Prologo - In love
«Ti
amo».
Ecco,
ecco, l’ha detto.
Harry si
prende la testa tra le mani, si scompiglia i capelli con ardore e cerca
di non
sbuffare troppo rumorosamente. Cavolo, lo sapeva
anche, che prima o poi
questo momento sarebbe arrivato, perché Louis è
comunque il suo migliore amico
e lui riesce a capirlo come -probabilmente- nessun altro
può. Ma la realtà è
che sperava di essersi sbagliato.
«Louis,
io...»
Guarda
dappertutto: guarda lo schermo della televisione spento che ronza
indisturbato,
guarda la vetrina del mobile accanto ad essa, cerca nel suo riflesso
l’ispirazione; guarda dappertutto, tranne che negli occhi
dell’amico.
«Tranquillo,
non importa» mormora Louis, e sta sorridendo, mentre gli
passa una mano tra i
capelli, sulla guancia, mentre allontana lentamente un dito alla volta,
con
riluttanza, quasi come se fosse una separazione dolorosa. Se in questo
momento
Harry avesse il coraggio di guardare l’amico negli occhi vi
leggerebbe
sicuramente sincerità. E dolore.
«Sì
che
importa» dice allora, sempre tenendo gli occhi bassi, quasi
vergognoso. Si passa
la lingua sulle labbra secche e decide che deve pur dirle, quelle
parole, che
ferirà Louis, ma che lo ferirebbe di più stando
zitto. «Io non ti amo, Louis».
Il
più
grande sospira, accenna un sorriso, si sistema meglio sul divano. Harry
già la
vede, la linea impercettibile che sta cominciando a dividerli, quella
linea che
non avrebbe mai dovuto nascere ma che, semplicemente, ora c’è.
Si pente
già di non poter dare un’altra risposta.
Potrei
amarti, se questo mi assicurasse che non ci allontaneremmo.
«Penso
che
andrò a farmi una passeggiata» annuncia poi Louis,
alzandosi. Harry vorrebbe
fermarlo, impedirgli di andarsene e chiudersi la porta alle spalle,
definendo
così quella linea che li separerà da oggi in
avanti. Ma non lo ferma, perché
non saprebbe cosa dire, perché ha la gola secca e
perché Louis ha ancora
quell’assurdo sorriso stampato in viso che gli fa solo capire
quanto realmente
stia soffrendo.
Harry ha
sempre pensato che sia stupido, dire di amare una persona con cui non
si stia
insieme. Forse questo è dovuto dal fatto che Harry ha sempre
frequentato
ragazze che non erano quasi mai prima di tutto sue amiche, che non
conosceva se
non per fama o perché ne aveva sentito parlare da amici.
È sempre stato con
ragazze che lo attiravano a prima vista, che frequentava e con cui poi
si
metteva. Non è mai andato dietro ad una ragazza e non le ha
mai detto “ti amo”
prima del loro primo appuntamento. Probabilmente non ha neanche mai
detto un
“ti amo” sincero a qualcuno. Nonostante tutto,
nonostante Harry pensi che sia
stupido dire di amare una persona con cui non si sia stati prima
insieme, che
non sia abbia prima baciato, che non si abbia conosciuto, sa
perfettamente che
quelle di Louis non sono state parole affrettate, buttate a caso,
sputate fuori
dalle labbra con urgenza. Nonostante tutto, Harry sa che Louis lo
ama sul
serio.
La porta
di casa sbatte, interrompendo le riflessioni del riccio. Sbatte con un
rumore
sordo, quel rumore flebile che rimbomba decine di volte nella tua testa
solo
per ricordarti che ora niente sarà
più come prima.
Domani
sarà il giorno in cui Louis comincerà a
frequentare Eleanor Calder.
Perché
sto pubblicando questa cosa? Ragazze, non lo so
T.T
È
una mini-long (sono prologo+cinque capitoli), ne sono
completi solo tre su sei e io avrei davvero altre mille cose da fare.
Ma sono
qui, e adesso vado via (ahah) e se stasera torno e questa cosa non se
l’è
cagata nessuno la cancello u.u Però, dai, non è
così male, vero? Me lo fate un
commentino? :D Comunque, è Larry ragazze. Anche se Harry
è confuso e Louis non
fa niente per fargli cambiare idea. Che mi dite, secondo voi alla fine
si
mettono insieme? ;)
Me
ne vado, che è meglio.
Ciiiiao
:D
_ki_