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Autore: rondinella    08/04/2012    1 recensioni
Mentre il nostro Jean Marc de Ponthieu si ritrova caduto in disgrazia a causa dei suoi segreti, il Leone di Dunchester, il barone Jeoffrey Martewall, parte in missione nella sua Inghilterra per conto della principessa Bianca di Castiglia. E questa volta, con lui, ritorneranno nella loro terra natia anche Beau e Brianna, pronti ad affrontare l'ennesima nuova vita che li aspetta
Genere: Avventura, Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Geoffrey/Brianna
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Le cinque navi promesse da Bianca di Castiglia partirono all'alba di una giornata di inizio primavera, con il vento a poppa e il sole che si preannunciava splendente. La navigazione verso l'Inghilterra sarebbe durata circa una settimana, contando anche alcuni scali sulle coste francesi dove il barone Martewall si aspettava di ricevere lettere d'esorto da alcuni nobili dell'Aquitania. Il barone sospirò. Aveva appena lasciato Jean in una situazione davvero pietosa per un nobile, ma sapeva di non poter fare altrimenti senza attirarsi l'ira del primogenito de Ponthieu e così peggiorare la sua già precaria condizione in terra anglosassone. Avrebbe voluto potersi spiegare il motivo di quella rottura così repentina, ma sapeva che indagare sul passato del compagno sarebbe stato impossibile. E non era sicuro nemmeno di volerlo conoscere per scoprire, forse, altre menzogne. L’unica cosa che gli era rimasta del suo amico francese era il suo scudiero, Beau. Il ragazzo si era mostrato un po’ reticente a lasciare il proprio signore ad una sorte sconosciuta, ma dopo vari richiami aveva capito che era necessario dileguarsi per non incorrere in severe punizioni. Inoltre, era in fermento per la madre, sola e senza sue notizie. Immaginava che era già arrivata a Montmayeur insieme a dama Isabeau e si augurava che stesse bene. Anche il barone era in pensiero per la donna, dopo che il figlio si era dimostrato così sconsiderato; ma da quel poco che sapeva di Ponthieu era sicuro che il conte non l’avrebbe certo condannata per le colpe del figlio.
 
I primi giorni passarono tranquillamente, con giornate tiepide e soleggiate, l'oceano lievemente increspato. Il barone aveva avuto modo di appellarsi varie volte al capitano riguardo la rotta migliore da seguire, stabilendo l'itinerario più sicuro per raggiungere il porto di Glenhaven senza problemi. Il giorno precedente avevano lasciato il porto di Saint-Malo per proseguire verso lo scalo di le Havre, per poi raggiungere Calais e da lì la roccaforte di Dunchester. Erano al quinto giorno di navigazione quando delle nubi scure si profilarono all'orizzonte, in direzione delle Fiandre. Martewall non ebbe nemmeno bisogno di conferire con il capitano per capire che la tempesta in arrivo li avrebbe rallentati di almeno due giorni.
<< Arriveremo in ritardo mio Lord >> disse il capitano. L'uomo inglese scelto personalmente dalla principessa Bianca si faceva chiamare Rockold Will, un individuo alto e massiccio, con un barba così lunga da essere costretto a tenerla nella cintura; Martewall era sicuro che non avrebbe mai scoperto il suo vero nome.
<< Lo so >> rispose il barone << ma finché avremo il vento da ponente penso che riusciremo ad arrivare fino a Calais senza problemi. E se saremo fortunati la tempesta non durerà più di una giornata >>.
Rockold si strofinò le grandi mani callose. << Può darsi che voi abbiate ragione, ma temo che le previsioni siano molto più sfavorevoli di quello che sembrano. Il vento proveniente da ovest si sta gradualmente affievolendo. Sono sicuro di arrivare a Calais, ma credo che il nostro soggiorno al porto dovrà essere più lungo... a meno che non vogliate rischiare di perdere metà della flotta e dell'equipaggio >>.
Martewall lo fulminò con lo sguardo. Era ovvio che non avrebbe mai permesso una cosa simile, soprattutto con la quasi totalità dell'equipaggio di origine francese. L'inimicizia dei 'mangiarane' era la prima cosa che doveva evitare nella situazione in cui si trovava. << Allora ci fermeremo a Calais lo stretto necessario. Non ho molto tempo a disposizione per rientrare a Dunchester; devo arrivarci finché è ancora sotto la mia giurisdizione >> concluse il barone, amareggiato.
 
L'Inghilterra era sull'orlo di una guerra civile: i baroni che si erano uniti contro Giovanni senza terra adesso, approfittando del fatto che sul trono ci fosse un infante facilmente manipolabile, si stavano rivoltando contro Luigi di Francia, lo stesso che re che li aveva aiutati a spodestare il Senza terra. Martewall faceva parte di quella piccola fazione che ancora appoggiava i francesi; il suo onore non gli avrebbe permesso di tradire la mano che lo aveva aiutato.
 
