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Autore: Dave1994    08/04/2012    3 recensioni
Ecco a voi il seguito diretto di Bianco e Nero. Spero vi piaccia.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dante, Un po' tutti, Vergil
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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« E ci fu una battaglia nel Cielo: Michele e i suoi angeli combatterono contro il dragone. Il dragone e i suoi angeli combatterono ma non vinsero, e per loro non ci fu più posto nel Cielo. Il gran dragone, il serpente antico, che è chiamato diavolo e Satana, il seduttore di tutto il mondo, fu gettato giù: fu gettato sulla terra, e con lui furono gettati anche i suoi angeli. » 
 
(Apocalisse 12, 7-9)
___________________
 
Inghilterra, Stonehenge.
 
Colline verdi, sconfinate, come tanti orizzonti sotto un cielo azzurro come il mare. Nubi nere hanno oscurato il cielo, per poi scomparire: l'esercito di Satana è passato da questa parte e ora si è disperso per il mondo, all'insegna del piacere. Millenni di reclusione nel baratro senza luce dell'Inferno spingono ora quelle entità a un divertimento senza limiti.
Possono fare quello che vogliono, senza nessuno che glielo impedisca.
Il loro leader e padre, Lucifero, tuttavia, è rimasto indietro. Sarebbe stato lui a guidare le armate oscure alla conquista del mondo ma, ora che al ragno manca la testa, il corpo è senza controllo.
Migliaia di demoni esultanti per la liberazione che scorrazzano nel mondo.
Uno scenario inquietante.
 
***
 
- Dobbiamo tornare indietro a recuperarlo, o rimarrà intrappolato per sempre! - urlò l'uomo vestito di blu, liberandosi dalla stretta dell'Angelo. La creatura lo lasciò andare e in un bagliore dorato ridivenne l'uomo, il cavaliere che fu un tempo. I ricordi di Credo riguardo la sua vita mortale sono confusi, ma di una cosa è certo: l'amore fraterno che lo lega alla sorella.
Kyrie.
- Mi hai sentito? -
Credo si voltò, ancora assorto nei suoi pensieri. L'aria fresca del mattino accarezzava la sua barba, in una sensazione che aveva scordato ormai.
- Non possiamo fare nulla per lui, figlio di Sparda. Ha scelto di sacrificarsi per poter porre fine alle trame di Lucifero, una volta per tutte. -
Vergil urlò di rabbia, battendo i pugni sulla monolite millenaria che aveva di fronte. 
Non c'era nulla da fare: il portale si era oramai richiuso.
- Che succede? - disse una voce, esitante e debole.
Lo spadaccino placò la sua ira per voltarsi, fissare negli occhi suo figlio e trovare le parole per dirgli l'amara verità.
- Dante si è sacrificato per permetterci di scappare e impedire a Lucifero di varcare la soglia del nostro mondo. -
Nero rimase senza parole.
Poi, cominciò a piangere silenziosamente, una dolorosa cascata che gli rigò il volto per cadere sull'erba soffice e rigogliosa. Uno scenario da sogno, quello che avevano di fronte, rovinato da tanto dolore.
Vergil distolse gli occhi da suo figlio per osservare l'uomo che aveva di fronte.
- Chi sei, tu? - chiese.
Il ragazzo si riprese, asciugandosi le lacrime dagli occhi, e chiese una mano per rialzarsi. Lo spadaccino accorse verso di lui.
- Lui è Credo, l'ex capo dei cavalieri dell'Ordine della Spada - disse, rinfoderando la sua Blue Rose all'interno della giacca - è il fratello maggiore di Kyrie, la mia fidanzata. -
Vergil alzò un sopracciglio, poi due, in un'espressione che sarebbe stata comica su un altro volto. Ma la sua serietà, la sua freddezza, la rendevano solo un'altra delle sue maschere di ghiaccio.
- Ti sei perso tante cose, papà. -
 
