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Autore: Parabellum    08/04/2012    3 recensioni
Inazuma Cho si prepara a festeggiare la cinquantesima edizione degli Inazuma Games , giochi creati allo scopo di mantenere l'ordine tra i 12 Distretti e per il divertimento della gente che vive all'interno della capitale.
Negli Inazuma Games esistono solo due regole: uccidi o muori.
Da ogni Distretto vengono estratti due ragazzi tra i 12 e 18 anni , che verranno gettati all'interno di un' arena a combattere. Uno solo può sopravvivere. Il più forte , colui che riesce a conquistare gli audience e gli sponsor. Maki sa tutto ciò . Eppure si è offerta volontaria al posto di un suo caro amico. Combatterà, per tornare dalle persone che ama.
Con lei c'è anche Haruya, un ragazzo dall'animo di fuoco che anni prima le salvò l avita e che sembra determinato a vincere, rompendo il sottile legame che li unisce.
Perché negli Inazuma games non c'è amicizia o amore. Non c'è pietà. Perchè bisogna essere disposti a perdere anche la propria umanità.
Che gli Inazuma Games abbiano inizio.
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Ispirato al romanzo "Hunger Games"
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve a tutti e Buona Pasqua.. :)

Non sto a perdere tempo e inizio subito a parlarvi della storia...

Allora , come ho scritto questa long prende ispirazione da un libro che ho letto quest'inverno , “Hunger Games” un libro mozzafiato che consiglio vivamente.

La trama è più o meno quella che ho scritto nella presentazione , ma per chi lo ha già letto posso dire che ho cambiato gran parte della trama originale per adattarla al carattere dei personaggi di Inazuma eleven e per poterli inserire.

Avrete anche capito di sicuro che la coppia protagonista è la BunMaki , poiché li trovavo perfetti per il ruolo dei protagonisti di questa storia.

Nella storia è anche presente un coppia crack , la PanDi , ovvero la DiamxPandora , che non è opera mia ma della mente geniale di Bigne .

Mi scuso anche per aver iniziato una nuova long quando ho altre 2 fic da finire , ma questa storia è da almeno quattro mesi che mi ossessiona ed ho dovuto scriverla.

Con questo ho finito.

Spero che riusciate ad arrivare in fondo senza avere attacchi epilettici o di nausea...

Buona lettura...

 

 

A Bigne , perché è da tanto (troppo)

tempo che le prometto una BunMaki...

 

 

 

 

Prologo – cinquant'anni di Inazuma Games-

 

 

La crudeltà dell'uomo è pari solo alla sua fantasia”

(A beautiful mind , Ed Harris)

 

 

Apro gli occhi e li richiudo subito. Spero di riaddormentarmi, anche se penso che sia impossibile , ora. Distendo le gambe lungo il lenzuolo freddo. Rabbrividisco.

Oggi è il giorno dell'estrazione.

Stamattina non c'è scuola e gli adulti non devono andare a lavorare. Dovrebbe essere un giorno di festa questo. Il giorno dell'estrazione viene festeggiato in tutti e dodici i distretti della Nazione.

Suona strano dire “ festeggiare” soprattutto per noi del Distretto 12 , che da festeggiare non abbiamo proprio nulla.

Il distretto 12 è addetto all'estrazione del carbone. Qui si lavora tutta la vita sotto cumuli neri e macerie e , se Dio è dalla tua parte e sei nato sotto una buona stella, puoi anche sperare di non finire in mille pezzi per l'esplosione di una mina.

I miei genitori sono morti così. Lavoravano tutti e due nelle miniere e sono morti quando una mina è stata fatta esplodere per sbaglio.

Mi sono ritrovata in mezzo ad una strada fangosa prima che potessi rendermi conto di quello che era successo.

Ho vagato come un cane randagio per giorni , con lo stomaco sempre più vuoto e gli occhi sempre più carichi di disperazione.

Credo che stessi per morire da un momento all'altro , quando Hitomiko ,allora poco più che adolescente , mi trovò.

