E' meglio essere vigliacchi per un
minuto
che morti per il resto della vita.
(Woody Allen)
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Infermeria – Holy Grail School
Si
risvegliò in infermeria… di nuovo.
Stava
diventando un’abitudine, una di quelle che non piace nemmeno a chi è costretto
(inconsapevolmente) a ripeterle nel tempo.
-
Che diavolo è successo?! – sbottò infastidita mentre controllava di avere ancora
tutti gli arti attaccati al corpo. Durante “l’ispezione” trovò una fascia
elastica. In prossimità della clavicola sinistra c’era una benda, sicuramente
imbevuta di pozione cicatrizzante, che le rendeva difficili i movimenti – Questa
scuola sta fisicamente diventando dannosa per la mia salute!
–
-
Se evitassi di metterti in situazioni pericolose non finiresti sempre qui. – la
rimproverò l’infermiera, le porse un bicchiere fumante di pozione rimpolpasangue
e le sistemò le coperte.
La
rossa non aveva idea di come rispondere a quelle parole: la sua memoria le stava
giocando qualche brutto scherzo probabilmente.
Ricordava soltanto l’ingresso
del professore di difesa contro le arti oscure, il fatto che avessero parlato
del divoratore e poi… Più nulla ma fu lo stesso James White a riservarle
dapprima un’espressione incredibilmente sollevata e poi un’occhiata severa: -
Sei stata avventata. Hai agito senza preoccupati della tua salute. Hai
affrontato un divoratore nel modo peggiore che si potesse immaginare… Ma se non
fosse stato per te, oggi non sarei qui a rimproverarti quindi grazie.
–
Emily,
notando lo sconcerto sul volto della rossa, si premurò di informare l’insegnante
del fatto che Amy non ricordasse nulla: - La botta deve averle causato qualche
problema alla memoria. Probabilmente ricorderà tutto nel giro di qualche ora ma
per il momento non sa niente di cosa è successo durante la sua ultima lezione.
–
White
e l’infermiera si allontanarono dal suo letto.
Per
quello che riuscì a sentire, la loro conversazione verteva sulle sue condizioni
fisiche, in pratica non l’avrebbero fatta uscire prima di altri sette
giorni.
Notò
solo in quel momento il braccialetto che aveva al polso destro: c'era scritta la
data di ricovero e d’istinto il suo sguardo si spostò sul calendario più
vicino.
Erano
trascorse più di tre settimane.
Recuperò
la sua cartella clinica e decifrò con difficoltà la calligrafia di un medico
che, dopo l’intervento d’urgenza effettuato sul suo cuore a causa di un trauma
non specificato, riferiva passo per passo i trattamenti a cui sarebbe stata
sottoposta durante la riabilitazione.
Amy
si domandò come fosse stato possibile, per lei, dimenticare un’intera giornata e
soprattutto quale arcaico metodo avesse usato Emily LaRogue per tenere lontani
da lì i curiosi.
Frugò
nella sua tracolla in cerca di qualcosa che fosse in grado di sbloccarle la
memoria e, primo tra tutti, controllò il suo taccuino.
Bastarono
le prime righe a far scattare qualcosa nella sua mente…
*flashback*
Il
primo che decise di sottoporsi alla prova fu Arcan Berry che, sprezzante come al
solito, si pavoneggiò davanti al resto della classe sminuendo la creatura ancora
sigillata all’interno del baule.
James
fu costretto a sedare l’entusiasmo del giovane al suo fianco, gli bastò
un’occhiata per far intendere a Berry che non tollerava quell’atteggiamento
durante le sue lezioni, quindi gli consigliò vivamente di riportare l’attenzione
sul suo avversario.
Amy
riservò un’occhiata divertita a entrambi: suo padre era famoso in tutta la
scuola per il suo carattere solare ma era anche risaputo che James diventasse la
persona più pignola e ligia al dovere della scuola durante un’esercitazione;
Arcan era il suo esatto opposto, si dimostrava serio durante le lezioni di
teoria ma durante la pratica il suo animo era totalmente sconvolto
dall’adrenalina e si trasformava in uno sconsiderato esemplare della razza
umana.