***
 
I minuti successivi furono principalmente dedicati ad avvisare tutti i loro conoscenti della situazione. In particolare, la telefonata a Kyrie fu rotta da numerosi pianti da parte della ragazza.
- Sto bene, amore. Ti spiegherò dopo. Ora devi chiamare Lady e Trish e dire loro che siamo in Inghilterra, a Stonehenge...sì, lo so che è strano, ma te l'ho detto: ti spiegherò dopo. C'è anche una sorpresa per te, una persona speciale. Ciao. -
Nero riattaccò, mettendo via il cellulare. Dopodichè fisso Credo e sorrise.
- Ehi, che c'è? Scommetto che le verrà un colpo quando ci raggiungerà. A proposito, c'è una cosa che non capisco. -
- Dimmi. - rispose Credo, esaminando le monoliti del complesso di Stonehenge. Ad attrarlo erano le iscrizioni sulla superficie, sulla quale erano incisi disegni di esseri dalle ali piumate e volti terribili.
- Perchè hai ancora il tuo corpo? -
L'ex cavaliere si voltò verso di lui, sorrise e si trasformò nell'Angelo, spiegando le sue ali dorate.
- Io sono un demone, Nero. Dal giorno della cerimonia. Per quelli come me il discorso non vale. -
Nero annuì, poi scrutò anch'egli il circolo di pietra.
- Dobbiamo aiutarlo, in qualche modo. Non può farcela da solo. -
 
***
 
Inferno, sulle rive dello Stige.
 
