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Autore: martamatta    07/04/2012    2 recensioni
cari lettori vi ringrazio per spendere un po' del vostro tempo nel leggere questa storia. essa è ambientata subito dopo i fatti di resident evil 5 è una storia d'amore, di misteri d'azione e di segreti del passato e del presente che verranno svelati per dar luce ad un diverso futuro per il mondo. Forse è vero che una persona può cambiare grazie all'amore e affrontare l'oscurità che ha nel cuore.
di nuovo grazie e buona lettura a tutti. a e vi prego di esprimere le vostre opinioni scrivendo delle recensioni
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albert Wesker, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano passati più di due mesi dall’attacco terroristico in Africa. E da due settimane la BSAA aveva rimandato Claire a casa, per farla riprendere e riposare dallo scontro.
La sua caviglia era perfettamente guarita. Adesso Claire si trovava nel suo appartamento affacciata alla finestra. Ammirava il panorama di Los Angeles, quella città in quei giorni era piuttosto tranquilla, ma Claire pensava a lui. Erano passati due mesi e non aveva saputo niente, nella sua testa riecheggiavano le sue parole “Non mi cercare, mi farò vivo io!”, si domandava cosa stesse facendo e dove fosse.
I suoi pensieri venero interrotti da un suono musicale; sereno e appena percettibile. Claire si voltò, dietro di lei c’era un tavolo da pranzo, sgombro, con sopra il suo computer portatile accesso. Sullo schermo era comparsa una nota che diceva  < ti è arrivata un e-mail >, Claire si avvicinò incuriosita e si sedette davanti al computer.
Il computer diceva che il mittente di quella lettera era ignoto, allora presa ancora più dalla curiosità l’aprì e cominciò a leggerla:
 
caro cuore,
ho raccolto più frutti
che ho potuto. Sfortunatamente
nel mio primo raccolto, sulle alti montagne Europee, ho avuto un incontro con due stelle.
Due stelle che non dovevo assolutamente
Incontrare, almeno non adesso!
Se sei sveglia quanto penso credo
Che tu abbia già capito a chi mi riferisco.
ADESSO mi sono stabilito nel paese americano dei ghiacci, e ho fatto in
Modo che tu e il tuo compagno mi veniste a trovare.
Ci sono molte cose di cui ti vorrei
Parlare riguardo le ricerche che ho iniziato e delle scoperte che ho fatto duranti il mio raccolto.
Non vedo l’ora d’incontrarti cuore!
Ti amo,
     il tuo sole