Senza rendermene conto , stanca, priva di forze ed affamata avevo finito per accasciarmi contro il gigantesco cancello nero e arrugginito della Gakuen.

E' l'orfanotrofio pubblico , ogni distretto ne ha almeno uno.

Spesso , da noi , è l'ultima ancora di salvezza che hanno i genitori che non sanno più cosa dar da mangiare ai loro figli per cena.

Per mia grande fortuna , mi trovarono appena in tempo.

Quando Hitomiko mi portò dentro , mi avvolse in una coperta e mi diede da mangiare una ciotola di zuppa calda.

L'aspetto non era dei migliori , ma nella mia bocca sembrava la cosa più buona che avessi mai mangiato in vita mia.

Il dottore che mi visitò disse che era un miracolo se ero ancora in vita , congelata e mal nutrita com'ero.

Qui , se non muori nelle miniere , muori di fame.

Tocco con i piedi il pavimento gelato e , facendo attenzione a non urtare i letti delle altre ragazze ,raggiungo la porta della camera.

Afferro i miei vestiti che sono appesi in un gancio affianco alla porta e indosso gli stivali morbidi di pelle. Mi chino a raccogliere l'arco e la faretra piena di frecce ed apro la porta cercando di fare il più piano possibile.

Mentre attraverso il lungo corridoio buio butto un occhio nella stanza dei ragazzi.

Scruto attentamente le fila di letti ammassati uno accanto all'altro. La loro stanza ha la grandezza della nostra , gli stessi letti mangiati dalle tarme e il soffitto cadente; ma loro sono molti di più di noi ragazze. Devono stare molto scomodi.

Arrivo con lo sguardo all'ultimo letto.

Lui non c'è.

Deve essersi già avviato verso il bosco.

Percorro gli ultimi metri che mi separano dall'ingresso. Apro la porta di legno, secca così tanto che sembra quasi sbriciolarsi tra le mie mani.

L'aria fredda sferza il mio viso e fa rabbrividire il corpo. Mi stringo di più nella giacca. Nuvole nere si addensano sopra il distretto ed un aria pesante,umida , e dall'odore di pioggia avvolge tutto , rendendo il paesaggio ancora più tetro di quanto già non lo sia.

Passo per il sentiero ghiaioso che porta sul retro dell'orfanotrofio , ritrovandomi in pochi attimi davanti alla rete spinata e arrugginita che segna il confine con il bosco.

Sopra di essa è posto un cartello con scritto a grandi lettere: “ E' severamente vietato oltrepassare il confine , pena la fustigazione !”

In realtà dovrebbe essere percorsa continuamente anche da una forte corrente elettrica , ma è raro che ciò accada.

Tendo l'orecchio , attenta a percepire il basso ronzio che la rete produrrebbe se fosse accesa.

Niente.

Sorrido vittoriosa.

Lancio arco e frecce dall'altra parte e passo sotto la rete.

Anche se è zona vietata , la maggior parte di noi finge di dimenticarsene o di non vedere il cartello giallo trasandato che secondo quelli di Inazuma Cho, la capitale, dovrebbe avere un aria vagamente minacciosa.

La verità è che questa foresta è piena zeppa di selvaggina e per chiunque sappia maneggiare un arma , costituisce un ottima fonte di cibo.

E' stato mio padre ad insegnarmi ad usare l'arco : ricordo quando venivo con lui nei boschi e mi diceva di fare silenzio mentre ci acquattavamo dietro i cespugli spinosi , a pochi metri di distanza da un cervo che pascolava tranquillo , ignaro della sua imminente fine.

Tendere la corda. Mirare al cuore o alla testa. Mano ferma. Rilassarsi. Inspirare. Espirare. Tirare.

Solo questo.

All'inizio rabbrividivo solo all'idea di uccidere un essere innocente , ma ora non posso fare a meno di chiedermi “ vale più la sua vita o la mia?”

Non ho ancora capito se fino ad ora ho dato la risposta esatta.

