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Autore: ErinKirihara    07/04/2012    1 recensioni
Questa storia l'ho inventata di sana pianta, spero vi piaccia. Non anticipo niente, se volete sapere leggete. Penso upperò anche dei disegni per illustrare alcuni dei capitoli.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Non è che fossi arrabbiato sul serio. Ero solo … shockato. Tremendamente shockato. Mentre tornavo a casa, avrei  voluto correre più forte che potevo, e buttarmi a letto. Ma le mie gambe tremavano.  Anni e anni, per riuscire a farle capire i miei sentimenti. Eppure, quel ragazzo, in un giorno ci era riuscito. Era riuscito a trovare il coraggio di dirle tutto. Da una parte, sentii di dovergli rispetto. Quasi come fosse un mio rivale. Dall’altra, lo odiavo. Profondamente. La dichiarazione che volevo farle da tanto tempo, era completamente andata a monte. Non era cosi che l’avevo immaginata.
Come qualcosa di fin troppo sdolcinato, ma che stranamente mi sembrava tutto quello che avessi mai desiderato.
“Ti amo da sempre Aoi. Diventa la mia ragazza.”
Lei mi avrebbe guardato imbarazzata, con quei suoi occhi che sono capaci di catturarti per non lasciarti più. Avrebbe pianto un po’. L’avrei abbracciata forte, e accarezzandole le guance bagnate, le avrei dato un bacio, di quelli come nei film.
Bah.
Il solo ripercorrere quei pensieri mi fece arrossire come uno stupido. Portai la testa fra le mani.
Lo aveva appena saputo.
“Lo sa. Ora lo sa.”
Espirai più volte, tentando di tornare a respirare come un’ essere umano.
“Sa che la amo.”
Già, glielo avevo detto. Anche se in un modo orribile. Il suo viso era sconvolto. Era rimasto impresso nella mia mente, ed era un’ immagine che volevo cancellare al più presto.
Chiusi gli occhi, tentando di farmi prendere dal sonno. Sapevo che sarebbe stato difficile. Ma in qualche modo ci riuscii. Consapevole, che il giorno seguente sarebbe arrivato.

La brezza estiva stava iniziando a diventare un’abitudine. Svegliarsi con un’arietta simile che ti rinfresca il viso era davvero una cosa piacevole, ma il pensiero che avrei rivisto presto  Aoi, mi mise immediatamente agitazione. Mi stiracchiai come se fossi già troppo stanco di quella giornata appena cominciata. Fissai la mia immagine allo specchio, dandomi dello scemo più e più volte. Ma fui interrotto.
“Si si, abbiamo capito, sei uno scemo! Muoviti in quel bagno, non sei l’unico che deve andare a scuola!”
Mia sorella, che insopportabile.
Sbuffando mi infilai la camicia della divisa, mi buttai un po’ d’acqua in faccia, la asciugai in fretta, e pettinandomi a malapena, mi diressi verso la porta. Mi sedetti sul gradino d’entrata, poggiando la testa fra le gambe.
“Coraggio … Coraggio. Le chiederò scusa. E … tornerà tutto come prima.”
Infilai le scarpe.
“E chissà, magari con un po’ di fortuna mi dirà che ricambia i miei sentimenti.”
Arrossii come una femmina, grattandomi la testa in modo impacciato. Mi feci quasi un po’ di pena.
Che femminuccia innamorata.
“Bene. Ora esco. Ora…”
“… Vuoi levarti da davanti alla porta? E smettila di parlare da solo.”
Guardai male mia sorella, che mi fissava torva a sua volta.
“Ehi vuoi litigare, stamattina?”
Sbadigliò.
“E’ da ieri sera che ti lamenti neanche fossi in punto di morte. Sei stancante. Se ti sei dichiarato ad Aoi sii uomo e affronta la cosa, insomma.”
Impietrii. Feci qualche passo indietro.
“Cos-…?! Come… Come lo sai, strega?!”
Lei si stiracchiò, tranquilla, ed aprì una merendina.
“Sei tornato a casa con dei fiori. E poi ieri, quando era con quel ragazzo davanti a casa nostra, l’hai evitata. Quando te ne sei andato con i fiori, sei tornato senza. Avevi una faccia depressa, blateravi, e cose simili. E’ tutto così semplice da capire.”
La guardai, quasi spaventato, arrossendo. Tutto tornava, effettivamente. Però, era stata cosi precisa in ogni singolo particolare che …
“Maki chan. Se inizi a spiare la gente fin da ora, non voglio immaginarmi che diavolo diventerai quando sarai vecchia.”
A  quelle parole, uscii di fretta, e chiusi la porta, correndo via. Sentii mia sorella urlare qualcosa. Bah, le sorelle maggiori. Sembrava quasi più infantile di me.
Camminai per la riva del fiume, guardandomi bene attorno. Magari l’avrei vista in lontananza.
Niente.
Entrai in classe, In modo fintamente disinvolto. Poggiai la cartella a terra, ed esitante, mi voltai verso il banco di Aoi.
Sussultai.
Era vuoto.
Quasi tremante, lasciai che il mio sguardo si perdesse nel nulla.
Era impossibile. Secchiona come era, non era mai mancata da scuola. Una volta era venuta perfino con la febbre, e la dovetti accompagnare a casa da morente. Se non c’era doveva per forza essere perché … Non voleva vedermi.
Mi bloccai. Un altro orribile pensiero percorse la mia mente.
Oppure … Si è vista con Yoh?
I brividi mi percossero tutto il corpo. Non potevo starmene li. Mi alzai di scatto.
“Dite al prof che ho avuto un’emergenza a casa o qualcosa del genere!”
Sentii balbettare un ‘ si ‘ poco convinto da qualcuno. Corsi fuori.
E feci una vittima. Qualcosa era caduto violentemente a terra.
“Ahi!”
Era una ragazza. L’avevo urtata.
Questa non ci voleva.
La aiutai a rialzarsi.
“Tutto bene …?”
La ragazza sembrò guardarmi con stupore.
“Umh… S-Si.”
Sospirai sollevato. Per fortuna la cosa sembrava non dovermi rallentare.
“Bene, allora io vad-“
“A- Aspetta!”
Oh no.
Rimasi in attesa.
“Dimmi.”
Giocherellò con le dita, senza guardarmi negli occhi.
“Ecco … Sono Orihara della sezione C. E … E’ molto … Raro trovarti senza Kurama Aoi attorno.”
Storsi un po’ il naso. Non capivo dove volesse arrivare. O forse non volevo capirlo. Non che non fosse carina, ma il mio cuore era già occupato.
“Beh?”
Arrossì. 
“V- volevo chiederti … Visto che da ieri non vi vedo assieme. Se per ... caso … Ti andasse di uscire insieme.”
Ecco, lo sapevo.
Sospirai. Sembrava una brava ragazza. Proprio una brava ragazza. La scrutai da cima a fondo. Brava e carina.
“ Mi dispiace.”
Cercai di abbozzare un sorriso.
“Non penso di poterlo fare. Mi dispiace.”
Si allarmò tutto d’un tratto.
“Ho … Ho qualcosa di sbagliato?”
Scossi la testa.
“E’ che il mio cuore è occupato da una stupida. E tu sembri una brava ragazza.”
Proprio perché sembrava una brava ragazza. Non potevo usarla.
Mi guardò triste. Però, le sarebbe di sicuro passato. Le voltai le spalle, e ricominciai a correre.
Dovevo andare affondo a quella faccenda. Una volta per tutte.
  
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