 
Claire rilesse più volte l’e-mail sorridendo. Poi restò un momento a riflettere su due cose:
la prima era che le “due stelle” erano di sicuro Chris e Jill, ma si domandava come mai Chris non gli avesse detto niente riguardo l’incontro con Wesker, forse lo aveva fatto per non farla preoccupare, ma da una parte non aveva avuto notizie del fratello da quando era partito.
E la seconda era come avrebbe fatto Albert a farli incontrare e se ci sarebbe, doveva trovare il modo di raccontare tutto a Leon senza che lui desse in escandescenza o si agitasse.
Mentre rifletteva su queste cose il campanello dell’appartamento suonò; Claire chiuse a icona l’e-mail sul computer, poi si diresse ad aprire la porta.
Quando l’aprì trovò Leon appoggiato al muro d’ingresso tutto sorridente che le disse –super novità partner!- Claire lo fece entrare e lui chiuse la porta alle sue spalle. Poi disse allegramente –visto ciò che è successe a me in Sud America e a te in Africa, ci hanno dato un po’ di riposo. Ma adesso mi hanno comunicato che riprendiamo a lavorare!- Claire confusa disse –Leon! Arriva al punto! Non tenermi sulle spine!-. Lui disse sorridendo –praticamente ci hanno affidato una missione che consiste nel controllare un piccolissimo laboratorio in Alaska! È tutto offerto al padrone di casa,  che vuole che andiamo a controllare questo posto per sicurezza. Il capo mi ha detto di considerarla una piccola vacanza in mezzo hai ghiacci-.
Claire rimase a bocca aperta e prese a fissare il computer pensando “ma come hai fatto?”, poi si rivolse a Leon -quando è che partiamo e per quanto tempo?-, il ragazzo prese dalla tasca destra del suo capotto un foglio, lo lesse e poi rispose –partiamo fra due giorni e per due giorni siamo ospiti del padrone di casa-.
Leon rimise il foglio in tasca e vide che Claire molto pensierosa ed agitata, in effetti aveva notato che lei aveva spesso la testa fra le nuvole da quando era tornata dall’Africa.
Così le disse in tono curioso e sospetto –di un po’ Readfield! Hai incontrato qualcuno per caso?- Claire arrossì e poi disse agitata –ma no….! Cosa te lo fa pensare?-, Leon si avvicinò a lei –sei più distratta di questi tempi! Dai..lui chi è? Lo conosco?- Claire si fece seria –lo conosci e non lo conosci! credo che sia lui che ci ha chiamati in Alaska, lo ha fatto perché voleva incontrarmi!- Leon rimase a bocca aperta “questo tipo deve essere davvero speciale per Claire! E di sicuro lo stesso lui per lei visto tutto il casino che ha fatto per portarci in Alaska!” poi stette per dire qualcosa a Claire, ma la ragazza lo precedette dicendo –non chiedermi niente riguardo lui adesso! Saprai tutto in Alaska quando lo incontreremo!- Leon ci rimase un po’ male da quelle parole, ma rispettò il desiderio di Claire e stette a denti stretti dalla curiosità, fino al loro arrivo in Alaska.
 