Incespico tra le erbacce che crescono incontrollate ,mentre il terreno si fa sempre più ripido , finché non mi ritrovo a camminare in salita. L'arco che batte ad ogni passo contro la schiena , scandisce il ritmo della mia marcia.

Copro il viso con una mano quando i primi raggi del sole mi feriscono gli occhi, non appena raggiungo la cima dell'altura.

Non è altro che una piccola collina che , in questi anni è diventata il nostro rifugio preferito , al riparo tra gli alberi e lontani abbastanza per dimenticare , anche solo per qualche ora, quel mondo maledetto che c'è dall'altra parte.

L'odore di viole sopraggiunge all'improvviso , portando con sé un qualcosa di gioioso e triste al tempo stesso. Un qualcosa tipico della primavera.

-Ce l'hai fatta , finalmente. Pensavo non arrivassi più.-

Sorrido , riconoscendo il timbro della voce.

Mi avvicino a un cespuglio di bacche selvatiche con cui Saginuma Osamu sta tranquillamente banchettando, godendosi in tutta tranquillità l'arrivo dell'alba.

Mi stendo accanto al mio migliore amico, cercando di dare alla mia pelle e alla mia mente l'illusione che questo sia un giorno come gli altri.

-Che fai?- chiedo divertita girandomi a guardarlo – non offri più agli amici?-

Capisce al volo di cosa sto parlando e lascia cadere qualche bacca nel palmo della mia mano.

Rimaniamo in silenzio , mangiando in nostro magro pasto ,lasciando che la paura ci divori.

Ma io non lo voglio questo silenzio. Non la voglio questa paura. Mi fa sentire ancora più sola.

Non voglio pensare agli Inazuma Games.

Gli Inazuma Games sono giochi creati dalle menti malvagie che governano , Inazuma Cho , la capitale del nostro paese per farci vivere nel terrore e sottometterci al loro volere.

In questo ci riuscivano anche 50 anni fa , ma a quanto pare non così bene , visto che il Distretto 13 si ribellò al loro dominio.

Fu un atto di estremo coraggio , che sembrava avere anche il buon proposito di coalizzare tutti gli altri distretti.

Ma fu chiaro fin da subito a molti che si trattava più che altro di un piano suicida.

Il governo reagì nel modo più brutale , distruggendo completamente il Distretto 13, cancellando la sua memoria dalla storia. Per sempre.

E, visto che anche gli altri distretti avevano provato a ribellarsi, gli fu inflitta una punizione ancora più crudele di cui ancora oggi ne facciamo le spese.

Ogni anno , a partire da questo, da ogni singolo distretto verranno estratti a sorte due ragazzi tra i 12 ed i 18 anni.

Tutti e ventiquattro verranno gettati in un arena , adibita come scenario di combattimento e diversa ogni anno , in cui dovranno combattere fino alla morte.

Uno solo potrà sopravvivere.

Questo per ricordare a tutti voi che vi siete opposti alla forza sovrana , alle leggi del vostro paese , che a fare le spese della vostra trasgressione saranno i vostri posteri. Tutti i conti vanno saldati.

(Art. 13 , comma 1. “Gli Inazuma Games)- “

Nessuno ha più avuto voce per gridare il suo odio e la sua rabbia. Nessuno si è più ribellato. Da quel giorno si è vissuti con la colpa di aver inflitto quella tremenda condanna ai propri figli , ai propri nipoti.

Ma non voglio pensare a questo. Mancano solo poche ora al raduno in piazza per estrarre i due “tributi”.

Oltre le spalle di Saginuma noto un sacco da cui escono quelle che sembrano due ali. Deve essere andato a caccia questa mattina presto.

L'ho conosciuto proprio qui. Su questa altura. Alla mia prima battuta di caccia.

Ero in giro per la foresta , con l'arco teso e determinata a portare ad Hitomiko e agli altri ragazzi un po' di carne fresca.

A quei tempi ero molto inesperta , non avevo ancora imparato ad isolare il ruminare prodotto dalla bocca di un cervo da tutti gli altri suoni. Quello me lo ha insegnato Saginuma solo in seguito.