Dante raccolse da terra le sue due pistole e le ripose all'interno della  giacca, approfittando del momento di quiete per recuperare le forze.
Come poteva esistere la quiete in un posto come quello?
L'uomo in rosso inspirò, inalando cenere e polveri vulcaniche varie, e tossì. Non era esattamente una boccata d'aria fresca.
Tu credi davvero che sia finita qui?
Davanti a lui Lucifero si rialzò solenne, le pesanti ali nere spiegazzate e occhi ardenti nelle orbite. A Dante tornarono in mente le parole del Paradiso Perduto (senza tuttavia che gli venisse in mente il nome dell'autore), dove il Diavolo era descritto "maestoso, anche nella sua rovinosa caduta."
Non esempio migliore poteva calzare, in questa situazione: con le grandi ali spiegate, Lucifero si ergeva davanti all'acchiappademoni per quello che realmente era. Un angelo caduto, sì, ma pur sempre un angelo di maestosa bellezza e grazia, divenuto Re dell'Inferno creato apposta per lui.
Che differenza fa? Non puoi andare da nessuna parte, bello. Siamo solo io e te, qui, in mezzo al nulla.
Oh, questo lo credi tu.
Satana batté le mani e, all'improvviso, un boato squarciò il silenzio che era caduto in quella landa abbandonata da Dio. La terra di aprì in due, spaccandosi esattamente a metà tra Dante e Lucifero, e la Tenebra fuoriuscì dalla crepa. Era senza forma, ma senziente: l'uomo riuscì ad avvertirne la vita, pulsante all'interno di quella nube nera, e si chiese cosa mai potesse avere in serbo per lui il Demonio.
Figli miei.
La Tenebra si separò, divenendo due, poi tre. Al suo posto, comparvero i peggiori incubi di Dante, sicuro di averli sconfitti una volta per sempre.
Arkham, Sanctus e Arius tornarono in vita davanti agli occhi dell'uomo in rosso.
- Ehi, ragazzi, quanto tempo. Una bella rimpatriata, eh? - disse Dante, ma con poca convinzione. Nella sua mente si stava facendo sempre più largo una certezza.
Non ne sarebbe uscito vivo, da lì.
Divertiti.
Al Diavolo bastò un cenno per far scattare all'attacco i suoi tre figli, vomitati dall'oscurità senza fine dell'Inferno. Dante era conscio del fatto che Lucifero stava usando contro di lui i suoi peggiori nemici per poter recuperare le forze perse nel precedente scontro, ma che non partecipasse alla battaglia non migliorava di molto le cose.
Arius, sorridendo crudele , sputò il sigaro che in vita portava sempre alla bocca ed estrasse il suo revolver. Sparò una salva di colpi in direzione dell'acchiappademoni, facilmente schivati: con un salto, Dante schiantò sulla testa del demone la lama della Rebellion , con l'intenzione di spaccargliela. Non fu così: una barriera magica lo fermò a metà dell'attacco, costringendolo a desistere dall'impresa.
Intanto, Sua Santità era riuscito a concentrare una quantità sufficiente di magia per sprigionare una tempesta di fulmini. Dante li evitò come meglio poteva, sparando a ripetizione con le sue Ebony e Ivory, ma era stanco e provato. Fu colpito e scagliato lontano da un lampo spesso quanto il pugno di un uomo adulto.
Arkham gli si avvicinò, sorridendo per il destino del figlio di Sparda. Quanti problemi gli aveva causato, in vita!
Era ora di pareggiare i conti.
- Sai, mi sarebbe piaciuto se Mary, la mia piccola,  fosse stata in tua compagnia. Sai che ti dico? - disse, con un sibilo terrificante, afferrandogli i capelli bianchi come la neve.
Dante cercò di divincolarsi, ma il demone gli piantò un piede nella schiena.
Arkham avvicinò la sua testa a quella dell'acchiappademoni, in un sussurro diabolico.
- Quando troveremo il mondo di raggiungere i nostri fratelli, e lo troveremo, vedrai, andrò a portare i miei saluti alla piccola Mary, anche da parte tua. Vedrai, come ci divertiremo insieme! -
Dante ruggì e, impugnando la Rebellion, la scagliò dietro di sé colpendo il demone esattamente nel mezzo del petto. Arkham spalancò la bocca, in un'aria di sorpresa, e l'acchiappademoni lo trafisse fino a toccare il suo ventre con l'elsa della spada.
- Le porterò io i tuoi saluti, non preoccuparti. - ringhiò, estraendo l'arma dal petto dell'avversario. Il demone gridò ed esplose in una nuvola di cenere nera.
Sanctus e Arius ruggirono, distanti, e lanciarono una fitta pioggia di palle di fuoco su Dante che le fermò con il piatto della lama. Dopodichè, fece fuoco con le sue due pistole gemelle mirando esclusivamente alla testa dei due demoni. Naturalmente le barriere magiche che li proteggevano bloccarono ogni proiettile, ma l'uomo non voleva colpirli.
Voleva solo distrarli.
Come aveva predetto, una delle pallottole ferì Lucifero all'ala destra mentre era intento a raccogliere le sue forze in una posizione fetale, sollevato da terra. Il Diavolo ruggì di dolore e i suoi due figli si voltarono verso di lui, interrogativi. 
Era questa l'occasione che Dante aspettava.
Scagliò la sua spada con tutte le forze che aveva dritta verso la schiena di Sanctus, il più pericoloso e tenace dei due, e lo trafisse sul posto. Il demone cadde davanti a sé, svanendo come il fratello.
Arius fece per sparare con il suo revolver, ma l'acchiappademoni fu più veloce: mirò con cura e sparò, colpendo l'avversario alla gamba non protetta dalla barriera magica. Il demone cadde in ginocchio e Dante, coprendo la distanza che li separava con uno scatto, afferrò la sua testa e la girò bruscamente spezzandogli il collo. Prese la Rebellion e gli riservò lo stesso trattamento che aveva usato con i suoi fratelli.
Una volta estratta la lama dal petto della creatura, l'uomo fissò Lucifero e Lucifero fissò lui.
Tu sei perfetto.
Cos'è, prima tenti di uccidermi e poi mi fai i complimenti?
Sei forte, veloce e indistruttibile. In più, nelle tue vene scorre il sangue di Sparda. Non capisci?
...
I tuoi poteri, anche se non ne sei mai stato cosciente, hanno superato quelli di tuo padre da anni. Sarai il tramite perfetto per giungere sulla Terra: con il tuo corpo, regnerò incontrastato per l'eternità.
Non avrai niente di tutto ciò, Lucifero.
Ma la sicurezza di Dante andava disfacendosi ogni secondo di più: il piano di Satana era a dir poco perfetto. Se era realmente in grado di impossessarsi del suo corpo e di aprire il varco tra i due mondi, il suo sacrificio non era valso a nulla. 
Non poteva scappare, non poteva nascondersi.
Poteva solo lottare.
In un secondo la coscienza e i pensieri di Lucifero si espansero a dismisura, avvolgendo l'acchiappademoni come una spirale. Il Diavolo attaccò la mente di Dante da tutte le parti, cercando di vincerlo al punto da sovrastare la sua anima e possederlo, come era quasi riuscito a fare con Sparda.
L'uomo si difese con tutte le sue forze, oramai esigue, ma cominciò ben presto a vacillare: sentì la mente di Lucifero invaderlo ed ebbe paura.
Paura non tanto per lui, quanto per la sua famiglia e i suoi amici più cari.
Lady....
 