Per due giorni si prepararono con calma, discutendo sui dettagli del viaggio, poi il giorno della partenza presero una aereo diretto in Canada, in una città che si trovava ai pressi del confine con l’Alaska.
Viaggiarono in prima classe e Leon disse rilassato –potrei anche abituarmi a questo genere di missioni!-.
Arrivati a destinazione Leon e Claire presero un altro aereo, ma molto più piccolo (per 5 persone al massimo), diretto in una piccolissima città chiamata Ice Town; quando arrivarono presero i loro bagagli, ma non trovarono nessuno ad aspettarli.
La cittadina era molto piccola ma anche piena di vita, era costruita tutta in legno e i bambini giocavano felici con la neve mentre gli adulti chiacchieravano fra loro mentre li tenevano d’occhio.
Leon nel vedere quella tranquillità ripensò a quando era andato in Spagna, quelle brave e innocenti persone finite sotto il controllo di un pazzo, quel anonimo villaggio spagnolo si era trasformato in un inferno di sangue. Strinse i pugni pensando agli orrori che la Umbrella aveva commesso, Claire gli mise una mano sulla spalla notando e capendo i suoi pensieri.
Alla fine Leon scosse la testa e prese un bigliettino dalla tasca con su scritto un indirizzo. Si guardarono entrambi un momento intorno poi Claire esclamò –è meglio chiedere indicazioni a qualcuno del posto- Leon annuì ed entrambi si avvicinarono ad un gruppetto di persone che stavano parlando fra di loro. Claire disse amichevolmente –buongiorno! Scusate se vi disturbo , ma ci servono delle indicazioni- un uomo anziano di quel gruppetto sorrise alla ragazza dai capelli rossi e disse –buongiorno anche a voi! Più che altro buonasera. Comunque no! Nessun disturbo, come possiamo aiutarvi?- Claire passò il bigliettino di Leon all’uomo e gli disse –cerchiamo questo indirizzo- l’uomo prese il biglietto e tutti si erano sporsi per leggerlo, fecero una grande confusione ma all’improvviso cadde un enorme silenzio. L’uomo disse –state cercando casa Allen! Per quale motivo?-, Leon rispose –ci ha chiamato il padrone di casa per lavoro pochi giorni fa- l’uomo rimase in silenzio per breve tempo, poi disse –il padrone di casa è scomparso da più di 40 anni! Di recente abbiamo visto un uomo che gli somigliava, ma credevamo tutti di aver sbagliato. Il che vuol dire che il padrone di casa di adesso è un altro uomo e non quello che conoscevamo noi- Leon e Claire si erano irrigiditi poi quell’uomo disse –il che significa che alla fine i custodi hanno finalmente venduto quella casa! Comunque casa Allen si trova da questa parte, dovete andare sempre dritti per questa strada, è al di fuori del villaggio, ben isolata! Buon soggiorno ragazzi!- Leon riprese il bigliettino e insieme a Claire salutarono e quelle persone ricambiarono il saluto.
Fecero a piedi un paio di chilometri e poi dopo una piccola salita trovarono la casa di legno aprirsi davanti a loro, era molto grande a vederla all’esterno. Claire bussò alla porta, era molto agitata sia per rivedere Albert, sia per la reazione che Leon avrebbe avuto.
La porta si aprì leggermente e Claire si trovò davanti una bambina di 9 anni bionda e timida. Leon si avvicinò curioso e disse –tu chi sei piccola?- la bambina li fece entrare e poi rispose –io sono Astrid, sono la figlia dei custodi della casa! Avverto il signore che siete arrivati!- e la bambina se ne andò per un corridoio, collegato a quella stanza.
Leon e Claire si erano ritrovati in un bel salotto grande con un caminetto accesso, con due divani semplici ma grandi rivoltati verso un enorme televisore a schermo piatto. Lì vicino c’era una porta aperta dalla quale si poteva intravedere una splendida cucina.
Dopo poco la bambina ritornò con in mano un slittino e una torcia e disse –il signore adesso arriva, e io devo andare a casa, ormai è ora di cena!-. Leon nel vedere la bambina che apriva la porta d’ingresso le disse –ehi piccola non hai paura? Se vuoi ti accompagno!- la bambina rispose timidamente –io faccio avanti e indietro ogni giorno e casa mia è vicinissima, si trova poco prima della salita. Vi auguro buona notte!- detto questo la bambina se ne andò salutando e Leon la osservò pensieroso da una finestrella, che si trovava vicino la porta d’ingresso, finché non scomparve tra il buio e la neve.
Poi una voce calda e accogliente disse –benvenuti miei ospiti!- entrambi si voltarono, Leon si ritrovò davanti un uomo dai capelli biondi e con gli occhiali da sole; indossava dei semplici pantaloni neri e un maglioncino bianco. Claire non riuscì a trattenere l’emozione che gli corse incontro e lo abbracciò.
Leon si avvicinò, lo stava squadrando dal alto verso il basso e poi disse freddamente –ho capito chi sei!- Albert e Claire si irrigidirono mentre lui si avvicinava, ma poi allegramente gli strinse la mano dicendo –tu sei quello che ha rubato il cuore alla mia partner, congratulazioni! Io sono Leon!-. Albert e Claire rimasero entrambi sbigottiti, ma poi Claire fece fare ad Albert due passi indietro e disse a Leon –Leon…senti! Lui è Albert…- Leon annuì e contento disse –Ok…Albert!- ma Claire proseguì –vedi lui è Albert…Wesker!-.
Il sorriso sul viso di Leon svanì e poi disse –stai scherzando vero?- Claire scosse la testa e il ragazzo si sentì un po’ frastornato e disse –ma…lui non dovrebbe essere morto? In Africa dentro il vulcano? Cosa è successo?-, ed Albert e Claire si misero a spiegare ciò che successe in Africa e che cambiò la vita di Wesker.
 