La prima volta che ci siamo visti è stato alquanto esilarante: come ho detto a quel tempo ero inesperta e senza accorgermene finì col mettere il piede in una trappola che aveva creato Saginuma. Finì a testa in giù prima ancora di accorgermene.

Lo vidi spuntare fuori da dietro l'albero , anche lui con la freccia incoccata pronto ad uccidere l'ignaro animale. Mi feci scudo con le braccia sul viso , lanciando un grido acuto e aspettando che mi finisse.

Passarono interminabili secondi in cui mi chiesi se non fossi morta senza accorgermene.

Alla fine decisi di abbassare le braccia e di aprire gli occhi per constatarlo di persona.

Ricordò ancora il senso di nausea , gli alberi capovolti e la faccia sconvolta ma al tempo stesso divertita di quello che sarebbe diventato il mio insegnate e fedele compagno di caccia.

Orfano come me. Entrambi salvati , grazie al Gakuen, dalla strada.

Avevamo incrociato qualche volta gli sguardi , per i corridoi , in classe, a mensa, ma mai avevamo parlato o ci eravamo anche solo trovati faccia a faccia. Le uniche cose che sapevo di lui erano il suo nome e la sua età. Due anni in più di me.

Quando mi ebbe slegato e riportato con i piedi per terra mi osservò. Ricordo ancora i suoi occhi. Quegli occhi gialli e profondi che costrinsero i miei ad abbassarsi.

-Come ti chiami?- mi chiese gelido , issandosi di nuovo l'arco sulla schiena. Il rumore mi fece sussultare.

-Maki- sussurrai , torturandomi le mani.-Cosa ci fai qui Maki?- feci uno sforzo enorme per mantenere il mio sguardo inchiodato al suo. Era freddo, più duro della pietra.

Non so nemmeno dove trovai la forza necessaria per rispondergli a tono.

-Voglio aiutare anche io Hitomiko , voglio dimostrarmi utile in qualche modo e non essere solo un peso. Ho saputo che esci spesso a cacciare e che sei tu quello che ci da la carne almeno tre volte a settimana. Anche io so cacciare. Voglio solo dare una mano, tutto qui.-

Il suo sguardo si addolcì tutto ad un tratto – be, non sembra che tu sia una grande esperta in trappole.- Abbassai gli occhi e arrossì-...ma sembri saper maneggiare l'arco , chi ti ha insegnato?-

Una fitta al petto , come una lama affilata – mio padre.-

-Se vuoi...posso insegnarti quello che so , potresti essermi d'aiuto.-

Lo guardai allibita – Stai dicendo sul serio?-

-A che servirebbe mentirti?- disse sorridendo e offrendomi la mano- allora affare fatto?-

Io gliela strinsi vigorosamente a mia volta – Affare fatto.-

Quello fu l'inizio di una lunga e fedele amicizia , che ha acquistato ancora più forza non appena abbiamo raggiunto l'età per partecipare agli Inazuma Games.

Da allora ogni anno siamo venuti quassù , su questa collinetta che Saginuma aveva scoperto in una delle sue tante esplorazioni.

E' una specie di rito , un po' per scacciare la paura e un po' per pregare di non essere estratti.

-Cosa hai preso?- chiedo accennando al sacco affianco a lui.

Non si muove , continua a guardare dritto davanti a sé –Due fagiani -

-Li hai già puliti?-

-Ci tenevi a farlo tu?-

-Ti avrei dato un mano...-

-...Se solo fossi arrivata prima.-

Sorrido. Sorridiamo. C'è tensione nei nostri sorrisi , nei nostri sguardi.

-So che odi ripulirli.-

-Un giorno dovrò imparare a farlo , no? Prima odiavo anche ucciderli.-

-Ma hai capito che la tua vita ha più valore...-

-Non sono sicura neanche di questo...credo che sia così ma...non posso fare a meno di chiedermi...come potrei mettere la mia vita su un piano più alto di quella di un altro...-

E alla fine l'ho detto. Alla fine sono riuscita , con la mai testardaggine, a rovinare questi pochi minuti di pace. Sono riuscita ad infilare nel nostro discorso quasi abituale gli Inazuma Games.