-
Scommetto cinque galeoni che te la fai sotto prima di cinque minuti. – fu la
divertita provocazione di Amy che, seduta in fondo all’aula tra i suoi amici
della tigre bianca, si limitava semplicemente a scoccare qualche occhiata
incuriosita alle spalle del giovane.
Arcan
si limitò a sogghignare divertito. Il tempo in cui le parole della Halliwell lo
infastidivano era finito da un pezzo… Amy era diventata la sua rivale scolastica
ufficiale e quella non era altro che l’ennesima tra le loro giocose sfide
interdisciplinari.
Arcan
fu praticamente estromesso dalla cricca il giorno stesso in cui ammise, con il
resto del gruppo, che la rossa non era così male come Eva volesse dipingerla.
Nessuno lo vide più camminare al fianco dei “reali” ma questo non sembrò turbare
il giovane che nel giro di un paio di settimane acquistò maggior sicurezza nei
rapporti interpersonali.
Trovò
facilmente un nuovo gruppo di amici più sereno e unito di quanto mai potesse
diventarlo la cricca con la regina dei dittatori al comando.
-
Prepara i soldi Halliwell. – senza distogliere lo sguardo dalla rossa, strinse
meglio la bacchetta tra le dita e le fece un occhiolino divertito – Stavolta
sono determinato a vincere. – appena il ragazzo si decise a voltarle le spalle,
la sua espressione mutò totalmente. Davanti a lui si era materializzato un
enorme cerbero e, almeno in apparenza, Arcan non aveva idea di come affrontarlo…
-
Hai già finito di vantarti Berry? – notando che il compagno era in difficoltà
Amy tentò di fare leva sul suo orgoglio per smuoverlo, non le venne in mente
altro per tentare di farlo reagire, possibilmente prima che quell’amabile
bestione decidesse di usarlo come nuovo giocattolo – Non avrei mai detto che
fossi un codardo. La prossima volta ricordami di scommettere un po’ di più… Le
vittorie facili mi piacciono. –
Arcan,
sentendo quelle parole, non trovò altra soluzione che reagire. Chiuse gli occhi, fece un respiro profondo e
riacquistando il suo solito sorriso strafottente puntò la bacchetta contro il
demone pronunciando l’incantesimo trasformando l’enorme cane a tre teste che lo
aveva terrorizzato fino a poco prima in uno squittente chiwawa vestito di tutto
punto con un improbabile un tutù rosa.
L’intera
classe scoppiò a ridere e al demone non restò altro che indietreggiare prima di
affrontare un nuovo avversario… White si congratulò con lui e chiamò un altro
dei suoi studenti per l’esercitazione.
Quando
raggiunse la postazione della rossa, a cui diede un sonoro cinque, le risate del
resto del gruppo lo contagiarono mentre il resto della classe si sottoponeva
all’esercitazione.
-
Bella prova Lily, sei stata molto brava, adesso tocca a… Amy Halliwell. Forza e
coraggio ragazza, sei l’ultima! – James riservò alla rossa uno sguardo
entusiasta, tra se e se fu costretto ad ammettere che non vedeva l’ora di
osservare il divoratore della “ragazza di ghiaccio” ma restò deluso sentendo la
risposta di Amy disse di non essere particolarmente interessata
all’esercitazione e che per nessun motivo al mondo avrebbe mostrato ai suoi
compagni la sua paura più grande.
-
Se non farai la prova sarò costretto a metterti un insufficienza… A questo punto
dell’anno non gioverebbe affatto alla tua media. – tentò di convincerla facendo
leva sulla sua incredibile voglia di primeggiare in ogni materia ma, ancora una
volta, restò deluso…
Amy
fu irremovibile, sottoporsi a quella prova voleva dire abboccare in pieno
a una trappola a dir poco evidente, non
sarebbe stata così stupida da accettare: - Un’insufficienza mi abbasserà la
media solo di un paio di punti … E poi c’è sempre il secondo quadrimestre! –
-
Chiariremo questo punto a fine lezione Halliwell. Bene, direi che abbiamo finito
per oggi, siete liberi di… - ma prima ancora che gli studenti potessero
accalcarsi verso l’uscita successe qualcosa di strano, o meglio,
d’imprevisto.