***
 
 
- Che diavolo vuol dire, che è rimasto indietro?! Spiegati! - urlò la donna con gli occhiali da sole, afferrando per il colletto Vergil. Pochi secondi di profondo stupore nel rivedere quell'antico nemico non erano stati in grado di evitare che andasse su tutte le furie, davanti a quella sconvolgente rivelazione. E anche se Vergil si reputava uno dei più guerrieri più forti ancora esistenti, rimase senza parole davanti a quell'esplosione di rabbia e preoccupazione.
Trish, d'altro canto, stava appoggiata su una delle monoliti, fumando una sigaretta. Aveva guidato per due ore filate il jet privato di Lady e ora era stanca, maledettamente stanca di tutta quella faccenda. Guardò divertita il ragazzo e la ragazza poco distanti abbracciarsi e scambiarsi effusioni, come se fossero stati distanti per anni.
- Amore mio. -
- Non allontanarti mai più da me, Cucciolo... - disse lei, e pianse sulla sua spalla. Nero la strinse più forte e avvicinò la bocca al suo orecchio.
- C'è una persona che vuole vederti. - sussurrò, piano. Lei si staccò da lui, con aria sorpresa, e il ragazzo indicò qualcosa alle sue spalle.
Kyrie si voltò e vide suo fratello, sorridente e con le braccia incrociate, nella sua forma di uomo. 
Tutto scivolò in secondo piano e il tempo sembrò arrestarsi, in quel singolo attimo. Alla ragazza sembrò che il cuore le si fosse fermato, tant'è che si portò una mano al petto e si sorprese nel sentirlo ancora pulsare.
- Fratellone. -
- Kyrie. - disse Credo, allargando le braccia per abbracciarla.
Lei corse nella sua stretta, calda come un tempo, senza parole. Senza lacrime.
Fratello e sorella furono riuniti, a dispetto del destino, sotto lo sfavillante cielo azzurro d'Inghilterra. Mai gioia più grande fu provata da nessuno dei due in vita.
Lady lasciò andare Vergil e, levandosi gli occhiali, li scagliò lontano. Piangeva e i suoi occhi riflettevano un universo di emozioni assolutamente contrastanti, come solo quelle che una donna può provare. Cadde in ginocchio, stringendo la collana di Dante che portava al collo. 
- Ti prego, Dio - gemette, con voce rotta dal pianto - riportalo da me. -
 