Saginuma corruga la fronte. Per lui è l'ultimo anno , ma potrebbe essere comunque sorteggiato. Io invece ho ancora due anni davanti.

-Sai.- dice giocherellando con il bordo degli stivali da caccia neri- credo che , se mai dovessi trovarti lì...nell'arena, la tua vita acquisterebbe tutto ad un tratto un valore inestimabile. La persona davanti a te non diverrebbe altro che una preda o un predatore. Scappare o uccidere. Hai solo due scelte.

Dopotutto...animale, umano, lì dentro che differenza fa? -

Rabbrividisco involontariamente di fronte a quella sconcertante , seppur veritiera , affermazione.

Lì non puoi avere amici. Al massimo alleati per far fuori gli avversari.

Ma una volta uccisi tutti? L'alleanza finirebbe in un massacro.

-Perché?-

Mi volto di scatto verso Saginuma , che mi osserva , come se volesse studiarmi.

-Perché cosa?-

-Perché ne parli ? In tutti questi anni non ne hai mai accennato , non hai mai parlato degli Inazuma Games prima dell'estrazione, perché tutto ad un tratto salti fuori con questi discorsi?-

Nella foga del discorso si è alzato in piedi , alzando la voce anche di qualche tono.

Mi alzo anche io, fronteggiandolo. Mi sento a disagio. Lui è visibilmente più alto di me.

Non so cosa rispondergli. Alla fine optò per la verità. E' molto più semplice e sicuro dirgli quello che davvero penso.

-Non so- dico spostando lo sguardo al panorama che ci circonda. Gli alberi svettano , mentre i loro rami disperatamente cercano di arrivare a catturare qualche raggio di sole. Neanche loro vogliono restare nel buio.

-E' solo che stavolta sono più preoccupata , non so il perché. E' come se le mie paure si fossero risvegliate tutte insieme in una volta sola.-

Saginuma mi sorride teneramente,appoggiandomi una mano sulla spalla. I miei occhi turchesi si incatenano con i suoi dorati.

-Mancano solo due anni , poi sarà finito. Niente più giochi mortali o cose del genere.-

Abbasso gli occhi sulle nostre scarpe – E dopo?- chiedo con voce semi roca- dopo cosa ci aspetta? Andrà avanti così per sempre?E' questo che mi fa ancora più paura.-

-Non ne ho idea , Maki.-dice con un sospiro.

In silenzio, lo guardo chinarsi a raccogliere il sacco con i due volatili e dare un occhiata al cielo che risplende luminoso , azzurro come non mai.

-Manca poco. E' meglio avviarci.-

Lo raggiungo , e , spalla contro spalla, rifacciamo il tragitto verso l'orfanotrofio.

Ogni tanto lancio qualche occhiata al mio silenzioso compagno.

So che la pensa come me. So che anche lui trova ingiusto che quelli della capitale facciano soldi , scommesse o si divertano guardando avvenire la nostra morte nei modi più cruenti e svariati.

E so , perché me lo ha detto lui, che se potesse avrebbe già messo in atto una seconda rivoluzione contro quelli di Inazuma Cho.

Non lo biasimo. Io, se potessi, avrei già dato fuoco al Presidente.

Arriviamo davanti alla recinzione, ci passiamo sotto senza venire fulminati. La corrente elettrica non è stata liberata neanche stavolta.

Entriamo insieme dentro l'orfanotrofio. Regna un silenzio innaturale.

Il gran caos che si respira ogni mattina sembra non essere sorto con il sole come succede le altre volte.

I ragazzi si aggirano come spettri per i corridoi.

Vedo i ragazzini di 12 anni stringersi vicino ai più grandi per cercare un po' di conforto dalle loro parole di incoraggiamento, vedo altri rigirarsi tra le mani portafortuna. C'è chi , invece , trascorre questo giorno come gli altri , senza preoccupazione , vivendo alla grande anche se fra meno di due ore potrebbe essere sul palco adibito in mezzo alle piazza per ospitare le urne con dentro il suo nome appena pescato.