Il
demone si liberò dall’incantesimo, Amy percepì la magia del notturno crescere, come se qualcosa (o qualcuno) stesse alimentando il suo potere illusorio.
La rossa vide il divoratore usare la magia per immobilizzare il resto della classe lungo le pareti e, approfittando della sua sorpresa, la intrappolò all'intero di una barriera... Non male come inizio.
James
sgranò gli occhi per la sorpresa e dichiarò tra se e se che sicuramente sarebbe
uscito pazzo da quella lezione: Amy Halliwell, nel corso del tempo, si era
rivelata un vero e proprio enigma.
In
più di un’occasione aveva notato sul volto della ragazza un’espressione
disattenta eppure non era ancora riuscito a coglierla in fallo. Conosceva le
risposte di ogni sua domanda e, pur impegnandosi al minimo, riusciva a
raggiungere dei risultati stupefacenti.
Riemerse
dai suoi pensieri quando notò il divoratore muoversi: sguainò a sua volta la
bacchetta, si frappose tra Amy e gli altri studenti, preoccupato a sua volta per
la forma che avrebbe assunto il divoratore.
Successe
tutto nel giro di pochi secondi…
James
fu disarmato dal demone ancora nascosto nell’ombra e Amy si parò dinanzi a lui
urlando alla creatura che il suo unico bersaglio era lei, il resto non era
importante, per nessuno dei due.
Davanti
a loro si materializzò l’imponente figura di un uomo dai capelli corti e
ingrigiti dal tempo…
Nel
complesso era un uomo affascinante e se non fosse stato per quel lampo di
follia, sempre presente nel suo sguardo, nessuno avrebbe trovato qualcosa
d’inquietante in quella figura.
Amy
non riuscì a trattenere un sorriso mesto notando che a distanza di anni la sua
paura più grande non era cambiata, il volto Gareth era rimasto indelebilmente
impresso nella sua memoria: - Guarda un po’ chi si rivede… È molto che non
cerchi di torturarmi. –
-
Ricordare i tempi andati come fossimo amici di vecchia data… Sarebbe bello sai?
Ma sappiamo entrambi che la verità è un’altra bambina… - il divoratore si
concesse una lunga risata mentre, rigirandosi tra le dita un lungo pugnale dal
manico d’argento, le riservava un’occhiata carica di superbia – La tua
incapacità nell’affrontarmi è evidente. Il mio ricordo è ancora in grado di
farti tremare e proprio come l’ultima volta sarai tu a farti male.
–
-
Vedo che l’esilio ti ha trasformato in un filosofo… Voglio essere onesta con te:
a nessuno, me compresa, interessano le tue stupide chiacchiere. – Amy sorrise
soddisfatta notando l’espressione sorpresa del demone e si limitò a puntargli
contro la bacchetta, sotto lo sguardo confuso dei suoi compagni che si
domandarono come riuscisse affrontare la sua paura più grande mantenendo
costantemente il suo sorriso.
Il
divoratore mascherò la propria sorpresa con una risata, le riservò un’occhiata
divertita e iniziò a camminare per l’aula interessandosi a ciò che lo
circondava: - Vedo che non hai perso la tua lingua lunga… Del resto ho iniziato
a giocare con te prima che mammina e papino potessero insegnarti a moderare i
termini. –
Quelle
parole fecero perdere alla rossa il sorriso… Amy conosceva il “modo superandi”
dei divoratori: sfruttavano le paure delle loro vittime e risalivano a ogni
pensiero legato a esse per attaccare.
Tutto
ciò che aveva sentito dire dal demone negli ultimi cinque minuti corrispondeva a
ciò che, per anni, lei stessa aveva immaginato.Una cosa era certa, non avrebbe
accettato quelle parole da un insulso demone di bassa lega, si decise a
interrompere quell’inutile sproloquio intrapreso dal divoratore: - Non ti
conviene scherzare… Hai il suo aspetto, non i suoi poteri. –
-
Adesso la colpa sarebbe mia? La situazione ti sta sfuggendo di mano e tutto
quello che sei in grado di dire è che “non sono lui”? Mi aspettavo qualcosa di
meglio dalla piccola fiamma. – il demone la sfidò a reagire, aveva libero
accesso ai suoi pensieri e alle sue emozioni, poteva leggere il turbamento
invadere la mente di quella giovane anche da quella distanza, avrebbe ceduto…
Come molti altri prima di lei.