***
 
Dante sentiva dolore.
Ma non era il suo: l'angoscia che lo attanagliava, stretta come una morsa, era quella che solo un'anima tormentata per secoli può provare.
Lucifero aveva perso la speranza di rivedere la luce del giorno, di sentire nuovamente l'aria fresca del giorno accarezzargli il viso, e si era rassegnato a vivere un'eternità nell'ombra. E ora, che c'era anche solo una minima possibilità di rompere quel millenario tormento, il Diavolo era fremente: voleva vivere, voleva tornare nel mondo creato da suo padre per lui e per i suoi fratelli.
Come poteva biasimarlo, Dante? Chiunque avrebbe fatto lo stesso, persino lui. Provò a immaginare una vita intera passata nell'oscurità, rinchiuso in un mondo sordo per la maggior parte al proprio potere, ed ebbe un brivido. Ci volle concentrazione e determinazione per non mollare la presa, ma non fu facile. Lucifero insisteva per scalzarlo via, per accantonarlo in un angolo sperduto della sua stessa coscienza, e prendere il controllo. Stava per avere il sopravvento, e l'acchiappademoni non poteva fare nulla per impedirglielo.
Entrambi, nel furore della battaglia, scivolarono nel tunnel dei ricordi. Non in quelli di Dante o del Diavolo: le due anime si fusero, condividendo contemporaneamente i pensieri alla velocità della luce. 
L'uomo in rosso vide immagini frammentarie di una battaglia talmente epica da essere ricordata in eterno nella storia dell'umanità: ogni fotogramma durò qualche secondo, ma fu sicuro di vedere da diversi occhi una schiera di esseri alati, armati di spade e lance, lottare contro di lui, come se avesse avuto più di una testa. Il suo corpo, ricoperto di scaglie dure quanto l'acciaio, era maestoso e gigantesco.
Lucifero avvertì il calore del contatto, la fulgida esperienza di un bacio: vide una donna dai capelli corvini guardarlo negli occhi, sorridente. Sentì cosa voleva realmente dire non essere né un uomo, né un demone: semplicemente qualcosa nel mezzo.
Entrambi andarono avanti a lottare l'uno contro l'altro, senza tregua. Se avesse avuto una bocca, nel profondo della sua mente, Dante avrebbe ruggito per testimoniare la sua ferocia. 
Tuttavia, non fu abbastanza: venne sopraffatto sempre di più dall'inarrestabile forza di Lucifero e per un secondo solo, uno soltanto, ebbe coscienza del suo reale potere. Tremò, poiché mai aveva combattuto contro un essere tanto potente: era l'apoteosi della forza, un'entità che avrebbe dominato le altre senza nessuna difficoltà se lasciato libero sulla Terra.
Non poteva arrendersi proprio ora: doveva resistere, impedire che...che...
Accadde.
Era inevitabile, purtroppo: Dante lo sapeva fin da quando aveva intrapreso questo viaggio senza ritorno. Lucifero prese il sopravvento e, attraverso la sua bocca, ruggì. Mosse mani e piedi per essere sicuro, poi sorrise. 
Dante allargò le braccia e, richiamando a sé ogni grammo del suo potere, riaprì il portale magico. Il cerchio di luce non apparve subito, ma nacque dapprima come una scintilla blu sospesa a mezz'aria: piano piano, si ingrandì fino a spalancarsi come una porta sull'immensità del tempo e dello spazio, in un oceano di blu elettrico.
Lucifero, per mezzo del corpo di Dante, fece due passi in avanti. Finalmente, sarebbe scappato da quella dimensione infernale.
Finalmente, avrebbe regnato sulla Terra com'era sempre stato giusto che fosse.
 
***
 
Quiete calma.
C'era silenzio, adesso.
Dante non avvertiva nulla, a parte il fatto di esistere. Perchè se poteva pensare, doveva esistere, no?
Provò a muoversi, ma non accadde nulla. Non percepì il suo corpo, solo il silenzio totale attorno a lui.
Avrebbe pianto, se avesse avuto degli occhi e un condotto lacrimale. Provò a ridere di questa situazione, ma non possedeva un volto.
Poteva solo disperarsi, senza poter fare altro.
Pensò a tutte le avventure che aveva vissuto, a tutte le persone che aveva conosciuto: una, in particolare, gli tornò in mente.
Lady.
Mary.
Quella donna gli era stata accanto per anni. L'aveva amata, l'aveva odiata: ancora ora non era sicuro di ciò che provava nei suoi confronti.
No, in realtà lo era. Avrebbe dato la vita volentieri per lei, anche tre volte, se necessario. Come lo avrebbe fatto anche per tutti gli altri.
Non era giusto.
Dante volle tornare da lei, per poterla abbracciare un'ultima volta, per poter scambiare un ultimo bacio con colei che sola l'aveva accettato per quello che era.
Improvvisamente, il buio senza voce della sua coscienza remota si spalancò come un sipario e la vide, in mezzo a un bellissimo prato verde. Nero, Vergil, Trish, Kyrie e Credo erano con lei e le stavano accanto, rincuorandola. Percepì il loro potere congiunto, la forza del loro legame, e qualcosa si spezzò. Dapprima lo percepì come un ronzio, poi come un boato senza fine.
Il suo animo si infiammò, la sua coscienza esplose in un lampo e Dante, senza aver bisogno di una bocca, ruggì come la belva che per anni si era celata dentro di lui, attendendo il momento giusto. Fu un attimo, per sentirsi proiettato verso le stelle e oltre, fino a toccare i confini dell'universo conosciuto.
Ebbe sentore di una coscienza estranea, tanto estesa da incutere soggezione a chiunque potesse anche solo percepirla in parte. Cercò di paragonarla a qualcosa, perchè è quello che noi umani facciamo: mettiamo a confronto, per poter comprendere le cose come realmente sono. No?
Né Sparda e nemmeno Lucifero potevano eguagliare la sua immensità.
L'entità lo abbracciò, e lo lasciò andare.
Dante, poco a poco, si sentì ritornare alla vita, in una seconda nascita tanto fisica quanto spirituale.
 
