cosa vuoi per quelle foto?»
E il mondo
le si accartocciò addosso.
Quanto
voglio per... cosa?
«Niente.
Non voglio niente, non sono in vendita» rispose allora,
riacquistando un tono
decente. A dir la verità, aveva pensato di venderle ad una
rivista. In
alternativa, le avrebbe pubblicate su internet. Di sicuro non le
avrebbe date
agli altri membri della band per farle sparire -per quanto Liam fosse
meraviglioso e tutto quanto.
«Certo,
capisco. Ma, ecco... non potresti davvero pubblicarle». Liam
le fece
un’espressione dispiaciuta, si grattò la nuca,
spostò il peso da un piede
all’altro. Martine annuì meccanicamente,
incantata, e stava quasi per dire
«Certo, hai ragione»; poi però le
arrivò il giusto input al cervello e si
trattenne.
«Non
sono
in vendita» ripeté, mordendosi le labbra per non
dire qualcosa di stupido. Liam
allora alleviò un po’ il sorriso, si
grattò il naso, smise di guardarla negli
occhi.
«Ti
offro... beh, potresti uscire con Zayn. In cambio delle foto. Potrebbe,
vero?»
Molte fan
dicevano che Liam era strano. Che ogni tanto si comportava da pazzo,
che faceva
cose stupide. Certo, uno che ha paura dei cucchiai e non sa fare lo
spelling di
una parola qualche problema ce l’ha, okay, ma Martine non
pensava fosse così
schizzato da parlare con un mobile.
Poi,
però,
l’anta intarsiata del mobile di lusso in questione si
aprì senza emettere il
minimo cigolio e ne uscì prima un ciuffo di capelli scuri,
poi una fronte scura
e infine due profondi occhi castani. Infine Zayn Malik si richiuse
l’anta alle
spalle e fece una smorfia scocciata.
«Certo,
perché no. Ormai sono diventato una puttana, io»
borbottò, regalandole comunque
un sorriso da infarto. Liam ridacchiò e disse qualcosa come
«Ammettilo che non
ti dispiace» ma Martine era troppo distratta dal fatto che un
ragazzo fosse
appena uscito da un armadio per ascoltare il loro discorso.
Perché, cioè, non è
normale vero? Uscire da un mobile e dialogare come niente fosse. Una
parte
della sua mente non del tutto sana inquadrò la posizione del
mobile rispetto
alla piscina e si disse che, forse, quello sarebbe
stato un buon punto
strategico per spiare qualcuno nel cortile. Un po’ stretto,
buio forse, ma era
posizionato nel punto adatto per poter vedere abbastanza dal buco della
serratura. Quantomeno, per vedere la scena Larry Stylinson.
«Perché
comunque ti tocca, mi hai rovinato la valigia con il tuo stupido
gel».
«Scusami
sai se Niall è così stupido da pensare di aprire
una boccetta di gel e poi
buttarla aperta dentro alla tua valigia».
«Figurati,
non ci credo neanche un po’. Resta di fatto che adesso te
l’accolli tu questa,
io ho già dato con la vecchia al parco».
«In
effetti. Se solo Danielle sapesse...»
«Zayn!»
«Ok,
ragazzina, allora?»
Ad un
certo punto i ragazzi parvero ricordarsi di lei. Si girarono entrambi,
Zayn con
un sorriso furbo in volto e Liam con un’espressione
esasperata. Martine, che si
stava bellamente godendo quel litigio in diretta, si
risvegliò con un balzo e
si strinse automaticamente la reflex al petto.
«L’ho
già
detto, le foto non sono in vendita».
Liam e
Zayn fecero una smorfia di disappunto praticamente identica. Martine
avrebbe
tanto voluto fotografarli.
«Mi
dai il
tuo numero, finisce il tour -che tanto poi torniamo qui per forza- e
poi
usciamo insieme. Te lo prometto, non me lo
dimenticherò» continuò Zayn,
praticamente ignorando la sua affermazione. Liam, con
un’espressione stupida,
annuì freneticamente.
«E
poi non
è che si stessero baciando, quindi...»
Martine ci
rifletté relativamente poco. Certo, probabilmente Zayn non
se ne sarebbe mai
ricordato; certo, probabilmente quelle foto avrebbero potuto far felici
milioni
di fan e scontentarne il doppio; certo, la memoria in cui
c’erano le foto era
nuova e le era costata tutta la sua paghetta del mese. Ma alla fine
Liam si
ritrovò comunque con il piccolo oggetto nero tra le mani e
Zayn con un nuovo
numero salvato in rubrica.
«Grazie,
non te ne pentirai» fece Zayn, ammiccandole, con lo stesso
tono di un
commerciante soddisfatto. Liam se lo trascinò dietro per un
braccio e, dopo
essersi allontanato di neanche due metri dalla ragazza, riprese il
battibecco
con il moro.
«Non
ti
azzardare a dir niente a Danielle, sia chiaro».
«Certo
tesoro. Non saprà niente».
«Sarà
meglio per te».
«Sì,
come
vuoi. Avanti, andiamo su, Niall voleva vedere un film».
«Cosa
ce
ne facciamo di tutte queste foto? Ormai ne abbiamo a
centinaia».
«Ci
facciamo un album fotografico. E le rinfacciamo a Harry e Louis quando
diranno
che siamo dei buoni a nulla».
«A
me non
dicono che sono un buono a nulla».
«Che
c’entra, lo sei lo stesso».
«Ti
odio
Zayn».
«Sì
caro,
ti amo anche io».
Per lo
meno, Martine avrebbe sempre potuto andare a dire in giro che aveva
visto Louis
Tomlinson e Harry Styles in atteggiamenti da coppia. E avrebbe potuto
dire
anche che Liam e Zayn litigavano come due fidanzati e spiavano Harry e
Louis.
Certo, poi
probabilmente non le avrebbe creduto nessuno.
Ciao!
:D *spunta dal nulla dopo due settimane che non
s’è fatta minimamente sentire*
Cos’è
questa cosa? Questa è una insignificante OS nata dalla mia
malata mente dopo
tre ore in macchina ad uccidermi le gambe. È stata procreata
in un pomeriggio,
betata da questo
amore (che ha anche dato il titolo. Praticamente fa tutto lei
ormai, bah) e
sputata su questo sito per noia. La dedico ovviamente ad Anna
perché è un amore
e alle ragazze del gruppo di facebook #THEGAYSHAVEGAYEDAGAIN che mi
stanno
facendo impazzire in questo periodo, e che amo ♥
Ecco.
Per
quelle che si stanno chiedendo che fine abbia fatto e
perché non aggiorno Potrei
amarti,
rispondo con la coda tra le gambe che tornerò, ve lo
prometto, che mancano solo
due capitoli e che li posterò prestissimo :3 Vado via
perché mi sta scrivendo
tutto evidenziato in azzurro e non capisco perché
°-°
Ciao
bellissime ♥
_ki_