Qualcuno come Heat e Nepper , che continuano ad insultarsi.

Certe volte sono insopportabili. In questi momenti poi...Se non ci fosse Saginuma vicino a me gli avrei già chiuso la bocca da un pezzo.

Ci fermiamo davanti alla camerata femminile,lui si volta facendo un sorriso tirato:- E' meglio che tu vada a prepararti. Ci vediamo più tardi in piazza- . E con questo,avvolto nell'abito nero , scompare nel corridoio.

Anche se mi sforzo con tutta me stessa per cercare di capirlo , temo che non ci riuscirò mai.

Apro la porta e vedo due chiome , una viola ed una blu , sbarrarmi la strada, che chiedono insistentemente di potermi acconciare i capelli.

Sorrido annuendo. E' il terzo anno di fila che si ripete questa formula di buono augurio.

Mi siedo sul mio letto accanto a Nozomi che ridacchia divertita , mentre Ai e Clara si posizionano dietro di me , sciogliendomi i capelli ed iniziando ad intrecciarli.

Potrei considerarla la mia migliore amica , se non una sorella.

Siamo come due facce della medesima medaglia. Caratteri quasi totalmente opposti .Eppure , il nostro legame è indissolubile.

La guardo , curiosa, rigirarsi tra le mani una primula rosa , il suo fiore preferito.

Se lo sistema con cura tra i capelli , maneggiandolo come se fosse un sottile vaso di vetro. In un certo senso è come se lo fosse. Per lei è prezioso quanto la persona che glielo ha regalato.

Sono pochi i ragazzi che ho visto permettersi gesti così dolci. Uno di questi è Hiromu. Gli sguardi incerti e ansiosi che la sfioravano ogni volta che passavamo nel corridoio venivano puntualmente intercettati da lei che, maliziosa, si passava la lingua sulle labbra come è solita fare quando qualcosa (o qualcuno) la delizia parecchio.

E lui si ritraeva dai suoi sguardi , arrossiva. Se non fosse stata lei la prima a cogliere la palla al balzo e ad andare a parlargli , credo avrebbe passato il resto della vita a guardarla come un miraggio.

Ora invece si destreggiano tra sguardi innamorati , regali dolci e baci peccaminosi scambiati lungo il corridoio quando nessuno li vede.

Speriamo almeno che Hirumu si decida a chiederle di sposarlo.

Si volta verso di me sorridendo estasiata – Hai visto che bello?-

-Si è davvero bellissimo...-

-Ed è anche difficile trovarli , mi chiedo come abbia fatto...-

-Conoscendolo avrà girato in lungo e il largo l'intero distretto 12 prima di trovarlo.-

Ridacchiamo , alleggerendo la tensione.

-Fatto!- gridano contemporaneamente Ai e Clara porgendomi lo specchio per guardare la loro acconciatura.

-Allora che ne pensi?- mi domanda impaziente la blu.

Una lunga treccia azzurra mi scende lunga la spalla destra arrivando fino alla vita.

Bisogna dirlo , hanno fatto davvero un bellissimo lavoro.

-E' davvero bellissima ragazze , grazie davvero.-

-Ora non ti resta che vestirti.-

Solo ora noto il vestito blu a scacchi appoggiato alla sedia sgangherata ,con solo due gambe , davanti al nostro letto.

Era il vecchio vestito che Nozomi usava per l'estrazione , ma che ora le stringe sotto le braccia. A me invece entra perfettamente.

Lo indosso con estrema calma, senza badare allo scorrere dei minuti.

Per un infinità di tempo resto davanti allo specchio a sistemarmi ciocche di capelli inutilmente.

Poi sento la mano di Nozomi stringere la mia.

-E' ora di andare- mi dice dolcemente.

A poco a poco il corridoio si riempie di ragazzi, che, nel silenzio più totale, si avviano diligentemente verso la porta.