-
Non voglio perdere tempo con te… Finiamola qui. – fu la piccata risposta della
rossa che si avvicinò di qualche passo al demone per porre finalmente fine a
quell’insensata esercitazione.
-
Tempo da perdere? Tu non hai più tempo per giocare. Non dimenticartelo. – senza
indugiare ulteriormente il divoratore si decise a scagliare il pugnale che
stringeva tra le dita contro il suo obiettivo.
Amy
si ritrovò a sgranare gli occhi per la sorpresa quando vide il pugnale superare
la sua spalla e seguire una traiettoria differente da quella che aveva
immaginato. Non era mai stata lei il bersaglio del divoratore.
Sarebbe
toccato a James pagare per la sua inefficienza…?
Qualcuno
la vide scomparire nel nulla e riapparire, come se niente fosse, davanti
all’uomo cui fece da scudo…
Uno
schizzo scarlatto macchiò il pavimento.
Alcuni
trattennero a stento le urla vedendo il sangue della ragazza colare dall’elsa
del pugnale e riversarsi sul pavimento.
-
Per qualche strano motivo… Vi ricordavo più onesti. Errore mio: non si tratta
con i demoni di bassa lega. – furono le sue parole, una divertita provocazione
quasi, a convincere il divoratore a continuare con il suo attacco… L’avrebbe
sfinita. Avrebbe vinto lui.
Il
divoratore usò la magia per attrarre la ragazza a se, la afferrò per una spalla
e le osservò scrupolosamente il volto.
-
Guardati… Potresti morire da un momento all’altro eppure riesci ancora a fare
dell’ironia. – le passò un dito sulle labbra, ripulendole dal sangue e ne saggiò
la consistenza senza trattenere un mugolio soddisfatto – Più dolce del miele… È
un peccato non poter continuare questo nostro gioco bambina. Sappiamo entrambi
che la fatidica data si sta avvicinando, dovrai scegliere, fallo con giudizio
stavolta. –
Aveva
paura… Paura di morire prima del tempo.
Con
le poche forze rimaste Penelope decise di mandare a quel paese tutto ciò che,
per anni, l’aveva rappresentata e per una volta decise che sarebbe toccato alla
sua coinquilina vendicarla.
Sarebbe
stato il richiamo del suo stesso sangue a punire il divoratore: Avres si sarebbe
divertita a ripagare il demone con mille anni di esilio nella trentaduesima
dimensione.
Quando
la Dea prese il controllo i cambiamenti più evidenti si manifestarono sul suo
volto.
I
suoi occhi cambiarono colore, sul suo volto comparvero gli antichi simboli di
guerra del popolo elfico e sul suo volto si materializzò un ghigno sadico che la
trasformò definitivamente nell’antico terrore delle leggende: - Ciao, ciao
bastardo. Divertiti all’inferno. –
L’ultima
cosa che vide fu l’espressione agonizzante del divoratore di fronte a lei che,
prima di svanire tra le fiamme, le riservava un occhiata
terrorizzata.
*******
Amy
si passò stancamente una mano sugli occhi pensando a ciò che era successo. James
aveva ragione: era stata avventata, sconsiderata e stupida… Aveva messo in
pericolo più di una persona e Damastair non gliel’avrebbe fatta passare liscia
quella volta.
-
Porco mondo… Ho fatto un casino. –
ND
Lady_T93:
Buon salve persone folli che avete il coraggio di leggere la mia storia malandata.
Mi è giunta voce che anche a Pasqua, come a Natale, bisogna
essere tutti più buoni quindi ho pensato di ripagare la vostra pazienza con
questo nuovo prodotto della mia follia.
Spero che
vi sia piaciuto e mi auguro di non avere più ripensamenti su ciò che ho prodotto
fin ora!
Alla prossima... Speriamo puntualmente(o quasi!).