***
 
Lucifero aveva quasi varcato il passaggio tra i due mondi, quando si bloccò improvvisamente. Sentì un fuoco ardente dentro di sé, inarrestabile, e senza che potesse fare alcunché per reagire fu scagliato via dal corpo dell'acchiappademoni precipitando nel suo di angelo caduto.
Riprendendosi, fissò sconcertato quell'uomo, quel demone, quella via di mezzo, e si stupì nel vedere Dante circondato a un'immensa aura scarlatta. Una luce rossa, densa come le nuvolose della galassia, lo avvolgeva turbinandogli attorno.
Dante alzò gli occhi, in uno sguardo che non era il suo. Lucifero intravide in quelle orbite un potere che rasentava qualsiasi comprensione, una forza che aveva già incontrato in passato.
Padre?
L'acchiappademoni si mosse, veloce come il pensiero, e sferrò un affondo con la sua spada dritto al petto di Lucifero che non riuscì a difendersi, a sollevare la sua spada.
Il mio corpo, non riesco a....
Rebellion trapassò da parte a parte il Diavolo, che urlò di dolore. Come poteva un'arma demoniaca ucciderlo? Era impossibile.
Morente, osservò per un'ultima volta il suo avversario.
- E' finita. - disse Dante, estraendo la lama dal petto di Lucifero che si dissolse nell'aria in uno sfavillare di minuscole luci.
 
***
 
Inghilterra, Stonehenge.
 
La compagnia di amici attendeva in silenzio, pregando. Nessuno aveva il coraggio di parlare, tutti erano in ansia.
Solo Credo si accorse dello sfrigolare improvviso proveniente dalle monoliti di Stonehenge. Si voltò, chiamando a bassa voce gli altri, e d'un tratto un lampo di luce esplose nel centro del circolo di pietre.
Un uomo ne emerse, un uomo vestito di rosso.
Tutti urlarono, acclamando a gran voce il suo nome: Lady corse verso di lui per abbracciarlo, per fargli sentire l'intensità del suo sentimento. Lui allargò le braccia, accogliendola.
- Credevamo fossi morto. -
Dante sorrise.
Insieme, salutarono il sole oramai alto nel cielo.
La leggenda continua.
_____________________________________
NOTE DELL'AUTORE:
 
L'avventura è finita, amici miei.
E' stato un viaggio fantastico, davvero. E' finita qui?
Beh, non lo so. 
Ma fino ad allora, sappiate che è stato un piacere navigare al vostro fianco. Sono state le vostre recensioni, i vostri pareri a dare vita al mio racconto. E' anche grazie a voi se questa storia ha preso forma.
Vi voglio bene.
Au revoir, amici miei. Che le avventure dell'acchiappademoni più famoso di sempre possano continuare per sempre.
Con un saluto particolare a Reira L. Serizawa in primis e a Layla Espasia,
____
Dave
  
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