Approdarono a Cherbourg il pomeriggio del sesto giorno, dove ci vollero più di due ore per avvicinare tutte le navi al porto senza intralciare le altri mercantili. Martewall era di umore tetro. Erano in ritardo anche sulla rotta. Avrebbero dovuto già essere a Le Havre ed erano indietro di mezza giornata di navigazione. Si chiese se Rockold li avrebbe fatti ripartire da Le Havre. << Milord, capisco la vostra impazienza, ma non è colpa mia se siamo in ritardo; il mare si sta increspando sempre più velocemente e non posso rischiare di far colare a picco una nave solo per fretta >> spiegò il capitano. Era più preoccupato per la reazione del barone che per la sorte che sarebbe potuta toccare alle sue navi se non avesse aspettato. << Arriveremo comunque a Calais prima che la tempesta ci raggiunga. Dopodiché non ci resterà che pregare il Signore e attendere >>. Martewall aggrottò le sopracciglia e guardò lontano, verso le nubi sempre più scure e vicine. Sembrava il presagio di ciò che sarebbe accaduto una volta in Inghilterra. Stava andando lui stesso verso una tempesta. Arrivarono a Calais con le navi semi allagate della pioggia battente. La tempesta li aveva finalmente raggiunti a mezzogiorno del settimo giorno, improvvisa e impetuosa. Due delle navi, la Jolie e la Mariebelle avevano rischiato seriamente di affondare se non fossero state soccorse dalle altre. Purtroppo due uomini erano andati perduti in mare, sbalzati dalla Jolie a causa della forza delle onde. La flotta non aveva nemmeno avuto il tempo per cercarli, per non rischiare un numero maggiore di vite umane. Beau stesso si era indaffarato per aiutare l’equipaggio a resistere al meglio alla pioggia scostante, ma dopo vari strattoni e rimproveri del barone era stato costretto a capitolare. Martewall rimurginava su questo ed altro, ed era di umore tetro. Era sempre un brutto colpo avere vite umane sulla coscienza, ma era il suo destino di nobile. E poi, quel ragazzo così deciso ma sconsiderato lo preoccupava ancor di più. Cos avrebbe raccontato alla madre se gli fosse accaduto qualcosa? Se gli altri uomini erano in grado di giudicare i propri limiti, non si poteva dire lo stesso per Beau. Cercò di riposare, al sicuro della placide acque di Calais, ma il sonno non fu consolatore come si aspettava. La furia degli elementi non si placò per i due giorni successivi, e quando uno spiraglio di luce si affacciò tra le nubi cariche di pioggia il capitano Rockold si rifiutò di ripartire, << La tempesta si è acquietata, ma non spenta >> spiegò semplicemente, con la sua autorevolezza derivata da anni d'esperienza in mare. Le sue parole si rivelarono profetiche: la sera stessa la pioggia e il vento ripresero con più veemenza, costringendo l'equipaggio a cercare rifugio a terra per dormire.
Martewall era più stanco che mai, insonne e stranamente debole. Le nubi si erano dissolte e una pallida luce entrava tra le imposte di legno della locanda. Il barone aprì gli occhi e con grande fatica si alzò dall'umile letto di paglia e si diresse verso la finestra, avvertendo un lieve calore proveniente dall'esterno. Quando aprì le imposte la luce lo accecò un momento, poi guardò fuori.
Era passata da poco l'alba, ipotizzò, e la gente di Calais si affaticava già tra i viottoli raccogliendo rami, travi e tutto ciò che la tempesta aveva buttato giù. Qualcuno bussò alla porta della sua stanza, e lui seppe che era ore di riprendere la rotta per Glenhaven. "Oh Lord, thank you. Now I can come back to home" pensò. L'uomo che si ritrovò sulla soglia della stanza, però non era il capitano Will, né uno dell'equipaggio. Era un soldato in semplice armatura, con i colori bianco e azzurro dei Montmayeur. << Milord, buongiorno. Sono un soldato di madame Isabeau di Montmayeur e... del conte cadetto de Ponthieu >> disse, quasi imbarazzato << la mia signora vi chiede un favore >>.
Martewall annuì lievemente e congedò il soldato giusto il tempo di vestirsi. Si sentiva la testa pesante, le membra piuttosto deboli, e si accorse di non aver fatto un pasto decente da quasi una decina di giorni. Il soldato lo condusse nel salone della locanda, dove altri quattro uomini in divisa bianco e azzurra stavano discutendo tra loro e indicavano un punto in particolare.
Beau teneva la mano ad una donna vestita di verde e dagli splendidi capelli rossi.
Il barone non fu molto sorpreso di ritrovarsi davanti a Brianna. Dopo ciò che era successo a Jean, immaginava che la donna inglese fosse caduta in disgrazia come il suo signore, il tutto per colpa di un ragazzino troppo avventato, ma non pensava che la donna sarebbe stata costretta a d abbandonare il suo posto di dama di compagnia presso la moglie di Jean. A quanto pare il maggiore Ponthieu faceva le cose davvero per bene. Si avvicinò al tavolo dove lo attendeva Brianna, a testa china e con un crocifisso intorno al collo e si protese per prenderle una mano.
<< Milord ... >> iniziò lei.
<< Non dite nulla >> replicò Martewall << lo so. Tornate con me in Inghilterra, e che Dio ci protegga >>.
  
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