Il cielo si sta schiarendo. I raggi del sole illuminano tutta la gente che si sta radunando in piazza.

E' obbligatorio che ogni abitante sia presente , così come è obbligatorio guardare gli Inazuma Games per tutta la loro durata. Massacro dopo massacro. Mi sono sempre chiesta cosa provasse un genitore che vedeva il proprio figlio morire. I più , addirittura , morivano invocando il nome della propria madre , del proprio padre, di un fratello o di un amante.

Durante il tragitto, Miura e Saginuma si sono affiancati a me e a Nozomi.

Tengo gli occhi bassi , contando le mattonelle della strada. Li alzo solo quando vedo il palco allestito in mezzo alla piazza , su cui il sindaco si prepara al suo annuale discorso , con affianco la boccia con dentro i nostri nomi.

Sotto il palco , file interminabili di ragazzi ;partendo dai più piccoli di 12anni -che fremono impauriti e curiosi al tempo stesso- fino ad arrivare ai diciottenni , come Saginuma.

Io sono proprio nel mezzo , tra i sedici.

-Buona fortuna.- mi sussurra lui prima di prendere posto tra gli altri ragazzi.

Io mi stringo di più vicino ai miei compagni.

Le telecamere che riprendono l'evento per poi trasmetterlo a tutte le altre reti e al pubblico di Inazuma Cho , sono state già accese e danno l'ok al sindaco che può cominciare a parlare.

Alza la testa dai fogli che stava esaminando , per poi prendere tra le mani il microfono e , dopo un colpo di tosse , iniziare il suo inutile discorso che reputo solo una perdita di tempo.

Un giochetto sadico di quelli di Inazuma Cho per far morire di paura le “reclute” e per fa rendere ancor più impazienti i “veterani”.

-Cari concittadini.- inizia lui attirando su di sé l'attenzione di tutti i presenti- vi do il benvenuto alla cinquantesima edizione degli Inazuma Games , oggi ricordiamo i giorni oscuri in cui i distretti della nazione osarono ribellarsi al potere sacro e giusto appartenente alla capitale...-

Il discorso , per me , si interrompe qui. Non voglio più ascoltare altro. Un po' perché ormai sarei in grado di recitarlo a memoria, un po' perché è un discorso ingrato.

Tutti , sindaco compreso, sanno che la ribellione fu un atto più che giusto. Ma tutti sanno anche che rischiare di nuovo per ottenere qualcosa peggio degli Inazuma Games non ne vale la pena.

Questo vuol dire che saremo condannati per l'eternità a vedere i nostri figli e nipoti perire davanti alle telecamere e noi , poveri sprovveduti , guardarli soffrire attraverso lo schermo di un televisore.

Se questo è il nostro futuro non so cosa sia meglio tra i due.

-...Buoni Inazuma Games a tutti.-conclude infine il sindaco , andando a sedersi su una delle tre sedie poste sopra il palco e lasciando la parola a Rika Urabe, portavoce del Distretto 12 e accompagnatrice personale dei tributi.

Sistema i capelli azzurri dietro le spalle, si liscia le pieghe del vestito rosa acceso e con il sorriso più falso e luminoso che le viene prende il microfono per farci il suo augurio personale:-Che la buona sorte sia sempre con voi ragazzi.-

Sento Nozomi affondare le dita nel palmo della mia mano. Ci siamo.

-Ora procediamo all'estrazione.-

Si avvicina con un fare da avvoltoio all'urna contenente i biglietti con i nostri nomi.

Sento una gocciolina di sudore solcarmi la fronte e la guancia , seguendo poi la linea del mio collo.

Su uno di quei biglietti , in bella grafia , è scritto “Maki Sumeragi.”

Guardo come ipnotizzata la mano scura e le unghie lunghe e smaltate di Rika afferrare il primo biglietto che le capita sotto mano.

Srotola la striscia di carta e ,sempre con il suo terrificante sorriso, mostra all'intera piazza il nome del primo candidato.

Non è il mio.

E' Miura Hiromu.

 

 

 

 

 

 

  
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