  Chris non aveva dormito per settimane, ogni volta che chiudeva gli occhi rivedeva le iridi rosse di Wesker che lo inseguivano e lo volevano uccidere, invece l’immagine del suo sorriso lo perseguitava quando aveva gli occhi aperti.
L’accampamento era molto agitato e nervoso in quei giorni, dato che Wesker aveva cancelletto ogni file contenuto nel computer e gli hacker migliori si erano messi a lavorare nel tentativo di recuperare qualcosa, ma invano.
Nella testa di Chris frullava la domanda del come quel mostro era sopravissuto ad un bagno di lava e due colpi di Bazucca. E il suo sesto senso gli diceva che quell’uomo dell’accampamento in Africa, di cui Claire si prendeva gran cura, centrava qualcosa.
I suoi sospetti si fecero più grandi quando seppe dell’attacco terroristico in Africa e quindi pensava che Wesker era al centro di tutto. Chris voleva parlare con Claire per vedere se stava bene e anche per chiedergli tutti i dettagli dell’attacco terroristico e di che “fine” avesse fatto Albert.
Jill lo osservava, notò che era sempre più nervoso e la paura lo stava avvolgendo, “e come biasimarlo…” pensò mentre ricordava ciò che Wesker le fece quando la catturò a Villa Spencer.
Poi un giorno a Chris venne la notizia della missione in Alaska di Claire e Leon e decise, quel giorno stesso, di raggiungerla lì insieme a Jill; aveva assoluto bisogno di parlargli.
 
Leon aveva ascoltato tutta la storia in silenzio e si era commosso, ma non lo dava a vedere, poi disse –allora tu stai dalla nostra parte adesso?- Albert annuì, poi leggendo la fatica ed il sonno negli occhi di Leon disse –sarete stanchi per il viaggio, venite vi faccio vedere dove starete-. Leon e Claire lo seguirono al piano di sopra, c’era un lungo corridoio e molte stanze, si fermò davanti alla prima porta e disse –ecco qui! Leon questa è la tua camera, e nella stanza affianco c’è un bagno, così vi date una bella rinfrescata. La porta ancora dopo c’è la tua stanza Claire-, Leon sbadigliò, aprì la porta e vide che nella stanza c’erano due grandi letti singoli, uno davanti all’altro, che lo chiamavano. Poi disse con tono stanco –grazie Al’! Scusate ma sono davvero esausto ci vediamo domani mattina!- detto questo si chiuse la porta alle spalle mentre gli altri due gli davano la buonanotte.
E alla fine Albert disse –vuoi un tè?- Claire annuì, dopotutto non si sentiva stanca e voleva stare un po’ con lui da sola. Mentre scendevano al piano di sotto la ragazza disse, riferita a Leon –la presa bene!-.
Claire si sedette su uno dei divani, mentre Albert andò in cucina, e disse –e bello qui! È tua la casa?- Albert ritornò con due tazze fumanti di tè in mano e rispose –questa casa…era dei miei genitori! Dei miei veri genitori!- Claire rimase a bocca aperta e,  mentre prendeva una delle tazze in mano, disse –che vuol dire dei tuoi “veri genitori”?- e si ricordò ciò che disse quel signore anziano in città: “di recente abbiamo visto un uomo che gli somigliava, ma credevamo tutti di aver sbagliato”.
Albert si sedette vicino a lei e disse abbassando lo sguardo –è quello di cui volevo parlarti, lo scoperto durante le mie ricerche per il mondo presso i laboratori. Questa è una storia di una famiglia distrutta dalla Umbrella-.

nota dell'autrice:
e anche questa è fatta e ora vi faccio scervelare un po': quale sarà la reazione di chris per quando arriverà in Alaska? e quel è la soria dei genitori di Albert?
lo saprete la prossima settimana. Una puntalizzazione, non mi sono dimenticata della nostra cara Jill ma i fatti accaduti  dopo Villa Spencer li saprete molto più avanti.
Un ringraziamento a chi mi segue e buona pasqua a tutti <3
Baci, martamatta
  
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